536 RIVISTA POPOLARE grestia meridionale, piena di cimelii storici e di prodigi arti• stici, oreficerie ed avori i, bronzi e miniature, cuoi e broccati; dal popolo infinito delle statue e dei bassorilievi, delle chimere e dei draghi, delle foglie e dei fiori che vivono e vegetano dappertutto, nei capitelli, nelle gallerie, nelle nicchie, nei cornicioni, sulle guglie, agli altari, alle tombe, ai sarcofagi, ai monumenti, alle tavole, ai quadri, alle balaustre, ai pulpiti, agli stalli, ai tabernacoli, ai baldacchini che nt adornano le cappelle, le absidi, il coro. Che guida, per chi visiti el noster Domm con devozione d'italiano e di artista! Alessandro D'Ancona lodava vivamente e giustamente, qualche settiman-e addietro, in un autorevole periodico della Capitale, la Direzione Generale delle Ferrovie dello. Stato per certe guide orarii, ricche d' illustrazioni e di notizie , atte a rendere più gradevole, intellettuale, istruttivo, il viaggiare su questa o quella delle linee che ne dipendono; e si doleva soltanto della quasi irreperibilità, ;.resso i librai, nelle edicole, alle stazioni, di quei preziosi volumetti. Ebbene, io ho ricevuto già da più mesi, ed ho qui sullo scrittojo, un saggio prezioso dell'iniziativa di siffatte pubblicazioni, presa, se non mi sbaglio, dalla Compagnia Reale delle Strade Ferrate Sarde; e posso dire in coscienza, che queste cento eleganti pagine, lunghe e strette, comode e tascabili, costituiscono un vero modello di questa sorta di pubblicazioni, quasi nuova fra noi: sono una guida, ed insieme un ricordo; contengono tutte le informazioni pratiche necessarie o comode al viaggiatore prafessionale, occasionale, dilettante; ma (ed è per questo che qui ne parto) anche tutte le notizie utili al touriste amatore di paesaggi, di costumi, di bellezze naturali, di cu;iosità regionali, di cimelii storici e archeologici, di meraviglie arti-· stiche e industriali: voi sbarcate, con questa guida, tra !è fantastiche rupi del Golfo deJ!li Aranci, e siete subito presi dal fascino e dall'incanto di quest'isola così prossima e insieme così lontana dal continente, così italiana e ad un tempo cosi orientale, cosi viva eppure così antiquata, ed in cui si ha l'impressione di esserci trasportati, come in sogno, come per un prodigio di magia, in un mondo senza tempo e senza spazio, in una civiltà caratteristica, a sè, fuori classificazione, presso un popolo e sotto un regime, che, come nella « Figlia di Iorio,, si si8no serbati immutati e immutabili nei secoli, sotto l'impero delle sole innate e profonde qualità della stirpe. Sbarcate appc:na, e v'imbattete in un recinto ciclopico , fatto di massi enormi non cementati, come un monumento megalitico; arrivate a un paese, e assiste te a una festa campestre, fra bianche casette che vi fanno pensare a un villaggio arabo, in mezzo a un acccampament0 di carri coperti come quelli dei vecchi popoli nomadi; osservate le danze corali, compassnte ed austere, ascoltate le musiche pastorali, udite i canti lunghi e monotoni, e vi par d'essere al centro dell' Asia mitica; non comprendete una sillaba dei dialetti, estranei fra loro, quale pieno d'aspirazioni moresche, quale d'accenti latini, quale di asprezze catalane, quale di forme liguri, quale di radici greche o di parole toscane : siete disorientato del tutto. Ecco, fotografata nella guida, una processione in Barbagia: la diffamatrice terzina dantesca vi torna in mente per contrasto : donne più austere, più abbottonate, più chiuse, non vedeste mai ; uomini più foschi , più barbuti , più gelosi , non sapreste immaginare; ecco delle stnme statuette preistoriche, \ unghe, magre, grottesche, paurose come figure d'incubo; ecco la Maddalena, la formidabile nostra stazione navale; ecco Ca - prera, lo scoglio sacro, la casa di Garibaldi, la tomba dell'Eroe; ecco un paesaggio •della