Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 4 - 28 febbraio 1909

RIVISTA POPOLA.RE 111 zione sopraggiunge nei discendenti futuri. L' incremento della r•azzia e di altre forme di degenerazione devono attribuirsi alle facili condizioni di vita, che permette ai deboli di vivere e di procreare, mentrt: in altri tempi sarebbero stati diminati. Queste sono le conseguenze di una pazzesca legislarione umanitaria, che mira ad abolire le provvide misure della natura. L'obbiettivo della legislazione umanitaria è quello di conservart: tutti gl' individui , per quanto disadatti essi siano. Con ciò essa rende facile la degenerazione e tutta la scienza del mondo non può salvare la razza dalla estinzione. ( Edinburg Review, gennaio) (r). ♦ Prof. Franco Savorgnan : Pr oletarlato e Borghesia nel movimento socialista ltal1ano - Effettivamente l'odierna lotta di classe si svolge soltanto fra gli individui più intelligenti e più ambiziosi dei ceti finora esclusi dal potere e le decine di migliaia di individui sovrastanti. I migliori elementi degli strati inferiori tendono irresistibilmente alla vena della piramide sociale e _conducono una lotta implacabile contro quelli che per sangue, tradizioni, ricchezze occupano i posti dei guaii essi vorrebbero impadronirsi. Il nucleo di ogni agitazione politica è sempre e dappertutto la battaglia fra l' élìte dei gruppi dominanti e l'èlite emergente dai gruppi dominanti, vogliosi di scavalcare i primi per partecipare ai benefici_ dei potere. L'arma più poderosa di cui i contendenti si servono è serr.pre la potenza del popolo che fa traboccare or l'uno or l'altro piatto Jella bilancia. Le grandi parole: uguaglianra , Jratellan ;a, collettivismo, non sono che richiami per acquistare il favore popolare. I ceti medi che così spesso vengono dipinti come 110 gruppo sociale esaurito, decrepito, avviato al tramonto, hanno invece nel loro seno una ricca sorgente di energie che quella cor ren•e degli istinti di conservazione e di consolidamento nel presente ordinamento sociale non può trovare la necessaria deviazione. E questo perchè i posti migliori dello Stato sono occupati, come bene ereditario, dalla nobiltà feuda 1e, e quell'ancora accessibile ai ceti medi non possono soddisfare i nunumerosi sollecitatori. Le forze vive della Borghesia in cotal modo respinte, per uscire da una così disagevole rosizione si sono rivolte alle masse. Esse hanno giudicato i rapporti economici della produzione moderna ed inventato una nuova dottrina rispondente ai bisogni del proletariato. « I su1i fondatori sono predoni della Borghesia » dice chiaramente e giustamente Ludwig Gumplowiez. Ad essi si accompagn•no quelle nobili nature di apostoli che in ogni epoca stt,rica troviamo pronto ad operare per il bene dell'umanità. Ma la lotta che sotto i nostri occhi si combatte senza posa fra le étite dei gruppi sociali antagonisti è inerente ai partiti politici ed è caratteristica specialmente di quelli che - come la Democrazia sociale - contano fra gli aderenti gran numero di non colti e quindi di non disciplinati, non dirigibili , e di opinioni volubili. Nella vita interna dei Partiti stessi infuria se anche talvolta latente, una continua contesa per i posti direttivi : ed anche qui trattasi di contesa fra i leàder intel lettuali; la massa resta una figura passiva. Lo storico sviluppo della democrazia sociale italiana, quale ci viene profondamente e dettagliatamente rapprt:sentato da Robert Michels, ci dimostra la giustezza di queste considerazioni generali. Al Bakunismo segue /' Interna;ionale, a questa la tendenza iniziata da Bènoìt Malon, secondo la quale i :,ocialisti devono tentare la conquista dello Stato per trasformarlo poco a poco nel futuro Stato socialista. Quindi vien fondato nel Nord d' I- (r) Abbiamo ridotto questo articolo della riv!st~ con~t:rva-. trìce scozzese per mostrare con quale tenacia i reaz1onan applicano i principi della lotta e della selezione