Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 2 - 31 gennaio 1909

52 RIVISTA Il pensiero ispiratcre della Nave non è cattive,: nelle mani di un poeta compreso delle leggi che governano il teatro e dotato del senso ciella vitalità d'un dramma, avrebbe dato un potente lavoro. li contrasto fra l2 brama ardente di libertà della popolazione veneziana delle isole nd sesto secolu, e il desiderio dei Bizantini di assoggetttare al loro dominio if giovine Stato viene rsppresent:ito nella Nave da due personaggi. da Marco Gratico, il tribuno del popolo e da .Basilie,la allevata in Bisanzio dal predecessore di Gratico, che da questi era stato deposto ed acciecato. La bella e scostumata femmine dapprima trionfa, aizza coi vezzi e cogli a11ettamenti del senso gli uni cor.tro gli altri, invesca nelle sue reti il tribuno. seduce ll fratell0 Vescovo e spinge Marco al fratricidio, Tutto questo ha significato simbolico e vuol esprimere il pericolo che le aspirazioni alla libertà e la semplicità dei costumi dei popoli d'Occidente vengano corrotti dallo splendore e dalla ricchezza: dall'immoralità e dalla pc:rfidia dell'Oriente, Finalmente le forze sane dei pescatori vene· i superano la prova. Marco Gratico sacrifica alle fiamme B~siliola e ~alra sulla nave Totus Mundus verso Adria contro il nomicv. Quando ci si sveglia dal momentaneo sbalordimentc dato dai suPai, dai cc-lori e dalle luci, si resta mediocremente soddisfatti. Abbiamo visto le figure agire sulla scena non come avrebbero dovuto agire, ma secondo piacque al poet8 tirare i fili. Marco Gratico viene continuamente esaltato come un eroe e ciò che noi ved:amo in lui è vanità , sensualit~, debolezza. Di simili errori contro le leggi del dramma, l'0pera d'an - nunziana è piena. Malgrado le molte bellezze d1 forma e qualche scena riuscita non ne può venire una buona impressione. Non so se si troverà il poeta tedesco che traduca i versi d'annuuziani; in ogni caso il successo sarebbe problematico. La prova della nuova organizzazione teatrale è imminente: siamo senza dubbio ad un punto decisivo nella storia del teatro italiano. ll grande posto dall'Italia sempre occupato nell'arte giustifica l'interl!sse suscitato fra tutti gli amici del Teatro che accompagnano certamente il tentativo coi migliori augurii nell'interesse ste.sso dell'arte. (Bilhne and Welt, Gennaio). ♦ Otto Schulr : Cultura del corpo o della mente? - E' fatto quasi universalmente ammesso che il progn:sso intel. lettuale dell'umanità è accompagnato da degenerazione fisica. •Sì é : 1 ccertato, ad esempio, che la dentatura dell'uomo civile va C(.ntinuamente deperendo. Lo stesso si afferma della vista e dell'udito. Se non si vuole ancora concedere che la statura degli antichi Germani fosse più alta della nostra, resta incJntestato che la forza fisica è diminuita. E' anche indubbio che le razze non ci•,ilizzate, come gli lndisni ed i Negri, hanno sensi più acuti, dentatura migliore, maggiore resistenza agli strapa1zi del corpo. Tirando le somme una degenerazione del corpo umano difficilmente potrebbe essere negata. E' questo un pericolo per l' ;.1manità? Dobbiamo deplorare che così sia ? Porsi un tal quesito significa attirarsi biasimi da ogni parte, da quanti muovono in lamenti su questa minacciosa degenerazione del corpo umano, a.i impedire la quak non si vorrebbe lasciar intentato mezzo alcuno, come la ginnastica, il nuoto, il giuoco, i remi, le escursioni. Noi temiamo che tutto ciò non servirà a nulla. li processo evolutivo seguirà il suo corso, che in verità ci pare segui un processo secondo natura vuole, e conduca a condizioni di vita migliori, più umane, più morali, in una parola più degne. Niun dubbio che lo sviluppo intellettuale abbia determinato una marcia in avanti in questo senso. Quanto s'è nel mondo POPOLARE migfiorato fu il prodotto di 1uesta evoluzione Jello