R I VI S T A P O P O L A R E 37 si appianassero. Poi suggerì dì a0cordarsi coi partiti tedeschi, poi con riuelli slavi. Ma gli noi dice\'ano che T1ieste ... non era adatta; gli altri chiesero compensi enormi: che la Facoltà fos o italo-slava, che nella VetH-zia Giulia sorgessero scuole primarie e secondario slave. Cin<]ue anni fa il Go,·erno non potendo continuare a far nulla, completò lo cattedre dì lunsbruck, ue formò una Facoltà legalo italo-tedesca, e la eress) a Wilten, r;obborgo di Innsbruck. o seguirono i noti fatri sanguinosi: e la Facoltà, già eretta fn chiusa. ♦ La campagna universitaria pros,i un altro indirizzo. Si chiese I' Univ·t•rsitù e, f'rattanto il trasporto della Facoltà di Wilton a Trieste o il pareggiamento dolle )aure conseguite in Italia. Un ministro, il Hartol, promise Trieste; il Koerber puro promise Trieste; ma presentò Rovereto. Gli italiani risposero; Triosfo o nulla; e il Governo ritirò il suo progetto di Rovereto. Così sì ritornava in alto mare. L'anno scorso si ebbero dimostrazioni e conflitti a Vienna, e il ruinistro Hartel promise di dare una Accademia giuridica a Vienna. Da notarsi cbe il Hartel aveva gìi\ avviato trattative tre anni fa per aggregare la Facoltà giuridica alla scuola superiore di commercio di Trieste, dì cui voleva fare un' Università commerciale snll' C'Sompio di quella milanese. Influenze sotterranee impedirono questa soluzione. M.a ne,lllche la promessa Aec,tdemia dì Vienna div,.rn110un fatto c..:ompiuto, benchè deputati e studenti a'vessero dichiarato rli accettarla purchè vi si aggiungesse il pareggiwrnento inconcli?vionato delle lauree italiane. Studenti o deputati accottaY.1110 Vie11na (questo importa rilevaru) per avere un terreno cl' agitaxione nella capitale stessa dell' impero , in moclo da costrin_gere il Governo a risolversi per l'nnica rii,oluzionc giùsta e natur;-\IO: l'Università a Trieste· ♦ Dnrnnto questo tempo altre soluzioni erano state presentate come possibili dal Governo : la Facoltà a Trento o a Rovereto. Gli ital ia11i dimostrarono l'assurdità di tali soluzioni ehe voleva110 dire languore per l'Ateneo , vegetante in una piccola citta di 26,000 abitanti come Trento, o dì 9000 come Rovereto. Gli italiani vogliono arrivare all' Università completa; d'altronde nè Trento nè Rovereto sono centri adatti ad una Università italiana la quale, in A.ustria non può fiorire fuori di Trieste, città di 220,000 abjtanti, con vita non da centro di provincia, ma da grande ~ittà moderna : con biblioteche, musei , quattro ospedali . istituti scientifici e letterari ecc La paura dell' irredentismo è sciocca; il protesto delle aspirazioni slave è una bricconata contro l' italianità del nostro paese. A.. Vienna sanno tutto ciò; ma i ministri si scusano dicendo che e' è una forza più alta che si oppone alla soluzione logic:t della questione : quella dei circoli militari. Ricapitolando : qualwnque soluxione , anche zwovvisoria che non sia Trieste lascia aperta la questione ; le aqitatazioni continuerebbero, non per puntiglio, ma perchè gli daliani. cho hann•> Jalla lor,) il buon diritto, comprendono che per essi è questione cli esistenza naxionale e polittca avere l' Università a Trieste. Gli ezechi ottennero l'Università czeca a Pra 6 a nel 1882. Ora no domandano nna seconda in Moravia e il Governo è disposto a darla. I croati che abitano nell' impero (circa i'>00,000) non potendo aspirare ad avere nna propria Università , hanno ottouuto l'equiparazione delle lauree· conseguite a Zagabria. Agli italiani che chiesero l' equiparaziÒne delle lauree italiane, fu risposto che si studierà : è da dodici anni che il Governo studia la questione ! ♦ In Austria vi sono università tedesche a Vienna, Graz, Praga, Innshruck, CernoEitz, cxeca a Praga, polacca e rutena a Leopoli> croata a Zagabria, ungherese a Budapest e a Klausenlmrgo. Gli italiani - che videro nascere nel medio evo le università - ne sono ritenuti indegni; e il Governo nostro non si accorse mai che vi sono italiani ai quali si nega il diritto di istmi rsi. coms~imoralizl Mza~zzo~iorn L'elezione politica del Collegio di Licata rappresenta tale un caso tipico dei metodi di corruzione - meditata, voluta, incessante - che il Governo usa o protegge per la conquista politica del Mezzogiorno in genere e della Sicilia in ispecie , da meritare un1 ampia illustrazione, La quale, oltre che a metter meglio in rilievo le gravi conseguenze che ne derivano contro il risorgimento morale e politico di quelle di'-graziate regioni, varrà anche a dimostrare a coloro che spesso e volentieri addossano agli stessi meridionali la colpa della loro inferiorità politica, che se questa è una grande ed amara verità, di un· altra verità non meno grande ed amara occorre anche tener conto: che la lotta, cioè, è assai aspra e difficile, quasi insuperabile, quando la corruzione politica è voluta o magari soltanto protetta dal Governo; ed occorre, quindi, che da ogni parte, anche moralmente, si corra in aiuto di quelle regioni che al triste privilegio del flagello della Natura, accoppiano il flagello della politica. Ed anzìtutto, un po' di cronistoria. L' on. Filì-Astolfone, deputato del Collegio di Licata, e Consigliere di Cassazione, fin dallo scorso anno avrebbe dovuto essere promosso Procuratore Generale; ma, nonostante il decreto relativo fosse pronto fin da allora - come lo stesso on. Filì pubblicamente affermava -. non veniva posto in esecuz10ne. Durante quest'anno di attesa, il Collegio <li Licata è stato oggetto di offerta, da parte di un assai noto Sindaco capo elettore di quel Collegio, a non picco!..., numero di persone più o meno ricche o blasonate; ma, quando l'offerta era stata accettata, il decreto di promozione non veniva. Finalmente, negli ultimi giorni di dicembre, sono state annunziate, alla Camera, le dimissioni del Deputato di Licata: segno evidente che il decreto di promozione, dopo tanto, era per eseguirsi. Ma guardate strana coincidenza di casi: proprio in quei giorni in cui era stato notato in Roma il ritorno alla vita politica dell'on. Angelo Maiorana il Prefetto di Girgenti veniva chiamato a Palazzo Braschi ad audiendum v1 rbum, mentre quel noto Sindaco faceva la spola fra l' abitazione dell' on. Filì, l' Hòtel 1.\1.lìlan (dove era alloggiato l'on. Maiorana) e l' Hòtel Marini, dov' era alloggiato il Prefetto di Girgenti; e proprio all'indomani delle di-
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