RIVISTA POPOLARE 639 Mentre in questi 37 anni la Franc;a ha quasi raddoppiato i battaglioni della sua fanteria , più che raddoppiato le sue batterie . aumentato di cento squadroni la sua Cavalleria, l'Austria non ha avuto che un incremento nella artiglieria, minore della metà dd -::ontempora neo incremento della arti glieria germanica. La cavalleria austriaca si è rafforzata di un solo reggimento (6 squadroni); la fanteria ha subìto addirittura una diminuzione. La differenza nello sviluppo dei due eserciti francese ed austriaco si fa più marcata ricordando che la popolazione francese nel detto periodo è cresciuto di due milioni soltanto, l'austriaco-ungherese invece di oltre dieci milioni. La F'rancia coi suoi 39.25 milioni dì abitanti forma un esercito di 5630'.lo uomini; l'Austria Ungheria che conta 47.12 milioni di abitanti ne chiama sotto le armi soltanto 385000. Vale a dire, la Francia chiama al servizio militare l' 1.4 °lo della popolazione, l'Austria appena il o.8 °lo, poco più della metà. L'insufficiente sfruttamento dell'a 1 Jbondante materiale umano si fa in special modo sfavorevolmente sentire nella fanteria, dalle cui compagnie vien distaccata molta milizia ed inviata a formare nuovi corpi; l'istruzione ne soffre e la costituzione ne viene indebolita. La scarsità della artiglieria da fortezza si è manifestato nell'aggravarsi della situazione al Sud-Ovest e al Sud dell'Im - pero, fu necessario sguarnire la fortezza al Nord e all'interno Krakan, Premyst, Komorn, Peterwardein, Karlsburg per rafforzare le fortezze di Pola, del Tirolo e della Dalmazia meridionale. I legami fra reggimenti furono del tutto lacerati. Alle 3 t Divisioni del!' Esercito dovrebbero corrispondere. 124 Reggimenti di truppe a piedi; invece questi sono soltanto 1 10, fra i battaglioni dei Cacciatori mancano da molti anni i numeri 3, 14, 15, 18, 26, 27; i battaglioni corrispondenti a questi numeri furono chiamati a formare i nuovi reggimenti di cacciatori tirolesi , e a riempire i vuoti non si provvide. Lo stesso avvenne dei Reggimenti 9 e 10 degli Ulani, i quali da 35 anni trasformatisi in Dragoni ed Ussari non furono rimpiazzati. Ancora più tristi sono le condizioni della Marina , da anni colpevolmente rrascurata, c0me se essa non meritasse alcuna considerazione. Si è affatto dimenticata la giornata gloriosa di Lissa. Neppure l' esperlenza della guerra spagnuolo-americana , decisasi sul mare , ha potuto far riconoscere l' importanza di una flotta; solo il tuonar del cannone a Port Arthur e a Tsushima ha svegliato il sonno profondo dei rappresen tanti del Popolo ricordando loro che anche la Monarchia possedeva una flotta e che per essa qualcosa si doveva fare. Troppo tardi ; alle negligenze di quaranta anni non si può rimediare; in questo tempo le altre Potenze hanno fatto ogni sforzo per rendere forti le loro flotte; mentre esse continuano a distanziarci, sempre più, noi ricorriamo ancora ai mezzucci. Rispetto alla flotta italiana noi siamo per numt:ro di navigli nel rapporto di 2 a 3, per potenziidità combattiva nd rapporto di 1 a 2. La sproporzione non ha bisogno dì commento. Neppure un Tegetthof potrebbe salvare la flotta austriaca dal fato di Leonida di una gloriosa disfatta. (Neue Revue, dicemb.). • X. X.: L'Austria potenza Slava.- Sessanta anni fa l'attuale vecchio Imperatore dell'Austria- Ungheria salì al trono in mezzo ad una di quelle violenti tempeste politiche che una volta ogni secolo turbano il temperato clima po litico dell' Europa. Quando è arrivato l'anno del gìublleo le congratulazioni sono state unanimi ; e parvero meritate poichè dopo molte traversie l'Austria oareva arrivata ad un periodo di calma una volta per tutte definitivamente stabilita. Senza un brillante intelletto nè una volontà vLÌlcanica , il suo imperatore ha mostrato una tale possibilità di adattamento , veramente rara in uomini della s•ta età. E veramente in Austria egli aveva finito per essere ben visto da tutti pt:rfino i I partito rivoluzionario lo complimenta col titolo di « Reale e Impe - rìale socia 1ista >>. Malgrado la guerra civile dei primi anni del suo regno, malgrado la perdita della Venezia e della Lombardia, e la sua dipendenza della Germania nella allean7 a, egli era nondimeno riuscito a vedere quasi sopite le lotte nazionalistiche e a stabilire una durevole pace in Austria. Ma « non sì può dir felice un uomo finchè non è morto », dice il proverbio. Sono bastati pochi mesi per mostrare la debolezza di questa iliusic.ne di forza tanto all'interno che ali' estero. Il barone Von Aerenthal , prima col suo piano ferroviario di Novi Baz)tr , poi con I' annessione ha rapidamente rovinata quella fiducia che l'Austria si era guadagnata con la sua politica conservatrice , quantunque inerte. Questo all' estero. A.li' interno la situazione non è migliore. Gli Tzechi hanno celebralo il Giubileo con i tumulti di Praga , arrivando al punto di sventolare, in odio ai tedeschi , la bandiera inglese. Gli studenti ftalioni a Vienna si sono battuti contro i loro colleghi tedeschi. E non solo nella Bosnia