642 RIVISTA POPOLARE Quale è la genesi vera della crisi delle pigioni a Roma? La mancanza di appartamenti a prezzo normale I A Roma mancano oggidì 30,000 camere ed i quartitri disponibili si affittano a prezzo di monopolio. Ed il male si accentua di più. Si prendano disposizioni - serie e pratiche - pe,· costrurre rapidamente da 50 a 60,000 came1·e e per affittarle a pre:r,o di costo e tosD si vedrà l'azione loro sul mercato. Piazza d'Armi è quella che meglio si adatta a questa grande intrapresa economica e sociale, a questa nuova e benefica politica delle abitazioni, da parte del Comune e del Governo. Ed è forse perciò che i migliori progetti per la costruzione di Piazza d'Armi sono sempre avversati da coloro che hanno interesse ad impedire il ribasso dei fitti in Roma. E quindi evidente ehe il successo o l'insuccesso della nuova politica delle abitazioni, che Roma così ansiosamente attende dipende dalle decisioni che si prenderanno circa Piazza d'Armi e dalla energia colla quale saranno attuate. Si è detto che il i>rogetto sottrae circa 200,000 mq. alla fabbricazione privata per darli ai Ministeri. E' vero ma si è dimenticato che gli stessi ministeri trasferendosi a Piazza d' Armi lasciavBnolibere da 7 ad 8,000 camere nel!' in terno di Roma, cosicchè ie aree riservate ai Ministeri costituivono un eccellente mezzo per sfollare il centro. E soprattutto non si è tenuto presente, che portando a Piazza d'Armi gli uffici per 4 a 5,ooo impiegati, si attirauo verso quella zona, ora disabitata, migliaia di famiglie, ciascuna delle quali lascia libero un appartamento in Roma vecchia a benefizio di tutte le classi della popolaztone I Si può calcolare che gli impiegati di un Ministero possano senza eccessivo disagio abitare entro un raggio di 1,500 a 2,000 metri dal loro ufficio. Con buoni mezzi di comunicazione, con tramvie rapide ed a mite prezzo, tale raggio di abitabilità ai può estendere a 4 ed a 5 chilometri. La Commissione Reale per la questione delle case a Londra lo calcola fino ad 1 1 o 1 2 chilometri. È quindi evidente che l' obbiezione non ha alcuna base, a meno che non venga da coloro cht! combattono il progetto, appunto perchè sentono eh' esso sarebbe di grande efficacia coni ro il rincaro dei fitti. Si è detto che non risp::m:ie allt! buone norme dell' estetica o della edilizia il costrurrl! alti edifizi sulla fronte di un fiume o di un quartiere; che bisogna cominciare con edifizi più bassi verso il fiume e andare satendo colla maggiore altitu - dine del terreno, verso la collina. Ma questa obbiezione era già stata da noi prevista, quando fino dal 16 luglio scrivevamo che « da! punto di vista estetico sarebbe stato preferibile erii gere questi palazzi (dei Ministeri) in località più elevata, sul (< pendio di Monte Mario: ma la lontananza loro dai due rami ~ del Parlamento toglieva ali' idea ogni ca,·attere pratico 11. Sarebbe stata infatti una vera eccentricità che per costrurre dei Ministri, che devono necessariamente sorgere in conveniente vicinan 1 a del Parlamento, si fosse andati a Monte Mario, quando si aveva disponibile la splendida fronte del Tevere di Piazza d'Armi I Critiche siffatte mancano di ogni spi rito di praticità. Del resto, l'esempio delle maggiori citts pare fatto apposta per condannarre questa tesi, A Parigi, sorgono sulla sponda si. nistra della Senna : iI pelazzo del Municipio (Hòtel de Ville), l'imponente palazzo del Louvre, che ricorda il nostro Ministero delle finanze, e persino il recente Grand Palais des Be aux Arts. Sulla sponda destra abbiamo la Camera dei depuputati e l'Istituto di Francia. Il Palais de Justice è fra i due rami del fime, come pure NJtre D'.lme ! A Londra è sul Tamigi il grandioso e splendido palazzo del Parlamento e lì vicino sono ora sorti imponenti Hòtels, quale il Ceci!. A Buda-Pest, il palazzo del Parlamento, uno dei piu recenti e grandiosi del mondo, fu testè costrutto sul Danubio, quando si aveva una infinità di altre aere, tra cui scegliere. A New York la fabbricazione lungo il fiume ha preso proporzioni colnssali : non pochi dei celebri sky scrapers o grat - ta cielo, che sono quanto di più moderno esista nell' archi. tettura mondiale, si specchiano nelle acque dell'Hudson. Possiamo quindi con animo tranquilto costrurre i nuovi edifizii pubblici sulle rivt: del Tevere, persuasi che nessuno, che abbia visitate le grandi metrodoli del mondo, ne risentirà of fesa anche nei sentimenti artistici ed estetici più squisiti. Resta le disposizioni delle vie e delle piazze. E queste sono già tracciate nel progetto Calderini. Senza il riordinamento dei pubblici uffici il Governo continua ad essere uno dei fattori principale: del rincaro delle pi - gioni. Ma è bene avvertire che all'inizio dei lavori di Roma mode1·na non occorre affatto attendere che lo Stato costruisca i seoi