l{lVlSTA POPOLARE 33 di Vera Zassoulich i rivoluzionari si misero su la via della violenza: ma codesti oppre.:isì dalla ingiustizia, e le gì·andi folle dei contadini erano ignari di ciò che potevano volere e le grandi mas::,e industriali che facilmente si educano, diventano coscienti e sono facilmente as8ociate non esistevano. Alcuni anni fa il Witte si incaricò di creare queste· masse. Non fu certamente per un buon proposito di rivoluzionario: ma la Russia ha bisogno di sviluppare la propria vita industriale, di sfruttare le proprie enormi ri::!orse, di creare a sè, e cercare da sè la propria ricchezza. Witte fu d1rnque naturalmente portato a favoreggiare lo sviluppo di quel movimento industriala che ha dato ai rivoluzionari Rusdi il saldo contingente delle falangi opernie. Lo Stolypine-trascinato anche egli dalla forza delle circostanze e del convincimento eh' egli può opporre una diga al dilagare delle idee rivoluzionarie: si volgé al Mir e tenta di abolirlo: anzi riesce ad abolirlo. Il Mir era stato fino ad oggi, grazie alla propria organizzazione comunistica ed al conservatorismo dei contadini, un organo estraneo ed impenetrnbile alle idee dei rivoluzionari russi. Ma poco a poco, e grazie principal meute a qt1ella legge su le terre che è stata una feroce delusione per i contadini, i contadini hanuo cominciato ad abbandonare le loro idee tradizionali, e la loro fedeltà allo T;:;ar si è raffreddata. Il Piccolo Padre è apparso loro un patrigno, e Stolypine ha creduto bene spezzare il perno delle orgauizzazioni contadinesche. Ed ha decretato l'abolizione del Mir. 8enonchè la cosa non appare facile. Il Mir è insito nella vita nazionale RusBa: è un organismo più volte secolare, e nel quale la vita e le tradizioni Ru3se si mantengono di prefere11z<1. Non è facile sradicarne di mezzo alle masse agricole, abituate a considerarlo l'elemento necessario del loro consorzio e Jelia loro vita sociale, il concetto ed i metodi. Abolito sotto una forma rinascerà sotto un altra: e questo è appunto il passo falso mosso dallo Stolyµine. Non si SCH'glie, non si disperde, con decreto - anche se a far rispettare il decreto son chiachiamati i cosacchi - un organismo che ha fatto e fa par~e necessaria deila maggior parte del popolo di una nazione . .Ma il fatto più grave é che la abolizione del Mir tende all'industrializamento dell'agricoltura, fa dei con tadini gruppi di salariati come gli operai di città; ed essi che, ieri, potevano considerarsi co1ae i loro stessi padroni, potevano illudersi di sottostare alle leggi proclamate dalla loro comunità, e trovavano nel Mir il veicolo delle loro proteste, l'esponente delle loro necessità, non avranno oggi altra risorsa, altra via per fare intendere la loro ragione, ed esporre la loro volontà che qnella di accedere alle grandi organizzazioni operaie, le quali sono ri voluziouarie. E saranno essi, anzi, una grande, la più grande corporazione operaia. E' questo il fatto grave per lo Tsarismo, -.;heil pallido simulacro parlamentare della D ima nou tempera, ed è questa misura provocata, decretata dallo Stolypine, che porta alla rivoluzione le sue più salde falangi. Grave il fatto se consideriamo che fino ad oggi pesarono i;u la bilancia a favore dell'assolutismo)e grandi masse dei contadini organizzati in quei Mir che oggi 1o Stolypine ha incautamente disciolti. NOI + Ci seri vono: Bleuff. - Nel disastro che ci fa vivere in tempo presente le emozioni che eravamo usi a risentire solo vivificate dalla Storia, si fecero accuse gravi e ahimè fondate ai dicasteri di Guerra e Marina; finora non vedo ne sò si rilevi la insufficenz_adi quello degli Interni. Eppure pare ptù grave questo punto: se De Felice e La Spiga non riuscivano a telegrafare a Palazzo