Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 22 - 30 novembre 1908

596 RIVISTA POPOLARE Il caso Campanozzi Il Dottor Antonio Campanozzi, in applicazione della legge sullo stato giuridico degli impiegati e in conformità al parere unanime della Commissione disciplinare, che ha esaminato le note accuse contro di lui formulate dal Ministro delle Poste e dei Telegrafi, è stato destituito dal suo posto di primo segretario nello stesso Ministero. Esaminiamo colla massima serenità e senza lasciarci influenzare dall'affetto che sentiamo pel Campanozzi e dell' antica amicizia che a lui ci lega , il severo, il draconiano provvedimento. Per procedere rapidi e chiari cominciamo coll'opporci ad una , la più grave , delle osservazioni che si fa d,1lla stampa repubblicana e socialista, e cioè che la punizione inflitta al Campanozzi rappresenti un attentato contro il diritto di associazione. A questo attentato ci credono anche i radicali, i quali per bocca di chi firma Diego De Miranda , nellà Vita hanno fatto della ironia amara contro Filippo Turati, che crede - e perciò lo trattano da ingenuo, che scambia le ombre per persone vive!... - al consolidamento delle libertà fondamentali in Italia. Per non farsi ritenere un ingenuo, forse, il deputato per Milano paragona il compagno Giolitti, al compagno Pelloux, quasichè le destituzione del Campanozzi equivalga alle leggi eccezionali che provocarono l' ostruzionismo. Repubblicani, socialisti e radicali con questi giudizi stranamente esagerati danno buon giuoco agli avversan. Essi si sono messi su di una falsa strada, ed è sempre falsa la strada quando si allontana da quella maestra della verità. Ora la verità pura e semplice è questa : che non c' è paese di Europa , in cui si goda di maggior liberta di associazione e di stampa di quella di cui si gode in Italia ; di tale liberta usano ed abusano anche più degli altri cittadini, i funzionari dello Stato, ai quali in Francia - ne tengano conto gli an11e1della Ragione, che la giusta severità riserbano solo pei funzionari faziosi alla dipendenza del Comune repubblicano di Forlì... -, in Inghilterra e forse anche in !svizzera non sarebbe const:ntito di dir~, di scrivere e di fare ciò che io Italia dicono, scrivono e fanno (1). Ciò che in Italia non è ancora del tutto consolidato. é invece il suo diritto di riunione, che quà e là nceve saltuarie e frequenti diminuizioni per opera di delegati e di Prefetti, interpreti ed esecutori più o meno fedeli del pensiero del Ministro dello interno. Comunque, anche, ncl]o esefcizio di tale diritto, il più difficile a formulare e disciplinare, siamo in via di grande progresso. Negarlo è cosa non corretta, partigiana, non corrispondente a verità. Il Caso Campanozz..i, come non intacca il diritto di associazione e di libera critica in genere cosi non intacca menomamente quello speciale dei funzionarii I... . (1) Su li 'azione politica dei funzionari i'l Inghilterra, nd pross1~0 nu.~cro pubblicheremo un'articolo di Angelo Crespi, che arri va p1u che opportuno. ♦ Esaminiamo adesso il Caso Campanozzi in se e per sè. La punizione è stata legale ? è stata proporzionata ali' accusa? Sulla legalità pare che non si sollevino dubbii nemmeno dai socialisti. I quali per lo appunto di tale punizione si servono per dimostrare la iniquità della legge sullo Stato giuridico, dimenticando, però, che anche senza qnella legge , coi regolamenti interni di ogni singolo ministero , si poteva riuscire allo stesso risultato : tanto vero che nel Caso De Luca-Aprile la punizione venne e fu giudicata ìllegittima, perchè delle garanzie accordate dalla nuova legge non erasi tenuto conto ! Se è vero che il Campanozzi non intenda ricorrere al Consiglio di Stato, come ne avrebbe il diritto, confermerebbe che la legalità del provvedimento non sia contestabile. Con ciò non è detto che la legge sia buona e non debba migliorarsi. Noi a suo tempo l'abbiamo combattuta. Ci fu proporzione tra le colpe imputate al Campanozzi e la punizione inflittagli ? Qui è evidente la sproporzione, e perciò l' iniquità, che non sanno nemmeno oppugnare i giornali minesteriali e lo stesso Ministro Schanzer nella sua intervista sul Giornale d' Italta. Egli ha dovuto divagare generalizzare e ricorrere a certi alti principi che non sono in quistione, per potere giustificare sè stesso e la punizione del Campanozzi. L' iniquità si centuplica· pel fatto che la insubordinazione, l' indisciplinatezza, la violazione del segreto di ufficio, sono del tutto insussiste11ti; al più nell'azione spiegata dal Campanozzi sono rudimentali, e per poterveli trovare non solo c' è bisogno delle lenti d' ingrandimento, ma anche e più bisogna affidarsi ad una io terpetrazione del concetto di disciplina e del principio di autorità, che sono stati sorpassa ti quasi dapert ut to. Del resto se indisciplina, se insubordinazione c'è stata da parte del Campanozzi bisognerebbe destituire quasi tutti i funzionari italiani, - dai magistrati ai più umili demaniali, - che hanno detto, scritto e fatto più, o peggio secondo i ministeriali, del Campanozzi, Per questo motivo, adunque, appare sempre più ingiustifìc1bile la punizione. ♦ Ma c' è la rivelazione del segreto d' ufficio ... Se vera la colpa sarebbe grave. Il segreto più importante , quello relativo alla Ditta Pirelli , però è il vero segreto di Pulcinella : La 7.{_agione lo aveva rivelato cinque mesi or sono ... Il Campanozzi nella sua 7.{_elazione. che condusse all'ordine del giorno incriminato del Congresso postelegrafico di Firenze, non avrebbe che esercitato il suo diritto di critica che a lui come a qualunque altro cittadino dev' essere lasciato intero e illimitato, se non vogliamo regredire verso il regime russo. Dato e non concesso che ci sia stata la violazione del segreto di ufficio, entra in iscena un'altra considerazione grave. Le cose rivelate sono esse vere? sono esse disoneste? hanno arrecato nocumento alla cosa pubblica? Se vere, se disoneste, se dannose alla collettività il punire in nome della legge scritta chi le denunzia

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