R I VI S T A P O P O L A R E 657 A chi meno si lascia impressionare dalle contingenze del momento lo spettacolo offerto dai monarchici del collegio di Biandrate non potrebbe che suggerire melanconiche riflessioni sulla decadenza dei costumi politici di una ragione che godette fama sin~ra di averli ottimi. Il pessimismo , che ne scaturirebbe, però, sarebbe abbastanza compensato dalla prova di altissima educazione politica che avrebbero dato gli elementi più avanzati del collegio di Biandrate. L'ottimismo prenderebbe decisamente il sopravvento se una lettera di Don Romolo Murri diretta a Leonida Bissolati rispondesse interamente alla • realtà. Il capo autorevole e simpatico della Democrazia cristiana, infatti, prendendosi la rivincita contro il Meda dell' Unione , che nega importanza alla Lega democratica nazionale , riaffermatasi nel Congresso di Rimini dello scorso settembre, afferma che essa sarà l'arbitra del risultato nelle prossime elezioni generali almeno in cinquanta collegi, nei quali i giovani della democrazia cristiana possono mettere insieme dai 200 ai 500 voti. Quello che possano duecento elettori tra due partiti a forze uouali t, • ' soggiunse Don Murri, lo ha provato la lotta di Bian<lrate. Dove sono stati i socialisti cristiani a far tracollare la bil:rncia dal lato del socialista Campanozzi. Ciò essi hanno fatto non per bizze personali, non per volgare opportunismo, non per interesse di campanile. Ma per principio e in omaogio all'esplicito deliberato del Congresso <li RiminL Infatti nel Congresso di Rimini (8 settembre) fu votato un ordine del giorno Tortonese, la cui seconda parte dice: « nelle elezioni politiche e am- « ministrative delibera di escluderein modo assoluto « la adesionealle candidature clericalee clerico-mode- « rate, lasciando alle sezioni (ali' infuori di tali li- « mitazioni) la più ampia libertà di azione purchè e< la tattica venga di volta in volta deliberata e « venga approvata dal Consiglio direttivo ». E nella circolare inviata dal Consiglio direttivo alle Sezioni e ai soci della Lega nazionale sulle elezionipolitiche si danno queste esplicite istruzioni: « Criterio ge- « nerale fissato dal Congresso è: combattere l' al- « leanza clerico-moderato e appoggiare i candidati « d~lla demo~razia o quelli che promettono mag- (< g10re onesta personale e larghezza di vedute so- <, ciali nella vita pubblica ». La lotta nel collegio di Biandrnte è stata la prima, nella quale la Democrazia cristiana ha potuto mettersi alla prova e riconfermare a fatti i deliberati del proprio Congresso. Ed essa ha risposto come meglio non si poteva sperare ; poichè precisamente l' avvocato Tortonese eh' era stato l' oratore per la parte politica nel Congresso di Rimini e vi aveva difesa la tattica favorevole alla democrazia in tutte le sue gradazioni nelle lotte elettorali, nella settimana che precedette il ballottaggio percorse il collegio di Biandrate raccomandando il nome di Campanozzi. L'Avanti, pubblicando la lettera di Don Murri che illustra la tattica adottata teoricamente neÌ ~ongresso di ~irn~ni ~ messa sinceramente in pratica nel collegio d1 Biandrate, si rallegra del fatto che , se si ripeterà uniformemente nelle prossim; elezioni generali, darà un con tributo alle forze democratiche in parecchi collegi. Di che ci rallegriam» anche noi , specialmente c_o~e di un indice di educazione e di sincerità po- !it1ca, che contrappesa e compensa la spiegazione m senso inverso del Molinista del Corrieredella Sera. Questo contributo della democrazia cristiana nelle pr~ssim~ _elezioni ~enerali sarà tanto di guadagnato pei paruu popolari, per quanto in noi, sino a prova contraria, rimanga in fondo ali' animo uua dose discreta di scetticismo sulla sincerità dei democratici cristiani di certe regioni. La tattica della democrazia cristiana, anche se si dovesse fare la tara alla valutazione delle forze data da Don Romolo Murri nella lettera all'.Avanti petrebbe essere il reage_n~eco_rrosivo,_~he scioglierebbe la vernice d'ipocnsia dei cattolici che sono gia alla Camera e dei tanti che vorrebbero entrarvi col concorso di Giolitti e colla bentdizione di Pio X. .C?m~ sad &iudicata, però, la condotta di questi cnstlam, che c1 tengono ancora ad essere considerati come cattolici, dal capo del cattolicismo ? Non ci può essere alcun dubbio per noi : l' antico patriarca di Venezia, l'amico di Macola, è più reazionario che cristiano. Lo abbiamo rilevato in occasion~ delle elezioni ger.erali del 1904 ; nel 1909 non crediamo ehe saremo smentiti. E Pio X tollererà tranquillamente l'attitudine francamente democratica della Lega nazionale? Non c' è alcun precedente che possa· accred~t~r~ questa ipotesi: Pio X che ha già sospeso a divinis Don Romolo Murri per le sue fìsi_m_er:eligiose finirà collo scomunicarlo per le sue opimoot e per la sua azione politica antireazionaria. E allora avverrà nel seno della democrazia cristiana una irreparabile scissione: quelli che sono più democratici che cristiani passeranno al socialismo tout court ; gli altri più cattolici che democratici, resteranno nelle fila della reazione cattolica ubbidiente al Papa e all' occorrenza anche al ministro dell' Interno se questo, dimentico della missione della Terza Italia, stringerà l'alleanza colla istituzione , che dell' Italia è stata la nemica irreconciliabile. Sarà tanto di guadagnato, ripetiamo, per la sincerità polica , perchè allora due grandi blocchi si troveranno di fronte: il blocco reazionario e il blocco democratico La rivista La rivista esce con enorn1e ritardo sia per il disastro di Calabria e Sicilia , sia per i molti giorni festivi delle scorse settimane. In questo numero, per dar posto alla tragica attualità non hanno potuto includersi parecchi articoli che pubblicheremo nel numero venturo, tra gli altri: N. CoLAJANNI : ..Alla vigilia di una crisi economica - Un grave problema sanitario - U. SERPIERI : Restaura~ionedella Foreste - SHERIDAN : Salari ed ore di lavoro - V. GALANTE : La questionedella magistraturain Italia.
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