Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 23 - 15 dicembre 1908

640 RIVISTA POPOLARE naturale che la Bulgaria ne cerchi l'aiuto ed agisca come sua sentinella avanzata alle parti della Russia. E si capiscono anche bene le gelosie della Russia, e perchè l'Austria galvanizzi il movimento Pan Slavista dal settanta come una forza reale nella pubblica opinione e nella diplomazia. Ed è asgai •probabile ehe questo l'legletto movimento pensi di far procedere gli interessi suoi con la guerra. C'è la persuasione che fra i moderni popoli sia esso il più atto fattore di guerra. Una guerra fortunata avrebbe per risultato l' umiliazione dei due regni Serbi che ora stanno facendo rinascere l' ideale di una nazionalità Serba indipendente. Spezzerà il nuovo regime in Turchia , risusciterà il caos in Macedonia , e riaprirà la marcia verso Salonicco nella quale i Serbi saranno assorbiti. Non si può dire che il pericolo di questa situazione sia pas · sato. E' vero che il vecchio Imperatore ha , alla fine, agito energicamente in senso inverso dall'aiione del suo erede, che lo Tsar ha riprese le relazioni con la corte Viennese , e che la Turchia comincia a manifestare segni di rilassamento del boicottaggio ; ma questi buoni sintomi non ci fanno ancora vedere prossima la conferenza. Ed una conferenza non può forzare ltl pace. 11 solo accomodamento possibile sembra la costituzione di uno Stato Serbo che serva da cuscinetto e da barriera alla avanzata austriaca. Il Germanismo poteva avanzare nei Balcani solo saltando un fosso ; ma questa nuova idea Austriaca ha ben altre e più persuasive forze in suo favore. E', dopo molti secoli , il risveglio della perenne lotta dei latini e degli orientali , con questo di più pericoloso, che non è soltanto una lotta di religione, ma altresì di razza. ( The Nation, 5 dicembre 1908). + Henry W. Nevinson: Note su i Balcani. - Quando tornando da Costantinopoli , due anni fa , l' autore annunciò che la Turchia si riformerebbe da se , gli fu riso in faccia : perfino il Congresso dei Giovani Turchi riunito a Parigi il dict!mbre dell' anno scorso non attrasse che ·l' attenzione di pochi. Le potenze continuarono le loro inette riforme , ed in Macedonia le razze si trucidavano a vicenda. L'Inghilterra si era accordata con la Russia per consigliare come estrema misura un massacro Turco dei massacratori, quando improv• visamente a luglio il mirscolo avvenne. Abdul Hamid proclamò la costituzione ed in sei settimane, il più incredibile miracolo della storia fu compiuto. Ma le « potenze più interessate » non sorrisero. Se la Turchia non marciva più non cadrebbe mai. Quando i parenti discutono il testamento di un moribondo è molto imbarazzante se costui rientra in mezzo a loro rimesso in salute per almeno venti anni e le loro felicitazioni per la ricuperata salute saranno sempre un po' agrodolci. L'unico passo falso fatto dai Giovani Turchi , fu l' esclusione del ministro dt!lla Bulgaria da un banchetto ufficiale. La Bulgatia afferrò subito l'occasione, richiamò il suo ministr.o, occupò la ferrovia orientale Turca ed il principe Ferdinando con l'appoggio dell'Austria si dichiarò Tsar di un paese indipendente e la lotta per i possessi turchi incominciò. La Bulgaria aveva· qualche attenuante, è quasi esclusivamente slava di razza: ha antiche tradizioni di indipendenza ed indubbiamente aveva molto sofferto sotto il vecchio regime turco. Ha il più formidabile esercito dei Balcani e se la guerra fosse stata dichiarata, in tre giorni sarebbe stata assai vicina a Costantinopoli. Se l'Inghilterra non avesse mandato la sua flotta a Lemmo, quasi certamente la guerra sarebbe stata die hiarata, e la sarebbe stata anche a metà di ottobre se I' ln - ghilterra, all'unisono della Francia e della Russia, non avesse agito a impedirne lo scoppio. Una tale guerra sarebbe stata non solo un errore politico, ma anche un oltraggio alla libertà. 11 pericolo per la Bulgaria non è la Turchia ma la Russia, e la Turchia è la sua naturale alleata contro quest' ultima. Con la sua impaziente aggressività la Bulgaria tirava le castagne dal fuoco forse per la Germania e la Russia , certamente per l'Austria. Il giorno in cui la Bulgaria si dichiarava indipendente I' Austria si annesse le provincie Turche Bosnia ed Erzegovina dando come compenso senza valore lo sgombero del Sangiaccato. Così facendo l'Austria insultò la Turchia e sfidò l'Europa. Ma il vero pericolo della situazione sta va nello spirito delle provinvie stesse, e nello scoppio d'ira patriottica che suscitò in Serbia. Queste due provincie sono quasi esclusi-.amente di popolazione Serba , facevano parte del grande impero Serbo che fu disfatto dui Turchi sul campo di battaglia di Kossovo nel r 389. Per quanto ammirabilmente ammi - nistrate dal barone Austriaco Von Kalloi3 e malgrado il loro progresso materiale, si mantengono ostili alla supremazia austriaca e dichiarano la loro preferenza per fino per il vecchio regime turco. Vi sono quasi due milioni d1 Serbi slavi in queste provincie. All'est, traversata la Drina, vi sono tre milioni d1 Serbi propriamente detti, ed al Sud , nel Montenegro duegentocinquantamiia d;scendenti delle prime famiglie Serbe che fuggirono nelle montagne dopo la battaglia di Kossovo; dove si sono mantenuti sempre indipendenti. Adesso il pericolo nei Balcani non è più nella Bulgaria , ma in queste reliquie dcli' Impero Serbo. Natur&1lmente la potenzialità guerriera della Serbia ~è piccola : probabilmente non potrebbe mettere in campo più di centotrentamila uomini male armati, quantunque abbiano ricevuto dal Creusot nuove batterie ai primi di no - vembre. 