RIVISTA POPOLARE DI Politica, Letter·e e Scienze Sociali Uirettore: Pror. NAPOLEONJiCJ OLAJANNI (Deputato al Par1amento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese lt,alia: anno lire 6; semestre lire 3,50 - ~Jstero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. ao i\mministrazione: C01·so Vittorio Ema,miele, n.0 115 - NAPOLI A11110 XlV - Num. 22 ABBONAMENTO POSTALE Uoma, 30 Novembre 1U08 A gli amici e abbonati della Rivista La Rivista Popolare col 1909 entra nel suo quindicesimoanno di vita. La sua az_ionebene.ficanella vita pubblicaitaliana oramai è riconosciutadagli amicipolitici e dagli avversari e non e' è bisognoche la mettiamo in evidenz..anoi. Essa è stimata da tutti per la sinceritadei suoi giudiz..i,per la sua imparz..ialitap,el coraggioconcui affronta le quistioni piit scabrosesenz..apreoccuparsirnenomanuntese incontrerail plauso o la riprovaz_ione dei lettori. La stima grandedal pubblicoviene alla Rivista Popolare precisamenteperche essapossiedele qualita, che mancanopiit ordinariarnenteagli Italiani;.perchèla Rivista Popolare e la nemicairreconciliabildeellaipocrisia,dellamenz_ognad,ellarettorica,dellacodardia; perche essa compie opera altarnenteeducativae 1nirasopratuttoa quella formazione del carattere, eh' è nella boccadi tutti, ma che i più dimenticanoa fatti. Essa ha saputo seguiregli avvenimenti contemporanepi iit importanti, setqa trascurarele discussionid'indole generale teoriche;essaa' suoi amici e lettorisi sforza di darequella coltura veramentemoderna ed utile, che inspirandosirigorosamenteal metodopositivo , rifugge dagli apriorismi e dalla metafisicae si affida ai fatti , alla documentaz..ioned, a cui fa scaturirele induzioni, le conclusioni,le convinz_ioniC. on ciò essa compie l'operapiit indispensabilpeer gli Italiani in generee pei democratici n particolare - dai radicali,ai repubbticania, i socialisti - che di cultura positivamaggiormentedifettano.Ed a quest'operanonsolomiranole altrerubriche della Rivista, ma provvedespecialmentela sua Rivista delle Riviste, nella qualeviene riprodottociò che di meglio, di piit serio, di piit positivo pubblicanole riviste italiane e straniere e sopratuttoquelle inglesi e nord-americane. Della eccellenzadella sceltase ne ha la prova nel fatto che moltissimi giorndi quotidiani saccheggianoletteralmentela sua rivista delle riviste. Nulla ha da innovare nel suo programmala Rivista popolareche curera sempre tutto· ,io chepuo riusciredi giovamentoall'Italia, alla democraz..ia-sociaalell,apropagandarepubblicana; prornessenuove non fa e non sente il bisognodi fare. Fa conosceresoltantoaili amici nuovi ed agli antichi, ehe essa nel 1909 consacreranon pochepaginealla demografia, scienzavergognosamentetrascuratain Italia e che e assolutamenteindispensabilpeer intenderei più irnportanti problemipolitico-socialie spiegarernolti fenomeni chepossonosorprenderecolorochela ignorano. La Rivista Popolare , che non ha avuto mecenatigenerosi, che nulla ha chiestoagli amici politici, i quali spessol' hanno frodata dell' abbonamento,non ha 1nez.~ipecuniariper . fare la rèclame nioderna,che pure e la sola che assicurail successo;essanon la ricevenemmeno dai vari giornali settirnanalidel partito repubblicano. Ma per la sua diffusione essa conta esclusivamente sulla cooperazione di coloro che la conoscono e l' apprezzano altamente. Gli amici, adunque, ci procurinonuovi abbonati,e buoni indiriz..zidi Clubs, di Casini, di Associazioni ecc. A loro saremogratissi1nie;d essi favorendola diffusionedella Rivista siamo sicuri, chefaranno opera buona e favoriranno, lo ripetiamo , quella educazionesana e positiva, che in Italia manca.
