RIVISTA POPOLARE 5 La~ranm~a~ensitfaziane ~i~alanraezionale Quanti hanno assistito alla seduta della Camera dei Deputati del giorno 8 corrente ne hanno riportato una impressione profonda , incancellabile. Dai più vecchi frequentatori di Montecitorio non si ricorda nulla di simile. Il numero degli intervenuti era enorme·; le tribune erano gremite come mai non si erano viste; ma più che del numero la grandiosità della n.1ani• festazione risultava dalla commozione , dal dolore intenso che si leggeva su tutti i volti, dalla unanimità dei sentimenti, che tutti esprimevano. Clericali e liberali, destra e sinistra, monarchici) repubblicani e socialisti erano accomunati in un solo sentimento. E con ragione. L' immane catastrofe, che aveva straordinariamente fatto riunire la Camera dei Deputati, per la perdita <li uomini, pel numèro dei feriti, per 1a distruzione di due belle e rigogliose citta e di gran parte delle rispettive provincie equivale ad una serie di battaglie sanguinose perdute, dei più disastrosi bombardamenti che si siano avuti nella guerra , del disperdimento in tutte le direzioni di un grande esercito i cui componenti hanno portato dapertutto il terrore ! Quando il Presidente della Camera , commosso e lagrimante si levò, un brivido corse per tutta l'assemblea, e tutti, quasi spinti <laun meccanismo elettrico si levarono silenziosi in piedi. Molti, giovani e vecchi, piangevano. Il discorso elevato e sobrio dell'on. Marcora pronunziato con voce interrotta dai singhiozzi, seguito da quello non meno opportuno del Presidente del Consiglio, rispecchiò degnamente i sentimenti che animavano l'assemblea. L'applauso entusiastico scoppiò nel momento in cui l' on. Giolitti promise solennemente che Messina e Reggio risorgeranno dalle rovine e che lo Stato italiano ne assumeva formalmente l'impegno. E questo fu atto di virilità necessaria nel momento della sventura inenarrabile. Nessun dubbio : la manifestazione dei giorno 8 fu la riaflermazione spontanea, unanime, profondamente sentita della unita morale d'Italia. Essa conferma il pensiero di Ernesto Renan, e cioè : che il ricordo delle comuni sventure è uno dei fattori più poderosi del sentimento nazionale. La Rivista Allavigilidaiunaeriseieonomiea? (,) . Nicola Trevisonno, un sindacalista buono, modesto e studioso, ha pubblicato nel ~ Giornale degli Economisti (Novembre) un importante articolo dal titolo: Altre crisi economichein vista. (La condotta di Istituti di emissione e di banche di credito mobiliare in Italia e altrove), cui ne dà una maggiore le I usinghiere e gravi parole di presentazioue, fattane dal principe degli economisti italiani : da Mafieo Pantaleoni. ( r) Questo articolo dove va essere pul:blicato nel numero del r 5 Dicembre 1908; e non lo fu per vari motivi. Intanto il Trevisonno nel G. degli economisti di dicembre ne ha pubblicato un altro interessante, men partigiano e pessimista, aull'eserci,io delle ferrovie dello stato. Mi pare utile riassumerlo e farlo segmre da poche considerazioni. I. Dice il Trevisonno: « Leroy Beaulien è stato troppo ottimista giudicando che la crisi degli Stati Uniti sia entrata nel periodo di convalescenza. L'ottimismo è derivato dal fatto che egli non portò la sua attenzione su tutti gli elementi della situazione. Comunque se passa la crisi americana che ebbe le sue gravi ripercussioni in Europa , e specialmente in Germania, pare che se ne prepari qualche altra in lta!ia, che dalla prima fu la meno colpita». « E' doveroso anzitutto constatare che gli Istituti di emissione segnano un grande, un colossale progresso, nelle loro condizioni, paragonando quelle attuali con quelle del 1894 >>. « La Banca d'It,,lia, che in una alla eredita della Banca Romana alla fine di quell'anno aveva circa mezzo miliardo d'immobilizznioni, le vide ridotte a 40 milioni nel 1907. Risultato eccellente, per quanto attenuato dal fatto che in esso entra la riduzione del capitale sociale. Comunque alla fine del 1907 il patrimonio della Banca era già risanato, il capitale sociale ricostituito, la riserva intatta in 52 milioni di lire, pari al 29 °lo del capitale. Sotto questo aspetto La Banca d'Italia si trova in condidizione migliore di altri Istituti di emissioni esteri», « La circolazione sua alla fine del 1907 aveva il 78 °/0 di riserva metallica, che in cifra assoluta Jmmontava a 1,250 milioni. Il progresso è stato colossale. I tre Istituti di emissione alla fine del 1894 avevano una riserva metallica di 513 milioni; la videro tuplicata a 1588 milioni nel 1907, mentre la loro circolazione aumentava appena del 74,80 °/°, passando da 1051 milioni a 1837. La proporzione tra la riserva e i bigliet ti (escius;;1la riserva dei debiti a vista) eh' era del 44,33 °/ 0 nel 1894 saliva a 73,30 °/0 nel 1907. « In Francia e in Germania c'è stata diminuzione nel rapporto; lieve aumento in Austria-Ungheria. Il merito principale del lieto fenomeno spetta al paese che ha lavorato ed ha risparmiato ». « Col risanamento della circolazione, colla scomparsa del cambio, l'Italia esce dall' isolamento monetario ed è esposta a subire più direttamente e più vivamente il contraccolpo e l'urto delle vicende del mercato internazionale del denaro. E fu la savia condotta della Banca d' Italia che permise nello scorso anno l'aumento della sua massa metallica senza inasprimento del cambio ed a tenere la ragione dell' interesse in una misura inferiore ai mercati monetari del mondo - eccettuata la Francia ». « Nel 1908 le cose mutaro:10 e spuntarono i segni precursori di una crisi minacciosa dovuta agli eccessi della speculazione e alla insana politica finanziaria del governo ». « C'è una crisi di sopraproduzione - produzione maggiore del consumo - sul vino, nelle industrie siderurgiche e minerarie, nelle industrie chimiche; c'è la deficiente raccolta del grano; e' è il disastro delle ferrovie ec. Si aggiunge la causa soggettiva di sfiducia e di scoraggiamento del mercato ». « I corsi dei principali valori nazionali, riflettono in una certa misura la situazione del paese .. Ed
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==