98 RIVISTA POPOLARE appunto il 'falso indirizzo dell' applicazione dei metodi delle scienze naturali all'etica, d'aver dato origine allo am01·alismo ed alla morale istintiva del Niestzsche e dei superuomini. L'atteggiamento dell' A., risp:tto a questo problema è visibilmente kantiano, in quanto che è svelata la differenza assoluta tra le scienze naturali e le scienze morali. Queste ultime si fermano alla natura esteriore, la q~ale non è tutta la natura: dalla natura umana ragionevole nascono gl' imperativi. La moralità s' impone a noi, perchè noi siamo esseri ragionevoli ; ma dalla diretti va kantiana pare allontanarsi in seguito, confondendo assieme l'ideale religioso co:l' ideale morale. Questa compenetrazicne, non è esplicitamente professata, ma l'Autore non chiarisce questo punto in modo nitido ed esauriente. Riguardo alla questione sociale, l'Autore ritiene unilaterale tanto l'affermazione che la questione sociale è una questione morale, quanto quella che fa della questione mora.le una questione sociale. Fra la morale e la società c'è un conflitto analogo a quollo che vi è tra il reale e l' ideale. Il dover essere non è mai quello che è, i seguaci di Marx non meno che i seguaci di Tolstoi hanno torto disconoscendo, i primi l'attività morale del!' uomo , i secondi le esigenze dell'organizzazione sociale. Non è passi bile pensare una società qualsiasi senza moralità, ma non errano i socialisti quando, pure esagerando flagellano la morale come menzogna se scompagnata da un assetto migliore e più razionale della società. I credenti predicano come panacea uni versale quella carità che si è sempre dimostrata incapace a sopprimere la miseria. Se la carità in senso largo è dovere morale , non si può dire che sia il supremo perchè troppo suscettibile d'essere guidata dai capricci del sentimento. /Quanto alla dinamica sociale, la carità consacra le ineguaglianze fra le classi e rinsalda gli abusi; e ai più grandi pensatori odierni non isfugge la crisi della carità, perciò predicano che a questa si sostituisca la giustizia. S'intende che l' amore rimane sempre la sorgente ineffabile da cui proviene ogni giustizia e per cui s'avviva l'equità. Ma la vera giustizia consiste nel mantenere nella sua antica rigidezza il principio giuridico romano, contro il fondamento del codice napoleonico divenuto poi cadice civile di quasi tutta Europa , cioè unicuique suum? Tutta la, questione sociale s' impernia intorno al modo d'intendere quel suum. L' A., propugnando il socialismo idealista riconosce le ineguaglianze sociali presenti e tratteggia un programma di misure economiche del più schietto riformismo - accostando al socialismo del Renouvier, un socialismo di Stato che non distrugge per altro la proprietà. L' A. non ammette coi socialisti semplicisti l' integrale ed assoluta eguaglianza tra i membri di una società, e vede non una contraddizione, ma una possibile conciliazione tra libertà ed eguaglianza. La formula dell'avvenire è questa: e Maggiore eguaglianza per maggiore libertà >. La questione religiosa è travagliata da antinomie. La scienza ha fatto tabula rasa del contenuto della religione? No, percbè l'esigenza religiosa non ha niente coll'esigenza logica. Mostrano grettezza di giudizio coloro i quali presumono che la religione sia distrutta pel fatto che la fisica e la cosmologia della Bibbia non sono la fisica e la cosmologia della scienza. La religione ha un campo distinto dalla scienza e neppure il dissidio tra la critica storica e l' interpretazione tradizionale della Bibbia ~inaccia ·di distruggere il sentimento religioso; come è noto, il modernismo va ben più oltre. Secondo l'Autore non ha fondamento l'accusa che si muove alle religioni di essere ostili allo spirito moderno. Pure riconoscendo l'influenza della religione sulla morale , l' A. finisce col distinguere la liberti\ religiosa della libertà pelitica e statale. Noi non diremo che tutte le idee del Gaultier siano buone ed accettabili; ma buono ed encomiabile è lo spirito del libro, in quanto, sia pure attraverso a molte correzioni e blandizie , riesce ad affermare la ueceasità e la nobiltà dell'idealismo, e lo concilia con le più ardite osservazioni a vantaggio delle plebi. Noi vorremmo che anche in Italia si meltiplicassero i libri come questo per <lissipare tutti i pregiudizi e gli errori che l'incultura falsamente detta posi ti va ha dissemina ti. Su tre punti fondamentali del libro non si insisterà mai abbastanza : I. Che la morale è indipendente dalle ipotesi e dalle leggi della realtà cosmologica ; II. Che'l'esegesi della Bibbia,. al pari di quella di qualunque altro libro , ritenuto sacro, non infirma il valore pratico della fede; III. Che l' idealism0 non solo non contrasta., ma infonde vigore e coscienza a quanti lottano per un ideale di giustizia. Ripetiamolo ancora nna volta : La questione sociale è questione di dignità umana. Ciò non toglie che molti compagni evolutissimi continuino a proclamare codini e nemici del proletariato - quanti non sottoscrivono - al principio del loro Vangelo: L'uomo è soltanto ciò che mangia. Salute! FELICE MoMIGLIANO Lalingua italianina Egitto III. Le scuole coloniali Torniamo con la mente all'epoca portentosa del nostro Risorgimento nazionale, quando la terra dei morti era divenuta la terra degli eroi , e l' entusiasmo indicibile degl'italiani moltiplicava dappertutto le loro energie, producendo miracoli di patriottismo memorando. Uno di tali miracoli fu allora compiuto dagl'italiani di Alessandria , 1 quali alle nuove aure di libertà che salutarono la redenzione della nostra Penisola, furono primi , all' estero , a vedere nella scuola il mezzo per tenersi uniti, in ispirito per lo meno, alla patria, che risorgeva con tanto splen-
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