590 RIVISTA POPOLARE SOMMARIO: GII a.vvt.-'llilment,f e f!II nomini: Noi: La lotta per l'Italianità in Austria - La qu1st1one morale nell'esercito - Miss Elkins e il Ducà degli Abruzzi - L' [mperial Tartatin si sottomette? - Contro la pena di mo_rte - La stampa ignr-bile - Le elez·oni in Turchia ed i P.e'.icoli per i_ Musul_mani-:- Quello ch_e_bolle nella p~nt-)la Balc0~1ca :- Per Je se7ir:,ni di pretura - Le conse~uenze ?ella cns1 co~merc1ale e oa .ca_ri~ - La pol1t1ca estera e. rntern" del\ Ingh1l terra - La finanza tedesca - N. C : Per Trieste e per g1 Irredenti -- La R1v1sta: Il caso Ca mpanozz1 - Dott. Napoleone Colajanni • LudovicoMortara. Carlo Fadda: Dai c?nc~rsi_ ~iudiziari agli e~ami unviersitari -:- ~ttore Clccotti: Nel paes_e d1 Mcntecnorio Avv. FrancescoMariani: La ricerca 1r: gmd1zio della patermtà naturale - lt1v1st,a <lolle B,lvist,e. La qucstion ~ agraria nella Bosnia- Erugovina ( Cow·!·ier Eur_opém! - I b_arnbini d!ti ~ .balia e ciò che si fa pe_r.essi in Germania ( Vita femmin.ile ita!iana) - Le abitazion'. pop?lart e gl! alloggi p~r le fam·gh_e _num 1 e;ose (f!,evue polz_trque e: par fementail·e) - I progressi economici della Francia (L Economiste europeen) - L9. citta de,! av·1_cn1re (lahrbucher Jur Na tional Oekonornii: und Statistik) - L'antagonismo aPglo tede~co (Mercw·e de France) - Contro 11 ~ K111ser ~ (D1e Zukunft). GLI PVr VENIJVlEl\!TI e GLI U0t1INI La lotta pe:r l' Itallanlta in Austria. - La eroica costanza, la incrollabile formezza degli studenti italiani che da tanti anni lottano contro la protervia del govnno austriaco e la brutale prepotenza dei loro colleghi di razza ... superiore, per ottenere una università italiana, deAta la nostra ammirazione sincera. E noi ci auguriamo che finalmente i governanti austriaci vogliano riconoscere agi' Italiani un diritto riconosciuto agli altri popoli dell'Impero e solennemente proclamato dalla Camera dei Deputati e da quella dei Signori , concedeudo l'Università Italiana a Trieste, dove i nostri connazionali potranno compiere i loro studi al sicuro dai colpi di bastone e di rivoltelJa che eroicamente e cavallerescamente gli studenti anstriaci dirigono anche snlle donne, e dalle sciabole dei polizziotti di Cecco Beppe, che in odio alla nostra nazionalità, danno il resto del carlino agli aggrediti. Noi probabilmente ritorneremo su questa quistione dell'Università italiana, ma sin da ora non possiamo astenerci da qualche rilievo. Agli studenti italiani si ri.1uprovera l'uso fatto del revolver. Ma dato e non concesso che siano stati essi pei primi ad adoperarlo, c'è d:;i,sorprendersene? Duecerito assaliti da duemila dovevano correre alle estreme di fese guidati dallo istinto della conservazione ; nè si può accusarli di premeditazione se si trovarono armati. Non lo erano del pari i ted.esehi? Gl' Italiani , intanto, hanno per loro la bontà della causa per la quale animosamente protestavano. che la causa fosse buona lo ha dichiarato il ministro Canera, che presiede alla pubblica istruzione nel gabinetto austriaco del Bienerth ; che la causa fosse buona lo hanno riconosciuto i membri della Camera dei Signori , che pur rappresentano il conservatorismo più rigido ... Queste dichiarazioni e quei:,ti ricouoscimenti valgono cento articoli, cento proteste degli Italiani irredenti e degli Italiani del Regno in qnanto al diritto. Prevarrà, però, il diritto? Trieste e gli Italiani avranno la loro Università, come la Costituzione austriaca esige? Molti lo affermano; noi dubitiamo forte. Con vivo dolore cominciamo' a sospettare che ci sia qualcuno che vale e può più dei ministri, più della opinione pubblica, più del dù-itto - forse il vecchio Imperawre, forse il presunto successore - che contano sulla violenza µer riuscire ad 110a gDerra, voluta e àesidera ta da.ll'in transigenza clericale. Forse l!.,rancesco Giuseppe vorrà sa guer1·e come la volle Eugenio ài Montijo imperatrice dei Francesi ... E chi sa? anche l'Impero austro-ungarico potrà avere la sua Sedan ! Intanto rilevia1,10 con dolore rbe nella stampa tedesca la sola vecchia Neue Freie Presse ha tenuto contegno sereno e corretto. Ande l' Arbeiter Zeitung, l'organo dei socia li8ti , ha dato vilmente addosso agli l ~-liaui. Che no dicono i socialisti italiani che per una ,2" -ra contavano ~ulla leale cooperazione dei socialisti a r c,.