Gallura , una specie di landa deserta, accidentata, brulla, che il piccolo ma forte cavallino sardo percorre di buon passo, col padrone in sella, fiero, armato di fucile, e la padroncina in groppa , aggrappata a lui come l'edera all'olmo; ecco i misteriosi nuraghi, tozze torri a tronco di C0no, rudi mausolei di capi tribù primitivi ; ecco le belle chiese romaniche, dai porticati ad archi moreschi, dalle alte fronti zonate, dagli eccelsi campanili pieni di grazia e di forza; ecco le donne di Ploaghe, di Sènnori, di Fonni, di Igle sias, di Quarto, dell' Ogliastra, d' Aritzu , di Desulo, coi loro costumi vistosi e fastosi, coi loro gioielli arcaici e magnifici, coi loro tipi esotici pieni di fascini e di malie, con le loro fine mani inanellate, che sembrano tante regine barbare, che fanno pensare alle eroine di non so che novelle persiane o leggende bibliche; ecco Alghero co' suoi bastioni spagnuoli, con la sua· cattedrale archiacuta , con la sua grotta incantata; ecco il nuorese, il paese della Deledda, sparso di domus'de janas, di tumbas de gigantes di perdas fittas, di caverne e di labirinti sotterranei, tracce superstiti d'una civiltà primitiva, estinta da molti millenni ; ed ecco , ora solitari , ora a gruppi , ora in folla, i piccoli, bruni, barbuti, fieri isolani, con la berrc:tta nera cadente lunga sur una spalla, con i cappucci d' orbace e coi cinturoni di cuojo , coi giustacuori ricamati e con le camicie candide, le faldine brevi sui fianchi, le larghe brache di tela, le alte uose di panno ; poi la palustre Oristano ; poi i distretti minerari d' Iglesias e dt Monteponi, con le loro rupi, i pozzi, le gallerie, le officine fumanti, i cantieri movi meotati ; e Cagliuri con la sua flora tropicale, col suo golfo spettacoloso, col suo anfiteatro romano, col suo museo dovizioso d'antichità fenicie e cartaginesi, greche e romane, bizantine e m9resche, e le bianche saline, e le sanguinose tonnare; e l'arduo Gennargentu, e la Nurra selvosa, ricca di daini e di cignali .•. Ah, perba.:co, non era il cnso di parlare di tutto questo, a proposito d'arte e di letteratura ? Dove trovare qualcosa di più bello, di più poetico, di più interessante? Infine, ecco un poeta, un vero poeta : Alberto Salvagnlnl : il suo nome mi giunge nuovo: o non l'avevo mai incontrato, o l'avevo, smemorato e distratto come sono purtroppo, dimenticato. Non si tratta infatti d'un principiante, ma di un uomo maturo, e d' un artista provetto : i suoi versi non sono un esordio di vita, ma delle RELIQUIAE JuVENTUTIS(Tor:ino, S. T. E. N.) ; la sua tecnica , ricca e varia , va dal sonetto all'ode barbara, dall'endecasillabo sciolto all'esametro classico; le sue ingpirazioni da un paesaggio fluviale ad un quadro antico, da una reminiscenza ossianesca a un pensiero religioso , dal tormento di un dubbio al conforto d'un affetto, dalla scoperta d'una tomba infantile nel Foro romano, al ricordo del povero Sacchi perito nelle spedizione Bòttego, dalla traduzione in parole d'una sinfonia di Beethoven alla rievocazione poetica d'un viaggio col direttissimo Veneiia Roma: ecco il solito saggio, scelto, naturalmente, tra i più brevi e tra i più tipici : è una tavola di Giovi;:nni Bellini, che si trllSfigura in sonetto, senza perdere nulla nè di disegno, nè di colore: , O d0lce pala di San Zaccaria, tutta soffusa d'un riflesso d'oro I Sta sul trono la vergine Maria , chinando il capo con umi! decoro ». « Le porge aromi Maddalena pia, e Caterina par che dica: Adoro I Un angeletto del beato coro cava con l'arco:un fil di melodia». « Sui materni ginocchi il bambinello, il dolce ritmo seguitando, move la rosea mano ed il piedino snello , . « San Girolamo legge un gran messale; San Pietro ascolta. Su' bei visi piove luce d' oro e silenzio musicale •. Chieti. MARIO PILO
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