76 RIVISTA POPOLARE ficile e, se mai, sarà sempre iu minori proporzioni; un estraneo non può ma.i, anche volendo, affiatarsi colla malavita locale come un paesano, che arri va a farsi intermediario e sensale nella soluzione amichevole dei reati, dallo stupro all'abigeato. Ecco nna riforma urgente che noi segnaliamo a tutti gli uomini di cuore, i quali non devono dimenticare che la bilancia più falsa della giustizia è quella maneggiata dai vicepretori cosidetti onorari, appunto perehè sono disonorati. G. BoNAGruso Giovanni- Bovio A N. Colajanni I giovani del!' Università di Naµoli preparano al Grande scomparso onori di marmi e di ricordi, e certo I' inizitttiva onora altamente qnei generosi che se ne fecero propugnatori. Ma l'omaggio più alto che si possa fare a Giovanni Bovio è quello di cercare di penetrarne ìl pensiero, e far sì che esso possa , rievocato , esercitare ancora la sua alta inflnenza di bene. Un nostro filosofo cattedratico sentenziò solennemente che il pensiP.ro di Bovio non era un pensiero sistematico, e credette così di avere esaurito il suo compito. Ma troppo facile in vero sarebbe il compito di uno 8torico della filosofia, He si esaurisse in una dictio sententiae. A ben altri doveri deve rispondere uno storico coscienzioso del pensiero filosofico. specie quando si trova di fronte ad un uomo come il Bovio, che del pensiero filosofico senti ed espresse nobilmente l'alto e asBoluto valore. Quando le 1:1iccole anime del filosofantismo italico tremebonde invocavano, a lume spento, il nome di Dio, e i positivisti, spauriti delle loro stesse rinunzie, si ricovera vano sotto le ali del vecchio Geova mascherato da Inconoscibile, il Bovio riaffermava. tiereno la libertà assoluta del pensiero e proclamava che il dominio della ragioue non è ospitale i.Ile religioni. (Filosofia del Diritto, 4a ediz. p. 85). Sdegnoso del piccolo posi ti vis mo borghese, non temè di affermare che esso, dando valore mutevole e subbiettivo alla conoscenza, genera nel carattere quella .fiacchezza e volubilità, che scuote, più che non si con• venga ogni proposito non solo intorno ai mezzi , ma circa i fini del vivere civile (op. cit. p. 15). Di froute a questo pensatore che proclama, con tanta energia, ii valore della conoscenza, lo storico della filosofia deve sentire il bisogno di indagarne accuratamente il pensiero , indagarlo senza preconcetti , non fermandosi all'apparenza dell'espressione, ma cercando di penetrare l'intimo senso. E, invero, solo in t9:l modo è possibile di poter arrivare a comprendere realmente il pensiero del Bovio. Poichè il Bovio , diciamolo subito , è un autodidatta: simile al 1::1uo Leviatano, egli è un bastardo, come colui che~deriva da se. Direttamente, il Bovio non deriva da nessuna scuola. Appunto perciò riesce impossibile assegnarlo ad una specifica setta filosofica: e dire, ad esempio , il Bovio fu kantiano, o spenceriano, o hegeliano, o altro. Ma poichè pare, francamente, che si possa prescindere senza grave danno, da queste catalogazioni, faremo a meno di storpiare il pensiero del Nostro per restringerlo in questa o quell'altra categoria, e cercheremo invece di esporlo in sè stesso, cercando di penetrarne il valore, e dal punto di vista della filosofia teoretica e dal puato di vista della filosofia della pratica. + Il positivismo a.vea affermato con Darwin l' evoluzione delle specie animali, e con Sµencer estesa la legge dell'evoluzione a legge cosmica. Il Bovio accetta dal positivismo la legge di evoluzione, ma in lui essa piglia un significato nuovo: da semplice ipotesi divieue una legge metafisica. e Il positivismo è metodo , il naturalismo è metodo fattosi contenuto, cioè è tatto il sistema~ (op. cit. p. 61). Il positivismo, elevato a sistema, diventa naturalismo monistico « Finito in Hegel il monismo ideale, resta l'altro, il monismo naturale, che diventa sistema della scienza, come è moto della natura, a queste condizioni: l' una che, dove l'evoluzione sia salita alla storia, vi si ravvisi come pensiero fattosi collettivo, e cbe, dove sia pervenuta al pensiero, vi si ravvisi come natura fattasi cosciente; l'altro, che nessuno di questi passaggi può ~-imanere indeterminato , cosi rispetto alla logica come alla matematica ~ (op. cit. p. 10). Secondo il naturalismo, il processo deli' essere sale dalla natura al pensiero, e dal pensiero alla storia: la et:iigenza del la determinazione logica e matematica di questo µassaggio esprime nient'altro che l'esigenza di una dimostrazione della necessità del processo. Di venuto es~enzialmente matematico il processo evolutivo, ogni arbitrio, ogni opinione, ogni improvvisazione estemporanea nell'applicazione cade. ( Op. cit. p. 7) Nell'affermare l'esigenza di una dimostrazione della necessità del processo dell'essere, il Bovio rivela la sua mente di vero filosofo, per cui la. scienza comincia soltanto dove il caso e l'arbitrio finiscono. Ma il valore del natLiralismo di Bovio è tutto qui, nel!' affermata esigenza di una filosofia che valga a spezzare il vecchiu dualismo tra la materia e lo spirito, tra la natura e il pensiero, tra l'uomo e Dio . Invano si cercherebbe nelle opere del Bovio lo svolgimento di questa filosofia, la dimostrazione, cioè, del processo della natura al pensiero, da lui affermato. Il Bovio promise di darla, ma non riusci a mantenere la sua promessa. E non lo potea ! Non lo potea, perchè il problema, oome egli lo ponea, era irrisolvibile, implicando in sè una enorme contradizione. Il problema fondamentale del naturalismo boviano è il passaggio della natura. al pensiero. Il Bovio insiste molto su questo punto: e l' evoluzione della natura che si fa pensiero, e del pensiero
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