Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 1 - 15 gennaio 1909

RIVISTA POPOLARE 11 Non metteva conto di fare tanto strepito e di sconvolgere una intera classe per tanto poco. Bastava attuare regolarmente, cioè senza i ristagni fìscali delle promozioni e dei collocamenti a riposo, le leggi éhe c'erano e distribuire quel po' di quattrini in più, concessi alla magistratura, tra i singoli magistrati proporzionatamente, e si sarebbe fatto di più e di meglio. A quest'ora si sarebbe dovuto capire che è inutile rentare riforme organiche senza quattrini, come è inutile voler fare ricchi abiti con poco panno. Il fiasco colossale dei progetti Gallo avrebbe dovuto insegnare. E non ha. Quante volte il compianto Gianturco ha espresso la sua convinzione irt questi sensi, egli che pure aveva preparato uno dei tanti progetti, e non dei peggiori, a base dei miglioramen ti attuati con la lesina. E ci raggiriamo ancor;i nel letto di Procuste dopo che l' unico mezzo efficace di economia non si è mai potuto attua re, e in fondo oggi forse non è più consigliabile, la riduzione degli uffici giudiziari. Con tutto ciò non voglio dire che disposizioni buone nelle nuove leggi non ce ne siano; ma son troppo poca cosa, e a dire il vero quelle stesse disposizioni che possono sembrare buone, credo bene che nella pratica non daranno i risulta ti che ~e ne aspttta. Le disposizioni buone concernono piuttosto l'istituto, mentre bisognerebbe pensare prima agli uomini che lo incarnano, e agli uomini, come si è visto, le nuove leggi hanno provveduto male. Alludo: al regime degli esami, a quello sulle promozioni, alla provvista delle residenze, ai consigli che devono presiedere all'andamento della magis~ra~uta per toglierla il più che possibile agli arbitri del governo. Buone cose, ma gli uomini ad esse destinati si è provvisto a che siano egualmente buoni per attuarle? La pratica comincia ad insegnare. Il primo concorso fatto in applicazione della nuova legge ha dato il risultato disastroso che si conosce, e non poteva essere diversamente: ben r 50 i posti, poco meno di 400 i concorrenti, 83 gli approvati. Questo perchè si è applicata la legge. Nei prossimi concorsi allargheranno i freni, e tanto valeva a non apportare modifiche. In magistratura i posti annuali messi a concorso restano sempre molti, rispetto al numero dei concorrenti, che sono pochi (dal doppio al triplo del numero dei posti); e ai posti bisogna provvedere. Permane, ri~petto ad altri uffici pubblici, n.aggiore difficoltà di esami con condizioni medie non migliori di carriera: la qualità degli aspiranti non può migliorare, e le migliori regole di reclutamento restano vane. La provvista delle residenze sta mettendo peggio di prima in convulsione tutta la magistratura che fa affluire per ogni sede vacante in numeri domande (in carta bollata) di concorso. Vedremo che cosa accadrà per h, promozioni. Le previsioni, come ho detto, non sono rosee. N è rosee possono essere quelle sul funzionamento dei consigli giudiziari e disciplinari. Ripeto, è questione di uomini, non di cose. Ed io ho già avuto occasione di esprimere il mio profondo convincimento che la media nostra di magistrati non è poi davvero scadente, nè per cultura (rispetto alla cultura media di tutti i laureati in leggi), nè per moralità; ma è debole, debole di c:uattere, per l'indole di coloro che, inetti alle battaglie del libero arringo professionale, devono preferire questo modesto modo di assicurarsi il pane, per la condizione poi fatta ad essi, per la quale, invece di essere rinvigoriti nella tempra cd avvantaggiati nella cultura, son fatti scendere mano mano al livello di poveri impiegati costretti ad un lavoro d3 facchino in uffici miserevoli, di paesi miserevoli, estranei alla vita moderna, ruderi di un tempo sorpassato, e timidi quindi, come le lumache del piccolo guscio, che pure occupa tanta poca parte del mondo e si sperde in esso. Anche a nort voler giudicare, non si può far a meno di constatare. Si le~gano le querimonie, anonime (quel che è peggio), mandate dai magistrati al Giornale d'Italia, che le ha pubblicate dal settembre all'ottobre dell'anno corrente, e si veda il loro tono, e come pietosaniente si invochi un miglior -tozzo di pane. Ecco: tolgo da una lettera, pubblicata il 24 settembre, di un magistrato: <e E mi sovviene qui il tatto - autentico, signor Direttore, verissimo - di un carrettiere di Genova, che mosso a... compassione di un vicepretore, il quale dopo 26 mesi di carriera guadagnava la cospicua somma di 3 li re e qualche centesimo al giorno, gli suggeriva amichevolmente di procurarsi u_, posto di... commesso di negozio, promettendogli in pari tempo il suo ... valido aiuto. Ma si pensi un pò che cosa debba sentire dentro di sè, che sensazione dolorosa debba provare un vicepre• tore, quando compariscono dinanzi a lui come testimoni degli operai, degli artefici ... che rifiutano con disprezzo l'indennità loro liquidata in lire 3, perchè non proporzionata ai 15uadagni che avrebbero potuto ritrarre durante il tempo perduto per la prova testimoniale, mentre egli il vice pretore, per una somma giornaiiera quasi uguale, deve quotidianamente amministrar giudistizia con .. intelligenza e con coscienza! E questo accade tutti i giorni, lo creda! Tutto ciò, signor Direttore, il Paese non lo conosce, e considera, con molto atti· mismo la condizione del magistrato; ma sarebbe utile che ne fosse informato almeno quel tanto che basti a fargli conoscere che è grande merito dei magistrati, se l'amministrazione della giustizia non è divenuta ancora un mercimonio >>. E da un'altra lettera, pubblicata il 26 detto, di un gruppo di giovani magistrati, che parla ~ei giudici aggiunti presso le preture: <e Essi, sentinelle avanzate della giustizia costretti a subire una relegazione chissà per quanto tempo in miseri paesi dove si ammalano più presto di ne'vrastenia, senza il conforto ed il consiglio di alcuno, soli nel disimpegno di una gravissima funzione che può considerarsi un vero apostolato non possono non sentirsi umiliati dal confronto delle loro condizioni finanziarie con quelle degli altri funzionarii con cui vengono a contatto, quale il cancelliere, il tenente dei carabinieri, il delegato di p. s., il ricevitore del registro, ì'agente delle imposte!>> Mi pare, ~ leggere, di vedere una turba di quei _cani randagi, affamati che si contendono poche ossa. Chiudo, spigolando ancora, nel Giornale d'Italia del 24 settembre 1908, tra i risultati quella specie di inchiesta da esso aperta. <e La questione economica degl'impiegati, pubblici o privati che siano, sarà in un avvenire prossimo, non meno tormentosa della questione operaia! Essa formerà la nuova questione sociale , e non affaticherà meno della vexata quaestio. Il secolo X(X creò la questione operaia, il XX ha creato la questione degli impiegati. Lo stipendio nominale crescerà, ma non proporzionatamente all'aumento dei prezzi dei prodotti. E così gli operai, per un processo naturale, inconsapevolmente vedranno elevare il loro tenor di vita; ma non già a danno dei capitalisti, bensì a detrimento de1 tenor di vita dei lavoratori intellettuali, estranei o no alla produzione materiale. In altri termini, tanto gli operai quanto i capitalisti si vanno conciliando con il riversare incosciamente sugli impiegati il maggior costo del capitale o della mano d' opera; e ciò perchè lo

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==