Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 24 - 31 dicembre 1908

654 RIVISTA POPç>LARE di una città offrono alle donne di loro conoscenza. E bisogna che la rapidità delle punizioni, e la severità del le pene introduca nel popolo il concetto che la vita è sa· era, e che la giustizia colpisce rapida, inflessibille, severa chiunque vi attenta. Che il reo, sia egli l'ultimo od il pdmo dei cittadini, non ha dinanzi alla giustizia altra posizione che quella di reo, che ha diritto alla difesa; ma alla stretta difesa, e non più. Noi Italiani ammiriamo, e citiamo volentieri l'Inghilterra : ma non sarebbe male che ci ricordasRirno a proposito di tribunali inglesi di due fatti, ànzi di tre: 1 ° che un accusato sullo spazio massimo di tre mesi è assoluto, o impiccato, o mandato in galera ; 2° che nulla di cio che non è strettamente attinente ai fini dell'accusa o della difesa nel fatto specifico può entrare nel processo (in un « Processo Cifariello • Inglese la Titina, la coda del cavallo, il moro, la vita H Passs,u, uon avrebbero potuto entrare in uessun modo); 3° che chi uccide - salvo che nel caso di leggittima difesa - è punito sempre: più o meno gravemente sì, con la corda o con la galera, ma è punito : sempre. E questo vorremmo vedere entrare negli usi della nostra magistratura. Rapidità di istruzioni, e per conirnguenza semplificazione delle ricerche limitate al solo fatto in questione; rapidità di giudizi, e per conseguenza limitazione della durata delle arringhe degli avvocati , e delle citazioni di testimoni; e punizione del reo - qnando reo - sempre. Altrimenti noi andremo alla glorificazione della delinquenza. Si veda un po' : a Campobasso, Cifariello esce libero, esce libero il De Bisogni a Salerno come a Milano usci libero l'Olivo e l'avvocato Paternos'ter - ch'ebbe Ja splendida idea di levarsi di torno il seccante maritose la cava con sette mesi di carcere - attenuati dalla legge del perdono. - Se avesse ucciso era qua~i certo di uscirne libero anche lui. Ora è possibile ciò? Si può chiamare civile nn popolo dove quattro rei, confessi di uccisione gli uni e di ferimento grave l'altro, non subisrono .pena, o ne.-s.ubiscono una inadeguata al delitto? Ma il Pa ternoster tornerà alle sue gioie ed alle sue ambascie amorose - visto che il terzo incomodo si è ostinato a .vivere; il Cifariello, dopo il calcio dell'asino dato ai posteri senza cravatta tornerà al suo studio ed ai suoi :uarmi : e forse, l'uno giudicherà in processi pt:w adulterio; e all'altro cadrà in sorte di scolpire, per il monumento della terza Italia, la statua della giustizia: e tutti e due sapranno bene di essere i simboli viventi di uu' epoca marcia di sadismo, di bestiaìità ~ di ciarle: e l'opera loro di giustizia e di arte sarà la rappresentazione genuina e pura dei concetti sociali che governano, in questo momento, il nostro disgraziato paese: e continueranno a generarlo ancora, poicl.-è noi sappiamo bene, disgraziatamente, che noi e quanti altri hanno protestato e:protestano contro le assoluzioni stupide di maschi che contro la don_na affermano il loro diritto di uccidere, sono e siamo vox clamantis in deserto. • Ed intanto la famiglia si disorganizza, ed in nome dei sacramenti non si vuole in Italia la legge sul divorzio : ciò che, almeno, sarebbe in molti casi una soluzione che renderebbe inutile il delitto. + Fanatismo di reazionari. -Uno squilibrato, un certo Ma ttis, ha voluto arrecare oltraggio al presidente della repubblica francese Fallières. Non ci sono dubbi sul colore politico di questo disgraziato: egli è monarchico, nazionalista e per sopras8ello fa parte del cosidetto sindacato dei gialli, che in ltlllia volgarmente si chiamano crumiri. Le pubblicazioni che gli si souo trovati addosso ed a domicilio provano che egli era saturo sino ali' inverosimile dell'odio contro le