RIVISTA POPOLARE 55 parvenze cominciava ad agitarsi uno spirito nuovo. Gli ordinamenti politici mutano e si trasformano ormai non più per revis;one formale di statuti, ma per intrinseco rinnovamento, che viene da una sodetà non più costretta a vivacchiare di concessioni largite dallo Stato. Lo stesso sindacato politico, un tempo facoltà e3clusiva della rapi='resentanza nazionale, è ormaì oltrepassato dal sindacato r iù largo che esercita direttamente la pubblica opinione, coi suoi organi , colla stampa, coi comizii. Questa la situazione di fatto, quando è apparsa l'intervista di Guglielmo II con un giornalista inglese. Gli errori del linguagt?io imperiale sono stati corretti dall' abile discorso del Cancelliere. Con lo sue dichiarazioni Bùlow ha rivendicata a sè piena ed intera la responsabilità del Governo e dell' indirizzo politico, gettando all'ombra ciò che gli pare espressione t!Ccessiva dell'imperatore. Non so davvero se in Italia o nella stessa Inghilterra un ministro avesse potuto assumere un tono di linguaggio che, pur velato da abili forme , suonava censura ad un atto del sovrano. Il cancelliere ha a vocato a sè , attenuandone colorì e profili, tutto il contenuto del! 'atto, coprendo al tempo stesso il capo dello Stato e i funzionarii del dicastero, cioè chi fece l'intervista e chi la trasmise. Questo fatto comprova che la suprema potestà regia trovi oggi un limite nel più vigile sin dacato del « Reichstag 11 e nel piti largo intervento dell' opinione pubblica. E l'augure saluto che il cancelliere testè voi• geva, in piena assemblea, alla Turchia rinnovellata negli ordini costituzionali dimostra ancor meglio come anche la Germania sia stata costretta a rompere gl' indugi , partecipando a quel movimento che ormai spinge tutti i popoli odierni alla conquista del Governo rappresentativo (Rassegna contemporanea gennaio 1909). + Liliant Brandt: Cause deJla povertà. - « La povertà è tant0 estranea alla natura che non può neppure essere presa in considerazione » scrive il Professore Patten nel suo libro Nuove Basi della civiltà. E veramente si è arrivati ora alla convinzione che la povertà debba essere estranea al nostro studio su le condizioni sociali. Infatti si è cominciato a capire che non sia logico e naturale vi sieno uomini nella miseria, e se questa sia necessaria. Posata la dimanda sorge necessariamente la ricerca delle ragioni e dei fatti che producono la miseria e del come tali fatti possono essrre eliminati. Questo tentativo di eliminazione è evidente nelle organizazioni di carità sorte negli ultimi trenta anni , specialmente per opera della << Conferenza Nazionale di Carità e Correzione • e dalle altre istituzioni emanazioni dell' ufficio di censimento degli Stati Uniti ll. Nelle ricerche il metodo è stato sempre quello indicato nella inchiesta di Carlo Booth su la povertà nelle Unioni di Stepney e San Pancrazio. Il piano della Conferenza fu tracciato secondo queila della Società di Organizazione della Carità in Buffala. Il metodo consiste nello studiare molti casi singoli di cause di povertà , aggrupparli per affinità e proporre rimedii che sembrano i più idonei a derimerla. Questo metodo è sembrato essere il più scientifico e quello che poteva dare migliori resultati pratici. Nondimeno alla prova dei fatti, e malgrado le affermazioni di alte autorità si deve dire che questo metodo non è scientifico e non è pratico: 1° perchè suppone ad una povertà una causa unica o principale, mentre in realtà le catise sono multiple; 2° perchè non è certo che la causa principale di una povertà sia quella accennata. Quindi si è obbligati a riconoscere che quella che in un caso di povertà è dichiarata la causa è una opinione, non è una affermazione che abbia valore scientifico. Circa quattro anni fa l' organizazione della Carità d1 NewYork abbandonò il sistema di assegnare una ca usa principale ai casi di povertà, perchè si trovò che codesto metodo poteva essere un' ultimo indice della mentalità degli agenti nei