Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 4 - 28 febbraio 1909

I 112 RIVISTA POPOLARE vengono in scuola cambiati con sandali di paglia piatti e puliti. Veniamo ricevuti nella sala dei maestri ove avviene il consueto scambio di biglietti di visita. Se non fossero alle pareti quadri giapponesi e sul tavolo il noto servizio da fumare giap · ponese colla bacinetta ripiena di rovente cenere di legno , si direbbe di essere attorno al tavolo rivestito di tappeto ver.:e della camera di consiglio di una scuola tedesca. Anche qui ci vien tosto servito il solito tè di ricevimento. Un paio dì inchini a destra ed a sinistra ed incominciamo il nostro giro. Ci accompagna un maestro accuratamente vestito e dall' S¼ • spetto intelligente. Egli parla una lingua che mi pare inglese ma il nostro dialogo si riduce a gesti di cortesia. Entriamo dapprima in una classe femminile, le ragazzine hanno la loro lezione di scrittura. E il momento di pausa dedicato alla macinazione dell'inchiostro di china. Una delle ra~azzine passa dinanzi ~i banchi con un secchiello d'acqua; ciascuna v' immerge il suo pennello lo lascia gocciare su una coppa e si dà poi a macinare con movimenti rapidi e corti. Quindi la maestra si alza, afferra un suo grande pennello a punta e si mette a tracciare le lettere dell'alfabeto su un foglio di carta da giornale fermato con chiodi sulla lavagna. Le allieve ne seguono l'esampio copiando sui loro quaderni i complicati caratteri giapponesi. A Icune capiscono molto bene il loro compito, altre sono più inttte di quanto io farei se mi provassi a dar mano al pennello. Il maestJo mi fa segno che le scuoiare sono 78 ed hanno su per !liÙ 8 anni d'età, i quali corrisponderebbero per ~li europei a sette anni circa poichè i Giapponesi contano gli anni secondo il calendario. Un bambino che nasca nel Giappone al 31 dicembre, all'indomani I gennaio, già raggiunge il secondo anno di età, avendo vissuto una p::irte di dm: anni civili. Proseguiamo la nostra rivista di aula in aula. Nell'insegna mento femminile vien sopratutto educata la speditezza delle mani. Le rsgazze imparano a disignare, dipingere , sempre senza matita anche per gli schizzi di disegno. Il pennello è lo strumento sovrano su tutn quanto riflette l'arte dello seri vere. Una speciale cura è dedicata alle lezioni di canto e di ginnastica. Si canta al suono di un armonio. In tutte le scuole si scorge il Samiseng, il noto strumento a corda giapponese, le cui vibrazioni vengono incontro allo straniero dalle capanne di legno delle città e dei villaggi. I fanciulli cominciano solfegl?'iando come noi le lettere della scala musicale italiana. Anche la ginnastica è accompagnata dalla melodia di un armonium. E incomprensibile donde questi ragazzi attingono la sicurezza raggiunta nella esecuzione così graziosa ed accurata delle figure compiicate delle loro danze e degli esercizi ginnastici. Sui loro sandali di !Paglia , leggermente fissati fra il pollice e le restanti dita del pide, vanno e vengono secondo il tempo e la melodia musicak, eseguono con prontezza e grazia i movimenti delle braccia, si spiegano e si rialzano eleganti e sicuri. L'aspetto di una scuola femminile da una impressione gradita ai nostri occhi, sia che le fanciulle scrivono sia che et. tendano ai loro lavoretti o cantino o cuciano Kimmoi o fac .. ciano ginnastica. Affatto diversa l'aspetto di una scuola maschile. Qui si osserva una profonda serietà di uomini che vogliono andare avanti. I mae:;tri son sempre vestiti' alla europea: giubba, panciotto, colletto, crav-atta. Gli scolari alla foggia giapponese : un Kimono con una giubba annodata in alto al corpo; il distintivo giapponese dello studio. Le tasse delle scuole primarie ammontano a 42 pfennig al mese: le tasse delle scuole superiori, corrispondenti al nostro Ginnasio a Mr. 2, IO al mese. Con