14 Rl V1ST A POPOLARE che pongono i nostri piccoli bilanci domestici a discrezione della guardia forestale? Ah I dunque se i nostri torrentelli, fattisi fiumi nel piano, innondano e disastrano le grosse proprietà di voi signori , dovremo proprio noi montanari , ai quali è ironia il nome di proprietario, restringere ancor di più le nostre magrissime risorse, per il bene di quei ricchi? Ah I no, per Dio: noi li bruceremo i vostri boschi , noi le bastoneremo le vostre guardie forestali. Così forse direbbero quei montanari, o chi per essi. Avrebbero torto, s'intende, (sebbene non sempre), innanzi all' astratta considerazione dei grandi interessi pubblici. Ma intanto, se non si terrà conto di questi concreti interessi delle popolazioni montane e di questo stato d' animo che si è andato in esse formando, non si risolverà mai - io credo - il problema forestale. Non sorge un bosco nè si mantiene, contro il concorde volere di una popolazione che se ne sente lesi i propri più vitali interessi. Ci vuol altro che rigori di multe e guardie forestali, fra quei fot'ti montanari, dalle scarpe ~rosse e dal cervello fino ! ♦ Bisogna guardare al problema forestale non solamente come problema di difesa dell'integrità del nostro territ01·io nazionale, ma anche come parte di un più largo problema, qnello del 'ris01·gimento dell'economia delle popolazioni montane. Solamente quando tutto il tenor di vita di esse abbia potuto elevarsi, solamente allora potrà attenuarsi quel!' opposizione di interessi che alimenta oggi un'avversione intensa nei montanari contro non dico la estensione . lei boschi, ma la conservazione di quelli esistenti. È proprio questa la causa principale (altre vi hanno concorso, ma non di pari intensità) della devastazione forestale che si lamenta. Nove volte su dieci il montanaro odia il bosco , e le restrizioni del regime forestale, perchè quello e queste tolgono spazio al pascolo che alimenta la sua vaccherella e i suoi ovini; teme come disastro gravissimo la estensione del bosco , che potrebbe farsi solo a spese dei suoi pascoli, de' suoi campicelli. Andategli un po' a dire che il bosco rende molto, più dei suoi pascoli: egli vi riderà in faccia : e vi dirà semplicemente che il legno non si mangia, che per vivere ci vuol pane e latte e latticini. Che se di rimando vi lasciaste trascinare-forse da qualche reminiscimza scolasticaa fargli la predica sull'utilità degli scambi, la specializzazione delle colture ecc. ecc., può darsi che il discorso vi si agghiacciasse sulle labbra, pensando alle enormi distanze , constatando soprattutto i sentieri disastrosi e tutta la manchevolezza. di quella viabilità, che di un'economia di scambio è strumento primo. + E allora ? Allora , sta benissimo quanto dice l' on. Luzzatti sulla necessità che un'amministrazione sola formata di forestali pagati bene, poco numerosi, competentissimi , dedica.ti interamente •al loro ufficio , legati al ministro soltanto per la sua responsabilità politica, ma tecnicamente autonomi, presieda. insieme al regime dei boschi e delle acque. È certamente questo uno dei punti fonda.menta.li di un' efficace riforma forestale. Ma bisogna subito aggiungere che questi forestali non dehbono essere , come oggi spesso avviene. troppo esci usivamente ...... forestali: bisogna che nel1' Istituto ove si formano, essi siano indirizzati non solo ad un'intima conoscenza del bosco, ma anche a una più larga comprensione di tutti i problemi della economia montana. Non un tipo di forestale teutonica.mente rigido e unilaterale , noi vogliamo , il quale nulla veda al di fuori del bosco; noi vorremmo un tipo di forestale più latinamente agile , il quale sia ben preparato ad una armonica comprensione dei problemi di economia montana, nei vari rami che es sa presenta; il quale sappia comprendere le ragioni di certe obbiezioni e opposizioni dei montanari, senza ciecamente trincerarsi dietro il baluardo dei grandi interessi pubblici ; il quale sappia quindi , nelle imposizioni e restrizioni volute dal regime forestale, sceglier le vie della minor resistenza, adattare i metodi alle circostanze locali, conciliare uei più larghi limiti del possibile le esigenze dell'interesse pubblico con quelle dell' economia agraria locale. Ma per ottenere ciò, bisogna conoscerla questa economia montana, non -in uno solo de' suoi organi, il bosco, ma anche ne~li altri (la pastorizia, l'agricoltura propriamente detta, le piccole industrie ecc.), e sopratutto nelle connessioni di q nesti vari rami. ♦ Benissimo, ancora, quanto il Luzzatti afferma, essere essenziale in un sano regime forestale la distinzione tra i boschi dei corpi morali e quelli dei proprietari. Ma aggiungasi subi to che i boschi dei corpi morali cioè per la maggior parte comunali, sono proprio quelli cbe hanno più strette connessioni con le singole economie dei comunisti, ai quali essi offrono molte utilizzazioni di legna, di pascolo ecc.; chEI perciò, se si possono, se si debbono concedere all 'amministrazione forestale più larghe facol là sui boschi dei corpi morali, intese sopratutto a regolarne la sistemazione, nel significato forestale della parola, tanto p1u e necessario che essa sistemazione si ispiri non a concetti esclusi vamente e unilateralmente forestali , ma ai complessi bisogni dell' economia locale. La Francia può dare in proposito imitabili esempi : legga chi vuole il bellissimo secondo volume degli studi del Briot sull' economia alpestre. ♦ Meglio ancora quanto il Luzzatti accenna, che la Direzione generale delle foreste da lui vagheggiata dovrebbe anche procurarsi , d' accordo col Tesoro, i denari occorrenti ad acquisti di foreste, intesi a formare il più provvido dei demani pubblici, con obbligazioni forestali estinguibili in lungo cielo di tempo, corrispondente al ciclo della coltura boschiva. A me pare 8-nzi , con l' on. Ottavi , che questo concetto - formazione di un demanio forestale - debba occupare il primissimo pesto in un programma di riforma forestale. E io intendo propriamente la formazione di esso demanio nel modo istesso seguito dalla Francia, cioè originata dall'acquisto per parte dello Stato di quei bacini torrentizi che sono in più grave stato di de-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==