RIVISTA POPOLARE 109 cente, si osservano oggi ·nell'Ungheria. Uno di essi si manifesta nelle campagne e l'altro nelle città. Il governo si è sforzato -Ji creare l'industria manifatturiera, la quale occupa relativamente un numero picc0lo di operai, che aumenta ogni giorno. Tale industria è accentuata in poche località, nè accenna a diffondersi nel resto del territorio. Com'era da attendersi, l'accentramento manifatturiero ha par. torito il socialismo, il quale oggi germoglia in vicinanza degli opifici i. Ad onta dell'iniziato processo industriale, l'Ungheria resta principalmente agricola. Un terzo delle terre è posseduto da due o tremila proprietari, generalmente magnati, pr0tetti, dal fide-commesso. I medii proprietari, posseggono il r 5 per cento del suolo e non superano le 18 mila persone. Questa classe ha sofferto specialmente la crisi prodotta dal . l'abolizione della servitù, dalla caduta dei prezzi e dai cattivi raccnlti. Vi sono, infine, 700 mila contadini indipendenti, che formano una classe agricola, la quale gode di un relativo benessere. Ma il resto della popolazione campagnuola è composto da per~one, che non sono per nulla affeziona te a li' attuale st11to di cose. Esse o non hanno terre o non ne pos seggono in misura adeguata. Queste classi sociali hanno una grande fame di terre; ma non sanno come soddisfarla. Il pro letsristo agricolo è in uno stato ancor più penoso. Combatte per l'elevameoto dei salari, ma non riesce a conseguir!:, L'agitazione ha acquistato un carattere di violenza nell'estate del r897 e lungo gli ultimi anni. D'altra parte i proprietari non se,..,pre si trovano in grado di elevare le mercedi : anche la loro situazione non è lieta, poichè la caduta dei prezzi delle dal merci agricole rende poco rimunerative le colture. Tutto ciò ha fatto nascere il malcontento e col malcontento il socialismo. Dopo il 1905, una federazione sociale democratica ha cercato di riunire in un solo fascio tutte forze proletarie delle campagne. Anche là troviamo i socialisti rivoluzionari capitanati Varkony e i socialisti riformisti capeggiati dal Mezofi. I sindacati socialisti dell'Ungheria presentano la specialità di essere divisi in due organizzazioni amiche, m'l del tutto indipendenti. Ciascuna di esse è diretta da un consiglio sindacale particolare composto da I r membri ed eletto dal congresso. L'una è l'organizzazione degli operai agricoli e l'altra l'organi ~znzione degli operai industriali. La prima di queste federazioni, fondata verso la fine del 1905, è forte di 40 mila aderenti. Suo scopo principAle è il miglioramento dei patti agricoli e l'elevazione delle mercedi. Se il movimento sociale -democratico agricolo non è ancora nscito dal periodo di formazione; quello industriale, al contrario, è già bene organizzato, forte, vitale e ricco. Gli aderenti erano 130 mila nel 1907 e spendevano in quell'anno 450 mila corone. Queste e,rganizzazioni sono fondate su ~principi comuni, molto diverso di quelli in uso nel!' Austria. Così sono centra liste e non federaliste. Accordano ad ogni nazionalità molta latitudine nell'impiego della lingua, diffondono giornali in tutti gli idiomi; ma il .entro del movimento è solo Buda-Pest. Vi è, inoltre, un partito sodale-cristiano, fondato dal prete Giesswein, sostenuto dal.basso clero e combattuto dail'alto. Esso è forte di oltre 60 mila membri. In vista della prossima istituzione del suffragio universa{e, i socialisti cristiani han costituito un partito politico a sè, presieduto dal Szlanczy, direttore delle cooperative cattoliche. L'organizzazione sociale dell'Ungheria fa contrasto con quella d:illa Galizia e della Rumenia. In questi paesi ci si trova di fronte a certe classi aristocratiche, alle quali fanno riscontro altre poverissime classi di operai disorganizzati e quindi dominati con maggior facilità da coloro che stanno in alto Ma il diffondersi dell'istruzione da