Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 2 - 31 gennaio 1909

R f V J '; T A ad opprimere, a costringere a sudditanza i proprii simili, doveva servire all'ingiustizia. Non è intenso desiderio di tutti che la mitezza, l'umanità, l'intelligenza, la moralità trknfino sulla violenza e sull'ingiustizia? A che dunque una forte co stituzione fisica, una esagerata educazione? Certo noi vogliamo un corpo sano, che sia degno ricettacolo della mente: ma non è affatto necessario perseguire l'ideale dei nostri padri. Il corpo umano non ha più gli scopi dei tempi antichi. Che l'involuzione tisico non , ltrepasserà un certo limite ci assicura il processo stesso della degentrazione, degenera soltanto ciò che non viene usato, vale a dire ciò che 11011 è necessario. Quanto ci abbisogna non ci verrà mai men0 in quanto noi ne faremo uso. A ragione darerro dunque il maggior peso allo sviluppo dell'intelletto. Noi non perderemo nulla che d sia indispensabile, creeremo anzi nuove forme e condizioni che ci faranno apprezzare maggiormente la vita. (Politisch Anthropologische Revue, Gennaio). + Charles Mac M;'nn : Ricchezza e progresso neIl' ln<lia. - Se dobb:amo prestar credito a ciò che de'l'India e del suo popolo hanno scritto parecchi \ iaggiatcri si è for • zati di giungere alla conclusione che il popolo Indiano è stato sempre povero , quantunque i suoi re fossero ricchissimi. Circa un secolo fa l'abbate Dubois scriveva che per circa tre mesi ogni anno gli abitanti dell' India sono alle prese con la più crudele miseria. Montesquieu dice che in [ndia non ci sono che disperati che saccheggiano e disperati che sono saccheggiati. Questo era nel r748 al tempo del Gran Mogol quando un altro scrittore: francese lamenta va che pcichè il Mongolo s' 1.ra inipossessato del paese gli Indiani non possedevano nulla che fosse loro proprio. Ora, in quattro dipartimenti sovracarichi di popolazione , un quarto di questa non ha una sufficiente razione di cibo durante tutto l'unno. Nondimeno bisogna convenire che la situazione on1 è migliorata, ìl progresso fatto nel senso di sovvenire adeguatamente ai bisogni della popolazione è enorme e là dove i tre quarti eran('I oppressi dalla miseria , ora è soltanto un quarto che versa in queste deplorevoli condizioni. L'industria è rnig iorata, e la ingiusta parzialità che era stata imposta con le tariffe su i prodotti Indiani fino dal r 805 è ora stata corretta. I canali e le ferrovie fatti da! governo , o garentiti e gestiti da Compagnie ad eccezione di una linea ferroviaria e di due canali hanno avuto come risultate uno sviluppo grande del commercio e della industria. Circa quindici milioni di acri di terra sono ora sottoposti alla coltivazione , che prima erano lasciati in abbandono , e daranno ottime raccolte perchè sono stati irrigaci da canali che li traversano in tutta la estensione. Non è il caso di prendere sul serio la dichiarazione di Sir Henry Catton che, cioè, la tessitura e filatura si vanno estinguendo nell' India. ~ È giusto notare in risposta a ciò. che nel I 9"6 la esportazione della iuta, cotrme ed altri manufatti del genere fu di diciannove milioni di libbre, quattro volte più di ciò che era sotto il dominio dei Mongoli. La coltivazione del tea nell'India, sotto il governo Inglese, con capitale inglese ed esercitato d~ compaginie inglesi frutta più di tre milioni di sterline a un milione e mezzo di lavoratori , e ne fa uomini la cui vita è più comoda e facile che quella di qualun,1ue altra classe di lavoratori al mondo. 