·iaci ? Ah ! Ha a\. uto ben ragione Sai vatore Barzili-..ia constatare il fallimento della solidarietà socialista internazionale nel giornale repubblicano di Roma. E anche noi , che vediamo fallire il nostro ideale di paca, che non può fare a meno di una entente coll'Austria-Ungheria, ci sentiamo assai amareggiati nel vedere rapidamente d.iliguare le nostre speranze d' Italia11i e di democratici e vorremmo confortarci col riiweglio del sentimento italiano, cui 1-\.bbiamoasRistito in questi giorni. Se il giorno della prova pel malvolere degli Austroungarici òovesse arrivare augnl'iamoci che. i fatti corrispondano alle parole; e con tale aug,irio proclamiamo la nostra simpatia e la nostra soldarietà coi giovani delle scuole, che vorremmo vedere, in quel giorno, imitatori forti e coscienti della balda gioventù umver · sitaria che scrist:ie la pagma di Curtatone e Montanara! + La qulstlone morale nell'esercito.- Dopo il caso Ranzi, che pare debba risorgere, a il caso Testa, e il caso Conti e tanti altri casi anafoghi si è acquistata la convinzione che l'ingiustizia è la regola nel1'esercì to. La quistione di stomaco rimane la base per la maRsa; ma attorno ad essa c'è la superstruttura morale. La quistione morale nell'esercito ha ottenuto contorno più preciso dall'ultima fase del caso R,mzi; dalla quale si apprende che il ricorso fo respinto dal Consiglio di Stato, per un documento che sembra falso o non pertinente, ma di cui la ConimiHsione parlamentare sull'esercito non ha saputo dirci la natura vera con uu comunicato involuto e sibillino. Esagerano sino al ridicolo, però , col0ro che il caso Ranzi paragonano al cc,so .Drey fus. Di questa quistione morale si uccupa con molta competenza un militare - un colonnello - che vuole couservare l'anonimo (1), che difenda la Scuola di gue1'ra come dovrebbe essere, ma non risparmia critiche a tutti i ministri della guerra, che nulla hanno saputo far di buono per renderla quale dovrebbe essere e mettere in armonia la disciplina militaresca coi tompi moderni. Diamo la importante conclusione. « Non si può nou osservare che la guerra mossa al supremo istituto di educazione militare da p_ers?ne troppo appassionate e le umiliazioni ad esso inflitte per accontentare l'opinione pubblica fuorviata, fnrono cause non ultime del malessere organico e disciplinare da cui è oggi afflitta l'arma di fanteria. « Perchè, scaduta la scuola di guerra nella pubblica estimazione, scaduta di conseguenza l'irn portanza c?e un tempo dava!:!i ai snoi studi e al sapere che se ne diffondeva nell'esercito e specialmente nella fanteria ; soppresso quindi, per gli avanzamenti, ogni genere_di prova scientifica e stabilifo1i qua.li tit.Jli 1->erpr~gred1r~ dei meriti fortuiti fondati sulle date di nascita e dt anzianità; i gradi superiori di quest' arma furono invasi da uomini troppo foriunati, privi di meriti e di coltnra, destando così negli auimi rlegl' inferiori, altrettanto sfortunati ma più meritevoli e assai più colti, quella ribellione che, unitamente ad altre questioni di violata e negata giustizia, fu la cansa prima del la quistiane morale ! ,, (1) C. A. R. La scuola di guerra nella quistione morale della fanteria. Roma, B. Lux 1908. L. 1.
RIVISTA POPOLARE e La guerra va facendosi sempre più tecnica e richiede qnindi una coltura scientifica sempre maggiore; della quale gli ufficiali di fanteria e specialmente gli ufficiali superiori, sia per necessità professionale sia per loro stesso decoro, non possono più fare a meuo •. e Ma forse più che della cultura tecnica, gli odierni ufficiali di fanteria abbisognano di cultura generale. e Questa idea di cultura generale, oggi, agli albori del secolo XX, spaventa ancora t,aluni ». e Vi sono tuttora dei vecchi soldati (appoggiati, quel che è peggio, da- altri giovani e dotti) i quali vagheggiano il ritorno dei tempi del capitano terremoto, e rimpiangono quei