86 RIVISTA POPOLARE novra elettorale di candidati pericolanti o è un errore che vuol essere impedito •. Perciò, conclude Lodi , se gratitudine devono manifestare gli elettori (quali? quanti?) di Messina essi devono eleggere l'ammiraglio russo Litvinoff >. Ma e egli è uno straniero? lHa pure i suoi soldati furono e d'aiuto agli Italiani. MR. egli è ineleggibile? E non e è questo, che si richiede? Non può ritenersi nè appa « rir valida una elezione voluta q11ando mancano gli e elettori, che dovrebbero compierla•. F. Marchese nel C01·rie1·edi Catania è più violento, ma non meno giusto. Egli vorrebbe che gli elettori rispondessero alla proposta doppia canditura colla parola di Cambronne ! E pensa che questa dovrebbe ess~r~ la risposta della città che elesse tre voite G. Mazz1n1 ••• QueAta dovrebbe essere .... Disgraziatamente se Messina non fosse stata distrutta , se ci fossero dove fu Messina gli elettori già morti o raminghi nelle terre d' Italia, pur troppo, a giudicarne dalle più recenti manifestazioni della vita locale, essi non pronunzierebbero la parola di Oambronne .... a meno che non fossero incor~ggiati dall'Arcivescovo! Purtroppo nella città gloriosa che ridette la patria a G. Mazzini erano i suoi più implacabili nemici, che ora comandavano I Risorgerà Messina? Tra dieci, tra venti anni la risurrezione mate1·iale non potrà mancare ; auguriamoci che avvf'nga anche quella morale. E a sperare in questa ci inco1aggia nn atto . che in parte cancella, la maifesta11,ione servile pro Giolitti: nella larva di riunione di consiglieri comunali a provinciali avvenuta a Messina si votò unanimi, che un ricordo marmoreo dodovrà sorgere nella futura città a perenne ricordo dell'eroismo e della filantropia dei marinai russi I • L'Intervista Barzllal e I rapporti austroltallaul. - L'intervista da Salvatore Barzilai concessa al corrispon<lente della Neue Freie P1·esae ha assunto una importanza politica di prim'ordine pel valore intrinseeo dell'11omo, pel partito in cui milita, per le origini· sue: egli è nato a Trieste ed abbandonò il paese natio per non sottostare al servizio militare. Dalla irnportttnza fanno fede i larghi commenti, e quasi tutti bene"oli: che sulla medesima fecero i giornali di ogni parte politica, dalla clericale alla socialista, dalla monarchica alla repubblicana. I meno benevoli gli vennero da alcuni demorratici - ad esempio: dal Secolo di Milano -, che videro in essa una specie di abbandono della causa degli Irredenti ed una specie di acquiesceuza all'alleanza coll'Austria. La soddisfazione maggiore doveva essere ed è stata la nostra, pcrchè sebbene non tutte le motivazioni nostre di politica estera siano state accolte dall'amico Barzilai, pure nt:}llegrandi linee si arriva allo stesso punto e alla stellsa conclusione almeno per quanto riguarda la situazione internazionale nel momento attuale; e nella politica estera 1' attimo che fugge rapido è quello cho conta di più. Infatti quando in un momento critico si arriva ad impedire lo scoppio di un guerra, si pnò sempre sperare di ,witarla ulteriormente colle modificazioni spontanee o procurate dei rapporti internazionali e cogli accomodamenti, che prima sembravano inaccettabili da tutti e che con più matura riflessione finiscono coll'imporsi a tutti. Di queHti benefici mutamenti abbiamo dato numerosi esempi nei numeri precedenti; rimane eloquentissimo quello più recente tra la Germauia e la Francia pel Marocco, di cui ancue altra volta ci occupammo. Tanto coloro che souo dolenti oggi dell'attitudine di Barzilai nella politica estera quanto gli altri che se ne rallegrano come di una novità hanno torto. Egli in questa intervista non si è mostrato affatto ent1:1siasta di una alleanza coli' Austria Ungheria; ma ha voluto insistere maggiormente su ciò che del resto aveva detto molte volte nella Camera: non esserci cioè in Italia 110 partito frredenfista, che desidera una guerra col vicino Impero. Noi aggiungiamo la couvin zione nostra; e cioè: che un tale irredentismo beli icoso non c'è forse nè a Trieste, nè a Trento. Forse in Dalmazia sono più insofferenti del regime austriaco par plausibili motivi: perrhè i Croati troppo vi spadroneggia_no e troppo vogliono opprimere in tutti i modi e in tntti i sensi l'elemento italiano. Se le dichiarazioni di Barzilai RI corrispondente del giornale di Vienna parvero nna radicale ~odificazione del s110pensiero politico, ciò si deve al fatto che nella intervista il giudizio sui rapporti tra l'Austria e l'Itala costituiva il leit motif e spiccava., mentre in un discor~o sulla politica esti}·a alla Camera lo spirito polemico e la critica spietata del!' opera del ministro lo investivano e gli davano nna parvenza alquanto diversa. Nella intervista insomma, non c'è che l'a.ccentu~zione esplicita e chiara di un pensiero, che poteva sembrare diverso per gli altri aspetti collaterali del medesimo. Nell'animo di Barzilai per venire a questa accentuazione influi una visione più esatta delle condizioni dell'Austria e dell'Italia? Fori;;e. Per parte nostra non esitiamo anche a dichiarare, che abbiamo fatto un passo innanzi verso le opinioni antichA e predilette di Barzilai constatando che colla pArvicacia della Corte degli Absburgo e dello ambiente militare di Vienna, che ad ogni costo vogliono schiacciare iniquamente l'elemento italiano che fa parte dello Impero austroungarico, non era possibile, non era utile, non era decoroso che l'Italia. rimanesse nella Triplice. Perchè essa vi rimanga con utilità comune e col consolidamento della pace ancora per moltissimi anni basterebbe che l'Austria rispettasse le leggi proprie e la propria costituzione e non adoperasse duA bilance: una a danno degli Italiani e l'altra degli Slavi e dei Tedeschi· Vorrà l'Austria modificare la sua attitudine nel senso della giustizia e della civiltà? Non pare che sia disposta a farlo in qnesto momento. I clericali ispirati e guidati dal Vaticano da un lato e il militarismo, che vorrebbe lavare nell'Isonzo e nel Po le macchie delle secolari sconfitte sono i padroni dell'animo dell'Imperatore Francesco Giuseppe e del presunto erede ed. impediscono che la rngione trionfi e colla pace assicuri il benessere dei popoli. L' Italia che non è animata da tali malvage passioni; l'Italia che non ha ambizione di conquiste e d' ingrandimenti e che apprezza al giu~to le conseguenze di una guerra anche vittoriosa. deve seguire una politica accorta e dignitosa che tolga ogni pretesto alla reazione e al militarismo dell'Austria di sfogare la propria libidine contro di noi. Se ciò non ostante dovessimo patire una ingiusta aggressione, nella ingiul:ltizia della meJesima trovoremmo all'interno e all' esterno gli elementi che ci darebbero la forza della resistenza. Tutti i militarismi provocatori hanno trovato sempre sul campo di battaglia Ja sorte punitrice, che meritarono; e noi viviamo sicuri che quello austriaco la troverebbe identica. • Una pub blloazlone di attualltà, che raccomandiarro vi vamente e quella del ragioniere D. Dattilo che contiene interessanti notizie sulla passata legislatura e dovrebbe servire di guida nelle imminenenti elezioni perchè co,ntiene i risultati di tutti gli appelli
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==