RIVISTA POPOLARE 25 pletora da disponibile sì da consigliare una diminuzione del tasso già meschino d'interesse. L'aumento della ricchezza è per noi la ragione principale del fatto che stiamo osservando, che si replica nella maggior domanda alle merci, favorita dal raffinarsi dei gusti come dallo sviluppo della civiltà. c. Aumento della produ 1 ione aurea. - Trovi::imo che questo fattore possa assoluta.mente conciliarsi con quelli precedenti : quindi rimane a vedere se esso può tenere o meno un posto notevole nel fenomeno generale del rincaro. L'oro ha ufficio come tutti sanno di medio circolante : ma tutto il complesso dei mezzi rappresentativi della ricchezza, che comprende la massa generale dei beni ed i risparmi , poggia su un substrato di metalli preziosi, che ragioni monetarie hanno ristretto quasi solo ad oro. La necessità di questo substrato aureo consiste nella rossibile convertibilità dei mezzi rappresentativi di ricchezza, come nei saldi internazionali : un au mento quindi dell'oro renderà possibile un aumento corrispon• dente e più che proporzionale di biglietti di banca, chèques etc.: ora è chiaro, che se sovrabbonda il medio circolante, rincarano le merci' od i servizi. Qui soccorrono i dati portici dal Mosca secondo cui dal 1890 al 1694 abbiamo avuta una produzione aurea di quattro miliardi: mentre nel quinquennio dal 1904 al 1098 essa arri va ad oltre I o miliardi I Non può es· esservi periodo tanto ristretto di tempo, non abbia avuto la efficacia di modificare i rapporti fra loro e le altre merci, ed in maniera assai sensibile. Questo fatto a vari riscontri del resto nella Storia, ed a ragione rileva lo stesso Mosca che ogni volta che nei secoli sr:orsi si è potuto constatare un notevole e duraturo aumento nella produzione dei metalli pre - ziosi impiegati ad uso di moneta, si è quasi parallelamente avuto un graduale e generale rincaro. Il fenomeno del rincaro cui hanno contribuito come un fascio le varie cause dette, non potrebbe aver avuto a contrapposto che ne attutisce gli effetti se non un accrescimento di produzione per fatto indipeadente dalla mano d'opera , cioè quello prodotto dal perfezionamento del macchinario. Che in quest'ultimo tempo gl' impianti meccanici abbiano avute modifi • cazioni tali da diminuire su vasta scala l'impiego di persone, a noi non consta; certo non abbiamo indici positivi per dar un valore apprezzabile a quest' elemento : nonostante la forte riduzione della massa emigratoria, non sappiamo anzi di nu - clei di disoccupati. Prescindendo dalla mano d'opera può osservarsi che insieme all'estendersi delle industrie é crescìuto il volume dei prodotti, nè manchiamo di tener conto anche di questo; ma é certo che i due ultimi fattori hanno ben scarsa potenza compensatrice in confronto agli altri che cagionarono il rincaro. Jn conclusione per noi il rincaro è dovuto a cause di vario genere, non es:luso, ed in misura notevole, l 'aumeno della produzione aurea. (L'Economista, .10 gennaio 1908). • La lealtà femminile (I). - JULIETTEADAM,Non comprendo ciò che si chiama progresso se non del progresso morale parallelo dell'uomo e della donna. Essendo sociale e fa miliale, io non sono nè feminista, nè mascolinista. Per me la vita normale, la vita completa si ha nell'unione e nell'associazione dell'uomo e della donna. Non credo alla superiorità di un sesso sull'altro. Io credo alla equivalenza complementare dell'uomo e della donna, qualità che trovano la l0ro ragione di essere nell'unione dei due sessi. L'espressione più completa di queste qualità è il fanciullo, che, domani, saprà fare riconoscere i propri diritti, (1) Da un inchiesta sulla lealtà femminile prendiamo queste poche risposte, che ci sembrano le più esatte o le più caratteristiche. La Reda 1ione Noi abbiamo avuto i diritti dell'uomo, che sacrificano la donna; noi