vecchi comandanti che sapevano tener ben salda la disciplina vera; lasciando capire che qnesti cosi energici comandanti potrebbero anche esser rozzi e ignoranti come il grottesco personaggio della brillante commedia di Paolo Fambri (Il caporale di settimana). e Ma quei signori non pensano che non siamo più nel 1861; non pensana che gli odierni soldati entrano nell'esercito colla piena coscienza dei loro diritti di uomo e di cittadino; non pensano che gli ufficiali dei nostri giorni, quant,mque non posseggano un'alta coltura come gli ex studenti del 1859-60, pure per essere ormai tutti muniti di titoli di studi, hanno una coltura media di gran lunga superiore a quella dei loro antecessori •. e E per imporsi; ai giorni che corrono, a soldati a ad ufficiali di tal genere non servono piii i metodi autoritarii dei Terremoti passati e presenti >. e Oggi ci vuole altro >. e Datemi dei gentiluomini ed io vi darò degli ufficiali: diceva Wellington agli inglesi un secolo addietro>. e Ma i gentiluomini, secondo lui, non erano quelli nelle cui vene scorreva un sangue, tramandato da un lungo ordine di magnanimi lombi; ma bensl quelli dotati di alto sentire, e di alto carattere, di alta edu cazione: qualità che derivano tutte da un'alta coltura. E infatti egli, nel riveder, già vecchio, il collegio di Eton dove l'avevano ricevuto quasi tutti gli ufficia.li che avevano militato con lui diceva: E qui che fu vinta la battaglia di Waterloo !! • e Se cento anni addietro dicevasi cosi, a pili forte ragione deve dirsi cosi oggi •. e Gli eserciti moderni, e specialmente le fanterie , abbisognano, massime negli alti gradi, di uomini intellettuali; rirchi di idee generali. capaci di assurgere dai minimi particolari del mestiere ad ampi concetti e atti, sopra tutto, ad accendere i cuori a destare entusiasmi nelle grandi masse di fauti, che essi debbono organizza.re, condurre e signoreggia.re in mezzo ai pericoli é di fronte alla morte , . e Pel bene supremo dell'esercito, pel bene stesso della fanteria, è oggi necessario che ai gradi superiori di quest'arma. non possa.no piu giungere cha uomini di tal genere , . e Quando ciò avverrà, la scuola di guerra e i suoi diplomati, dopo tante critiche, dopo tante accuse, avranno la loro rivendicazione •. + Misa Elklns e Il Duca degli Abruzzi. - Solo una volta abbiamo fatto un lontano accenno a questo problematico mat,rimonio tra un rampollo di Casa Sa.·\'oia e una americana del Nord, augurando - e non a caso ! - che Miss Elkins non rassomigliasse alle donne americane.... Credavamo che una rivista come la. nostra non dovesse più torna.re sull'argomento, tanto più che noi temevamo che ogni nostro giudizio poco benevolo potesse essere interpretato come un pretesto per da re addosso alla degenerazione monarchica, che faceva scendere il Duca degli Abruzzi a livello dei l3oni de Castellane e dei tanti miserabili spiantati, che vanno alla ricerca di doti in America senza guar-:- . dare pel sottile alle qualità delle donoe che le portano, e che spesso non riescono a far dimenticare i difetti e le depravazioni coi loro milioni. La doratura non cancella le macchie morali ! Ma giacchè un uomo d'insospettabile fede monarchica qual' è Vico Mantegazza non ha esitato a biasimare aspramente questo probabile matrimonio come indecoroso per la dinastia. e per la nazione in una rividta politica - L'Italia all' este1·0 - noi crediamo di dover rinunziare al riserbo che ci eravamo imposto e diciamo la nostra parola anche perehè a dirla vi siamo stati vivamente eccitati da parecchi nostri amici del NordAmerica. Da New-York specialmente, persona elle conosciamo intimamente ci scrive che la gazzarra indecente sul matrimonio Duca degli Abruzzi-~lkins ha coverto di ridicolo il nome italiano al di la del!' Atlantico ed ha aceresciuta la disistima, già grande, di cui i Nord-americani gratificano gli Italiani. I mc tivi pei quali si addita al disprezzo il nome "italiano in questa occasione non