Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 24 - 31 dicembre 1908

R!V1STA POPOLARE 649 <lai Marchese Del Carretto, ch'e ul luogo delb sventura e che ha visto ed udito. Non avrei risposto a queste rettifiche e smentite perchè I' on. Giolitti più che altro si limitò ad numerare le disposizioni prese dal governo, che non valgono a correggere il mio giudizio; per.::he le parole dell'on. Aubry in sostanza lo confermano ; perche il telegramma del Sindaco di Napoli, che non si sa chi sia, e tanto vago ed indeterminato che pnò applicarsi all'opera del miuistro, a quelle delle navi o a quella spiegata nell'Arsenale di Napoli. E su questa come dissi a Floriano Del Secolo, che m'intervisto per conto del Pungolo, non ho che parole di ammirazione grandissima. Mi decide a rispondere la dichiarazione che trascrivo e che il Mattino ha pubblicato sotto questo titolo : La marina italiana giustamn:!è protesta cGntro indegne accuse. Ecco il documento imprudente: « Nel momento in cui tutti i cuori degli Italiani, << compresi da un solo palpito di desol:izione, san- « guinano per la immane sciagura che ha colpito due « fiorenti Città e care sfortun:lte regioni, e che, sti- « molati da un tale palpito tutti, s.enza distinzione « di classe, aspirano a contribuire in qualsiasi torma, « a rendere meno disastrosi gli efietti spaventosi della « catastrofe, l'on. Colajanni, anzicche porgere opera cc di consiglio e di carità sotto l'impulso di una im- « pressione che non può essere che la corrispondenza « inqualificabile di prevenzione, si erige a giudice ine- « sorabile e lancia alla Flotta Italiana atroce accusa. « Lasciando che la realtà emerga da più obbiettive « constatazioni, gli ufficiali e marinai d'Italia, pur « deplorando lo spettacolo sconveniente al quale sono « trascinati non possono frattanto sottostare a tale « insinuazione, resa più maligna da un crudele confronto, « e si ribellano con tutta l'anima loro di italiani e di « soldati contro questo monopolizzatore della filantropia, « il quale trae profitto dalla sventura nazionale per dare « sf ago alle sue passioni partigiane >>. Ernesto Filipponi, capitano di vascello ; Giavanni Cerrina Feronì, capit. di fregata; Luigi ..Arcangeli, capitano di corvetta; Pompeo Pallavicina, tenente di vascello. Se questi disgraziati avessero serbata l~ stessa misura dei loro superiori avrei lasciato correre; ma essi, che certamente non hanno l'onore Ji conoscermi, si sono permessi di attribuirmi delle inqualificabili prevenzioni parlano di insinuazioni di malignità, di monopoli di filantropia ecc. ecc. • A costoro rispondo rapidamente spigolando nei giornali cose gravi, che io non avrei dette , che possono anche intaccare il buon nome degli ufficiali e dei soldati che io ho messo fuori quistione ! Non presto fede a ciò che ha riferito un capitano di trn vapore inglese di ufficiali e marinai che fumavano tranquillamente le igarette nel porto di Messina l'indo1 1ani della catastrofe; e non presterò fede ad altre voci pubblicate dai giornali e che sono ancora più dolorose; non mi farò forte della conferma generica, ma illimitata, che al mio giudizio viene dalle notizie trasmesse dai corrispondenti della Tribuna, del Pungolo, dell'Avanti, del Roma, del Corriere di Catania, dell' Qra di Palermo; nè mi contento <lella conferma esplicita che mi venne dal V:1dalà direttore della Gazzetta di Messina , o del De Felice-, perche socialista, o dell'on. Di Bugnano, quantunque monarchico ed ex sottosegretario di Stato. Ma invito i sottoscrittori di quella protesta a smentire i seguenti fatti specifici e determinati, che espongo senza rispettare l' ordine cron,,logico per fare più presto. l. Il 7{,oma del 3 gennaio scrive: Un reduce di Villa S. Giovanni narra che il sindaco ebbe promessa di soccorso da un comandante di una torpediniera ..... E il soccorso arrivò come quello di Pisa. 2. Il corrispondente dell'Ora di Palermo (2 gennaio) scrive: Qualcuno ci aveva fatto sperare, ieri sera, un rifugio a bordo di qualche navè. Aspettammo nelle tenebre, nella notte, sino al tocco, inutilmente ». 3. Ali' Avanti (3 gennaio) si scrive: « Abbiamo interrogato altri reduci da Messina Tutti confermano cne turbe di superstiti, assiderati, morenti, nudi, invocavano disperatamente aiuto da Reggio alla nave« Sardegna» (1). Ma la corazzata se ne stav,t superbamente immobile e nessuna scialuppa si staccava per soccorrere cotanti sventurati imploranti soccorso. E mentre i disgraziati chiedevano aiuto . alla nave cadde un muro che ne seppelli dieci ! Solo allora si staccò da bordo una scialuppa-una sola scialuppa. Natural mente tutti volevano salirvi; molti caddero in mare, e a quelli che riuscirono a salire fu vietato l'accesso a bordo della nave. Preghiere, minacce furono vane ! Si chiedeva del pane. Ma inutilmente ». « Ma vicino alla « Sardegna» c' era la corazzata russa già piena, e da essa i bravi marinai russi che assistevano a quella scena, gettarono ai disgraziati pane, frutta, panni ». Questa fu la narrazione testuale che un reduce fece al Roma del giorno 2 a conforma del mio giudizio. Potrei aggiungere per averlo saputo da vittime del disastro che il comandante della Sicilia non permise che si scendessero le scalette per far salire i feriti; questi da ufficiali e da marinai - che io non ho contuso coi loro superiori - venivano fatti salire quasi di nascosto. Il comandante certo vedeva ; ma il regolamento forse non permetteva che fossero adoperate le scale che poterono adoperare i legni da guerra russi e • l • I 111g es1 .... • 4. Dal signor Giuseppe Battaglia , uno scampato dal pericolo, appresi che il comandante della Piemonte non volle ripartire da Milazzo per Messina perche ..... doveva fare la pulizia e mettere in ordine la nave ..... 5. Si vuole sapere come s'intende la disciplina della marina da guerra? De Felice narr~t nel « Corriere di Catania » del 31 dicembre : « Il colonnello De Stefano alla mia richiesta di aiutare coi suoi uom101 la liberazione di gente che invocava soccorso sotto le macerie rispose : « Ho ricevuto ordine di aspettare che lo stato maggiore tudii il piano di salvataggio generale , (,) Da un telegramma del comandante della Sardegna al Roma di Napoli, risulta che quella navt! è alla Speiia.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==