Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 4 - 28 febbraio 1909

110 Rl VISTA POPOLARE parlano nè intendono nè il turco, nè il Greco. Perciò si espri• mono coi gesti, come se fossero sordo-muti. In quanto alla na1ionalità vi sono 1 19 turchi, 72 ara bi , 23 greci, 15 albanesi, r6 armeni, 8 Curdi, 4 Ebrei (di origine loerica), 4 Bulgari, 3 Serbi e 2 Koutzo-Valacchi. Per la religione: 213 musulmani, 43 cristiani e 4 israeliti. I Turchi, gli Albanesi e i Curdi sono tutti musulmani ; tra gli Arabi c'è un solo cattolico; gli Armeni sono cristiani gregoriani; Greci, Bulgari, Serbi, Koutzo Valacchi sono cristiani ortodossi. Quantl..inqne tra gli Arabi ci sia mezzo milione di cristiani, solo un cattolico fu eletto a Bayrouth e l'eletto è uno dei migliori membri della Camera; e le sue qualità erano tanto note che egli fu nominato, quantunque tra i suoi elettori due terzi siano musulmani: si chiama Bostani Effendi. Nel 1877 fra dieci siri ce n'erano 4 t:ristiani. Se ora un solo cristiano fu eletto ciò si deve agli antagonismi e alle lotte tra le varie sette cristiane.La religione sinora non è entrata come elemento costi tutivo dei partiti; ma ciò potrà avvenire quando verranno in discussione le quistioni dei privilegi e della educazione religiosa. La distinzione più netta politica è quella tra centralisti e decentralizzatori I Centralisti sono turchi eletti sotto l'inAuenza del Comi tato Unione e Progresso dei giovani turchi. In principio erano 152; dei quali la quarta parte apparteneva prima della proclamazione della Costituzione a tale comitato. I Centralisti si accorsero che il Comitato era troppo assolutista e perciò que sto ha deciso di non ingerirs• più della loro azione. A loro app 1rtiene il presidente della Camera, Ahmed Riza e molti Vicepresidenti , secretari e questori. Perciò esercitano nella Camera una grande influenza. •• I decentralinatori formano l' Unio11eliberale e sono da 35 a 40. Altri 70 deputati circa sono fuori dei due gruppi. Dei dieci Armeni 7 formano un C;:;mitato Armeno , eh' è piuttosto rivoluzìonario ed assai influente nella sua sfera di azione. I Bulgari ed i Serbi sono socialisti. Io generale i non turchi sono decentralizzatori - alcuni moderatamente, come la maggior parte degli A.rabi; altri all'estremo, sino ali' autonomismo cd all'Home Rule.~Ma il Co mitato dcli' Unione e Progresso non è del tutto contrario al decentrarne nto; sono più decentralizzatori gli Albanesi , che aderiscono al programma di Sabah E:idin. Non è vero che questo programma mira al disgregamento della Turchia. L'home rule non è possibile' e desiderabile perchè i Greci, gli Armeni e altre nazionalità sono sparsi per tutto l'impero e nvn costituiscono dei gruppi compatti in un punto e in guisa da poter dare origine ad una riunione federale di Stati. L' Unipne e Progresso nell'art. 5 del suo programma domanda uua maggiote estensione del potere delle autorità locali; ma se riuscissero allargherebbero i poteri dei Vali, ne faret bero un piccolo Sultano e si ritornerebbe ali' ancién regime. Secondo il progetto di Midhat Pascià ci dovrebbero essere Consigli pro vinciali, liberamente eletti. La proporzione dei rappresentanti non corrisponde a quella della rispettiva nazionalità: I greci sono 4 milioni e dovrebtero avere 40 deputati invece di 23; gli Armeni sono 2 mi - liod e dovrebbero averne 20 invece di 10; ai Bulgari ne spetterebbero 10 invece di 4 ecc. Queste sproporzioni derivano dal fatto che i Cristiani sono troppo sparpagliati e che il Comitato Unione e Progresso esercitò molte pressioni in favore dei turchi. Le pressioni giustificarono col supremo bisogno di avere in Parlamento una maggioranza t11rca omogenea, senza la quaic lo stato non si reggerebbe. Max Nordau ed altri osservatori hanno preconizzato un grande avvenire a Sabah Eddin e alla sua Unione liberale. l giovani turchi lo hanno descritto come un ambizioso per di screditarlo tra i Turchi; ma Sabbah ha