lOù Rl\'ISTA POPOLARE Ma la larga profusione del denaro che in seguito non affluì così facilmente nella cassa del Collegio, nocque assai allo sviluppo e quindi all' avvenire delle scuole. L'idea del con vitto balenata alla mente dei primi iniziatori come coronamento dell' opera educativa del Collegio, non potè mai avere effettuazione e fu abbandonata per sempre, giacchè le spese stragrandi, secondo l'espressione del Pasquinelli, per le costruzioni a vevano finito con l' assorbire tutti i fondi. E ci fu un tempo in cui l'ufficio di membro del Consiglio amministrativo era diventato un onere assai gravoso, poichè, come soleva dire agli amici il compianto dott. Carlevaris, cui tale carica fu conferita varie volte, la ricerca delle somme necessarie all'esistenza dell'istituzione diventava sempre più difficile e tormentosa. Per fortuna, verso ì'85, ricorrendo ad una lotteria garen tita dal nostro Governo , si riuscì ad assicurarle mezzi con venienti. Però il Pasquinelli, pur mantenendosi assai riguardoso ne' suoi giudizi intorno a quel periodo, che può dirsi delle vacche grasse ~ da coscienzioso maestro ed ottimo italiano, non tralasciava di far voti che « un'amministrazione seria e non sfarzo- « samente corriva a murare e ad arricchire forse « qualche privato speculatore prendesse le redini « di guell' istituzione e la tutelassse dall' estrema « rovina ». + Intorno alla reputazione dell'istituto, è assai onorevoie il giudizio che nel 1870, quand'-era diretto dal prof. De Benedictis ne dava Dor-bei, ispettore generale dell'istruzione pubblica in Egitto, 11quale, scriveva così in una sua relazione intorno alle istituzioni scolastiche in Alessandria: - « Non ci « rimane a parlare che d'una scuola, ma è la. mi- « gliore, la sola che risponda realmente alle esi- « genze pedagogiche, il Collegio italiano d' Alesccsandria ..... J> (1). E taie rimase, anche sotto la direzione del professore Bongiovanni succeduto al De Benedictis, sino a quando fu oggetto di solerti premure ed era vivo in tutti il fuoco sacro del patriottismo , sino a quando il suo ordinamento poteva rispondere alle condizioni della colonia, al livello intellettuale della vita cittadina, quando la conoscenza della nostra lingua era tuttavia necessaria, e le altre colonie, con le scuole rispettive non ancora in Gore, non avevano quell'importanza che assunsero specialmente dopo gli avvenimenti del 1882. Allorchè l'attività scolastica degli stranieri cominciò a diffondersi, si resero evidenti non molte lacune nel nostro Collegio, a motivo dell' insufficienza dei mezzi: gli orari non soddisfacevano più; si lamentava l'agglomerazione degli alnnni nelle prime classi, la mancanza di studi classici completi che agevolassero la via alle professioni libere. Onde le famiglie benestanti d'allora cominciarono a disertare la scuola italiana, alimentando col loro concorso gl' istituti stranieri. D'altra parte quel benedetto certificato di miserabilità richiesto per ottenere l'ammissione gratuita al Collegio, era cosa tanto avvil.itiva pei disagiati ( 1) E ben mt::ritate sono le seguenti parole scritte dal Segretario particolare d'I mail-pascià, in una risposta al diret tore De Benedictis, riprodotta testualmente dal Balboni nella sua opera - Gl' Italiani nella Civiltà egi{iana del Sf'Colo XIX (lll voi. pag. r 73: - ~ Le Khèdive apprècie chaque « jour dav11ntage !es seivices que rende le College italien, qui, « en rt!pandant l'instruction dans toutes !es classes, sans dì- « stinction de religicn ni de nationalité, coopére si efficacement << à l'auvre Je progrés et de civilisation à 1aquelle il consacre « tous ses efforts ... 11 che non tutti si decidevano a sottoporsi a questa specie di forca caudina per istruire italianamente i propri figli. E si badi che qui i non abbienti aumentavano sempre più per le tante ragioni che dopo 1'82 fecero progredire la colonia numericamente, ma non dal lato finanziario. A quest'ultimo sconcio il Consiglio su proposta del dott. Burlazzi - bei, allora economo dell.'amministrazione, in seguito a suggerimento del direttore prof. Mor, aveva ritenuto di dover provvedere, istituendo un corso elementare inferiore gratuito quale « palestra di preparazione ai bisogni intimi della « vita, d'avviamento alle arti e ai mestieri, aperta « a tutti gratuitamente di qualunque na:e.;ionalità e « religione » (r). Era separato anche di locale dagli altri corsi a pagamento. Ebbe 137 alunni, ma visse un solo anno, giacchè sostituitasi nel Consiglio amministrativo l' autorità della parte clerico-moderata, che aveva a capo il censore avv. Semiani, a quella liberale guidata dal dott. Burlazzi-bei il corso gratuito venne soppresso. Per giunta sul prof. Mor era capitata una grossa tegola con la persona-certo assai gentile, ma piuttosto influenzabile per la grande buona fede-dell'ispettore Rebecchini, che gli avversarì con ogni arte avevano accerchiato, mal predisponendolo verso di lui. La sua relazione fu inesorabile verso il direttore, nonostante che, pure fra molte esagerazioni moderniste, avesse apportato benefici rinnovamenti e ridestato interesse per l'istruzione popolare, a vantaggio della quale aveva istituito anche i corsi serali del Collegio; e non gli rimase che di rassegnare le proprie dimissioni e di far ritorno in Italia. Noto di volo che tale precedente dovrebbe disilludere coloro i quali credono nell' eccellenza di quelle meteore fugaci che sono le ispezioni straordinarie, e non si mostrano propensi verso l'ispettorato regionale, mentre questo soltanto - quando sia costituito seriamente - può esercitare azione vigile e utile, mediante l'esperienza di uomini e cose, e mercè la nozione esatta dei vari ambienti e • delle vere esigenze scolastiche, all'infuori di ogni influenza partigiana. . Il caso Mor non è, del resto, isolato: il Balboni, trattando lo stesso argomento nella nota opera sua, ha rilevato che i professori De Benedictis e Pagano, succedutisi, dopo il Bruzzone, nella direzione dei Collegio, nonostante la cultura, le eccellenti qualità didattiche e la solerzia, trovecanno ostacoli in coloro che avrebbero, invece, dovuto sorreggerli, negli stessi amministratori, e dovettero perciò lasciare il posto. + Nel r887, i clerico-moderati tornarono all' ordinamento primitivo e quindi al famoso certificato di miserabilità : vale a dire che le nostre scuole di Alessandria, in quel tempo non appagavano le classi elevate e riuscivano inaccessibili ai fanciulli poveri di geni tori che sentissero un po' di fierezza anche nelle loro tristi condizioni. Ma erano pur sempre preferite dai giovani che dovevano darsi al commercio per la serietà degli studii computistici, grazie all' indimenticabile valentia del professore Gullino (2). Non mancavano però le critiche alle condizioni didattiche dell'Istituto, ed erano vivaci quelle d'un (1) Carlo Giovanni Mor - Discorso- rela{ione - Alessan dria 1008. (2) É' doverosa anche una parola di rimpianto pel profes sore Ta'larico, spentosi qui immaturatamente.
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