11 Montenegro può disporre di circa quarantamila uomini, le provincie annesse dettero molto da fare nella lotta di guerriglia di 30 anni fa, ma tali forze non contano contro l'Austrria Ungheria che può disporre di 2 milioni di uomini. La vera importanza del!' ira Serba era loro conferita dal- !' elemento pan- slavista Russo, che fu urtato dalla annessione di due provincie Slave e dal conseguente isolamento della Serbia. In questo momento è quì che gioca il problema dei Balcani. Vi sono çertamente altri coefficienti, il controllo Eu - ropeo nel Danubio, la politica della Rumania -dove lo scontento sociale si è accentuato sotto un vecchio re prussiano, che deve sorvegliare gli interessi dei Rumeni sparsi in Ungheria ed in Macedonia, sotto il nome di Valacchi: i rapporti fra la Grecia ed i Greci sparsi nelle città marittime della Turchia ed in Macedonia, l'unione di Creta al regno Ellenico, e la posizione internazionale del Caspio e dei Dardanelli , ma per l' Europa le questioni di vera importanza sono tre: le possibilità di pace e perfino di amicizia fra la Bulgaria e la Porta ; la possibilità di frenare il panslavismo Russo destato dallo sdegno serbo; e, maggiore di tutti la possibilità di man. tenere il miracolo delle riforme nel cuore dell' Impero Ottomano. (English Review, dicembre 1908). + Ignotus: Sacro tedesco Impero. - Qual razza di diritto pubblico apprendano gli studenti austriaci nelle loro facoltà universitarie di fnnsbruck o di Vienna è noto ormai al mondo civile da ila pretesa che essi accampano, palesa mente od insidiosamente, di affogare gli altri fattori etnici che, oltre il germanico, concorrono a formare la vasta ed indigesta mole della loro regione politica. Come se invano fosse passato su tutta l'Europa il soffio potente deJle rivendicazioni nazionali, i moderni studiosi del giure vogliono ricondurci in pieno medioevo e sognare, all'a 1ba del secolo ventesimo, un Sacro tedesco Impero come ai tempi di Carlomagno. Nè l'idea che del diritto privato domina in quelle stesse menti , è molto diversa da quella che essi coltivano del diritto pu1-,blico. Ne son prova le parole dei loro professori; ne è prova quel manifesto del rettote dell'Università di Vienna che ad un gruppo di giovani, adunati per proteggere legalmeT1te contro le tergi - versazioni conrinue del governo , e aggrediti protitoriamente da un'orda villana e furibonda, ricorda chl! il difendere ad ogni costo l'integrità della propria persona non è un atto civile. La civiltà dunque consiste per quel maestro di prepotenze nel farsi massacrare senza reagire per la bellezza della idea germanica, o per i tranquilli sonni di Sua Maestà l'imperatore. E in Italia siam0, al solito, alla perpetuazione di un troppo lungo equivoco. La soliJarietà della razza si manifesta con agitazioni vive dei nostri studenti, scoppia in parole di sdegno, freme in propositi di vendetta, e già si J:ffondono, da qual parte ciascuno comprende, parole addormentatrici, che suonano soltanto prudenza per vivacchìart! alla meglio, distratti da altre cure, cercando a tentoni la via che conduca ad un assetto della nazione, degno dei sacrifici che il popolo ha fatto per conquistare una nuova dignità ed una libertà cosi lungamente sospirate. E parole di prudenza anche noi vogliamo dire ai nostri giovani; ma sentiamo che esse non possono riuscire efficaci , se non alla condizione che vi sia al suo posto chi pensi a trasformare il sentimento nazionale in un calmo e lucido pensiero politico. Ma al popolo d'Italia manca tuttora o_ggteh abbia una così fatta coscienza politica, e dobbiamo però as - sistere dolorosamente a questo ardore di entusiasmo che si consuma pur troppo in vane parole. Noi a·vremmo creduto che in Austria quel che non si era potuto sino ad nn certo tempo conseguire in nome della giu - stizia e del diritto, potesse ottenersi con le amichevoli sollecitazioni e con avveduto scambio di benevoli accordi. Sarebbe stata la più decisiva prova per dimostrare a tutti gli italiani, restii se non a comprenderlo a sentirlo, il beneficio detl'allean2'8, ed a tal fine pensavamo che si ado,:,erassero con un'opera continua gli uomini che ci governano. Ma non è stato così. I governi itllliani ignorano l'opera lunga e paziente, che a tra- ..

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