RIVISTA POPOLARE 663 Tutto è bene. Ma non pensate che questa raffica di reazione impedisca all'on. Ferri di dire al Bra sile con lo stesso successo che ha riportato uell'Argentina le sue conferenze _scientifiche. Il trionfo sarà più clamoroso. Ho detto che Ferri tornerà in Italia carico di quattrini, senza condividere però l'opinione di coloro che gli rimprovera no di essersi messo nelle mani di un imprese.rio. lo non saprei dirvi se Ferri sia rimasto addolorato sentendosi rimproverare a quel modo; ricordo soltanto che sere fa parlando egli a 400 connazionali che si erano raccolti nel salone della società Opet·ai Italiani per un banchetto di commiato offertodalle nostre associazioni di mutuo soccorso, acgli accennò al fatto dichiarando senza mezzi termini, francamente, di essere venuto in America anche pe1· fm· qualt1'ini - sicuro - perchè quando si è lavorato 25 anni in una viva lotta di pensiero si può aver diritto di chiedere un com_penso al proprio lavoro intellettuale. + E' difficile stabilire se in quattro mesi di permanenza in questo paese, durante i quali ha dovuto tenere una settantina di conferenza e almeno altrettanti discorsi assistendo a feste, ::i ricevimenti a banchetti dati in suo onore da Italiani da Argentini, egli abbia potuto rendersi conto di tutto, così da riportare una impressione esatta su quello che l'Argentina è: ma penso che pure essendosi dovuto sobbarcare a così enorme fatica egli abbia trovato il tempo di raccogli ere in questo suo viaggio tanto materiale di osservazione e di studio da poterne discorrere senza parere uno dei soliti improvvisatori. E penso che se le impressicni generali eh' egli può avere riportato sull'Argentina, hanno lo stesso sapore delle imrressioni avute osservando la colonia di cui ha penetrato lo spirito con un senso di verità assoluta, E. Ferri debba scrivere su questo paese un libro di critica serena ed obbie, tiva. Ho creduto utile per voi chiedere all' illustre uomo un breve colloquio per sapere cosa egli pensasse di noi e quali impressioni avesse riportato studiando ora da vicino la nostra vita ed eccovi il suo pensiero: Ho trovato la colonia italiana, mi ha detto Ferri, con una esagerazione e con un arresto di sviluppo in confronto agl'italiani che risiedono in patria. Per esempio, essi hanno un sentimentalismo pattriottico anzi presso alcuni si può dire patriottardico, che in Italia è oramai uno stato d'animo scomparso. Questo fenomeno naturale e simpatico si ~piega con la lontananza, quindi con un sentimento di nostalgia inevitabile specie in un popolo sentimentale come noi siamo. Ma quello che ho trovato di veramente arretrato in confronto all'Italia è prima di tutto la forma di associazioni le quali non hanno che il mutuo soccorso, cioè a dire un atteggiamento di associazi _n, e popolare primitivo che in Italia è stato supurato da forme più moderne, più complett ed efficaci, sopra tu. to nelle varie forme di cooperati ve. L' impressione di arresto veramente dolorosa è di aver trovato non solo in B. Aires ma anche nelle piccole città di provincia una cronica di unione fra gl'i taliani qui residenti, che li fa come cani e gatti e che mantiene di quà dall'Atlandico quelle divisioni regionali tra napoletani e piemontesi, trq genovesi e siciliani e via dicendo, che in Italia per fortuna va scomparendo e per la quale invano allora gli Er_,i dell'epopea italiana hanno lavorato per formare una coscienza unitaria. Dico unitaria non nel senso della uniformità, perchè. sono incancellabili ed utili le diverse caratteristiche psic logiche e sociali delle diverse regioni italiche, ma nel senso di una fraternità che francamente con mia dolorosa meraviglia ho visto essere mancante e molto rara tra gl' Italiani nell'Argentina. Questi due fatti sono il contraccolpo d, quello spirito di particolarismo individualista, che è uno dei caratteri del popolo italiano; il qu::ile, per esempio, non ha quel meravigl:oso spirito di nazionalità che costituisce la forza dei tedeschi. Per questa disunione tra italiani e per un certo loro sentimentalismo per il quale non si fanno cittadini argentini e pur rimanendo lontani dall'Italia a cui non possono giovare non partecipano nemmeno alla vita pubblica di questo paese che è la loro seconda patria e per moltissi,ni di essi 'il lot·o domicilio definitivo, avviene che gl'ltaliani nell' Argentina sono come dei pesci fuoc i d' acqua: inutili all'Italia che è troppo lontana, poco considerati nell'Argentina a cui sono moralmente estranei. Questo stato di cose però è smplicemento ingiusto oltre che, irragionevole, perchè viceversa gl'ftaliani nell'Argentina hanno compinto e c...m. - piono da molti anni una meravigliosa opera di civiltà e di lavoro, dall'agricoltura al commercio, dall'arte alle proféssioni Ùbera j_ Ed io ho sentito da molti Argentini intelligenti ed imparziali dichiarare franca. ente che una gran parte della ricchezza dell'Argentina è dovuta agl'italiani, specialment~ per quel che riguarda l'agricoltura. Infatti me ..tre gl'Inglesi hanno portato nell'Argentina parecchi milioni di st rline costruendo ed esercitando strade ferrate o tecnicizzando l'alleva- _::ento del bestiame (e così in proporzioni minori si può dire dei tedeschi e dei francesi) gl' Italiani invece nella loro massima parte oltre il commercio di esportazione e d'importazione hanno compiuto una meravigliosa trasformazione della Pampa primitiva in opulenti campagne traboccanti di fru. mento, mais, lino, erba medica, oppure creando la viticultura , per 1:1 quale ad esempio nella provincia di Mendoza gl' Italiani come proprietarii o come industriali o come vignaroli sfruttano la maggior parte dei 30.000 ettari di vigneti irrigni che c?sti_tuiscono la ricchezza immensa di quella provincia. - Per togliere ovunque questo contrasto tra le benemerenze dei lavoratori italiani ossia la loro condizione sociale - ho domandato all'on. Ferriella crede necessario che i nostri con nazionali debbano cambiare completamente i criteri della loro partecipazione allo sviluppo di questo paese? - Certamente. E credo che in Italia le masse dei lavoratori emigranti come i capitalisti che abbiano spirito d'iniziativa e di espansione commerciale-e così pure il governo italiano direttamente o a mezzo dei suoi agenti diplomatici e consolaridebbano adottare verso la Repubblica Argentina una linea di condotta completamente diversa da quella tenuta fin qui e che io mi propongo di esporre e di precisare dalla tribuna parlamentare e con un libro che scriverò appena tornato in Italia ed appena che io abbia avuto il tempo di ordinare e digerì re l' immenso materiale di osservazioni personali, di documentazioni statistiche, di pubblicazioni sociologiche da me raccolto in questo viaggio, che sono felice di avere compiuto, perchè oltre il compenso finanziario che mi ha donato, oltre le grandi soddisfazioni del successo veramente insperato, così a Bueuos Aires come nelle provincie, mi ha dato modo come italiano e come scienziato di vivere, in una specie di osservatorio sociale in
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==