hl VISTA POPOLARE 79 industriale e commerciale non dovt>va preparare pochi capì abili, ma un ,·ero esercito di tecnici; perciò nelle sue Università tecniche si entra sen{a concors.J e senra esami: vi sono ammessi tutti i giovani, che hanno fatto il corso delle scuole secondarie, classiche o tecniche; sono ammessi anche uditori sforniti di titoli. Così le università tecniche tedesche mettono ogni anno a disposizione dell'industria nazionale 4000 in)!egneri. • Nelle diverse sezioni gli studi durano di ordinario 4 anni; i due primi consacrati alla cultura scientifì ~a generale. Alla fine dd corso si ottiene il diploma d'ingegnere; e ce_ne sono 14 specie: architettura, meccanica, in 5 : costructore, chimica, elettricità, miniere, marine, acque e foreste, agricoltura ecc. Gli studt:nti che non vogliono presentarsi ali' esame possnno ottenere un certificato di assiduità ai corsi o dei loro lavori scientifici. li lato pratico dell'insegnamento è molto sviluppato. Queste università hanno ottenuto di dare il diploma di dottore ingegnere o nelle scienza: tecniche. Le Università tecniche sono amm111istrate come le altre Università tedesche: sono autonome, hanno il loro bilancio e la personalità civile, col •diritto di a.:cettare o respingere le· gati, donazioni, sovvenzroni ecc. Alla loro testa c'è un rettor·e eletto per un anno dai suoi colleghi; ogni sezione ha il suo Collegio . di cui fanno parte i professori 0rdinari e straordinari, che si occupa dello insegnamento. In alcune Università, e' è il Sindaco, rappresentante del governo, eh' è un giurista che si occupa delle quistioni di bilancio, della cassa e dà il suo avviso nelle quistioni giuridiche. Da qùeste Università deriva l'attività industriale e tecnica della Germania e la sua superiorità incontestabile nella lotta economica, che si combatte in tutto il mondo. Altre volte la Germania era la prima nazione del mondo per le ricerche filologiche , storie he ; da una dozzina di anni essa ha consacrato la sua attività nella creazione e organizzazione delle Università tecniche. Queste migliaia di tecnici per ora formano la ricchezza della Germania; ma se vt:nisse una crisi t:d essi rimanessero disoccupati , costituirebbero un puicolo per i vicini immediati. (Mercure de France, 1° gennaio 909). • Prof. L. W. Webe,·: Il dellnquente nato è un tipo antropologico ? - L'asserzione lasciata cadere al La~dtag prussiano - secondo la quale la maggior parte degli psichiatri, rendendo omaggio a!la dottrina lombrosiana sul deinqut:nte nato - prodotto atavistico -- sarebbero causa che molti delinquenti vengono , come supposti malati di mente , sottratti al. carcere d·,ede occasione a nuovo accurato esame della questione. Non v' ha dubbio - che vi sono delinquenti abituali i quali per caratteristiche individuali, corporee e psichiche, si distinguono dall'uomo medio normale, e sopratutto, fin dalla prima volta lasciano prevedere sempre nuove ricadute nella loro carriera (il 24 per cento di carcerati sono delinquenti recidivi) - che in seguito questi caratteri distintivi si vanno facendo in esai più ccmuni e ripetono spesso da predisposizioni interne vale a dire sono innati. Ma le caratteristiche non sono così circoscritte e connesse a questi individui da potersi discorrer<! di un tipo umano, tanto mt:no di una varietà antropologica. dell'uomo normale. I ciechi, i sordi, gli storpi si distinguono per questi loro difetti nel lcro tenore di vita dai propri simili sr.:nza che si pensi a far di loro una varietà antropologica. Non altrimenti è dei delinquenti. Poichè il loro minor valore e i loro caratteri speciali derivano specialmente da diversi processi morbosi. Le caratteristiche fisiche : fronte sfuggente, ori::cchie ad ausa , mascella suptriore sporgente, asimmetria del viso ecc. sono al più un indizio che in questi individui lo sviluppo fisico si ef fettuì altrimenti