602 KlVISTA POPOLARE E tanto più trattandosi di concorsi per la funzione giudiziaria. . . . a Intorno a questo devo soggtungert1 essere mia antica e ferma con·,inzione che uno dei mot1v1 per cui nei concorsi giudiziari si presentano in tanto numero i più deboli fra i laureati in giurisrru_denz~, sia appunto la condanna che sovrasta a tutti 111d1sti ntarnentc di di dovèr fare il preto,-e. Lo Zanar- . . . . e ciPllL che a •endo assai buone 10tcuz10m 1ece parecchie cose assai cattive, conta fra queste, peggiore di tutte, la disposizione dell:.1 sua _legge de~ 1890 con cui unilìcò la così detta carnera, obbllc~ancto tutti i ma~istrati a passare per il grado e l'ufficio di pretore'; che sign inca obbligare ii novanta per cento di essi a pa~sare i migliori anni della gioventù in residenze in:possibili, lontani da ogni vita intellettuale, spesso da ogni segno di vita civile, nell'esercizio di funzioni che, per quanto nobili e utili, non offrono alla mente verun nutrimento od occasione di stud:o; se pur ne offrissero l'occasione, mancherebbero le fonti e i mezzi. « Ciò impaura a ragione i più e i migliori. Se tu sapessi quali lotte sostengono i giovani magistrati più intelligenti e volenterosi, per evitare il martirio della piccola ~~ inospirale pretura, o per abbreviarlo quanto è poss;bile, ti meraviglieresti che un sistema così irragionevole duri da tanto tempo. Oggi, i migliori tendono avidi lo sguardo al Ministero, ove , da qualche anno i posti di segretario sono distribuiti adì aggiunti giudiziari. Quando si fa una vacanza sono dieci, sono venti, che agognano di lasciare la toga: del giudice per Jedicarsi all'emarf(inazione delle prariche amministrati ve•. E sono i più valorosi, le migliori speranze della giovt1ne magistratura, che disertano così il campo, spaventati dalla insopportabilità della prova. Io me ne addoloro, ma li compatisco e li comprendo; perchè fino dal 1890, appena pubblicata quella legge malaugurata, ne esposi per le stampe la critica prevedendo i frutti che avrebbe d~to. Se le cose non sono andate peggio, se abbiamo ancora fra i magistrati giovani un discreto numero di uomini egregi, credi pure che ciò prova la loro grande abnegazione; ed è effetto di fortuna, non merito dei nostri governanti e legislatori. « Questo delle preture è il più grosso e ormai il più difficile problema d,ella riforma giudiziaria, an• cora di là da venire. E facile rendersene conto; è adesso enormemente difficile trovarne una soluzione che non offenda una massa ingente di interessi in gran parle legittimi e rispettabili. « Così si trova, con qualche maggiore falcilità, la spiegazione del perchè fra le centinaia di laureati che effluiscono annualmente ai concorsi giudiziari il numero dei buoni sia affatto esiguo. Questo però .non giustitìca i nostri ordinamenti universitari che · da tempo immemorabile permettono di cingere del lauro dottorale le teste di tanti immeritevoli. Io ho scritto e detto che il risultato del concorso di quest'anno non è sostanzialmente dissimile da quello di tuttj gli anni precedenti, dal 1890 in poi. Questa è verità che non teme smentita, ma che indù:a un male gravissimo a cui converebbero energici e coscienziosi rimedi. « Tuo atf.mo LUDOVICO MORTARA )) e Caro Colaianni, e Ho lE-tto quanto hai scritto sugli esami universi- •tari e sui concorsi alla magistratura. Hai, al solito, detto delle g ·andi verità! Ma il male ha 1wiici troppo -abbarbicate perchil valgano i piccoli rimedi. Po.:;sa l'espoHizioue d~Ile verità dolorose scuotere l' inerzia. e far prov vt>dere ! " Dc:bboonestamente dichiarare, per lunga esperienz personale, che la decadenza, se ha cominciato da l11nghi anni , è però cre::iciuta con spaventosa rapidità negli ultimi ternµi. e Ricordo con vivo compiacimento i primi anni del mio insegnamento a Genova! Dopo 1m periodo di reazione contro inveterate consuetitdini d'indulgenza, la Facoità legale ebbe 1!na vera fioritura d1 ~dovani Htudiosi e forti. Jn una recente occasione, per ft->steggiare Paolo Emilio Bemia, vidi radunati gli Antichi di•iCepoli di q ,ielli anni : una vera pleiade d'ingegni che onorano Genova nel foro, nella magistratura , nella amministrazione, nella vita pubblica! Ma l'tnche là non si poteva disconoscere una deca'Ìenza progre.;siva sen-:- sibile. La quale anche a Napoli mi si appalesò evidente. Anche qui nei primi anni vi fn nna bnona·quantità di giovani studiosi ed eccellenti. Dopo, il nucleo andò assottigliandosi e ben pochi sono era quelli , che veramente profittano delle lezioni. Qael cbe noi osserviamo negli e::Jami universitari si ripet,e pei nostri giovani in quelli della magistratura. O eccellenti o plebe. e Spesso i nostri hanno tenuto i primi posti nelle graduatorie dei concorsi; ma i più precipitano in fondo. Se tu trovi scandalosa la deficienza di c11ltura generale nei nostri giovani, immaginati che c ,sa dobbiamo dire noi professori di dll'itto romano? D0po otto l11nghi anui d'insegnamento del latino, i giovani arrivano all'Università senza saperlo leggere I Sono pochi quelli che ti sanno rendere senza grossi errori un breve e facile passo delle fonti. Errori tipici se ne potrebbero rammentare a bizzeffe per il tuo florilegio. e Te ne scelgo qualcuno come campione: Interitus rei fu tradotto per: la cosa tutta inte1·a. Libri pens per: libero pensatore I Ti posso poi assicurare che è un'eresia corrente il tradurre orbus (senza figli) per cieco ! E credo che basti. « Ti auguro che la tua schietta espo.iizione dei mali, produca buon frutto. <t Tuo sempre CARLO FADDA )) Nel paese di Montecitorio (l) È stato pubblicato da recente un libro, che avra certamente non piccolo successo, pel momènto in cui è venuto, per la spigliatezza della forrna , per l'acutezza di molte osservazioni, per la esattezza di molte osservazioni perchè ci da un quadro materiale e psicologico della Camera dei Deputati e del suo funzionamento, Il libro è anonimo in apparenza soltanto; poichè a Roma e fuori non c'è più un cane che non sappia che n'è autore l'ex deputato Ettore Ciccotti; sono altrettanto anonimi i tipi - buoni, mediocri o pessimi - di deputati che egli tratteggia con rapidi tocchi, ma che sono riconoscibilissimi anche da coloro, che per poco hanno frequentato Montecitorio. A ciascuno di questi tipi si può assegnare facilmente il nome del deputato reale, cui corrispondono; tanto ne sono esatti, vivi i tratti rispettivi. E in ciò sta una parte del merito dello scrittore. Bisogna leggere tutta questa descrizione di Montecitorio, per poterla apprezzare. Noi ci limitiamo a segnalare: la brillante descrizione che dà dèi frequentatori delle varie tribune e del Cicerone, che addita alle signore certi deputati o certi sottosegretari o ministri, dei quali non si può fare il nome per paura d' incappare nelle maglie ( 1) Montecitorio : Noterelle di uno che e• è stato. Roma, L. Mongini 1908, L. 3.
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