30 RIVISTA POPOLARE + Per l'educazione del mezzogiorno.-! nostri lettori ricorderanno ciò che al tra volta Bcrivemmo sul mercato ignobile che si era conchiuso tra due sindaci del Collegio di Castrlvetrano, s·otto la dettatura e la protezione del Prefetto di Trapani, in favore del1a candidatura Saporito-Ricca. Nessuna smentita ci venne: e quel che è più nessun provvedirr.ento fo prei::;odall'on. Giolitti contro il suo rappresentante diretto. Sappiamo che i' attenzione del ministro fu richiamata da un suo amico personale sulla indegna condotta del Prefetto di Trapani. Come s'intende il rispetto della legge in fatto di elezioni, che sono l'esponente della educazione politica di un paese, si ebbe agio di constatarlo in dicembre scorso colle elezioni amministrati ve di Andria. I vi la mala vita protetta dalle autorità locali si mise ai servizii del partito Bologuese contro il pa1tito Ceci; e malavita e autorita politiche compirono una sopraffazione vergognosa e ottennero il ri:mltato di allontanare dalle urne la grande maggioranza del partito Ceci e assicurarono l'unanimità alla minoranza, Anche questo fatto è gravissimo e implir,a la responsabilità del potere centrale, perchè le violenze e le sopraffazioni furono preannunziate con un telegramma dal l' on Colaianni all'on Giolitti, che promise di fare rispettare la legge. Fu presentata sul fatto una interrogazione. Avvertiamo qualche tardivo difensore del governo che ciò che era stato preveduto e ciò che avvenne ad Andria. fu assodato innanzi al Tribunale di Trani immediatamente dopo. Le disoneste e prepotenti autorità locali non contente delle sopraffazioni compiute vollero far processare un medico per oltraggio alle autorità solo percbè aveva osato richiamarle alla osservanza delle le~gi. Il tribunale assolse perchè in favore dell'acusato tutti i testimoni furono concordi; e tra i testimoui gli ufficiali dell'esercì to ! Ora viene il caso Maiorana e del Collegio di Licata. I nostri lettori sapranno di che cosa si tratta da un articolo del signor Bruccoleri. Per b stima, e per la impati.i, per l'amicizia personale che ci lega ad Angelo Maiorana, che è implicato in quest'altro fattaccio noi sino all'ultimo abbiamo sperato che ciò che si assicurava non fosse vero; ma disgraziatamente non c'è più dubbio sulJa realtà. E noi ce ne occupiamo perchè lo ritieniamo doveroso; compiamo il nostro dovero penoso anche come protesta contro la viltà della stampa quotidiana di Sicilia, che tace sul caso di Licata. Dobbiamo avvertire che le persone a Trapani , ad Andria, a Licata non ci riguardano. Ad Andria e a Licata, forse, i gruppi che si sono doluti e si dolgono dell'azione del governo, se al governo avessero amici farebbero contro i loro avversari altrettanto. Ma noi deploriamo vivamente che il governo venga meno al suo precipuo dovere di fare ri spettare le leggi ed iniziare e rendere possibile il risanamento politico e morale del mezzogiorno, della Si cilia ed anche della Sardegna. Ciò che in queste regioni fa il governo è tanto più indegno in quanto nemmeuo la decima p!.1.rtedi violenza e di illegalit,à oserebbe commettere nel settentrione. La Vita, uno dei pochisi;iu1i giornali di Roma, che si è ocrnpato del caso di Liccita, dopo aver constatato ciò che il governo fa per comodo di una camerilla , qualche membro della quale è meritevole di galera , osserva: K Il che, pur troppo, conferma quale parte e quale respon sabilità abbia il Governo nel conservare il Mezzogiorno in una condizione politicamente arretrata. Se egli rifiutasse il suo appoggio alle camerille locali che vanno diventando potenti, se non curasse che di far osservare la legge dai Municipii , se non si proponesse di influire indebitamente nelle elezioni politiche, anche là le