è soltanto quello di vedere nel Duca degli Abruzzi uno dei tanti cacciatori di doti - e tale , ad onor del vero , non lo crediamo ; ma sono altri, più intimi, più delicRti e che non possiamo, nè vogliamo esporre. I Nord-Americani in questo caso disprezzerebbero gl' Italiani perchè riterrebbero spregevole Miss Elkins. Di qnesti motivi si parla nei circoli demo-a.risto cratici dei cosidetti 400 di New-York: miliardari e milionari; e se ne parla pubblicamente da tutti gl'Italiani che frequentano il noto ristorante Roversi. Il nostro amico aggiunge anche che Barzini, corrispendente del Corriere della Sera e Prati corrispondente della Stampa ne sono a conoscenza µiena e si meraviglia che non ne abbiano scritto ai rispettivi giornali. Noi cui non preme il decoro dei principi Sabaudi, ma cui sta a cuore quello del nome italiano, compia.mo il nostro dovere, per quanto a malincuore, augurando che il Duca degli Abruzzi vada altrove a cercarsi una compagna. + L'Imperlale TaP'tarln si sottomette? - Il Lokal Anzeiger - una specie di Tribuna prussia11a - poco dopo la discussione avvenuta nel Reichstag annunziò: e sperarsi che il colloq11io dell' Imperatore « col Cancelliere principe di Bnlow avrebbe portato ad e una intesa e che l'Imperatore approverà le dichiac raz,oni del Cancelliere sulle q uislioni sollevate dalla e pubblicazione del Daily Telegraph •. Immediatamente dopo avvenuto il colloquio, il giornale ufficiale del1' Impero, il Reichsanzeiger annunziò che l'intesa e la approvazione erano un fatto compiuto. Guglielmo II, come un qualunque ragazzaccio colto in gran fallo aveva promesso che un' alfra volta non lo ov1·ebbefatto più; cioè : e che d' ora in poi intendeva assicurare la co- < stanza della politica dell'Impero col ri::;petto delle e responsabilità costituzionali ". A conferma delle dichiarazioni testè l' Imperatore Tartarin, assistendo ad una festa commemorativa della concessione dell'autonomia comunale nel Municipio di Berli110 , lesse nn discorsetto , in cui era fatto cenno voluto delle nubi che si érano frappo-,te per un 1110mento tra lui e il suo popolo, e si fece da.re con ostentazione e con serietà degne di una pochade scarpettiana, il manoscritto da leggere ..... dal Cancell.ere Bulow ! Dunque è cessato il regime pen;onale? Siamo in regime per lo meno costituzionale, se non parlamentare? Manco per burla! Le cose restano coa1e stavano; e come non è la prima volta che 'fartarin agisce da ragazzaccio che con una miccia in mano corre tra due strisce di polvere e promette di non farlo più ; così possiamo attenderci che tra breve ne farà una delle sne: si farà intervistare dall'organo dei giovani turchi
592 RIVISTA POPOLARE o dello Scià di Persia; arriverà improvviso a Parigi con qualche drappelJo di corazzie1·i bianchi - .... quelli della Tavola 1·otonda! - o... q ualunq ne altra pazzesca scapataggine, t-ino a tanto che ne faccia una che riesca ad una guerra spaventevole! Ma gli elogi, che molti giornali italiani gli prodigano per la sua magnanimità nel riconoscere il proprio torto e nel promettere che avrebbe agito da re costit,uzionale? Tutta ignobile cortigianeria, tntto abbietto Sf• vilismo col quale tali giornali credettero di dovere r· arnre la dose pel' farsi perdonare le Cl'itiche irr·e- "'t:,. nti che avevano osato rivolgergli mentre egli era so'-·0 ac 1sa. del popolo tedesco innanzi al Reichstag I Intanto a dimostrare quanto siano meritate le lodi al!., sua prndenza e alla sua magnanimità a New York è :,coppiato lo scandalo di un'altra intervista con u.a red1,,ttore del Century Magazine, che questo non volle pubblicare µer pietà verso l'intervistato imperiale ... NatU1·almente in questa intervista americana Guglielmo II diceva male degl' Inglesi, mentre in quella del Daily Telegraph diceva bene. Cosi doveva essere; altrimenti la. s11t1.fama di ciarlatauo immorale e incosciente poteva subire una diminuzione. + Contro la pena di morte. - L'ahuso spaven tevole della