che ndl'uomo normale, leggittimando la supposizione che forst: anche lo sviluppo psichico ebbe un pro cesso di verso. Piuttosto potrebbesi dire che sotto la denominazione collettiva di « delinquente nato • vengono compresi tipi diversi, dei quali la maggior parte sono determinati da processi patologici e particolarmente dai difetti di sviluppo (alcoolismo, s1hlide , paz-zia) e si manifestano in diverse caratteristiche costituzionali e funziuuali. li lt delinquente nato , formerebbe dunque una sotto classe ddla grande famiglia dei degenerati, e ciascuno di essi non dovrebbe necessariamente essere un delinquente. E per i suoi tratti patologici non do~rà senz'altro essere qualificato come malato di mente. Tutta la questione è perfettamente scientifica e non ha che fare ,:ol giudizio periziale imlle azioni punibili commesse. A nesenn perito psichiatre, qualunque atteggiamento egli voglia prendere rispetto alla dottrina !ombro siana, vorrà qualificare malato di mente, nel senso indicato dalle kggi, e sottrarre alla pena giudiziaria un delinquente abituale che presenti pochi o molti contrassegni del delinquente nato. Solo la constatazione di una vera imperfezione o malattia mentale potrà condurre ad un tale giudizio. Per contro sarà certamentr cosa giusta provvedere e mettere nella incapacità di nu ">cere gli individui che presentine- i ca-'- rattt:ri del delinq11ente nato, tanto più fino a che le vigenti misure legali dell'imprigionamento, le quali dimostrarono scarsa efficacia, non verranno surrogate da disposizioni di più du . ratura portata. D'altra parte l'elemento della civiltà e dello ardimento sociale potranno svelare le sorgenti nascoste di questa dannosa specie e porvi riparo. Wissnischaftlbhe Beilage der Munchener Neuesten Nachrichten. Gennaio). • Dr A. Wirth: Aril ed Eurafrtcanl. - La scoperta del rapporti indogermanici aveva segnato un gran passo innanzi; ma non era ancora la conclusione, la quintessenza di ogni sapere. I ricercatori a poco a poco trovarono che un altro passo doveva seguire, che le relazioni fra gli Indogermani ed i non Afii vinti e fra le rispettive lingue abbisognavano di esame più accurato . Forte campione in _questa contesa è Sergi, professore di Antropologia e direttore dell' Istituto antl opologico dell' Università di Roma. Egli ha pubblicato già tutta una serie di seri tti a difesa continua di una sua eretica teoria: Africa ( r997), Arii e Italici (1898) 1 Gli Arii in Europa e in Asia (1903). Da menzionarsi anhe il suo lavcro minore. Sardegna (1907), ove fra descrizioni di viagg o e considerazioni scientifiche trova modo di apportare nuovi contributi all'iJea prediletta. Fra tutti più efficace « The Mediterranean Race ~ ( 190 r) » opera popolare, d..:stinato a circoli più vasti di elettori. L'antrc pologo romano nell'ultimo suo lavoro « Europa » mette in azione tutte le sue batterie. Egli riassume su base larga e seriamente documentata le scoperte di crani preistorici e per spt'.ciali caratteri somatici degli odierni popoli me - diterranei. E viene alta conclusione che il loro tipo è ovunque comune. Sergi pensa che questo tipo mediterraneo sia i:opravissuto all'immigrazione degli Arii e che ancora oggi sia lo elèmento dominante fra i popoli d'Europa e dell' A~ia minore come pure della Berberia. E cerca di ,piegare colla storia la sua tesi. La vera civiltà mondiale sarebbe stata data dai suoi diletti Eurafricani. Gli Arii sarebbero venuti come conquistatori, talvolta come distruttori per essere po' dagli assoggettati civilmente vinti e asssorbiti; come nei nostri tempi: i Manschur dai Chinesi. Ancora recentemente Sergi ha pubblicato uno scritto nella Nuova Antologia, nel quale attribuisce l'antica ci·;iltà cretese an un1,1razza anteriore alla greca. lo penso che egli abbia in questo pienamente ragione, come
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