lotte, poco a poco, avrebbero per fine il raggiungimeto di un ideale di utilità pubblica, e il Mezzogiorno ne uscirebbe rifatto ». Il male è vecchio R-ssai e Sonnino sin dal 1876 nel i;uo libro sui co11tadini in Sicilia aveva avvertito che se il governo non si immischias e non tarderebbe la guarigione spontanea. Ma dopo 40 anni siamo ancora allo stesso punto e vediamo che il governo tratta il mezzogiorno come i r13pubblicani del Nord degli Stati Uniti trattarono i negri· elettori del sud: col regime dei Carpett-baggers. Dall' opera della carità a quel!a degli uffici di co11ocan1ento. -Diversi problemi gr11.- vissimi han fatto sorgere l' immane catastrofe calabrosicula. Si deve ricostruire lo stato civile di 200,000 individui per lo meno ; si devono ricostituire famiglie , i cui membri sono ricoverati a Napoli , a Palermo , a Siracusa, a Roma, a Milano ; si devono assicurare i mezzi di sus istenza a tanti infelici, che la carità pubblica si stR.ocherebbe di soccorrere ecc. Sono inadegnati all'uopo i mezzi finanziari dei Comnni, che generosamente li banno ospitati e che erano già in pessime condizioni prima di questo urto; nè lo Stato può sobbarcarsi all'ingente spesa di provvedere a loro per un tempo indeterminato ; poichè se è certo che Messina e Reggio risorgtH·anno è altrettanto certo che per una decina di anni almeno i sette ottavi dei loro abitanti non potranno trovarvi ricovero ed occupazione proficua. Ecco uno dei lati più sr,abrosi del problema economico sollevato dalla catastrofe e la cni soluzione è urgentissima. Le difficoltà sono enormi , qua.si insuperabili , per coloro che vivevano nei luoghi della devastazione col piccolo commercio, collo esercizio delle professioni liberali o col reddito delle proprietà urbane distrutte. Nè occorre indugiarsi a dimostrare le ragioni di tali difficoltà. Costoro avevano una clientela, rhe li faceva vivere più o meno lautamente ; quel11t clientela è di1:1trutta e non si improvvisa nè in un anno , nè in dieci in un'altra città. E' distrntto il capitale impiegato in nna piccola industria, in una merceria, in un caffè, in una locanda; sono distrutte le case che davano 11n largo reddito ad altri. Il soccorso per costoro è uro·ente e non può essere ài breve durata. Invece suscitano minori preoccupazioni i lavoratori e i capitalisti, perchè si mobilizzano facilmrnte e trovano dovunque le condizioni di esistenza. Pei lavoratori basta l'esempio quotidiano nelle centinaia di migliaia che annualmente emigrano in cerca di lavoro e di mezzi di sussistenza nelle lontane Americhe e nei diversi paesi di Europa. I capitalisti del pari non hanno bisogno di assistenza: da loro ste.,si sapranno subito dove dirigersi e come occu• parsi più convenientemente. Invece ne hanno bisogno i lavoratori. Bisogna che lo Stato, i Comuni, le Associazioni, i privati, che li assistono attualmente in forma filantropica si mettano all' opera come uffici di colloc,imento. A tale uopo . come osservò l' on. Colajanni in uoa intervista col Direttore del Pungolo, occorre procedere subito ad una specie di censimento delle professioni che esercitavano prima della catastrofe i profughi. Quando Hi saprà che ci sono 1000 calzolai, 2000 muratori 1 500 sarti ecc. tali improvvisati uffici di collocamento riesciranno assai più facilmente, e si potrà più duraturamente e più largamente provvedere alla esistenza delle migliaia di disgraziati trovando loro lavoro rimunerato presso le officine e presso i privati. Lo Stato e i Comuni, potrebbero anche loro fare delle condizioni di favore. accordare loro delle preferenze nei loro lavori svariati.' E di non poco giovamento crediamo anche che potrebbe riuscire l' aiuto dell' Ufficio del
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==