cominciamo ad avere i diritti dellà donna, che sacrificano il fanciullo; noi avremmo i dirirti del fanciullo, che ricostituiranno la famiglia troppo abbandonata. EMILIOFAGUET: Credo formemente che la donna è astuta a cagione della dipendenza e della subordinazione nella quale è vissuta per tanti secoli e che essa cesserà di esserlo quando sarà sfuggita a questa subordinazione e a questa dipendenza. Per sè stessa e per natura essa è più retta e più leale dell'uomo, perchè essa è pid disinteressata di lui e più governata di lui dal sentimento. Credo dunque, seriamente che l'accesso delle donne agli uffici civili e anche ai diritti politici e alle funzioni politiche avrà per effetto un aumento delle moralità generale. ALFREDOFOUILLÉE:Semplice e passionata. di spirito più intuitivo che logico e scientifico, di volontà meno energica e meno violenta, ma perseverante e paziente, amica ctell'ordine e dP\la misura, la donna dal lato morale non è affatto inferiore all'uomo. Dal fatto che la donna ha spesso più finezza ed elasticità, più dlplomazi a e più tatto, più dolcezza, compassione e tenerezza, dell'uomo, non consegue che essa abbia, nei rapporti sociali meno dirittura, meno onesrà, meno probità. La stati - stica dei reati sta in suo favore. La maternità d' altronde, è in sè stessa una scuola di devozione e di amore. Il sesso forte che ha sulla coscienza tanti scandali e tanti delitti non ha il diritto d'inorgogliosi della propria lealtà. Il sesso di ferro e di sangue che ha dato al mondo lo spettacolo di tante guerre massacri e roghi; il sesso brutale che ha oppresso ed asservito tante creature, compresa la stessa donna, non può vantarsi della propria giustizia e delia propria bontà. La giovane che vende il proprio onore cerca il piacere o il pane? L'uomo che la compra ceréa il suo pane o il suo piacere? Se la donne nel corso dei secoli, come madre o compagna, non l' avesse addolcito e intenerito, I' uomo non sarebbe rimasto il più feroce e il più lubrko dei gorilla? I progressi rea - lìzzati in seno de\l 'umanità dai grandi moralizzatori - di Budda Confucio, Socrate, Gesù - consistono in parte nella insinuazione nel cuore dell'uomo di alcune delle virtù fondamentali della donna: la mansuetudine, la pietà, l' abnegazione. Si potrebbe :lire che la civiltà ha avuto per oggetto, non di effeminare, ma di femmini:nar·e in una certa misura la natura feroce del sesso mascolino. Tale é il senso profondo che si deve dare alfa leggenda antica della For;ra disarmata dalla Gra,ia. Moralmente uguale ali' uomo, la donna è differente dall'uomo. Essa non può e non deve pretendere, senza eccezione e indifferentemente, alle stesse funzioni di lui. Su molti punti, il femminismo non fa le necessarie distinzio-.i. La donna è fatta pel focolaio. Bisogna però riconoscere che il suo intervento nella vita pubblica in America e in Australia è stato moralizzatore e benefico . L'influenza morale e sociale della donna) ingrandendosi, non può che riuscire ulile alla intera società. Se l'uomo divenisse tanto laborioso ed economo, così esente della maggior parte dei vizi quanto la donna, non si farebbe un gran passo verso la soluzione della quistione sociale? ANATOLEFRANCE: Po3sono gli uomini vantare la moralità della società attuale? Le virtù mascoline sono tante spiccate da doverle difendere contro l'impurità femminile? Non so se la donna sia naturalmente artificiosa; so che il maschio attraverso alla storia, si è sempre mostrato brutale, feroce, sanguinario, e sleale. Non comprendo, dunque, ciò che la moralità generale potrebbe perdere o guadagnare coll'accrescimento dell'influenza femminile. Diciamo meglio: la moralità sociale non può nè elevarsi, nè abbassarsi; essa non può che modificarsi. Ogni società è morale per quelli che ne hanno adottato le
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