72 RIVISTA POPOLARE darci, sicchè quando 1• individuo era dallo stimolo esterno trascinato cosi impulsivamente al possesso della femmina o del cibo da andare incontro alla propna soppressione mostrava una minore evoluzione del suo sistema nervoso. Ma non basta : è necessario notare che l'istinto della propria conservazione non è che una pulsazione individualizzata dell'istinto della specie, cosicchè il maschio, compiuta la fecondazione, esaurisce il suo compito, anzi in alcune specie animali (api, farfalle Bombix, Mantis religiosa ed altre) muore. Ora in uno stato primitivo, quando la famiglia era nella sua prima forma , il matriarcato, il possesso della femmina rappresentava l'unica missione del maschio per la conservazione della specie, per il che si comprende come ciecamente e fatalmente esso fosse travolto ad esaurire il suo compito. Posteriormente, col rendersi più complesso dell' organismo familiare , con la partecipazione del maschio alla ricerca del nutrimento per la compagna e per la prole in quel periodo che si estende tra la cessazione del!' alimentazione materna e la capacità ad alimentarsi autonomamente, l'uomo, per i nuovi vincoli, dovette sentir inibiti i suoi impulsi e disciplinate le sue azioni in quanto si rendeva neces.saria la sua sopravvivenza. al possesso della femmina. Permase però sempre il bisogno di esporre la vita sia per difendere la propria donna ed i proprii piccoli, sia pe1 nutrirli, ma questa volta non era !:lolo la coscienza della propria forza che spingeva temerariamente l'individuo ad affrontare il cimento, ma tale coscienza si disposò all'affetto per la propria famiglia, espressione di un nuovo istinto, l' istinto sociale che germinò col primo embrione di società umana. Fu dunque il coraggio la risultante del suo primitivo fattore e di questo nnovo prodotto dei primi albori della civiltà, ed a poco, a poco il disprezzo della vita a scopo puramente egoistico cessò di essere una virtù, e per coraggio s'intese la capacità del sacrifizio di sè stesso per un fine sociale , s' intese una prima vjttoria della volontà dell'uomo civile sull'istinto della conservazione che, normalmente evoluto , avrebbe tenuto lontano l'individuo dal cimento. ' E si comprende come mano, mano, specialmente dopo l' invenzione delle armi da fuoco, non potendo più dalla forza fisica sorgere ragioue di sicurezza, il primo dei due fattori àel coraggio sia andato perdendo quasi ogni importanza ed i I coraggio sia rimasto come ua' e$pressioLe di grande svi! up po psico-etico : psichico per la volontà capace d'imporre il cimento od anche il sacrifizio, etico per la coscienza che, in opposizione di motivi egoistici, per uu fine sociale, rende ambiti il 0imento od il sacrifizio. Ma, a fianco a questii. forma, permane la primitiva, forma anacronistica che, come vedremo, per circostanze esterne può apparire indifferentemente un' azione gloriosa od un truce delitto. Siamo però sempre ad esaminare nna forma di coraggio che diremo muscolare, in antitesi di quello che diremo morale. Il coraggio muscolare si distingue dunque dalla sua prima, selvaggia espressione, divenuta oggi azione incriminabile, per il fine che, come abbiamo visto, deve essere etico, sociale; esso può a.vere una. doppia gradazione in rapporto alla civiltà : coraggio cont-ro il nostro simile, coraggio per il nosti·o simile: l'una è del soldato in gueri·a, l'altra è del pompiere. La prima forma però è ancora molto vicina a quella. selvaggia; è vero che al fine egoistico si è sostituito quello sociale, ma quella temerità, quel disprezzo della propria vita eh' è spontanea espressione d'una speciale organizzazione, quella follia che invade alcuni combattenti e li spinge come leoni famelici trai nemici è spesso un risveglio dell'avo troglodita o preumano, quell'istesso risveglio che in tempo di pace porta al delitto: è la la. legge di simbiosi che si afferma. E cosi la bandiera della patria. nasconde sotto la sua. ombra e spesso fa assurgere ad apoteosi luminose, sozze figure di uomini che, più che agire per un ideale, soddisfano una feroce brama di sangue. E giustamente osservava Sci pio Sighele: « I soldati eroici sono fatti della stessa stoffa dei delinquenti, manca cioè agli uni ed agli altri quel sentimento pietoso eh' è la base della psicologia delr uomo medio, manca quella ripugnanza al sangue eh' è organica nella maggioranza ,. . Certo non può disconvenirsi che ]e parti migliori e più evolute della personalità umana. possono entrare in giuoco in una battaglia, quando si esponga. la vita, per salvare un superiore, un compagno , un simbolo in cui vi materia l'ic..eale patriottico, ma il più delle volte, quando non si è ispira.ti che dalla soppressione degli avversari è la più brutale animalità, che risorge daJle tenebre dell'incoscio dove l'avevan ricacciata le stratificazioni posteriori della ci viltà. E questo coraggio perde a poco a poco quell'aureola che altra volta lo circondava perchè la sua missione sociale s'avvicina al tramonto: esso potette essere onorato in tempi, che oggi chiamiamo barbari, nei quali la guerra era lo stato fisiologico dell'organismo sociale, uon oggi in cui è divenuto un fenomeno i:,atologico, una spasmodica convulsione cl.1e potrà imporsi solo come triste ner.essità ét cui i popoli si avvieranno doloranti. Ed è interessante esaminare i rapporti di somiglianza che uniscono il fascino che il feroce criminale ed il valoroso soldato esercitano sulla folla, per persuadersi come il loro coraggio germini spesso sul substrato di un' istessa organizzazione morale. e Depuis Napoleon jusqu'à Musolino tous ont été transfigurés et illnminés par cette fascination invincible comme on voit se trasfigurer et s' illuminer tout ce qui tombe sous le vif refi.et des commot,ions hum~ines,. scrive il Masini in una simpatica nota preventiva su e La fascination de la criminalité » in cui riassume osservazioni che si adattano meravigliosamente ai soldati, specialmente per la grande ammirazione che sold.ati e delinquenti destano nelle donne e nel popolo: nelle mentalità, cioè, in cui uno sviluppo limitato rende più facili ritorni ad epoche lontane. Le donne infatti, rimaste esseri extrasociali, si sono molto poco differenziate dalle loro antenate, dalle fem-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==