.. RIVISTA POPOLARE 101 ex-alunno, destinato a meritata fortuna, sulla crispina Riforma, deploranti ... « il vecchio rancidume » che vi prevaleva. Alle scuole d'Alessandria pure alludeva il prof. Corsi nella nota a pag. 53 del suo libro su « La soppressione delle scuole italiane in Levante », dov'è scritto, fra le altre cose: << In quelle « medesime sèuole tanto facile ~i reputava l'ufficio « dell'insegnare che uno sguattero di locanda, ebbe « promessa dal direttore, presente me, di essere oc· « cupato in qualità di maestro. Di iì a pochi an:ni, « vi trovai un insegnante che finite le sue lezioni « indossava l'uniforme, si trasformava in guardia di sicurezza e dava la caccia ai ladri ». Le cose esposte mi danno ragione a ritenere che si riferisca appunto al Collegio di Alessandria anche il seguente brano della cc Relazione sull'ordinamento ecc. » presentata alla Camera nel1'89. « ..... Un altro grande istituto scolastico non è . <e stato più, come prima, con tutta regolarità e di- << ligenza amministrato e diretto, quando, raffredda- << tosi il primo ardore dell'entusiasmo, gli uomini <e d'affari dovettero trascurare il grave ufficio , che « esigeva cure giornaliere, per attenderç alle cose « loro » pag. 9. • Veniamo ora alle condizioni degl' insegnanti. Economicamente, avendo pure riguardo ai tempi, debbono dirsi buone, ottime anzi quelle dei professori; ma assai precarie per tutti, senza pensione, senz'alcuna garenzia giuridica, subordinate all'alea dei partiti. Si pensi che soltanto quando l'ispettore Rebecchini deplorò la nomina unicamente per l' anno scolastico in corso e per soprappiù a condizione che il Consiglio amministrativo avesse facoltà di Hcenziare l'insegnante, qualora reputa va ciò nece~- sario, pagandogli lo stipendio del mese successivo, allora soltanto ottennero conferma effettiva i più provetti. Si può immaginare nella di meno dignitoso per un educatore, o piuttosto per chi tale condizione imponeva? Il buon Pasquinelli riproducendo testualmente il paragrafo indecoroso della lettera di nomina, nel suo citato libro, non tralasciava di aggiungere con amarezza che sì tristissima condizione « paralizzava ogni sentimento di dovere ... spengeva ogni nobile slancio di abnegazione, di patriottismo e di vero lavoro >>. Egli scriveva pure che <e il Consiglio allora non <e s' ingeriva della parte istruttiva, ma solo della « parte amministrativa, libero però essendo og111 « consigliere di visitar le scuole ed assistere alle <e lezioni ogni volta gli piacesse ». Non diversamente risulta a me. Però, come dice Alfieri, . Poter mal fare è al mal fare invito. E una mi~ collega di qui potrebbe confermare di che lagrime grondasse lo scettro ... coloniale. Immaginate che dopo tante vessazioni, si sentì fare dal censore questa minaccia ch'io rinuncio a qualificare e a spiegare: - La sua condotta è inappuntabile; lei fa il suo dovere, e tiene bene la sua classe, ma ... se mi salta il ghiribizzo, la mando via subito. E la minaccia non venne effettuata, perchè la maestra più dignitosa dell'ingiusto censore, pensò meglio al proprio decoro dando le sue dimissioni, le quali furono immediatamente accettate. Anch'io ho il mio ricordo personale del 1887. Avevo insegnato al corso gratuito: quando venne soppresso, fui mandato a spasso. Col nuovo anno poi si ebbe ancora bisogno di me, e venni riassunto in servizio, non senza quest'ammonizione d'un consigliere pur benevolo: - L'abbiamo rinominato, ma badi che gl' insegnanti hanno l'obbligo di curare la scuola, e non devono occuparsi di politica. La mia politica consisteva in qualche innocuo articoletto informato ai nuovi postulati pedagogici. Non pertanto, l'ordinamento scolastico d' Alessandria diede frutti assai apprezzabili; ed io mi sono indugiato a discorrerne di proposito perchè, come lasciò scritto il deputato Castelli, da questa colonia partì il primo esempio di fondazione d'un collegio e perchè il concorso pecunario da essa fornito non trova riscontro rn nessun altro luogo d'Oriente. + Diamo ora uno sguardo retrospettivo anche all'attività della nostra pattriottica colonia del Cairo. Nell' Annuario delle scuole italiane ali' estero del 1906, il relatore per la scuola secondaria assegna il 1867 quale anno di fondazione della prima scuola nostra al Cairo, per merito della Loggia massonica Luce d'Oriente (pag. 79); quello per la scuola elementare stabilisce il 1863 per iniziativa della Loggia L'Alleanza dei Popoli (pag. 80) Forse quest'ultima è la versione più attendibile, giacchè l'esempio della colonia alessandrina doveva essere di eccitamento a quei nostri connazionali. Ma è fuor di dubbio l'opera nobilmente italiana della Massoneria, sotto l'impulso di Tito Figari, che fu lungamente a capo della scuola e col dott. De-Sirello-Tei si rese tanto benemento dell'istruzione popolare, l'uno e l'altro essendosi prestati perfino come insegnanti, trascurando i proprii affari personali. La scuola visse piuttosto stentatamente della filantropia cittadina, la quale dovette spesso scongiurare il pericolo di vederla chiusa. E pur troppo ciò accadde nel 1879. Venne fusa con la Società di Beneficenza in seguito, io credo, attenendomi alle notizie raccolte dal Balboni, poichè quelle riportate dall'Annuario citato sono conlraditorie; e riaperta nell'anno successivo con una sovvenzione governativa di 4 mila lire, ebbe il corso elementare completo; poi nel1'81 fu istituita la prima classe tecnica e la sovvenzione Yenne elevata a 12 mila lire. Nell'83 s'istituì anche la seconda classe; ma in tale anno il colera esaurì le rendite della Società di Benefìcenra e compromise quindi lo sviluppo della scuola, la quale non potè avere che nel 1886-87 tutte le tre classi tecniche. S'intitolò al re d'Italia. La scuola femminile sino al 1889 rimase un ideale dei componenti la Società dei Reduci, i quali avevano raccolto un fondo di 7 mila lire per dotare la colonia di tale istituto. Nel 1887 e nel 1888 la scuola Vittorio Emanuele fu ispezionata successivamente dal provveditore Rebecchini e dal prof. Michela, i quali pervennero a conclusioni quasi identiche. Credo sia bene conoscere il giudizio di quest'ultimo ispettore che, dotato d' intuito sicuro, soleva condensare in sintesi stringente le condizioni degli istituti ch'egli visitava. cc..... Le scuole « Vittorio Emanuele » sono ordì- « nate in modo analogo a quelle del Collegio ita- <c liano di Alessandria, cioè comprendono le quattro cc classi elementari, la classe prima essendo divisa ~ in due sezioni, e le tre classi tecniche. « Le classi più numerose erano, qui come in « Alessandria ( 1), le due sezioni della prima classe, cc avendo la prima sezione 85 e la seconda 56 al- << lievi, e le meno numerose le classi tecniche, non (1 J In una classe preparatoria... alla prima inferiore (!) io mi ebbi sino a ... go alunni!
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