RlVlS TA POPOLARE 87 nominali con l' indicazione se assente , astenuto, contrario o favorevole al Ministero. Rivolgersi ali' autore in Lecce. Costa L. 2. NOI + Come gli italiani altolocati a Vienna festeggiarono la distruzione di Messina. - D&.Vienna scrivono ed un nostro amico: Le prime notizie del grande disastro Siculo-Calabrese giunsero qui la sera del 29; si credette però al momento che in esse fosso qualcha esagerazione. Al 30 e 31 però tutta la immensità del disastro era conosciuto e confermata. L'intera cittadinanza di Vienna rimase commossa e subito si cominciò a pensare al modo di dimostrare lo interessamento che si prendeva a tanta sciagura inviando soccorsi d'ogni maniera. L'Imperatore primo fra tutti mandava il suo ragguardevole obolo. Ebbene la sera del 31, una signora nata nell'Italia Meridionale, vedova di un Italiano delle Provincie soggette, nipote del Nunzio Pontificio, riuniva a lieto simposio gli amici e le amiche sue, per finir bene e cominciar meglio l'anno. La massima parte degl'invitati erano diplomatici e Signore Italiane di nascita; fra gli uomini brillavano gli addetti della nostra ambasciata non escluso l' addetto militare con respettiva signora (una milanese, ci pare). A qualcuno <'he disse alla signora Ospite che credeva la festa rimandata pel lutto dell'Italia, la Sign01·a gentile con molta ... disinvoltura ripetè: e A quei laggiù ci penseranno gli altri, noi dobbiamo pem,are li stare allegri e cacciare le malinconie!!! > « L'addetto militare Italiano poi, pur non essere da meno, della Signora suddetta, due o tre giorni dopo davo uno splendido ricevimento, forse per dimostrare che lo Esercito Italiano non si lascia abbattere dalle sventure della Patria I li ..... e Qualcuno osserverà che anche in Italia da molti si sarà festeggiato il S. Silvestro ... e va bene ... diciamo! ma a noi pare che coloro che hanno l'altissimo onore di rappresentare, almeno ufficialmente, la Patria nostra in questo paese sarebbero stati in dovere di declinare almeno per quella sera lo invito che una povera donna, per non dire altro aveva con si poco tatto mantenuto. L'addetto Militare poi, e coll'essere intervenuto dalla prefata Signora e col ricevimento da lui dato, ha dato mostra. di una... disinvoltura ... tale che non sappiamo se vada d'accordo colla missione che è a lui affidata, ed all'esempio che dava il Re a Roma abolendo ogni ricevimento, ogni festa. e Il contegno di questa gente Italiana e degli addetti alla nostra Ambasciata in giorni di si gran lntto per noi , ha fatto triste impressione non soltanto fra coloro della colonia che lo hanno risapnto, ma puranco sull' alta Società Viennese che ne rimase .... meravigliata! E pensare che appunto in quel giorno i nostri sovrani erano in mezzo ai feriti, ai moribondi per conforti ed aiuto; che i nostri marinai, e quelli di nazioni estere, i nostri soldati facevano prodigi di valore e di carità pet alleviare in parte tante sofferenze. Pensare che in quei giorni l' Italia , il mondo tutto piangeva sulla immensa sciagura ..... ! Troppo grande ci è parsa la..... disinvoltu'ra, di questa gente Italiana in Vienna per poter tacere. Forse verranno delle smentite; in questo caso siamo pronti a fare i nomi di tutti gli ospiti Italiani , che vollero in quella Isera del 31 Dicembre u. s. aiutare la. Signora Gentile ad annegare nella sciampagna il dolore che angosciava ..... i cuori del la Patria lontana I!! y. z. L' or~anizzazion~ e~ l f ~ zionarnent delloStatoItaliano Nel numero passato la Rivista r1 produsse dallo articolo bellissimo di Giovanni Cena i brani più salienti, che servivano a consolidare maggiormente le verità lampanti, che furono pel primo enunziate rudemente da Napoleone Colajanni, affrontando ora, come altre volte, le sozze contumelie dei muletti - tra i quali, almeno come muletto onorario, si volle imbrancare un noto giornale umoristico di Roma - e le calunnie del povero nevrastenico, che comanda sulle cose della Regia Marina. Oggi con amara soddisfazione riproduciamo nella 'Rj.vista delle riviste un articolo di Meuccio Ruini ed il commento al medesimo di Filippo Turati. Non lo riproduciamo per la parte, che potrebbe servire a corroborare sempre più la giustezza delle accuse lanciate contro i rappresentanti superiori del governo a Messina, a Napoli ed a Roma; ma perchè dai fenomeni odierni e dal constatato fallimento dell'opera del governo nella immensa sciagura, che colpì le provincie di Messina e di Reggio, si cerca risalire alle cause, che li generano. Sull'azione spiegata dai rappresentanti del governo in Sicilia e a Reggio, a quanto dice Turati sulla loro crudeltà potremmo aggiungere altre osservazioni. La loro mancanza di cuore non fu soltanto, per cosi dire, negativa, cioè limitata alla straordinaria lentezza dei provvedimenti; ma ci fu quella ferocemente positiva consistente nella negata assistenza ai feriti, agli affamati, agli cÌ.Ssetati,ai denudati, ai moribondi ... Che dire dello champagne bevuto per festeggiare la notte di S. Silvestro di fronte alla città morta? (1) Che dire, oggi, a due mesi di distanz:i., sulla nullità dell'opera di assistenza ai senia casa? ... Sorpassiamo sulle ridicole, tartarinesche affermazioni e del Ruini e del Turati, che abusando della ignoranza dei lettori rivendicano ai soli socia.listi la indicazione dei mali della burocrazia e della necessità delle riforme e della semplificazione della organizzazione e dei servizi tutti, mentre tutto ciò ha tanto di barba - una barba lunga come quella dì Matusalem. Infatti non c'è stato uomo e partito di opposizione dal 1848 in poi, che non abbia deplorato gli inconvenienti della burocrazia e non abbia invocato riforme. Gli uomini del governo spesso sono sta ti della partita e in non pochi discorsi della Corona sono state promesse solennemente le riforme. Un poco più di modestia, adunque, cari signon socialisti, ed anche un poco più di serietà, se non vi dispiace. Ma questa osservazione in sè stessa non ha importanza perchè le cose vanno ugu~1lmente con o senza le vanterie dei socialisti. Veniamo al sodo. La moda vuole - ed è moda vecchia come osservammo - che si dica male della burocrazia. Ma bisogna intendersi anche su questo. (1) A propisito dello Champagne bevuto di fronle alla C:ttà morta pubblichiamo una lettera di un italiano da Vienna che ci ha comunicato un ntstro amico. Saremmo lieti se ci venisse una smentita dall' a.idetto militare italiano ; non I' a spettiamo. e non ci cale, dail' entourage di Monsignor Granito di Belmonte, Nunzio pontificio. Costoro potevano benissimo essere lieti che il dito di Dio avesse colpito Messina.
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