60 RIVISTA POPOLARE straordinarie, per la marina. Il pericolo di una guerra cogli Stati Uniti consiglia tali spese. Le spese dello Stato per la istruzione sono poca cosa: 7 milioni e mezzo di yens cirea. Però i corpi locali spendono generosamente. Nel 1908 per la scuola primaria i Dipartime11ti hanno speso oltre 65 milioni di yens cioè oltre 160 milioni di lire italiane (1) Ou • rakami aggiunge con soddisfazione cLe lo sviluppo dell'istruzione pubblica negli ultimi tempi è stato rapidissimo nel Giappone e mette il fenom~no in rapporto coll'aumento della spesa. Quando potremo dire altrettanto in Italia? (I) Ouroksmi assegna tale spesa alle scuole intermedie tra la primaria e la secondaria; ma noi supponendo qualche errore di siampa o di traduzione l'abbiamo attribuita a tutta l'istruzione primaria. + Il Centenario di Proudhon. Gennaio 1909. E' passat,o quasi inosservato nel mondo socialista ita liano ed anche straniero; ed è stata vera ingratitudine, non del proletariato, ma dei suoi meneurs che subiscono la moda 1uarxista e ad essa tntto ;acrificano. In Italia lo hanno ricordato e per le sue oricrini umili, per la sua vita tutta dedicata alla car1sa d~lle classi lavoratrici, per le sue dottrine, soltanto due sindacalisti. A. Labriola nel Pungolo ed Enrico Leone nel Divenire sociale. Ed hanno fatto bene. Il Leo.Je poi giustamente ha protestato contro una indecente commemorazione che ne ha fatto Kautsky nella Neue Zeit. Karl Kautsky, che è il custodo delle dottrine marxiste ha conservato anche i rancori del maestro. E si sa che Marx scrisse tutto un libro - La miseria della filosofia - contro Proudhon. Marx non solo professa va una grande antipatia contro Proudhon, ma contro tutti i suoi procursori francesi - Saint Simon Fourier ec. Si direbbe che il fondatore dell' Intei·na~ionale fosse animato dal pregiudizio volgarissimo a balordo della razza. NOI C'è una piattaforn1aelettorale? Finalmente venne pubblicato il decreto di scioglimento di una Camera, di cui si facevano i funerali da parecchio tempo - da un anno circa -e indette le elezioni a breve scadenza: ad un mese di distan,.,a dal decreto che cacciò nel numerc- dei più la XXII legislatura. Quale sarà la piattaforma dei vari partiti nella imminente lotta elettonile? Si dovrebbe cominciare dal conoscere quella del Ministero al potere, che dovrebbe rappresentare un partito, in un vero regime parlamentare, quale dovrebbe essere il nostro, e non in un regime semplicemente costituzionale, qual' é il P ussiano. Ma chi sa dire quale partito rappresenta il Ministero Giolitti? Ci sono liberali - e il più liberale non esitiamo a riconoscere eh' è il Presidente del Consiglio-; ci sono conservatori; ci sono clericali ci sono sopratutto gli a-politici, peste del par.amentarismo, m ... che fedelmente rispecchiano -- doverosa la consi-atazione - la grande maggioranza dei deputati della defunta legislatura. Data, adunque, la composizione del Ministero e pure le difficoltà della situazione in cui si trovò in questi ultimi giorni non era facile formulare un programma, come alla vigilia di ogni elezione generale viene formulato in Inghilterra. Infatti nella Relazione al Re, che precede il decreto di scioglimento e che dal massimo ufficioso, La Tribuna, è stata presentata come il programma ufficiale del Ministero, il programma non c'è. Lo riconoscono tutti: dai clericali ai socialisti, dagli amici agli avversari dell'on. Giolitti e del suo Ministero. C'è solamente la enumerazione di ciò che ha fatto la passata Legislatura e non la esposizione di ciò che dovrebbe fare la futura. E che il programma non ci dovesse essere c'è voluta tutta la follia ufficiosa di un giovane scrittore della Tribuna per affermarlo! • Nella relazione si tace non solo dei criteri larghi - e talora troppo larghi; e perciò vaghi e indeterminati - che il governo intenderebbe seguire in un avvenire più o meno remoto; ma si tace anche sui problemi attuali, urgenti, sui quali inevitabilmente sarà chiamato a discutere il Parlamento. Silenzio sulla scuola elementare e superiore; silenzio sulla politica estera ; silenzio sulle spese militari; silenzio sulla riforma tributaria ... Non ci è che un vago accenno ai provvedimenti, che saranno indicati dalla Inchiesta sulle condizioni dei contadini del Mezzogiorno e della Sicilia; e tale accenno probabilmente vi fu ficcato, perchè i provvedimenti essendo subordinati alle risultanze della inchiesta, esso necessariamente doveva essere indeterminato. Si capisce che il silenzio sui problemi più urgenti sia riuscito assai comodo a chi lo serbava. Di politica estera, serbando Tittoni al relativo dicastero, non era facile parlare senza dire menzogne o corbellerie che avrebbero fatto ridere: di spese militari, che potranno aggravare le imposte sui miseri contribuenti, non era prudente intrattenersi, perchè si sarebbe fatto il giuoco degli avversari del governo, creando un formidabile malcontento tra i primi - lo riconobbe Il Corriere della Se,-a -; di riforma tributaria. che un tempo fu il tema p rediletto dell' on. Giolitti, si tacque per decenza - di che bisogna essere grati ai ministero percbè sarebbe sembrata una indegna canzonatura prometterla ora che sono scese in campo le vacche magre mentre non la si è tentata negli anni in cui i con - siderevoli avanzi del bilancio la rendevano relativamente facile ... Tutti questi silenzi sono stati voluti dall'on. Giolitti. La T,·ibuna ci tenne a far sapere eh' era sua fattura la Relazione, ma chiunque l'avesse stilizzata, - e Saraceno malinconicamente ha osservato, ch'essa é letterariamente scadente - è certo che il contenuto ce l'avrebbe messo il Presidente del Consiglio. Suo é il ministero, nel senso più rigido della parola, perchè poco o nulla contano gli altri ministri; nè sinora si sa che siano avvenute mai divergenze, composte in vista del conseguimento di qualche fine superiore; né si sa di resistenze a questa o a quell'altra misura. Il ministero è compatto ed omogeneo, come mai ce ne fu uno pel passato per la semplicissima ragione che in esso non e' è che u11a sola mente, una sola volontà: quella dell'on. Giolitti. D'onde la chiarezza, la coord ì nanzione, la mancanza assoluta di tracce di accomodamenti e di divergenze tra i diversi" contributi che ciascun ministro doveva portare nel programma; d'onc.le quello spirito pratico, che nel documento aleggia e che si rivela sopratutto nella enumerazione dei progressi economici compiuti dalla nazione e che nessuno - nemmeno La Tribuna• - oserebbe attribuire a merito del ministero. ♦ La mancanza di un programma nel ministero influisce necessariamente sui partiti di opposizione costituzionale .... se ce ne sono. .
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==