una parte e il suffragio universale dall'altra renderanno piu ~attive le rivendicazioni sociali e più facile la coesione tra lavoratori singoli. Allora i par-titi popolari, ben altrimenti forti, si appresteranno alla conquista del potere politico, che è oggi in altre mani. ( Revue politique et perlamentaire, febbraio 1909). ♦ Cristoph De,·ichsweiller : I problemi della vita In Germania. - L'Enropa, e lo stesso popolo tedesco , ere dono che la Germania s:a una potenza esclusivamente industriale. Questo è un concetto unilaterale che· non corrisponde nè alla storia nè alla presente situazione di cose, poichè si trascura un fattore primario: l'agricoltura. La Germania poteva divenire un popolo industriale per volontà; ma deve ri - manere un paese agricolo per necessit<l. Nè le condizioni favorevoli di luogo e di tempo, r.è l'energia uma11<;1avrebbero potuto assicurare all'industria il suo progresso e un risultato finale tanto completo, senza la cooperazione indiretta all'agri coltura. Nel r82 1 lo Stato cercò di frazionare il latifondo e di trasformare in proprietà privata i boschi comunali. In Prussia questa riforma si estese a più di due milioni di proprietari; e la riforma stessa non ha forse riscontro della storia d'Europa. La trasformazione dell'agricoltura si chiuse verso il 1850, precedette dunque di poco il decennio in cui ebbe inizio il proces50 industriale. In una coincidenza provviden · ziafe per l'industria; poichè questa, senza l'enorme aumento della popolaziont agricola non avrebbe potuto svilupparsi. La industria tedesca non poteva competere ali 'estero con quella i ng1ese, dunque doveva trovare ali 'interno il suo mercato df consumo, cioè una copiosa popolazione disposta ad ·acqu istarne i prodotti. La prosperità economica fu dunque l'opera di un proresso quasi esclusivamente interno che rimase in forma di un equi librio assai costante tra l'agricoltura e l'industria. Venne do?o l'impeto dell'industrialismo, il quale fece credere che I' agri - coltura tedesca non avesse più importanza per la Germania economica. Q_uale errore! Anche oggi l'esistenza dei quattro quinti della popolazione deriva dalla terra. La Germania ha la fortuna di possedere nella sua natur!le disposizione agricola un centro di gravità che tende da sè a riparare i turbamenti dell'equilibrio economico. L'agricoltura, formando il piccolo pr,-prietario nel suo potere, reagì contro la lentezza proletaria e preveni l' universale depressione fisica e morale della vita, che facilmente porta con sè un'industrialismo privo di larga base agricola. Non solo l'avvenire dell'industria, ma quello della nazione, dipenderanno dal modo con cui sarà risolto il problema del rapporto tra le officine e la terra, Del rest~), è un rapporto fondamentale e più che mill.enario. La vita agricola si è intrecciata talmente alle· tradizioni e allo spirito del popolo tedesco, che la Germania rinunziando ad essere una nazione agricola, rinunzierebbe alla unità etnica e diverrebbe estranea a sè stessa. Una parte non irrilevante della Germania, sotto la pressione dell'ardimento manufatturiero e della suggestione di una politica mondiale, si è lasciata offuscare la chiara visione della realtà, dimenticando che le radici della sua forza e il punto d'appoggio della sua vita stanno nel territorio nazionale. (Rassegna contemporanea, gennaio '09). ♦ Santo Semo: Il parlamento ottomano. - Nulla di piu inttre:;sante della conoscenza del Parlamento ottomano per la sua composizione. L'intreccio della lingua, della naziona - lità della religione è stranissima. Le opinioni politiche dei 260 deputati, che lo compongono non sono esattamente classificabili. Lu maggior parte non ne hanno alcuna : sono veri opportunisti. Per la lingua è da noti;re che dieci non comprendono affatto il turco - sette dei quali sono arabi del Yemen, che non
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