78 KlVlSTA POPOLAH.r. verrà mai a mano di tutti: venne alcuna volta, e fu oclocrazia nè durevole nè ripresa· Lo Stato è alta aristocrazia :.. e Quel dire che oggi si fa doversi mandare lassù a fabbricare codici e condurre popoli i b11oni padri di famiglia, gli onesti massa.i, gli onesti pollajuoli, e, se occorre, le mogli, nasce dall' apoteosi che l' ingnoranza fa di sè medesima > • Dal concetto stesso dello Stato , il Bovio dedusse l'esigenza della sua laicità. « Se lo Stato debba essere religioso e di che religione, scrivea a p. 114 op. cit., sono questioni lievi e risolute dalla teorica del fine. La santità dello Stato è intrinseca e consiste , dirò, nel suo organismo etico : ogni altra santitd gli é soverchia•. Nel e Saggio critico del diritto penale " , che vale cento volumi moderni di sociologia per profondità di analisi e di critiea psicologica, il Bovio mostrò impossibile un'equazione della pena al delitto :.. Non andò 01 tre, non pensò se, oltre il processo esterno, esistesse un altro processo, intimo alla coscienza stessa del reo, che valesse a produrre quella intima negazione del delitto, che lo Stato è impotente a produrre, perchè non dispone di nessun mezzo atto a violare la libertà dellh coscientia sceleris del delinquente. Ma la sua critica meravigliosa aprHa _via, mostrando essere assurdo cercare un'equa visione tra la pena e il delitto, intesa la pena in senso meramente politico. • Rapidamente a volo d'uccello, abbiam cercato di delineare la dottrina etica del Bovio, dottrina che poggia tutta sul concetto assoluto de1la Ragione, in cui Bovio vide il fondamento della morale e dello Stato. Egli stesso lo comprese, e in una breve autocritica posposta alla 4• ediz. della sua Filosofia del Diritto scrisse: « il mio dovere è un solo: illustrare questa parte pratica, pubblicando la parte teoretica >. Ma nella parte teoretica la dimostrazione dell'asso- ] u to valore della Ragione, come abbiam veduto avanti, Egli non· la potea dare! Concepita la_ natura come inazionale, non solo diviene inesplicabile il processo dalla natura al pensiero, ma il pensiero stesso, concepito come un mero prodotto della natura., appare destituito di valore assoluto. Il naturalismo coerente a sè stesso non può dare altra etica che quella di coloro « Che la ragion sommettono al talento ». L' opera di Bovio , a chi la guardi nel suo intimo significato, apparisce come fondata tutta su di un presupposto , della cui dimostrazione il Bovio senti ed espresse l'esigenza tormentosa, senza riuscire peraltro a soddisfarla, Questo presupposto è la dimostrazione del valore assoluto della Ragione ! Bovio richiama, cnsl, quell' Hegel che avea creduto superato, quell' Hegel che della Ragione provò l' assoluto valore, spezzando il vecchio dualismo tra la materia e lo spirito , tra la natura e il pensiero, tra la libertà e la necessità del volere, tra la mora.le e il diritto. In quella filosofia le intuizioni geniali di Bovio trovano la loro spiegazione e la loro dimostrazione assoluta.. + In questo momento in cui il positivismo, mostrando di non potere dare altro che elenchì di fatti, sospinge sulla via di Damasco a ricercar le riAposte ai problemi più alti dell'essere, noi abbiam voluto rievocare l'opera di un uomo che, sdegnoso di dommi e di misteri sihllini, quelle risposte cercò solo nella Ragione. Pare a noi che l'opera di questo Grande •sia ben più moderna di quella dei modernisti, che ci miagolano attorno oggidl, biascicando, come un'avemaria, le loro sommesse proteste di tremebondi profughi delle sacristie. LUIGI MIRANDA RIVI.STA [)ELLE ~IVISTE Enrico Schoen: Le università tecniche della Ger1naula. - In Germa,ia compiuta la costituzione a nazione si convinsero che le antiche università con prevalenza d'inse• gnamenti filosofici non potevano provvedere allo sviluppo eco• nomico ed ai bisogni della Società contemporanea. I Tedeschi, perciò, pensarono ad organizzare le università tecniche. Attualmente ce ne sono 11 , che ~ rendono il nome dalla città dove risiedono e cioè: Aix•la Chapelle, Berlino, Breslavia, Bruni;wirk, Danzica, Darmstadt, Dresda, Hannover, Karlsruhe, Monaco e Stuttgart. Le più recenti sono quelle di Danzica e di Stuttgart terminate nel 1904 e 1906. Per Danzica in quattro anni si spesero più di otto milioni; l'elettricità, coi suoi laboratori, assorbì da sola 548,000 lire. E Danzica non è uno de più grandi centri industriali della Germania. Città, commercianti e industriali non hanno risparmiato spese per organizzarle. Alcune università tecniche furono formate dalla riunione e coordinazionP. di stabilimenti preesistenti. Così quella di Berlino fu formata dalla riunione dell'Accademia reale di architettura e dell' Accademi11. industriale nel 1879; dopo installata con grande lusso a Charlottemburg nel 1884. Molte città del Sud e del Centro della Germania precedettero Berlino su questa via; così Monaco nel 1868. La creazione o la riorganizzadone delle università tecniche della Germania in generale data dall' ultimo trentennio del secolo XIX. Le università tecniche in generale comprendono cinque sezioni o facoltà: l'architettura, le scienze relative all'ingegneria propriamente detta , la meccanica , la chimica e infine le scienze destinate a dare gli allievi di tutte le sezioni , la cultura scientifica generale indispensabile ad un ingegnere, qua-- lunque sia la sua specialità. Secondo i bisogni particolari della regione dove risiede I 'Università vi sono delle sezioni speciali; così a Danzica, Berlino la marina ; a Karlsruhe, la sezione delle acque e foreste ; a Monaco la sezione di agricoltura; a Brunswick di farmacia e botanica; a Darmstadt e Karlsruhe l'·elettricità come sezione speciale , mentre nelle altre è riunita a Ila meccanica e alla chimica. ln Germania gli studenti non sono reclutati per concorso, come in Francia ; metodo che ha grandi inconvenienti. Un popolo che vuole sviluppare la sua industria e il suo com• mercio e vuole esportare i propri prodotti non deve limitare il numero di coloro che devono presiedere a tali attività economiche. La Germania comprese di buon'ora che per la lotta
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==