598 RIVISTA POPOLARE Commis'-ione esaminatrice; molto di più alle scarse attrattive deìla carriera di magistrato e sopratutto alla meschini'à dello stipendio. Contro questo giudizio, nello stesso giornale di Roma, si Jevò calmo e sereno il relatore della Commissione esaminatrice, Ludovico Mortara; un uomo cioè eh' è un illustre giurista, che fu insegnante amato e rispettato per moltissimi anni a Pisa ed a Napoli e che ora è avvocato generale presso la Corte di Cassazione di Roma. Chi rispose, adunque, aveva tutti i titoli per farlo nel modo più autorevole. Il Mortara dopo avere rilevato che l'alto magi-- strato (anonimo ... seguito da altri magistrati anonimi. Ecco le conseguenze del malo esempio!) all'amore per la magistratura non accoppia la esattezza degli apprezzamenti aggiunge: << Nella relazione (pubblicata nel Bollettino Ufficiale) che presentai al ministro, come presidente della Commissione giudicatrice del concorso, dimostrai due circostanze di fatto importanti: 1. che questo concorso non fu giudicato con s.verità maggiore dei precedenti e non ha dato risultati proporzionali più scarsi del solito; 2. che circa un centinaio di concorrenti non si presentarono alle prove perchè avevano vinto altri concorsi banditi in pendenza di quello giudiziario e preferirono cogliere i risultati della prima vittoria. Se questi avessero partecipato al concorso giudiziario è probabile che vi avrebbero ottenuto buon successo; ed è quindi molto verosimile che i centocinquanta posti sarebbero stnti tutti coperti i>. « Ora, egregio signor Direttore, nessuno degli impieghi per i quali erano stati banditi i concorsi che sottrassero buoni candidati a quello giudiziario offre la prospettiva di raggiungere altrettanto presto gli stipendi assegnati ai magistrati dalla legge 14 luglio 1907. Nè le professioni libere offrono certezza ai giovani, dopo tre o quattro anni di esercizio, di rnggiungere un lucro costante, immancabile, di tremila lire annue, presto destinato ad aumentare, come ne offre certezza la magistratura, senta dire del vantaggio della persone» (1). « Non è l' Eldorado , si capisce; ma l'alto e valoroso magistrato che dice determinata da ragioni economiche la scarsità dei buoni concorrenti evidentemente non giudica bene la situazione. Di fronte alla media generale degli stipendi, e alla modestia inverosimile di quelli dati alle più alte e cospicue fun 1 ioni gli stipendi dei magistrati, dal principio della carriera fino al grado di consiglie1·e d' appello, sono davvero tut{ altro che disprezzabili i>. Al Mortara, che difese l'opera delle tre Commissioni esaminatrici, di cui egli fu il Relatore generale, risposero parecchi altri, tra i quali qualche candidato bocciato (anonimo!. ..) e qualche altro approvato (sempre anonimo!. .. Tanto per aiutare alla formazione del carattere ...) T tti insistettero sulìa meschinità delta carriera e degli stipendi. Ed è Sll que'-t0 argomento, che, a rincalzare le osservazioni del Mortara sulla media generale degli stipendi, mi permetto di fare qualche altro rilievo. Per coprire i I 50 posti di uditore giudiario pei quali fu aperto ii concorso il numero di 379 concorrenri mi pare che non avrebbe dovuto essere ritenuto deficiente perchè anche ammettendo che il 50 per 100 non foss-e trovato idoneo c'era sempre margine per soddisfare la richiesta. Non si potè perchè le bocciature negli esami scritti ed orali salirono a circa il 60 per 100; perchè tra gli idonei (1) Sulla situaz:one fatta ai giovani magistrali dall'ultima legge Orlando la Rii isto. pubbiicherà nel prossi1110 numero un, articolo in'portante Jc:I G dante, che i nostri lettori rono• scono, e e he è un valoroso ed integro insegnante. 70 nell'esame scritto, cioè il 19 per 100 circa, non sì presentarano all'esame orale. Queste cifre dicono chiaramente che c'è stato un numero più che suf ficiente di avvocati, che non ritennero malr rimunerata la carriera giudiriaria. Il Mortara poteva all' uopo aggi ù ngere: 1° che, come disse altra volta alla Camera l'onorevole LL1cchini - anche lui antico insegn:rnte ed ora altissimo magistrato - gli stipendi dei magistrati all'estero, tranne per gli altissimi, non sono affatto più elevati che in Italia; 2° che la pletora degli avvocati, speci..tlmente nei Tribunali delle città secondarie, è semplicemente spaventevole: sono costretti a farsi una concorrenza spesso sleale e vergognosa, mantengono dei sensali ~·1~ stazioni per acchiappare clienti e qualche volta {rn1scono col .:iomandare umilissimi impieghi, che stanno moJto al disotto per lo stipendio e per la dignità, a guello di magistrato. La conclusione di queste constatazioni è una sola, c'è deficienza intellettuale enorme e deplorevole tra i concorrenti al posto di niagistrato in ispecie e tra i giovani avvocati in gene re. Non si parli, ripeto, di soverchio rigore della Commissione esaminatrice per quanto sia a mia conoscenza qualche caso che potrebbe farlo sospettare. All'uopo nella Relazione pubblicata nel Bollettino ufficiale del lvfinistero di Grazia e Giustizia (N. 30 del 1908) il Mortara aveva notato opportuna men - te, che le tre sottocommissioni, nelle quali erano largamente rappresentati gli insegnanti universitari, avevano giudicato sulla idoneità dei concorrenti indipendentemente l'una dall'altra; l'accordo com plessivo e definitivo delle medesime tre sottocommissioni ha quindi una importanza eccezionale e costiruisce la maggiore garanzia sulla equanimità dei giudizi dati. « Sui moltissimi candidati riprovati, dice il Mor- « t:1ra, uno solo ebbe a riportare un voto di ap- « provazione alto (otto decimi) in una materia, <e mentre fu dichiarato non idoneo nelle altre due « materie ». La conclusioi:e dolorosa sulla causa vera del fallimento del concorso non può essere dubbia - anche per le considerazioni che esporrò i·1 un altro articolo: va ricercata nella deficien~e coltura dei concorrenti. In ogni modo questa conclusione non esclude che si possa e si debba fare qualche cosa pel reclutamento dei magistrati, cioè pei funzionari ai quali è assegnato il compito sociale più elevato. E all'uopo, pongo termine a questo anicolo ripro ducendo una lettera assennata di un insegnante dell' Università di Pisa. Ecco quanto scrisse al Giornale d'Italia, intervenendo nella polemica il Prof. Carlo Lessona: « Io penso - per una esperienza ormai lunga - che la ragione dell'insuccesso dei concorsi in magist_ratur_a dipend_a da una unica causa: l'essere gli asp1rant1 costretti ad attendere dopo la laurea in media per un paio d'anni prima di toccare un' assegno appena decente. E' ì' uJi torato che deve essere retribuito meglio, ed è grave che per entrarvi si debbauo attendere ci rea due anni dalla laurea. Mentre i migliori laureati - consuetamentc i meno agiati -- possono in un anno dalla laurea, se non prima vincere i concorsi nelle amministrazioni centrali o provinciali e ottenere duemila lire di stipendio ». « I rimedi - se la mia diagnosi è giusta - son~· adunque questi: 1° Pagare meglio gli udi tori; 2° Far raggiungere molto presto il gra-io, pllr modesto,.. <e Questo secondo rimedio si può ottenere in due modi: i>
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