simili contributi , lo Stato deve naturalmente addossarsi le spese principali; e siccome appunto nel Giappone le disponibilità del pubblico bilancio sono molto limitate, gli stipendi dei maestri restano molto al disotto degli stipendi europd. Un maestro di scuole elementari percepisce ordinariamente •55 Marchi al mese ; 65 dopo lunghi anni di servizio. In tutti i lavori che richiedono agilità di m!lno gli scuolari giapponesi sono superiori ai nostri. Le operazioni pratiche più semplici sono eseguite dai giapponesi in modo diverso dal nostro e sempre meglio. Nel far involti specialmente sono maestri. I bambini di sei anni già imparano ad avvolgere e porre in assetto, più tardi ad appiccicare con pasta piccole scatole di cartone, ed inchiodare cassette, ad intagliare oggetti di legno e di bambù, e riparare cucchiai, e bastoncelli - che come è noto. suppliscono qui forchette e c )ltelli - a dipingere ed a modellare, fl piegare carta artisticamente. Un buon allievo di una scuola popolare del Giappone quasi non si troverebbe in imbarazzo se dovesse trovarsi in un isola inabitata a passare la vita di un Robinson Crusoè, mentre i nostri ragazzi in simili condizioni non saprebbero da che parte incominciare. Certo nè gli uni nè gli altri verranno trasportati in una isola deserta, ma la vita ha non pertanto molteplici esigenze, rpratiche. Quale ft:sta per i nt stri fanciulli sui 12 anni :se potessero gettare in un canto la grammaticn latina, ed invece sua maneggiar legno e coltelli ed aver a disposizione accanto alla lavagna una cote con appeso uno straccio bagnato. Con quale diletto si dan:bbero ad arrotare, tagliare, a fer mille la.voretti, come volerebbero piacevoli le ore di scuola I Nel Giapp:rne si sente il bisogno di molte di queste ~ore belle e dilettevoli dopo il tormento di un'unica lezione d' aritmetica. Il calcolo non è affare dei Giapponesi. Anche fra i migliori calcolatori delle scuole a malapena si troverà uno che sappia a memoria l'abbachìno. Queste son le conseguenze di un secolo di negligenza. I giapponési non hanno mai potuto computare. I loro viù vecchi commercianti anche oggi non sanno fare i conti più semplici senza l'aiuto dell'abbaco. Nell'addizione e nella sottrazione un po' se la cavano ma colla moltiplicazione e colla divisione l'affare si complica. In una scuola giapponese quanto sopratutto colpisce l' osservatore straniero tratto ai paragoni colle no~tre scuole è la gentilezza leggiadra delle fanciulle e I' imperturbabile serietà dei maschi. In una scuola giapponese la visita di un europeo e d'una bionda Europea è una rarità almeno quanto sarebbe ia visita d'un giapponese K1mano in una scu')la normale di Berlino. Sì pensi il chiasso dei nostri ragazzi ali' entrare de.I giapponese e si confronti collo sguardo seriamente esaminatore degli alunni giapponesi. Nessuno che urti il compagno o rida di soppiatto. Come piccoli, prudenti diplomatici essi si alzano dai loro posti, corretti, cortesi, affabili e s' inchinano profondamente alla moda giapponese dinanzi al visitatore. rDas Blaubuch 18 febbraio). Al prossimo numero rimandiamo per ragione di spazio, la recensione di un interessante articolo di 1. :M,esnil, pubblicato nel :Mercure de France , dal titolo : La civiltà fiorentina al secolo XVI. Dott. Napoloona Cola)anni, proprietario, direttore ..responaabl le Napoli, R. Tipografia Pansini in S. Loren{O Abbonamento cumulativo alla Ra.tJione e ~Ila Rivz'sta Popolare. Per un anno L. 20. Per un semestre L. 10. Col dirit,to a tutti i premi semigratuiti della Rivista e della Ra.tJtone coinpreso lo S(llendiclo capolavoro d'arte: IL SOGNODI ALICE N'ELPAESE DELLEMERAVIGLIE. (La più splendida strenna dl Natale uscita a Londra ed edita in Italia dall'Istituto di Arti .1J-rafi.cbe di Bergamo) a metà prezzo.

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