11 valore della importazione, in metallo, spezzati, merci, materiale ferroviario è salita nel 1907 a 9 scellini 9 pence a testa mentre nel 1872 era di 3 se. e 9 p. egualmente a testa Ciò che il governo paga agli impic•gati Indiani è salita da 72-5 milioni di rnpie nel 1834 a 548 3 milioni nel 1906. La ricchezza dell'India è stata la ricchezza di molti. Due Greci, µ t> e' i .1 L A .K i: 53 un Armeno, un Ebreo sono tornati milionari dall'India, ed è là dove hanno accumulato il loro capitale; ma non un inglese è riuscito ad accumulare neppure un mezzo milione di ster - line· durante il secolo passato e gli Scozzesi lo s!l.nno ancor meglio. I mercanti del!' India che sono milionari a Calcutta, Bombay, Benares, Gabalpur, Mattra sono tutti Indiani e si fa loro un augurio solo da ogni Inglese e da tutti gli Inglesi insieme: Possano essi prosperare. Sotto il dominio Mongolo il salario di un lavoratore nel Bengala era quattro volte inferiore a cio che è ora. L' industria della seta , quella del cotone, del tabacco, ddl' indaco, e la loro coltivazione erano in falli - mento settanta anni fa : ora sono fatte prosperare da incessanti sforzi di Europei. Il commercio dell'India aumenta con grande rap;dità. Dursnte gli ultimi venticinque anni questo progresso era del 208 per cento , mentre quello degli Stati Uniti era soltanto, neli'identico periodo di tempo, valutato R) r70 per cento. La tassa su la proprietà terriera è molto moderata. Si può calcolan: al ro per cento. La rendita che ne traeva il precedente governo Indiano variano dal 45 al 75 °lo eccettuato quando il benefico Akhbar la limitò ad un terzo. La tassa d'importazione degli spiriti un secolo fa era di 4 annas per tttolitro: ora è stata rialzata a 7 rupie. Il risultato è stato un aumento della sobrietà nell' [ndia. Q_uesti ed altri fatti consimili conducono alla affermazione che il governo britann:co ha avuto effetto benefico e moralizzatore su la popolaziont: Indiana. È certo che dello attuale stato di cose non l'India sola ha profittato ma anche 1' Inghilterra poichè si sono benelicate a vicenda. La reciprocità ha reso le rispettive tariffe doganali tolleranti e sopportabili. Una grande lezione morale è stata data dagli Indu ai Cristiani: la tolleranza. Quando si parla di malgoverno Inglese, non bisogna considerare un solo lato della cosa , o ascoltare una sola campana ; ma bisogna tener di conto il fatto cht: l'Inghilterra ha avuto alle mani un paese già immiserito da lunghi secoli, disorganizzato, priva di commerci , coltivazioni ed industrie : impacciato da pregiudizi, infestato da ladroni , e si ha dovuto fare un paese dove la vita è diventata tollerabile e dove il progresso e l' aumento della ricchezza sono evidenti. (Asiatic quarterly Revfrw, di cembre 1908). + Harold Spender: Asstcuraztone contro la disoccupazione. ---In questo momento in cui il problema dei disoccupati è tanto ~rave, ed anche perchè è opportuno tro vare dc:i rimedi per l'avvenire non è fuori di luogo studiare ciò che si è fatto fuori dell'Inghilterra per riparare all'identico male. D' altra parte pare che il solo rimedio consista nel mettt!re il lavoratore in condizioni di creare da se stesso la propria difosa per il caso della perdita, o del cessare del lavoro. E questo mezzo-o almeno il migliore che si può studiare fin' ora - t: l' assicurazione. Ma quale forma potrebbe essere la meglio ajattata e che meglio risponda alla necessità? Dallo studio di ciò che all'estero si è potuto fare lo si potrà vedere. Il risultato del sistema in uso a Colonia, cioè di affidare ali' opt:raio, sia pure aiutato dall' industriale, individualmente la sua difesa per opera della assicurazione, dimostra che questo sistema non è il migliore. I suoi benefici sono troppo scarsi, mentre poi l'esempio di San Gallo in Svizzera, prova che l' obbligatorietà dà dei risultati ancora più cattivi. L't:sempio di Gonde di Anversa, d'altra parte offre, notevoli casi di successo ottenuti dalla comunità nell'aiutare ed inco raggiare le assicurazioni collettive dellt: Trade's Unions. Ma non efiste un sist~ma completo, salvo forse in alcune fabbriche tedesche, che ci possa servire chiaramente di guida per lo stabilimento di una gent:rale obbligatoria assicurazione che agisca su i padroni con I' aiuto t: la cooperazione delle associazioni di lavoratori.

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