spirito. La \"its è divenuta piCt degna d'esser vissuta da sempre maggior numt:ro di u )mini, perchè gli uo. ini si son fatti piu intelligenti e più mora I., o 8e si vuole, più intelligenti soltanto. Senonchè sembra che questa evoluzione mentaie sia condizionatamente necessaria ad una correlativa degenerazione fisica. f fatti sovraccennati parlano •n questo senso Come pure il fatto che llt:lla società civile i lavoratori del pensiero quasi senrn eccezione restano addietro agli operai del braccio nello sviluppo fisico. J\:on solo. Giuseppe Popper ha cercato recen• temente di dimostrare che tutti gli uomini intellettualmente eminenti abbiano sortito corpo piccolo e debole, anormale o deforme. Molti uomini, fra i quali anche Goethe, avrebbero avuto gambe troppo corte. La coscienza dell'infermità fisica dei lavorato1 ! de1 pensiero è così vivo in noi , evidentemente in base alle osservazioni fatte, ch" non possiamo imagin.-1rci l'anima d'un Kant nel corpo di un atlet::1. Veramente la degenerazione fisica non è direttamente determinata del piu f, rte sviluppo intelh,ttuale; questo non n' è la cau a immediata conic spe,;so pare si creda ; la correlaziont: è indiretta ma non perciò sopprimibile. L'edùcazione e lo i-viluppo preponderanti della mente, naturnJmente prodotte da una maggiore attività dtdla stessa conducono necessaria mente a trascurare gl escrcizii fisici. L'uomo non ha il dono del! 'ubiquità e ron puo fare più d'una cosa alla volta. Ora la diminuita funzione, secondo c'insegna la Biologia, ha per conseguenza la degenerazione dell'organo. li cavallo cht:: trascina la vita nell'oscurità delle miniere e ncn ha occasione mai di far uso degli o.:chi, diventa cieco. Non altrimenti si sriega la degenerazione del corpo umano: colla diminuita attività sua. La cacci", il canota12gio, il nuoto e le altre forme di Sport non potranno essere tanto generalmente ed intensivamente pra~icate da influire sul corso del!' evoluzione naturale. Una volta n0n era così; questi esercizi sporti v1 erano una dura necessità. f nostri antenati che non fossero stati buoni cacciatori, remator 1 , nuotatori, alpinisti sarebbero restati privi di ogni aiuto. Non era quest) uno Sport, ma un lavoro ass0lutamente necessario per tirare innanzi la vita. Quanti uomini seno cggi in tali condizioni? E quanti hanno per unica l"ro risorsa la forzo. materia!e? Noi non abbiamo bisrgno deglt oc.:hi ,lell'aquila o ddl'uomo primitive,; il telescopio e ii microsc0pio cue l'ingegno umano ci diede hanno vista più acuta. Non abbiamo bisogno dei piedi veloci del capriolo; la locomotiva e l'automobile ci trasportano più ra - pidamente. Nè ci è ne :essHÌo la potente forza muscolare dei nostri antenati; le armi, gli ordegni, le torpedini di cui disponiamo non richiedono che intelligenza. fn 0gni campo lo strumento, il prodotto, l'organo della mente si pone al posto cieli' organo corporeo. La lotta per l'esistenza si fa sempre più spirituale; l'educazwne delle attitudini mentali assume importanza e pregi stmpre troaggiori. Nessuno fra i mezzi che si possano escogitare potrà impedire che l"attività spirituale deprima sempre più l'attività materiale: che lo sviluppo fisic,) sia sempre più distanziato dallo sviluppo mentale. L'avvenire dell'umanità é nell'intelletto. Dobbiamo deplorare che così sia? Abbiamo l'ardimento di rispondere: no I Non lavoriamo noi più volentieri colla mente che col corpo? Non è a tutti odiosi il pesante lavoro manuaie, quando non sia volontario eserci.lÌO sportivo, ma imposizione della necessità de Ila vita? Nei sogni della fantasia non viene sempre più addossato alle macchine, a queste figlie dell'ingegno umano ogni lavoro materiale? Lo svo1gimento intellettuale rende sempre più bella la vita. A che doveva servire la robustezza del corpo? a violentare,

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