var· quartieri, non delle reali éause della miseria. Infatti la percentuale delle cause di miseria per mancanza di lavoro variava, a seconda dell'agente incaricato della ricerca dal 16 al 67 per cento dei casi; l'intemperanza come causa era votata e andava dal 5 per cento fra Iriandesi al 32 per cento fra Italiani, ciò che data la sobrietà a meno delle due razze era certamente erroneo. E che il metodo non risponde a criteri scientifici fu riconosciuto anche da parecchi di quelli stessi che ne furono promotori come il Professore Lindsay. Le cause di povertà furono classificate in ventidue gruppi nella Conferenza Nazionale cioè: ubbriachezza, immoralità, inabilità, disonestà e delitto, vagabondaggio, prigionia, abbandono di orfani e ragazzi, negligenza della famiglia, non aiuto del maschio, mancanza di lavoro, impiego insufficiente• salario inadeguato, lavoro non sano e pericoloso , ignoranza della lingua Inglese, accidenti malattie e morte nelle famiglie , difetti fisici , follia, vecchiaia, famiglia troppo numerosa, natura del soggiorno, e altre o sconosciute- Questa classificazione si è rivelata fino dal principio difettnsa ed insufficiente. Un caso dì prigionia è anche un caso di disonestà o delitto, la mancanza di lavoro può essere dovuta anche ad ubbriachezza , a vagabondaggio, a inabilità e via di seguito. Nel 1899 si cercò di correggere questa lista di cause , e si cercò di dividere la classificazione in due grandi gruppi << Condizioni ll e << Cause ,, e naturalmente si venne ad una classificazione più razionale dividendo le cause in « cause entro l'ambito familiare, e cause al difuori della famiglia. Fra queste fu dato largo posto alla disoccupazione non per colpa dell'impiegato; fra quelle alla educazione della infanzia; ma poco a poco c'è stata tendenza a collegare ed includere nel secondo gruppo quelle del primo. E anche questa seconda classificazione si mostra però inadeguata; poichè molte di quelle che sono considerate cause sono effetti a condizioni, o resultati, e viceversa. D'altra parte molte di queste cause esulano dal campo della carit~ per entrare nel campo della protezione sociale, infatti sovente gli accidenti , le malattie, o il vagabondaggio sono il resultato della negligenza dell'industriale, della difetto sità della legislazione o dell'abbandono ad assenza di autorità tutorie. In breve ciò che consideriamo essere causa di povertà sono il più sovente sintomi e resultati della povertà, non la povertà in se stessa. Sono si fattori di aumento della povertà, ma non ne sono nrl più frequente dei casi la causa principale. Mentre poi non si è data sufficiente importanza alla classe « salario insufficiente 11 la quale può t:ssere , è in molti casi ia vera ragione della povertà. Una nuova classificazione di queste cause fu proposta nella Conferenza Nazion.ale del 1906 del Dr. Lee K. Frankel. Questa nuova classificazione risente delle più moderne correnti di pensiero; ed aggruppa in sulle quattro divisioni tutte le cause precedentemente riconosciute o dichiarate : i quattro gruppi sono: ignoranza, insufficienza industriale, sfruttamento del la voro e difetti nella sorveglianza governativa sul benessere dei cittadini, sembra logico dimandare che la divisione sia ridotta a due soli gruppi lasciando fuori la ignoranza e la insufficienza e considerandole resultati. E si può sperare che la povertà sarà di molta ridotta se riusciremo a convergere tutti gli sforzi della carità nell' ottenere la eliminazione dello sfruttamento, ed un efficace controllo governativo su l'educazione e l'industria. Una buona conoscenza delle cause della povertà è di grande valore nello stabilire il modo di migliorare le condizioni sociali. Dalla convinzione, accertata e confermata dai fatti, che dalla tubercolare si hanno risultati di miseria si è arrivati a tutte le forme di prevenzione e di lotta contro la malattia che da sei anni ad oggi, principalmente, si mettono energicamente
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