Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 24 - 31 dicembre 1908

660 RIVISTA POPOLARE pella classe più danarosa e pm potente nelle finanze; invece subisce tuttora le influenze prevalenti dì un ceto sociale che appartiene ad una economia del passato; in questo senso l'Impero Germanico è senza dubbio da considerarsi come la negazione di uno dei caposaldi della teoria marxista.. Volete ]a formula più breve delle crudeli contraddidizioni che travagliano unà delle nazioni più civili del1' Europa? ve la dico con una sola parola : Guglielmo Secondo, o, per dirlo con una felice variante niceforiana : GuglieJmone. Mai l'idea monarJhica ha trovato, da Luigi XIV in poi, un sovrano maggiormente convinto della bontà di questo principio come Guglielmo II. Egli spinge la sua coscienza della elevazione della vocazione sovrana al punto di tenersi - come il Papa - per uno strumento di Dio, per mezzo del quale l' onmpossente manifesta la sua volontà agli uomini. Guglielmo rappresenta, in pieno ambiente industriale moderno, il prototipo del dinasta riell' antichità orientale. Egli si crede responsabile non dinanzi agli uomini, ai sudditi, ma solo innanzi a Dio ed alla propria cose1enza. Egli scrive io un albo di ·una grande città che visita : Sic volo , sic jubeo; in un'altra volta : lex suprema 1·egis voluntas. La sua mania eccentrica non conosce limiti: egli qualifica l'esercito « i miei soldati> la magistratura e i giudici miei; attribuisce all'arte e l'alto compito di illustrare la storia della Mia Famiglia .,. Secondo il modo di vedere di Guglielmo il mondo intero non è stato creato se non a scopo di dar maggior rilievo alla sua augusta maestà. Questo concetto ha reso Guglielmo temerario in tutti i campi dell'attività moderna. Essendo intimamente convinto della esistenza di uno stretto nesso che corre tra il monarca e il padre Eterno , egli si accinge , cava.liere moderno sans peur et sans reproche, di occuparsi di tutto e di tutti, di decidere tutto in persona , dal nuovo regolamento della cavalleria ai monumenti che non sono erett,i ai suoi avi nelle città principali conforme agli ordini suoi e non possono essere inaugurati prima di essere da lui giudicati e esaminati rispetto al valore artistico e che non hanno ricevuto il permesso. Quando egli, appena giunto sul trono, scacciò via a furia di pedate, il vecchio Bismarck, Guglielmone proclamò a squarciagola di voler essere il suo propri" canceJlìere (primo ministro). Coll'andare degli anni egli ha finito di essere il proprio impresario teatrale e il suo proprio giornalista. Il suo popolo si è talvolta lamentato che egli non tollerasse alla sua corte che gente divertente e a cui piace di divertirsi, ma priva di cognizioni e di serietà. Soltanto questo giusto lamento non riesce a far cambiar rotta all'egregio uomo, il quale se sceglie come amici delle nullità e degli arlecchini qualunque, è ben conscio di quello che fa, essendo esso convinto che non occorrono consiglieri a colui che è in corrispondenza diretta con Dio, onnipossente ed onniveggente. Guglielmo è un semidio come Lorenzo dei Medici, ma è un Lorenzo dei Medici andato a male o senza gusto. E noto il suo amore sviscerato per il fasto, per qualunque fasto, specie se riveste forme storiche che fanno a pugni colla scienza storica egli fa ricostruire antichi castelli romani in stile medioevale • tedesco o castelli del Medioevo tedesco in istile romano; ha una propensi ne per lo splendore delle divise vistose, che gli fa ca.mbia.r dieci volte al giorno i I vestito, facendolo presentare al pubblico, a vicenda, nelle più diverse uniformi di ussero .bleu, verde, rosso, ca.stagno; di dragone, di corazziere, di marinaio, di feldmaresciallo e che lo spinge perfino ad indossare la divisa inglese per farsene fare un ritratto ad olio. Si è detto che Gup;lielmo è militarista, ed è vero nel senso che l' imperatore si mostra al pubblico sempre in divisa e attorniato da un numeroso seguito di ufficiali di tntte le armi. Ma è vero altresi che Guglielmo ama nell' esercito sopratutto lo sfarzo. È infatti comprensibilissimo che un individuo innamorato come lui di tutto quanto fregia. e riluce, preferisce le divise multicolori e elaganti alla brutta uniformità degli abiti neri borghesi; moda, creata, d'altronde, da quella stessa rivoluzione francese che ebbe cosi scarso rispetto per le teste coronate. Lo vidi ultimamente a cavallo a Wiesbaden . nei paesi renani, sua città prediletta, all'occasione di una rivista militare. Indossava Ja divisa di generale dei corazzieri, portava la corazza scintillante; aveva sul capo l'elmo con sopra una immensa aquila d'argento ; teneva nella mano destra il bastone da maresciallo appoggiato sul cavallo, nell'atto di un vecchio trionfatore romano. Ma l'atteggiamento generale del Kaiser era stanco, l'occhio spento, Ja faccia gonfia. L'a.ssieme destava in me piuttosto sentimenti di misericordia che un sentimento di ribellione contro tanta baldanza bellicosa e autocratica ; prevaleva in me l' impressione di trovarmi non di fronte ad un vincitore sang ·1inoso , ma ad un impotente pazzamente vanitoso e la cui vanità non riesce a cancellare daì suoi tratti l'immanente impotenza. Un imperatore della Cina camuffato da Luigi XIV di Francia. Ma non si deve dimenticare l' esame dell' ambiente quando si parla del prodotto. La Germania non è un paese di marmo come l'Italia, o di granito come l'IughiJi--~rra e la Francia; è un paese di stucco. Lt'I. sua gloria data da quarant'anni appena, mentre la sua ambizione è sterminata. Ora la Germania non ha ancora trovato nè il tempo per abituarsi alle sue furie ed alle sue previsioni nel mondo; né dare alla ~sua ambizione una forma aristocratica. Non desta quindi nessuna meraviglia se il tratto più sagliente del carattere di quest'imperatore di una borghesia pm·venue è la sola assoluta mancanza di misura e di buon senso, che mescolasi stranamente col suo gusto smisurato per lo sfarzo. Nelle manovre ama eseguire splendidi attacchi di cavalleria, la sua arma prediletta. Questi attacchi portano l'impronta di ciò che alcuni vogliono chiamare la sua genialità : nel caso di guerra cotali attacchi non la.scierebbero vivo neanch'un solo cavaliere. Ma Guglielmo non se ne dà pensiero. Se nell'arte egli usa manifestarsi come militaristail suo poeta favorito è un capitano verseggiante - cosi egli si dimostra artif:lta nelle cose di guerra, Ohe

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