RIVISTA POPOLARE 89 è subordinato a questa triade: politica coloniale, politica estera, aumento di spese militari. I tre termini Ji questa triade sono connessi indissolubilmente. Non si può volere uno dei due primi, senza il terzo. Il terzo non avrebbe ragione di essere senza i due primi. 1. 0 La politica coloniale. La combattei fieramente la prima volta, che vi rivolsi la parola, in maggio 1886. I fatti mi hanno dato piena ragione. La sola Eritrea ci costa oltre 500 milioni. Ingrate sorprese ci prepara la morte di Menelik. Ma 500 milioni non si trovarono mai pci bisogni della Sicilia, delle Calabrie, della Basilicata, delle Marche, della Sardegna! 2. 0 La politica este1·a. Su questo terreno il fallimento non potrebbe essere più vergognoso, più pericoloso. Se fossi semplicemente repubblicano e non mi sentissi anzitutto Italiano dovrei provare un grande compiacimento a sbatacchiare la triplice alleanza sulla faccia della Monarchia che la volle. Ma mi sento anzitutto italiano e provo profondo rammarico per la situazione pericolosa in cui ci troviamo. Crispi volle accentuare la Triplice e non riuscì a piegare le alleate a sostenerci a Tunisi; e il tentativo ci costò un trattato di commercio non conchiuso, la spesa di circa 300 milioni per la guerra e marina, il deficit spaventevole del 1888-90. Prinetti, forse ubbidiente ai sussulti uterini di altissimi personaggi, iniziava una politica inframtente nei Balcani, senza un vero interesse italiano e creò la tragica situazione attuale, nella quale il maggiore pericolo di una aggressione imminente ci viene dalla nostra vicina ... ed alleata, l'Austria senza che ci sia assicurato l'aiuto dell'altra Triplice I Questa ultima politica volle essere un tentativo iniziale di politica semi-imperialista. Ora io detesto tale politica perchè a lungo andare conduce alla guerra, e la guerra anche vittoriosa, non assicura il benessere. La Germania vede aumentare deficit e débito e corre alle imposte, ne ha proposto per 500 milioni in una volta il Cancelliere Bulow. Il Giappone dopo lei gloriosa guerra di Manciuria ha visto aumentare il malessere finanziario dello Stato e il malessere economico della nazione. Tutto ciò senza tener conto dell'aspetto umanitario della guerra. Le centinaia di migliaia di vite umane non contano! Detesto la politica imperialista, perché rende necessario lo aumento delle spesé militari. Chi vuole l'una senza l'altro o è pazzo o è delinquente o è un imbecille. 3.0 Le spese militari. Il mio programma del 1892 si aggirò intorno a questo problema. Nci termini in cui lo posi è rimasto. Volli la commisurazione delle spese militari alla potenrialità economica della nazione. Questa commisurazione riconosce indispen- _sabile anche un generale; il Martinelli. La Stato italiano spese proporzionalmente alla sua ricchezza? Spese di più 1 spese di più specialmente in confronto dell'Austria. L'Italia spese miliardi e mai il Parlamento rifiutò i sacrit-ìzi che gli furono richiesti. Spese moltissimo, ma spese sempre male. Ciò assodarono le inchieste parlamentari, sulla guerra e sulla marina, ciò avevano dimostrato il generale Marazzi prima e il generale Martinelli adesso. Ri sultato finale: SIAMO lNDIFESI ! E' la confessione dolorosa che fanno tutti. Di più: i capi presunti sono dichiarati inetti da un militare qual~ il Felissent. E tali li ha confermati il disastro di Messina ... Ma se siamo Ì'.1-iiL.~i dobbiamo, e possiamo seguire una polili(a imperialista e inframmettente? E' cosa da pazzi e da incoscienti. E purtroppo i pazzi ci sono tanto tra i repubblicani quanto tra i monarchici. Che fare di fronte ai pericoli presenti? Seguire una politica prudente che allontani le cause di guerra. Prepararsi come vorrebbe il colonnello Barone a guerra prossima ? L'Austria, la nemica designata, non ce ne darebbe il tempo. Preparazione ci dev'essere; non quale la vorrebbero i militaristi professionali, ma quale la indicano la logica e l'esperienza. La preparazione non può, non dev'essere che verso la nazione armata. Per questa preparazione non è possibile alcuna diminuizione di spesa, quale la sognano repubblicani e socialisti, ma è possibile? Se si volessero nuove spese militari bisognerà rinunciare a scuole, a strade, a bonifìche, a porti, a miglioramenti agricoli , industriali e sociali. Non basterebbero queste rinunzie e occorrerebbero altre imposte. Se questo volete voi sceglietevi altro deputato. Io non rinunzio all~ riforme economico-sociali, che implicano spese di centinaia di milioni; non voterò nuove imposte; non voterò nuove spese mi li tari. La rinunzia alle riforme economico-sociali, e le nuove imposte, quali con eguenze delle nuove spese militari spianerebbe meglio la via al nemico interno che ci aspetta al varco: al clericalismo ! Si ricordi infatti, che i clericali nel Veneto, in Lombardia, in Sicilia hanno acquistato forza ed influenza pel malessere economico e cogli aiuti economici che danno; i S. Pietro, i S. Gaetano farebbero ridere oggi anche i nostri contadini se essi non scontassero cambiali! I clericali colla loro opera si sono ispirati al più schietto materialismo economico marxista. Spieghiamoci, perciò, colla massima franchezza. Nessuno potè illudersi mai pel passato sul conto mio; nessuno dovrà illudersi nel futuro. Non sono anticlericale nel senso rettorico; rispetto le religioni e gli uomini religiosi, come voglio essere rispettato anche io. Detesto e combatto gl' intriganti che si servono della religione o meglio della superstizione per ostacolare il progresso sociale; li detesto perchè nemici della patria; li combatto perchè mentitori e ipocriti. Se i politici clericali vogliono essere rispettati e divenire rispettabili devono togliersi la maschera. In due modi essi possono essere sinceri. 1° Il papa potrebbe riconoscere la nuova Italia; e allora essi potrebbero costituire un sincero partito conservatore, come nel Belgio; 2° Essi potrebbero rima 11ere fedeli al papa, che non riconosce l' Italia e ne vuole lo sfacelo , presentandosi per quello che essi sono. Quali sono ora o ingannano il papa o ingannano l'Italia. N è possono essere diversi con un papa che ha un non expedit di gomma elastica e che adotta le distinzioni, che rappresentano la quintessenza del gesuitismo opportunista, tra cattolici deputati e deputati cattolici. Augurai altre volte l'intervento dei clericali nella vita politica sperandone un risanamento morale per mezzo del regno della sincerità. M'ingannai. I clericali portano ora l'ultimo colpo alla sincet ità, ch'è l'elemento migliore del carattere. Senza sincerità e senza carattere non si può avere quella educazione politica sana, che manca all'Italia; che manca sopratutto nel mezzogiorno e in Sicilia. Lo Stato italiano è fallito completamente nella sua funzione educativa tra noi. L'.on. Giolitti, cui
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