Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 3 - 15 febbraio 1909

RIVISTA POPOLARB 77 che si fa storia , scrivea a p. 62 della Filosofia del Diritto è il processo continuo della causai i tà • . E a p. 10 della i:itessa opera : e La natura evolvendosi e salendo di forma in forma, si cerebra, cioè perviene a sentirsi, a percepirsi, a superarsi, a siste marsi, insomma a farsi pensiero •. Ma come si può spiegare questo processo , negando col Bovio, la razionali~à della natura? Negato che la natura sia una posizione dell'idea, come si può parlare di un passaggio dal I a natura allo spirito? Il passaggio sarebbe un salto. « Ogni causa si effettua quanta è, tutta intera, ed ogni effetto si proporziona alla causa >. (1) Cosi scrive il Bovio nella stessa pagina 62: se così è, come la natura, affermata irrazionale, si può concepire come causa del pensiero? Ogni causa, ripeterò col Bovio, si effettua quanta è, tntta intera. ed ogni effetto si proporziona alla. sua causa. Come si proporzionerebbe il pensiero, natura cerebrata. come dice il Bovio, alla natura irrazionale, da cui pur deriverebbe? Concependo la natura come irrazionale, e affermando il passaggio da essa. ali' idea , il Bovio contradice al principio di causalità, da lui cosi bene e precisamente inteso. E la contra.dizione è irrisolvibile. Ma è possibile, d'altra parte, tornare alla scolastica e al Dio della Bibbia? Altri potrà. concludere in tal modo, non noi. Concependo Dio come assoluto e perfette fuori del mondo, la creazione non si spiega, perchè diventa un fatto contingente. Ma compito altissimo della filosofia moderna. , dicea il nostro Spaventa, è appunto qnello di spiega.re la creazione. E il pensiero corre a Giorgio Hegel, che l'esigenza del Bovio altamente senti e risolse , e , ripudiando il caput mortuum della scolastica , spezzò il dualismo della vecchia metafisica. Bovio, scrisse è vero: e L'hegelismo mori il giorno che non potè provare il passaggio dalla logica alla natura. Se arriva.va a provare quel passaggio, la metafisica era eterna. ( Op. cit. p. 512). Ma quando mai l'Hegel ha preteso di provare questo passaggio della logica alla natura? La logica è, per Hegal, un momento astratto dell'Idea: come avrebbe potuto voler provare il passaggio da un momento concreto? Il passaggio reale (ideale o temporaneo non è qui il luogo di discutere) è dalla natura al pensiero, non dalla logica alla natura. Se il Bovio avesse conosciuto meglio l' Hegel , si sarebbe accorto che nel suo grande sistema c' era la spiegazione dell'esigenza da lui sentita ed affermata, e l'Italia avrebbe avuto, dopo Spaventa, un altro pensatore vera.mente degno di una nazione risorta ! ( 1) Questo concetto della causalità fu acutamente notato e illustrato daH'on. Mìrabelii , in una splc!ndida conferenza che tenne ai giovani delt' Ateneo Napoletano. + Nella sua filosofia della pratica, il Bovio espresse le più alte esigenze della coscienza moderna. IJ positivismo spenceriano, elevando l'egoismo a legge · morale, credeva di riso! vere il problema etico , di cui non intendea i termini, abbandonandosi ai sogni millenari di una fotura società fantastica, ove le condizioni del mondo esterno si piglierebbero loro l'incarico di cocciliare gl' interessi egoistici dei di versi uom1m. In Italia, i nostri posi ti visti, da una parte, scambiando la libertà con l'arbitrio degli scolastici, mena van vanto di averla nccisa, mentre non avean fatto che mostrare di non sapere ove stesse di casa; e, dall'altra, i filosofi teologanti riaffermarono inseparabile la morale dalla religione e la condotta etica dalla paura dell' inferno. Il Bovio comprese l'errore d~gli uni e degli altri, e insofferente di dommi e di oracoli, ripose la libertà nella Ragione Autm·ca. e Quando i popoli han chiesta la libertà, alla. quale han consacrata. la vita, scrive a p. 132 op. cit. hanno intesa ottenere non la facoltà del furto, nè la frode, nè l'adulterio, ma la signoria della ragione, sdegnoso di dommi, di sillabi, di misteri, di quiddità irrazionali. Vivere secondo la ragione: ecco il contenuto della libertà individuale e politica •. La contra.dizione tra necessità e libertà , che rodea dal di dentro l' arbitrium indifferentiae dei teologi, è superata dalla concezione boviana della libertà. e Legge etica imperativa (scrive il B. a p. 91 del Saggio critico del Dritto Penale ed. Sonzogno) vuol dire nè più nè men" che la Ragione è autarca, è donna di sè: codesta autarchia implica la connessione della libertà con la necessità. V'è necessità, in quanto Ragione non è arbitrio, ma si muove secondo principio, legge e processo irrepugnabih : ma per questo appunto v' è libertà, perchè la ragione muovesi da sè a sè per sè; il suo principio, la sua legge, il suo processo non sono imposti, non vengono di là; muovono dal suo fondo medesimo e non le fanno violenza -.. Il materialismo storico affermava il diritto una imposizione di classe sfruttatrice, rievocando il concetto del vecchio Spiuoza, che concepiva lo stelo come una lega di pesci grossi che si uniscono insieme per divorare i piccoli. E il B0v:o seri vea : 4. L' etica moderna comprende la Filosofia del diritto, perchè non può escogitare una morale ingiusta nè un diritto immorale, nè l' uno trattare in disparte dalla altra (op. cit. p. 92). « Chi obbedisce allo Stato obbedisce a sè, quando lo Stato non ripugni del tutto alla sua medesima essenza, (op. cit. p. 91). Concepito infatti lo Stato come organismo etico-giuridico, estrinsecante nella legge il volere etico, poichè volere etico è volere razionale, obbedendo alla legge si obbedisce a sè stesso, all'essenza del proprio essere, che è la ragione. Inteso in tal modo lo Stato, il Bovio non potea ripetere il vecchio errore di Rousseau, che lo concepiva come monopolio delle maggioranze. e Lo Stato, scrivea. infatti a p. 109 op. cit. non

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