istituzioni repubblicane e contro coloro che le rappresentano. Più che di un attentato -contro Fallières non si è trattato che di un oltraggio! perfettamente analogo a quello che gli aristocratic 1 organizzarono contro Loubet. Allora non riuscirono che ad ammaccare il cappello del Presidente , oggi il Mattis si è limitato a strappargli qualche pelo della barba. I cercatori di cospirazioni vorreobero vedere nell'atto insano un episodio di una cospirazione monarchicia; si arriva sinanco a metterlo in rapporto colle carnevalesche dimostrazioni di una parte della studentesca parigina contro il Professore Thalamas che ha il torto di essere un sincero anticlericale ed ha il coraggio di proclamarsi tale. Ma è evidente che si tratta della manifestazione di un esaltato, che è stato aiutato dall'ambiente monarchico e n' è il prodotto gen11ino. Noi non ce ne meravigliamo, nè vogliamo renderne responsa biìi i monarchici francesi , siano orleanisti. siano bonapartisti. Non possiamo ammettere, però certi confronti, che dovrebbero servire di attenuante all'individuo e ai partiti , che involontariamente lo hanno suggestionato. L'ammirazione nou si scompagnò mai" dai regicidi che nella loro esal kzione credettero di liberare la patria, l'umanità da un Re assoluto, da un Re dissol11to e corrnttore, e.he non si µoteva eliminare in altro modo che col pngnale o colla bomba. L'attentato coo.tro il Capo di uno stat0 perfetta.mente libero e libers.mente eletto dai propri concittadini , i cui poteri spirano a tempo determinato , non ha scuse : chi lo compie o è malvagio o è pazzo; più pazzo che malvagio. Non può aspirare, nella migliore delle ipotesi, che alla commiserazione. - Un u I ti ma narola. Un giornale monarchico italiano ba messo in ridicolo il Mattis e il suo ambiente reazionario ; ma ha cercato di riversarne un poro sul Presidente Fallières, perchè egli non è rimasto vittima che.... di una graffiatura. Sangue abbondante ci voleva per rendere serio il capo della repubblica francese l.... Ma che colpa ha il Fallières se i monarchici francesi sono talmente degenerati che non sanno arrivare nemmeno al delitto tragico e sanno imbragarsi soltanto nella pochade criminosa ? + La Russia difende..... Il buon diritto Y - La nota della Russia ali' Austria e il discorao d' Iswolski alla Douma costituiscono il grande e minaccioso avvenimento della scorsa quindiciua. _Si sapeva che nell'Impero degli Czars c'era del malumore e il ritardo nel rispondere alla nota austriaca non era 1m buon segno; ma pochi si attendevano che la risposta venisse tardi si, ma sempre in tempo per fare rannuvolare il mondo diplomatico e disturbare il Natale e Capo d'anno di Francesco Ginserpe, del suo degno fnturo successore e de] docile loro strumento, d' Aeren thai. La Russia dice che un trattato non può essere modificato che da coloro che lo hanno sottoscritto; l' Austria , quindi , è venuta meno al le convenienze e alle norme di diritto internazionale lacerando il trattato di Berlino colla sua azione unilaterale; d'onde la nRcessità della Conferenza che esamini l'annessione della Bosnia ed Erzegovina e decida snll' assetto balcanico. In fondo si sa che la Rassia vorrebbe consegui~·e l'autonomia delle due provincie sottratte alla Turchia nel 1878, come un minimum, cui dovrebbe conseutire l'Impero degli Absburgo; proposta che la Russia presenta in forma blanda ed eufemistica della nuova situazione delle proviucie annesse da precisare. Ma i governanti austriaci non vogliono saperne e i giornali di Vienna fanno la voce gros~a contro la Russia, protestando contro la sua intromissione nelle cose inte'rne dell'Austria .... Qui la sfacciataggine della stampa austriaca, che rispecchia il pensiero della Corte asaume proporzioni veramente grottesche. Asserire che l' annessione della

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