Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 23 - 15 dicembre 1908

J I" 1 V 1 S T A 1· O P U L A H.1: Che per giudicare della intensità di questa gravissima manifestazione criminosa non ci si dovesse affidare alla somma degli omicidi denunziati, cioè tentati, ma11cati e consumati sono stato proprio- io il primo e il solo sinora tra gli statistici a deplornrlo. Nell'articolo: Quanti uomini sono ammazzati in ogni anno in Italia? pubblicato nella Rivista popolare del 15 marzo 1902 per lo appunto invitavo con parole piuttosto aspre la Direzione generale della Statistica a dare nelle sue Statistiche penali la distinzione tra omicidi consumati mancati e tentati. Il Comm. Di Negri mi dette piena ragione; ma continuò a non tener conto delle mie osservazioni. Chi vuole, quindi, intrattenersi di statistiche penali è costretto a far capo a quelle che si pubblicano dalla Direzione generale della Statistica. . Nel caso presente ne veniva infirmato il confronto da me posto? No perchè le cifre relative alla Sicilia e alla Lombardia erano tolte alla stessa sorgente, erano omogenee; per l' una e per l' altra avevo dato le cifre degli omicidi denunziati. Ma giova alla Sicilia tener cento soltanto degli omicidi consumati, nei quali c'è un uomo ammazzato e come si desumono dalla Statistica delle cause di morte? Sparisce con questo secondo dato la enorme superiorità sua in questa gravissima - la più grave tra tutte - manifestazione criminosa? Niente affatto. Il Dott. Sammartano se voleva davvero fare opera onesta e sincera non doveva limitarsi a rilevare un errore da me non commesso e che dimostra la sua completa ignoranza dei canoni di logica statistica; ma ai fini della comparazione da me posta invece di contrapporre i dati • sugli omicidi consumati a quelli degli omicidi denunziati per la sola Sicilia, avrebbe dovuto paragonare gli omicidi consumati della Sicilia cogli omicidi consumati della Lombardia. Non l'ha fatto ed ha dato prova evidente della propria malafede. Supplisco io alla sua negligenza voluta disponendo le provincie dell'una e dell' altra regione in ordine decrescente per gli omicidi consumati per 100,000 abitanti, pel quinquennio 1901-905, eh' è l'ultimo, pel quale sia stata pubblicata la Statistica delle cause di morte : Mortiper omicfdlo Trapani . . 12, 10 Bergamo 1,94 Caltanisst!tta 1 1'72 Brescia. 1 ,93 Girgenti . li, 12 Pavia l ,84 Catania . 8, l O Milano. l ,75 Palermo. 8,01 Como l ,52 Siracusa . 3.86 Sondrio, I I I O Messina 2,89 Cremona -0,59 -- Mantova 0 ,57 Sicilia. 7,84 Lombardia. l ,58 Che cosa risulta da questa comparazione tra termini omogenei , per gli omicidi consumati come desidera il Dott. Sammartano? Questo : 1 ° la Sicilia supera la Lombardia del 79,97 °fo; 2° la provincia di Palermo supera quella di Milano del 77,40 °/ 0 ; 3° la provincia di Messina, la migliore nell'isola, supera quella di Bergamo , la peggiore della Lombardia, del 32,56 °fo. La triste supremazia dell'isola rimane indiscussa, benchè lievemente attenuata nei due primi punti, ma lievemente peggiorata nel terzo, ed anche il Sammartano riconosce eh' è desolante la realtà. La comparazione riesce as ai più impressionante quando si guarda alla cifra assoluta. Gli omicidi commessi in tutta la Lombardia con 4,436,300 di abitanti nel 1905 furono 81 ; e in quell' anno vi fu una sua provincia fortunata, che ricordo assai volentieri a titolo di onore, quella di Mantova, nella quale non un solo uomo ebbe spenta la vita da mano assassina. Nella Sicilia nello stesso anno con 3,592,200 ab. se ne commisero 308: il quadruplo! E giacchè siamo all'omicidio desunto dalla Statistica delle cause di morte mi piace aggiungere qualche altra interessante notizia. Tale pubblicazione dà il numero degli omicidi nelle città con oltre 60:000 a~itanti e permette il confronro tra due quinquenni. Per la Lombardia due sole città hanno oltre 60,000 ab.; Milano e Brescia; per la Sicilia quattro: Palermo~ Catania, Messina e Trapani. Ecco in cifre tonde i dati per tali città : QuinquennioQuinquennio 1896-900 (1) 1901 905 Milano Omicidi per 100,000 ab. 2,0 2,6 Brescia • » 2,0 3,0 Palermo • • 8,o 6,2 Catania • • 12,0 12,0 Messina • » 4,0 3 ,o Trapani • • 10,0 10,2 Da questo prospetto risulta che c'è peggioramento sensibile a Milano e a Brescia; lieve a Trnp1ni; notevole miglior:1mento a Palermo e a Messia l ; stazionarietà a Catania la ·cui delinquenza o ni cida supera sensibilmente quella media della Sicilia. Le grandi città come si vede e com'è noto,, superano nella delinquenza le r,elative provincie; Tra• pani e Palermo fanno ec_cezione. + Non mi sono mai limitato a denunziare le macchie che deturpano la Sicilia e il mezzogiorno; ma ne ho additato le cause e colla indicazione causale ho anche suggerito gli opportuni rimedi. E ciò sin dal 1885 quando pubblicai: La delinquenza della Sicilia e le sue cause, in cui per la prima volta dimostrai quanto balorde erano le teorie lombrosiane, che spiegavano la criminalità <lell' isola e di tutto il mezzogiorno coi comodi fattori - i fattori dèi poltroni dice Loria - del clima e della razza ..... Scriven<lo nel Giornale di Sicilia sul dovere dei Siciliani nella loro cooperazione efficace nella lotta contro il delitto non trascurai di accennare, come· sempre alle gravi, alle incredibili responsabilità del governo italiano, che ha fatto non solo opera negativa, ma ha coltivato spesso la mala pianta della delinquenza per abbiette ragioni elettorali. Ritorno su queste responsabilità per segnalare con vivissimo compiacimento un onesto e sagace articolo di un giornale del Settentrione , non sospettabile , perciò , di tenereza e pietà regionale Nel Corriere della Sera delli 11 novembre- proprio la data del mio articolo sul Giornale di Sicilia - a proposito del sequestro Diliberto avvenuto alle porte ·di Palermo e' era un interessantissimo stelloncino dal titolo: Pubblica sicurezza e pericolo privato, in cui si giustificava la famiglia Diliberto, ( 1) I dati nella pubblicazione ufficiale sono per 10 1000 abitanti ; li ùo elevati a IOo,ooo per rendere chiara la differenza tra i due quinquenni.

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