34 IVISTA POPOLARE La fine della rfripiice Alleanza? Il disegso di legge presentato dal ministero austriaco per la istituzione della facoltà giuridica italiana ... a Vienna é stato come un colpo di mazza che ha distrutto tutte le speranze • di coloro che prossimamente speravano di vedere stabilita tra l'Italia e l'Impero Austro-ungarico una vera entente cordiale. Questa san bbe riuscita la più efficace garenzia di pace duratura e sincera in Europa: pace che consolidandosi avrebbe consentito o la diminuzione delle pazzesche spese militari o almeno almeno l'arresto sulla via che condurrà o-li Stati moderni ad un cataclisma spaveiltevole. 0 Qu~li le ragioni •che hanno indotto il governo austnaco al passo che non è approvato nemmeno a Berlino - d' onde partono consigli prudenti - non è ben noto. Probabilmente è nel vero la Zeit che attribuisce la determinazione a Francesco Giuseppe e all'erede imperiale, che sentono orrore per Trieste; è del pari probabilissimo che in questo orrore il clericalismo rappresenta la parte principale. Si ricordi che Francesco Giuseppe è il solo capo di Stato che si sia rifiutato a restituire i 1.1 Roma la visita al Re di Italia. E se queste sono le vere ragioni - altre non se ne posson trovare - rimarranno immutate chi sa per quanti anni perchè l'arciduca Ferdinand.J è più clericale dello zio cui dovrà succedere. I più addolorati e disillusi siamo noi noi lo siamo più di Barzilai - più degli stessi Italiani irredenti. Questi almeno nel momento attuale trovano conforto, amarissimo conforto, nel poter esclamare: Lo avevamo previsto ! Ma noi, nelle fìla democratiche, fummo i soli - l'a.~ico !"foneta ormai vi ve al di fuori dei partiti m1htant1 - a sostenere l'utilità e la convenienza dell'alleanza coll'Austria-Ungheria per tutte quelie buone .ragioni , che tante volte abbiamo esposte e e che 1n buona parte vengono in questo stesso numero ripetute dal dott. Vivante, un egregio socialista triestino. Addolorati e disillusi come noi dovrebbero essere 1 membri del ministero Giolitti e la folla dei deputati, che ne hanno appoggiato la politica estera e interna. S_esi d_ov~ss~,giudicarne dai linguaggio dei giornali uffic10s1 pm autorevoli si dovrebbe conchiuderne, che realmente il Ministero è umiliato e addolorato pel colpo di testa di Vienna. Infatti: la Tri~una _a Rom_a, il 1.lfattino a Napoli, la Stampa a Tonno, 11 Corriere della Sera a Milano si mostrano s~e?na:i d~lla proposta istituzione della facoltà giund1ca italiana ... a Vienna (1). La responsabilità diretta e grande del ministro Tittoni risulta non dal solo fatto in sè ma dalle dichiarazioni del dicembre scorso; dall~ quali si (I) Riproduciamo a parte, perchè tipico, il commento che la Stampa ha fatto seguire alla corrispondenza da Roma nel numero del 23 gennaio. argomentava che il Barone d' Aeren-hal gli aveva promesso la istituzione del'a façJltà giuridica italiana a Trieste. Come potrebbe restare al suo posto oggi e ripresentarsi al Parlamento, sia pure quello italiano che in fatto di servilismo non la cede a verun Parlamento antico e contemporaneo? Egli é completamente esautorato all'interno e all'estero. Nè si riesce a comprendere come potrebbe trattare coi ministri delle altre nazioni e sopratutto col cancelliere austriaco, che lo ha indegnamente turlupinato. La sua permanenza al potere sarebbe un caso assolutamente nuo\To. In un modo solo si potrebbe riuscire ad inten dere che egli restasse ; nel caso , cioè , che egli si presentasse fieramente dinanzi alla Camera ed al paese ad annunziare la denunzia della Triplice alleanza e la preparazione a tutte ìe eventuali estreme conseguenze. Simile soluzione non è nel temperamento mite dell'on. Tittoni e nemmeno in quello dell' on. Giolitti, che non sente. la politica estera. Così lo giudicava l' on. Di Rudinì; e pare che i fatti gli abbiano da~o ragione. E' fortuna che questa soluzione non si affacci neppure alla men te del ministro degli esteri, perchè caldeggiata da lui sarebbe assai pericolosa e ci condurrebbe sicuramente alla guerra immediata. La Triplice, però, bisogna sempre denu oziarla, perchè ci libera da una pos1z10ne imbarazzante e che dà adito ai nostri alleati di trattarci come sleali. La Germania ce lo rimproverò dopo Algesiras; l'Austria-Ungheria ce lo ha rimproverato nell'affare della Bosnia e della Erzegovina. Le apparenze stanno per la legittimità del rimprovero, mentre in sostanza l'Italia non sostenendo la Germania e l'Austria in due quistioni, che non riguardano direttamente la ragione d'essere della Triplice non ha fatto altro che imitare l'esempio datole dalle due alleate. Forse queste .:onsentirono ad associarsi a Crispi quando le richiese di appoggio contro la Francia nel regolamento della quistione di Tunisi e della posizione dell' Iralia nel Mediterraneo r (1) Probabilmente, a questo proposito, i soliti bigotti della monarchia di ranno eh' è colpa della Estrema Sinist1·a se l'Italia non può fare una politica dignitosa e fiera di fronte all'Austria. Ah no l l soli responsabili dello stato attuale di cose sono i monarchici. Essi, essi soli, per motivi di politica interna vollero la Trinlice • essi essi r ' ' soli, tutte le cure offensive e difensive volsero contro la Francia e mai pensarono a premunirsi contro l' Austria ; essi , essi soli , sapevano quali erano i bisogni dell'esercito e della imarina, per i (r) C'è qualche crispino in ritardo che ha esaltato in questa ?ccasion: I~ politica di Crispi. V~rremmo sapere quali f~rono t _ben~fìc1dt questa politica. Noi sappiamo che Crispi : 1. non_ ~msc~ a~ avere l'appoggio delle alleate nella quistione dt Tun1s1; 2 ct fece rompere le trattative commerciali colla Fr_anci.a_; 3° lasc!~ un deficit enorme a causa delle pazzesche e mutili spese militari.
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