68 RIVISTA POPOLARE Il governo degli Stati Uniti fece di tutto per attenuare la crisi; ma oltre l' ecc;:esso della speculazione vi eontribuì enormemente la insufficienza monetaria per fare fronte agli enormi bisogni del prodigioso sviluppo industriale. Auguriamoci che la Commissione che studia i rimedi riesca a suggerirli adatti. Nota. fl confronto dei fallimenti mostra che spaventevol mente furono le banche le più colpire. Ciò conf.:rma piena mente la diagnosi del male fattfl dalla Rìv. Popolare nel Gen naio 1908. Lamarfcaiati~~sa ~, ~arlam~~tarismo in GERMANIA I a Commissione nomi nata a1 primi di Dicembre dal Reichstag germanico per l'esame delle proposte di modifica del Regolamento parlamentare e di riforma della Costituzione si è radunata il 15 gennaio ed ha, dicono, incominciato a studiare. I cittarlini dell'Impero aspettano senza impa • zienza ed anche senza esagerata fiducia, Che ne verrà fuori? un passo decisivo verso le forme democratiche di reggimento o invece il consolidamento aperto o velato dello statu quo? Po• tremo davvero segnare la data storica d' una rivoluzione in marcia o non piuttosto registrare mali n conicamente nel ricco elenco delle mistificazioni un'altra più grande? Per trarre l'oroscopo con qualche minore probabilità di errare dobbiamo rifarci un momento dal punto cl' origine vale a dire dalla famosa interv:sta imperiale che suscitando la insurrezione popolare contro un regime personale, pericoloso e ridicolo, attraverso alle memorabili sedute parlamentari dei giorni 10 e I 1 novembre ed al colloquio di Post<lam fra Cancelliere e Imperatore, condusse alla presentazione deìle proposte dal timbro rivoluzionario sulla riforma della Costituzione. + L'immenso stupore destato dall'attacco inaspettatamente energico ed audace del Parìamento contro il Kaiser , portò a deduzioni eccessive. Si era per il mondo tanto ditfusa e radicata la concezione di una Germania ancora chiusa in un involucro feudale, nella custodia rigida e fedele di tradizioni politiche, da tempo ridotte a me:ra formalità presso altri nazioni, in rassegnata balia di un potere assoluto, orientale, senza freni e senza limiti, traente direttamente le sue origini da Dio e dinanzi a Dio soltanto responsabile, che all' improvvisa rivelazione d'una pubblica opinione nazionale vigile e risoluta fu nella stampa di ogni paese e dì ogni partito prima una meraviglia grande e poi un'esplosione di ammirazione e, di giubilo, una lirica fioritura di aggettivi delle grandi occasioni e di ampliticazioni iperboliche. Nessuna espressione parve adeguata alla solennità che agli occhi dei più assunsero nelle sedute parlamentari del IO· 11 novembre le fiere req uisitorie dei capipartiti, interpreti per un momento del disgusto e dell'irritazione generale. Le giornate furono chiamate storiche, l' avvenimento, un fatto rivoluzionario di primo ordine. Era, dicevasi, uno svolto della storia, il tramonto dell'assolutismo, l'inaugurazione di una nuova era. L'imperatore forzato ad abdicare al suo potere, il popolo che afferrava finalmente il timone della cosa pubblica. La Germania, nella maturazione d' un lento e profondo rivolgimento degli spiriti, balzava d'un tratto al primo posto fra le nazi.on i civili, maestra di costituzionalismo e di democrazia. + Ma a questo scoppio d'entusiasmo all'estero contrastava stranamente il tono dimesso, di malcontento e di sconforto della stampa democratica tedesca, che secondo la logica e le aspettative avrebbe dovuto intonare l'inno della vittoria. Alle glorifìcazion i di chi guarda va da lontano allo svolgersi dell'avvenimento rispondeva lo scoraggiamento de gli attori nel momento stesso che sembrava dovessero raggiungere il successo. Perchè? Eppure le giornate d.el IO· 1 I novembre offrirono veramente al mondo uno spettacolo senza precedenti neha storia della monarchia prussiana e dello impero germanico. Pensiamo! Un Parlamento formato in gran parte Ji bigotti del sentimento monarchico, dei tipi più puri del conservatorismo feudale - semplice appendice decorativo di un monarca onnipotente - privo di ogni potere effettivo, di ogni iniziativa - che non può nominare e non può licenziare ministri - che ha dinanzi a sè, sopra di se un Cancelliere, il quale al Parlamento risponde se e quando gli piace, comunica quanto gli torna comodo: al Parlamento compare quando gli pare: delle sue azioni risponde (secondo vantavasi già il gran Cancelliere di ferro) unicamente al suo Signore da cui promana e dei cui voleri è l'esecutore fedele - un Parlamento ove non si può accennar:e agli atti del potere imperiale se questi prima non sono stati debitamente registrati nell'organo ufficiale; ove i rappresentanti del popolo, se non vogliono bu~c~rsi _un~ condanna per lesa maestà, devono alzarsi rn p1ed1 tutte le volte, innumerevoli , che all'Imperatore si inneggia ... - un Parlamento cosiffatto si converte improvvisamente in un severo consesso di pubblici accusafori, inchioda l' lm peratore, rapprc5entante di Dio su questa terra, sul banco degli imputati e dirige sopra di lui implacabilmente un fuoco di fila d' invettive d' intimazioni, di sarcasmi, di scherni, senza che il prer,iidente dell'Assemblea e il Cancelliere pensino ad interrompere, a protestare, a tentarne le difese ...- E' ben questo un prodigio che può spiegare l' intontimento e l'esaltazione della stampa europea. + La ricca, ininterrotta serie delle gaffe imperiali culminante nell'ultima, inverosimilmente balorda aveva superato le grandi virtù dì pazienza e di tolleranza del popolo tedesco, portato all'esasperazione il malcontento universale prima contenuto. La misura fu colma. I rappresentanti del popolo, sospinti irresistibilmente dall'ondata che si temeva potesse straripare, che fremeva minacciosa in un coro di mille voci dal socialista Vorvarts fìno al Reichsbote, organo dell'Imperatore e del Clero protestante, fecero in quel momento il loro dovere, e non poteva essere diversamente. Bisogna misurare l'enormità dello sproposito u_ltimo, la nazione esposta al ridicolo e alla sfìducia, il vespaio suscitato in un momento irto di pericoli. Bisogna pensare quale tempesta si sarebbe scatetenata in un paese democratico, e non soltanto nella stampa e nel Parlamento. Roberto Michels scrisse su queste stesse colon ne. « In ogni altro paese, non eccettuata l' Inghilterra, l'unica risposta della popolazione sarebbe stata 1~ rivoluzione, alla quale avrebbero preso parte gh stessi monarchici ».
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