edificii. Una volta tracciate le aere, da riservarsi allo Stato, la fabbricazione dellt: case di abitazione procederà sulla restante parte: se, col tempo, lo Stato non si deciderà a costrurre, il terreno res1erà Jibero e sarà allora il caso di disporne in altro modo. Il concetro fondamentale a cui s'inspira Roma moderna è di costrurre un quartiere che risponda ad un pensiero di praticità, di benl!ssere popolare, di bellezza e di arte. Roma moderna è anzitutto un concetto eminentemente pratico, in questa lunga e infeconda discussione sulle pigioni che dura da anni e nella quale si sono fatte molte parole e poche case. In Italia abbondano gli spiriti utopistici e dottrinarii, che non riuscendo a comprendere le cose pratiche e reali, le battezzazo per utopie. A costoro - che spesso sono i più-Roma moderna non appare, che come una visione od una fantasia, forse perchè essa è sopratutto una soluzione p,·atica. Roma moderna è pratica perchè riunisce e riordina una parte dei servizi dello Stato, sen1a alcun agg,.avio per le pubbliche finan-te. Roma moderna è pratica, perchè non rappresenta alcun aggravio a carico del Comu11e, che per le sue fi11anze disat!iate mal potrebbe sopportarne. Roma moderna è pratica, perchè sfollando circa 8,000 camere ora occupate in Roma vecchia dei pubblici uffici - di cui 5,ooo circa prese ad affitto ad alto prezzo ! - arreca un corris~ondente sollievo alla pressione dei fitti. Ma il sollievo maggiore verrà pure dal fatto che circa 8,000 impiegati, ora costretti ad abitare, colle loro famiglie, in Roma vecchia ed a sottostare a continui rincari di fitti, potranno migrare verso i nuovi qu0rtieri di• Piaiza d'Armi. Cosi si migliora ad un tempo la condizione di chi resta in Roma antica e di chi ne esce. Roma antica è pratica, perchè la sua vasta aerea, piana, di 1,600,000 metri quadrati, si presta ottimamente - come ebbe ad affermare l'eminente ingegnere comm. Di Luiggi-alla immediata fabbricazione di oltre 100 mila camere per affitto ai privati, quante appunto ne occorrono per vincere nei prossimi anni la crisi delle pigiooi in Roma. Se Genova in pochi anni - grazie sopratutto ad una mirabile fioritura di Società coo • perative - ha costrutta un'intera città, bella, graziosa e moderna, luugo il Bisagno, perchè Roma non può edificare un nuovo quartiere lungo il Tevere, in condizioni assai più facili e migliori? Roma moderna è pratica , perchè dovendo essere interamente sottratta alla speculazione privata , essa presenta la possibilità della casa a buon mercato, che costituisce la base prima di benessere popolare. Roma moderna, si presenta come un potente fattore nella soluzione del problema, con le roo mila camere da costruirsi da pubblici enti, dall'Istituto delle case popolari per gl'irnpie• gati del Comane, dall'Istituto delle case degli impiegati dello Stato e da altre associazioni cooperative che devono necessariamente sorgere in Roma, come prosperano altrove. Questa è la via pratica che bisogna seguire con persistente continuita d'azione. Si è perciò che, persuasi di fare opera eminentemente moderna, vantaggiosa e pratica, noi propugniamo in modo assoluto la continuità dei pubblici uffici, come nd progetto Calderini. con ed;ficii che vorremmo veramente belli e moderni, elevati a sei piani, con numerosi ascensori e opportunamente collegati fra di loro da passaggi coperti sotto terra e da ponti sospesi. Il governo che saprà attuare una tale idea, pur giovando al bilancio dello Stato, avrà reso il più grande servizio ali 'Italia ammistrativa. La cooperazione dev'essese la forza principale per riuscire in questa grande impresa; e che si possa riuscire lo dimostra splendidamente in Italia l'esempio di Genova. In Roma vi è la possibilità di costrurre ed affittare cas.; per gl'impiegati dello Stato. del Comune, per i professionisti, e per i cittadini della media borghesia in genere, ad un preno inferiore di un ter,o o di una metà a quelli correnti. A Genova co:. e a Roma, lit cooperazione è perfettamente in grado di affrontare e risolvere il problema del rincaro 'delle pigioni, nei suoi aspetti tecnici ed economici, purchè sia assistita dai pubblici poteri - Comune e Stato - nelle due maggiori difficoità contro !e q•~ali essa lotta : le aere e la raccolta dei capitali. Non si dom" ,dano concessioni onerose, nè a carico del Governo: ai invoca s !tanto quella illuminata politica delle abitazioni che non costa una lira ai co11tribuenti e che specialmente in Belgio ed in Germania dà ogni giorno i più felici risultati. Infatti i cardini fondamentali della politica dellt! abitazioni dei Comuni e degli Stati della Germania , si possono così riassumere : 1° Gli aiuti dello Stato e del Comune sono esclusiva - mente riservati agli enti pubblici ed alle società cooperative,
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