mostrato di non esserlo ritirandosi dalla politica e consacrandosi al!a e iucazione del pc,polo sotto l'impulso della iniziativa privata. Nello insieme e non ostante gli errori cc,mmessi si può avere fiducia nel Parla mento ottomano 1: nel definitivo stabilimento del regime costituzionale in Turchia. Non c'è in Parlamento un solo reazionari o. Del suo spirito si avrà un'idea da questo <!pisodio. Si pro. pose l'annullamento di una elezione perchè l'eletto avenJo insegnato per 7 anni nell'Università di Atene doveva consirlerarsi come suddito greco. Ma un Ulema prese la parola e domandò : « E' nato in Turchia? Si. E allora dovrà essere con- • siderato come un onore per gli Ottomani, che in una Uni- « versità straniera si sia sentito il biso~no dello insegnamento « Ottomano; perciò la sua elezione dev'essere convalidata ~. Tutti gli Ulema approvarono e l'elezione venne convalidata tra le acclamazioni. E gli Ulema da recente hann0 appoggiato un Armeno che domandava la punizione est!mplare di un funzionario che aveva torturato degli Armeni, come sott') l' Ancien régime. Ciò non deve sorprendere perchè io ho conosciuto molti Ule ma che erano assai liberali e partigiani dei Giovani Turchi. Quando fui a Smirne con Sabah Eddin centinaia di grandi barche ci vennero incontro con Turchi, Gri:ci ed altri nazionalità che gridavano: Viva lungamente la giustitia ! Viva lungamente l' uguaglian 1a I Viva lungamente la fraternità I È evidente che noi siamo oggi ben lontani dal fanatismo musulmano, di cui si è tanto parlato in Europa. I giovani soldati presentavano le armi al nuovo arrivato, i cannoni delle forteLZe e delle navi sparavauo e le bande suonavano il Vatan che è l'inno della libertà. Un ultimo tratto. D'Estournelles <leConstant scrisse ultima• mente ad Ahmed Riza ed a Bostani Effendi perchè nell' im pero Ottomano si costituisse un (I Gruppo parlamentare per l'arbitrato internazionale i. Ed il gruppo già esiste. (Review of Reviews. Febbraio). ♦ Polttlca e biologia. - La maggior parte degli scten• ziati al giorno d'oggi sono inclinati a negare la trasmissione ereditaria dei caratteri acqui1-iti. È un errore, però, la rigorosa generalizzazione ; pure la politica può ispirarsi a tale negazione. L'idea principale di molte legislazioni moderne è quella di rimuovere i pericoli e gli affanni a cui sono soggette molte pt!rsone a causa del loro ambien:e naturale. È spesso stfermato, e specialmente dalle persone desiderose di non ricorrere al socialismo, che le difficili condizioni di vita danneggiano la costituzione dell'individuo, e che il danno è trasmesso per la eredità ai discendenti cagionando un generale deterioramento della razza. Nulla è più lontano dalla verità. Non c'è una minima particella di evidenza nel dimostrare che i figli di un genitore, la cui costituzione è stata danneggiata dall'eccessivo lavoro siano fisicamente più deboli dei figli dei ricchi. Non c'è un singolo fatto che dimostri che i figli nati da penone che vissero nelle stamberghe anti igieniche delle grandi città siano meno sani nella costituzione dei figli delle persone, che vissero ne!1e migliori condizioni del paese. La grande maggio, ranza dei zoologi sono opposti a tale ipotesi. Il Rapporto pubblicatosi da recente dalla Commissione reale sulla cura e sulla sorveglianza dei deboli di mente la esclude pienamente. Non si può abbastanza vigoMsamente affermare invece che le diffìcili condizioni della vita migliorano la razza e non la danneggiano. li deterioramento è la conseguenza non dc:lle difficili , ma delle facili condizioni della vita. Dove le condizioni sono difficili i deboli congenitamente vengono alimentati e trionfano soltanto quelli che sono congenitamente forti. I figli dei forti non soffrono menomamente per le difficoltà dei loro genitori. Quando sono fac:li le condizioni di vita, invece, i deboli sopravvivono e si riproducono e la degenera-

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