ma anche nella Croazia la popolazione Serba è tenuta a freno con mezzi coercitivi. Ed in Ungheria i Magiari con la loro tariffa che man - tiene in soggezione le popolazioni Slave hanno chiaremente mostrata la loro intenzione di non abbandonare alcuno dei diritti della loro superiorità di razza. Così la forza dell'Austria dipende solo dalla maggiore o minore saggezza dei suoi governanti. Ma la maggiore debolezza del!' Austria è che in Austria non ci sono Austriaci. Ci sono Slavi > Magiari e Tedeschi, Clericali e Socialisti; ma non è con ciò, sia pure sotto il regime del suffragio universale che si costituisce una unità dì popolo, con scopi comuni e tradizioni armoniche. La politica dell' Imperatore non è riuscita a stabilire una vera democrazia , non è riuscita a fondere i popoli dei due regni in uno solo, ma però è riuscita a stabilire un cambiamento di equilibrio del potere fra le razze.L'Austria non è più la seconda delle Potenze Germaniche ; essa è un concorrente alla direzione dei popoli Sia vi. La monomania degli Imperialisti di vedere da pertutto il tedesco , ha fatto sì che ad essi è sfuggito il vero significato della crisi del!' Oriente Europeo. Non c'è nessuna prova che autorizzi a credere che la politica del D' Aherenthal è stata ispirata dalla Germania. Anzitutto tende a provare che la Germania, in vista di possibilità finanziarie, quali le concedeva l' antico sistema politico avrebbe volentieri lasciato svilupparsi in pace il nuovo regime in Turchia. Essa è ansiosa di prestare denaro e di provvedere cannoni alla Turchia e per quante accuse si possono farle quella di avere incoraggiato le imprese Balcaniche non le}può essere lanciata contro. Essa ha seguito l'Austria per obbligo di lealtà, ma certameute con molto scontento e malavogìia. La vera ispirazione alla politica austriaca attuale viene da molto più al Sud che da Berlino . quantunque sia un fatto che i Pangermanici vedrebbero volentieri una estensione della territo • rialità Austriaca, se questa però potesse profittare alle popolazioni Teutoniche. Ma fra i giovani politici di Vienna, particolarmente fra i clericali ed i così detti socialisti-cristiani è sorta da poco tempo ma si è fatta forte una nuova ambizione di dominio e di opera del!' Austria. Un concetto nuovo del1' avvenire dell' A.ustrìa. Durante alcune generazioni essa ha lottato contro il destino che ne fa una potenza slava , e l'ascendente tedesco ha lottato contro la maggioranza. Ma ora è sorta una scuola che del « Pericolo Slavo » ha fatto una ragione di forza. Perchè l'Austria non si metterebbe essa alla testa della razza Sia va ? Questa idea tosto concepita si sono veduti all'opera gli uomini intenti a tradurla in atto. La Russia ha fino ad ora negoziato su le basi che essa non è soltanto una potenza Slava , ma anche Ortodossa ; ma accade che i più progressisti fra gli Siavi non sono ortodossi ma cattolici: i Polacchi, gli Czechi, i Croati, ed anche gli Slavoni ed una minoranza dei Serbi Bos:::iiaci. Così è noto il concetto del- !' Austria quale potenza Slava del Sud con a sua disposizione le forze della scienza tedesca, e del Vaticano. Il capo di questa nuova tendenza è nient' altri che l' erede del trono Austriaco, l'Arciduca Francesco F'erdinando, un cattolico fervente, ed un giovine tanto emancipato dalle pastoie della sua razza e della sua corte ch'egli ha sposato una signora Tzeca. l suoi principali miss1onarii sono i gesuiti della Bosnia, dove lo scopo della coercizione Austriaca è più di convertire i Serbi Bosniaci al cattoltcismo che di Germanizarli. Il movimento è interessante. Sì allea con quel curioso ma potente socialismo cristiano , mezzo clericale , mezzo demagogico, una specie dì conservatismo democratico che non vuol far nulla per la libertà; ma è pronto a fare qualche cosa per le riforme sociali. Egli odia la tirannia di razza dei Magiari e promette agli Slavi oppressi da loro la riscossa. La sua debolezza come partito imperialista risiede in ciò che egli è odiato dai Serbi ortodossi della Bosnia perchè è militante cattolico ed aggressivo Au - striaco, mentre ad una razza così avanzata come gli Tzechi, quantunque si dicono cattolici , appare reazionario e medio - evale. Ma ha più di ogni altro partito la probabilità di d1ven tare il padrone delle sorti dell' Impero perchè sia qualunque la sua influenza fra il popolo, essa diventa sempre più potente a corte. Dato questo indizio è facile spiegarsi !e nuove diret• ti ve della politica Austriaca. L'annessione della Bosnia è stata qualche cosa di più che una semplice provocazione della Turchia. E' stato il finale abbandono delle tradizioni della borocrazia tedesca, che esitava all'a11nessione perchè non voleva aumentare la prtponderanza Slava in Austria. La nuova scuola riprendi:! il sogno di Napokone Hl di un regime della Hliria, Serbo di razza, ma se possibile cattolico, e sopratutto Austriaco. E ciò guida a capire il perchè dell' intrigo con la Bulgaria. Se si pensa all'Austria come Potenza Slava, si trova
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==