darviniana contro lo stesso Darwin ! La Reda 1 ione talia il Partito Operaio, formato di soli ooerai. M-e questa teoria dei sol i operai non poteva durare a lungo. Il proletariato di ogni altro paese, per avere completi i quadri nella lotta intrapresa, aveva bisogno degli Accademici come del pane quotidiano. Si venne finalmente nel r897 coll'unione degli operai e degli intellettuali, al Marxismo p1.1ro. Dopo i tumulti sanguinosi del r898 e l'era liberale che ne seguì durante la~quale il Governo italiano si mostrò arrendevole verso la democrazia socia le ed il Partito riportò grandi vittorie elettorali, il Revisionismo, chiamato in Italia Riformism0, con un avvocato, Turati, alla testa, si aprì una nuova via. Contro questa tendenza evoluzionista, opportunista e parlamentare prese posizione l'ala sinistra del Partito; Due liberi docenti : Arturo Labriola e Enrico Leone, si fecero ad esporre nn nuovo sistema. Il Sindacalismo, la cui principale arma era lo l!ciopero generale. Ma poichè tra queste due tendenze contrastanti la disciplina soffriva, Ferri trcvò una nuova formula di salvataggio : l'Integralismo. Rappresentanti e banditori di queste diverse tendenze e prin• cipi che minacciano fortemente la coesione del partito erano sempre dei borghesi; particolarmente degli intellettuali per lo più professori di Università. ll Spesso, dice Michels, abbiamo notato come nel socialismo italiano i condottieri della tendenza antiparlamentare abbiamo richiamato l'attenzione sul pericolo dell'influenza nefasta e dissolvente degli Intellettuali. Ma i promotori di questo movimento anti-intellettuale erano essi pure intellettuali. Sembra un paradosso , ma dimostra come la lotta fra le élites intellettuali sia la molla indispensabile allo sviluppo di un Partito ». Michels è osser • vatore acuto ed obbiettivo ed ha profonda conoscenza della vita politica italiana. Ciò malgrado il suo libro non proietta luce sufficiente sul meccanismo interno della vita di partito, la cui caratteristica è la lotta per i posti direttivi. Inutile ag_- giungere che tale caratteristica non è una prerogativa della democrazia sociale, è al· contrario fenomeno quasi generale. Nel libro di Michels vi è continuamente una certa preoccupazi,)ne che passa nel pensiero dei lettori sorgere un qualche dubbio sulla buona fede e sullo spirito di sacrificio dei borghesi socialisti. « Erano senza dubbio, dice Mìchels, più natura di apostoli che uomini politici >> e nelle sue conclusioni sulla futura organizzione della democrazia socialista italiana afferma che « il movimento delle classi operaie italiane è assai complesso ed ha bisogno di tutto il fiore dell'intellettualità italiana ». Non aderiamo a questa opinione, ma crediamo però che l( in questo matrimonio indissolubile fra il probtariato e l'intellettualità, il proletariato sia la meta più importanté ». Nel fatto la massa sarà sempre o ovunque sfrutta!a dall'intelligenza e l'egoismo, se anche travestito da altruismo , rimarrà l'asse attorno a cui ruota il microcosmo dell'individuo. (Politisch. Anthropologische Revue. Febbraio. ♦ Robert Sandek: Le scuole elementari del Giappone. - I maestri delle scu0le primarie giapponesi, frequentate dai fanciulli dai 6 ai r4 anni parlano di rado inglese, mai tedesco onde il visitatore che non conosce il giapponese deve ricorrere ad un interprete o fidarsi dei suoi preventivi studi teorici a del suo talento d'osservazione. Io mi provai senza interpreti : costoro, come quelli .:he soltanto dai libri hanno imparato le lingue straniere , sanr,o esprimersi ma non capi scono; ne viene una situazione come prima comica e poi affaticente. Al primo entrare nella scuola si offrono allo sguardo innumerevoli ombrelli dai bastoni corti e dagli _involucri di carta oliata ed un est:rcito di sandali dagli alti zoccoli di legno. Questi zoccoli che bambini ed adulti trasl:inano per le vie , \

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