36 RlVlS1A POPOLARI:: StoriadellaFaeoltàgiuridieat liana inAustria Togliamo dal Secolo di Milano questi cenni sulle lotte che ha sostenuto Trieste per avere la Facoltà giurid: ca. Giova fare - affinchè tutti abbiano a conoscere la que · stione dall'origine - un po' di storia. Fino al 1886 i giovani triestini e quelli delle provincie italiano che sono tuttora in potere dell'Austria, frequentavano lo studio di Padova. Nel 1848 , allorchè Trieste era ancora una città che credeva nell' Autria . la Giunta costituente che governava la città in attesa -di una costituzione autonoma che ne riconoscesse gli antichi privilegi, chiese al governo di Vion na una Facoltà giuridica italiana. Lu do• manda della Facoltà giuridica conta dunque sessantuno anni; ha celebrato anch'essa dunque il suo giubileo , col sangue degli studenti italiani. Dopo il 1848 un grande mutamento avvenne nello spirito pubblico di Trieste: il piccolo partito nazionale dno anni dopo già s'affermava nel primo Consiglio elettivo concesso a Trieste dall'Austria reazionaria in promio del lealismo di-· mostrato nel 1848. Nel 1852 il partito nazionale già chiedeva un ginnasio italiano, ohe il Gov,,n·no manteneva e sviluppava... tedesco I Crollate nel 1867 le speranze di Trieste già ribattezzata italiana e irredentista, e perduto con l'annessione del Veneto, lo studio di Padova, subito fu chiesta ( 1867) l0istituzionc di una Facoltà giuridica italiana a Trieste. La domanda ora modesta. r on lo fu nemmeno risposto : no. Nel 1872 i deputati di Trieste e della reg 0110 ( erano sei e _tutti italiani) fecero approvare dalla Camera una raccomaudazione al Governo di e prendere in esame la istituzione di una Università italiana a Trieste •. Nel 1885 si ebbe un movimento di tutti i Comuni italiani dell' impero a favore di questa domanda. Le petizioni andarono alla Camera che le rimise al Go\Teroo ~ per esame". Nel 1887 un miuistro si meravigliava che esistesse una questione universitaria italiana. Nel 1888 il Parlamento raccomandava nuovamente al GoYerno la domanda degli italiani; nel 1891 la Camera invitava a inscrivere a questo scopo una somma nol bilancio del 1892. Nol 1896 ancorn la Camera approvava una raccomandazione al Governo di provvedere alla istituzione di una Università italiana a Trieste. Tutto inutile. ♦ Ohe cosa rispondeva il Governo austriaco ? Alle prime domande, niente. Dopo il 1888 cominciò ad accatastar pretesti: mancavano i professori ... indigeni, mancavcino denari: e quaudo fn limitata la domanda alla Facoltà gimidica, disse che e tali istituzioni incomplete non si adattavano al sistema aitsfriaco degli studi superi01·i. Gli itaforn i chiesero allora l'Università completa , ma il Governo rispose che mediante i corsi paralleli, italiani di scienza del diritto, allora iniziati ad Innsbruck, il Governo credeva di aver provveduto a sufficienza. E aggiunse che gli italiani avevano dovere di gratitudine allo Stato che e favoriva gli italiani facendo loro apprendere le scienze in tedesco •. Anche il dileggio. U!l altro pretesto del Governo fu che gli itàliani di Trieste e Trento erano pochi: appena 3/4 di milione. Eppure essi danno GOO studenti Universitari, molto più di quelli dati da altri popoli che in Austria sono superiori di numero. Iu quanto alla mancanza di insegnanti indi'geni (cioè italiani sudditi austriaci) fu dimostrab che già nel 1900 vi erano nelle Università austriache 15 professori i udigeni ifa.• liani, e altri 24 insegnavano nelle Univessità d'Italia Per la questione del danaro (accampata puro dal Governo por negare l'Università) risposero subito i Comuni italiani: Trieste offrendo gli edifici e un contributo annuo; gli altri comuni italiani pure un congruo contributo. ♦ Messo con le spalle al mmo, il Governo, costretto di n· conoscere il diritto degli italiani alt' Università, o non po· tendo opporre pretesti assurdi oome la mancanza di studenti. di professori, di denaro, cominc:ò a dichiararsi avverso alla eventuale sede di 1'riestc. Trieste non è adatta disse il Governo, poichè è città di mare ... facile allo scalo, alle malattie celtiche d'ogni paese ! Gli italiani risposero enumerando le città marittime del mondo che hanno Università, senza danno per la salute degli studenti. Trieste non è adatta... . percbè città dedita a commerci, dove popoli d'ogni raxxa le danno un carattere cosmopolita. E gli italiani risposero con la statistica provante che 1'80 °/0 della popolazione doll'intero comune è italiana. Poi vonnoro le ambizioni tedesche. Triesto se la riversa vano i tedeschi, che consideravano la città un loro possesso avvenire in base nou si sa quali diritti storici. Guglielmo sogna Trieste ! E gli italiani documentarono le due volte millenaria ita • Jianità di Trieste, riconosciuta da diplomi, da fatti, da avvenimeuti, e la sua appartenenza storica, etnografica, letteraria, geografica all'Italia. L' Università a Trieste non può essere che italiana, e il Governo sembra.va disposto a darla.... ma tedesca come la diede tedesca a Cernovitz , nella Buco vi oa , abitata da rumena, da polacchi e da ruteni o da una trascurabile minoranza tadesca. Trieste non è adatta . . perchè è infetta da irredentisrno. Gli italiani dimostrarono che molta parte di ciò che il Governo chiama irredentismo non è che sentimento nazionale, e che rinunciare a questo sentimento non è possibile, tanto più cho la stessa costitnzione lo autorizza; e che se mai l'irredentismo o separatismo aumenta col crescere dell'ostilità del Governo a quel sentimento. ♦ Così, con l'uno o l'altro pretesto il Governo aveva trovato il modo di non far nulla. Tuttavia , facendo fJenire dall'Italia alcuni professori di diritto (a proposjto di mancanza dì professori indigeni) , il Governo nel 1897 cominciò a formare all'Università di fo. nsbruck una vera Faooltà italiana che cominciò a seccare i tedeschi. Gli italiani cominciarono a chiedere nel 1899 il trasporto delle cattedre parallele da Innsbritek a Trieste. La campagna fu condotta con grande energia dalla stampa, dai deputati, dai Comuni. Allora cominciò il periodo delle promesse. Il Governo disse : « che avrebbe studiata la questione •; ohè o' erano difficoltà politiche, che attendessero che le difficoltà interne
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