Braschi qnando le sfere avevano digià fatto tutto un giro del quaranta dopo la catastrofe, fino a quando la si ignorava? Non era il caso di un isolotto sperduto in mezzo al ma.re e. abbandonato al popolare « ni una nuova buone nuove >; erano due provincie intere le cui capitali fervide d'industrie e traffici dovevano pure dar segno di vita ogni giorno al cuore della nazione. O che i prefetti non fanno rapporto quotidiano anche per dire: nulla di anormale? A mezzodi, alle 14, alle 16 quando tuttora tacevano i cento uffici telegrafici di Messina, Reggio e minori, agli interni non spuntava il dubbio che ciò appunto era anormale? Ma da quando il capo di un'amministrazione con relativa responeabilità non si preoccupa dei proprii dipendenti? Si dice: é assurdo pretendere si prevenga il terremoto; si, ma è parimenti assurdo attendere chi è colpito dalla calamità a far giungere le grida di aiuto. Al soccorso accorre l!,]acre chi ha lo spirito pronto e serio il senso del dovere. Si rileva qui ancora te:-- ribilmente doloroso quello che é difetto di tutta la compagine statale nostra. Del resto la serenità dei dingenti si esplicò 1rnbito col far correre non so se fino a Messina o dove il gen. Feci a di Cossato cbe corse per tutti i giornali d'Italia quale capo supremo µei lavori di salvataggio e di cui poi non si seppe il bei nulla se eccettuasi il sintoma di cordiale ,.,ffiatameuto esistente nelle sfere aite. Poi vennero le rivelazioni sul disgregamento del macchinario goveruati vo propagatosi ti.no alla Croce Rossa! Qui la sciagura nuova documenta la ornai vecchia deficenza. nostra e come è vera nella sua tristezza profonda l'invocazione di Colajanni a Mira.bello: possa la Patria non dover subire altra prova della impreparazione nostra I Perchè sempre più va inquinando le parti anche m~no indegne della nostra burocrazia la credenza che val solo il parere-è da sciocco l'essere, quel che occorre, quel che occorre è il bleuff ..... A sua volta la popolazione viva e sana.disistima ognor peggio gli organi dell'ente governo sempre meno corrispondenti all'nfficio. Il pubblico ha ormai chiara la visione che la maggioranza dei cosidetti servitori dello stato deviano il compito collettivo a scopo egoistico non importa se complice il serpente verde o la croce. L'altro jeri avevo al tavolo vicino a colazione il colonnello e due capitani d'arma dotta, la loro conversazione era melanconica; diceva il primo che tanti au ni fa il suo grado l'avrebbe circonfuso di preatigio grande, mentre adesso p. e. se va al Circolo nessunr> gli fa caso ... e i commensali rincalzavano che sentivau bene d'essere appena tollerati. Ma non li udii riflettere che nell'esercito, oggi, non si pensa - e parla - che di Annuario, promozioni, aumenti-l'ideale concretato in fattore economico. La Marina? Oh ricordo la confessione d'un distintissimo ufficiale d' artiglieria a ricl..iiesta se esistesse l'antagonismo deplorato fra soldati italiani di terra e di mare: eh purtroppo sl ! I colleghi della marina sono compitissimi con noi, magari troppo; ci u~Jano riguardi delicati assai - ma si sente che si con~iderano superiori, forse perché meglio paga.ti pure - e poi bisogua vederli nelle loro sedi, ritrovi, con idtallazioni e servizi splendidi, camerieri in guanti bianchi, tutte le raffinatezze del lusso mentre noi si va più alla buona. E a.ncora il « bleuff > del merito vero; é la patina screpolantesi della piuvenza di bontà che copre la miseria morale di quelle istituzioni 1-1.venti il dovere sacro di provvedere al bene d'Italia. La i-,osta è troppo grande perché non valga la pena d'insistere e debellare le maschere di un troppo lungo carnt;vale. Vero? c. FERRUA
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==