pena di morte comminata dai tribuuali militari contro i pretesi delinquenti politici in Russia, "di cui in uno stelloncino nel numero prec~dente abbiamo dato la prova, ha indotto i più illustri scrittori dell' Impero degli Czars a rivolgere al popolo russo il seguente appello : «Nrii non facciamo un appello politico, nè di partito : ci rivolgialllo ali' umanità intera senza distinzione di classe, di 1eligione, di condizione sociale e politica. « Tutte le influenze, tutte le forze morali devono lottare contro l'onta di questi tempi : la pena di morte sta.bilita e praticata dai tribunali misti russi. Tutti 8a11no delle sangninose repressioni quotidiane che, da tre anni sono il nostro tragico e costante tributo. e I grandi maestri dell'umanità, con indimenticabili parole hanno flagellato questo ab11soodioso di nccidere il proprio simile in nome del bene generale e dalla legge. e Q11al manifesto potrà dire più dell'anatema del metropolita Filippo, o delle arringhe di Gas e Wladimiro Solowieff, o degli scritti di una pleiadv illustre come quella di Dostoiewsky e di Tolstoi? La pena di morte è irreparabile in caso di errori e questi sono inevitabili nella pratica dei cousigli di guerra, sprovvisti delle garanzie del1a vera giustizia. Secondo le statistiche giudiziarie la morte non spaventa., d'altronde, affatto i criminali. e Come tale essa è condannata da giuristi competenti come Becca.ria, Mittermaier, Tagi11tzen e Kystiakow8ky. " Nu1la resta da aggiungere per completare le analisi rigorose e le conclusioni dei dotti che hanno mostrato l' infondatEZza di tntte le tesi favorevoli alla pena di morte. « I psicologi hanno messo a nudo le menzogne del sofisma secondo il quale la pena capitale sarebbe, co• me punizione il giusto equivalente del delittu (legge del taglione). « Essi banno dimostrato l'orrore di uua tale morte, resa più atroce dalle angosce morali che la precedono. e Noi Russi, uniti da un sentimento di dolorosa indignazione che la realtà suscita quotidianamente, <lobbia.mo lanciare ben alta, contro il mondo intero, la nostra protesta. « Non vi sono nec ssità istoriche da ammettere: è un profondo errore Crf'dére che la forca drizzata ogni giorno possa oprrare la pacificazione finale per mano del boia. La pena di morte pervertisce a colpo sicuro il ·en8o morale d{'Jla c·ollettività. Non si può impunemente diminuil'e il valore della. vita umana agli occhi -iella folla. L'uomo è suggestionabile: Il\ società lo è ancora di più. Il delitto, il suicidio crescono (40 °/0 ) e l'indifferenza genera.le accoglie questa sanguinosa cronaca q notidiaua (100 esecuzioni al mese). e Il sangue scorre dai patiboli sotto il rretesto della triste necessità di una repressione. Ma questa macchia sanginosa lorda. l'avvenire dell~. Russia ed avvelena la vita delle generazioni future. e Gli stessi avversari della rivoluzirioe devono comprendere che è criminale e folle il Ra<'rificare a.li' ingannevole s11ccesso d'una momentanea repressione la prc1aperità e le speranze di 1rn paese. e La repressione uccide il rispetto umano. La società deve ricordare al potere che il suv dovere è di conservare, tra le agitazioni politiche, i tesori di cultura che sono patrimonio di tutti e l'eredità storica. della nazione tutta. e Una generazione non ba diritto di dilapida.re questi tesori in nome di non importa quale scopo nè sntto qualunque siasi pretesto. Sa qnesto cammino di sangne si distrugge dalle fondamenta la nozione di patria , come si strozza l'ideale di diritto e di giustizia , base di ogni potere. e Penetrati della responsabilità di fronte alla post,erità ed alla na7,ione, convinti del buon diritt > della ca.usa noi ci rivolgiamo a tutti i nostri coocitta--:lini pe1 compiere il nostro dovere di nomini. e In nome dulla religione come della ragioue, iu nome dei nostri figli, che ce ne chiederanno cont'), in nome delld. patria mutilata, protestiam0 contro la pena di morte. e Che tutti gli individui della società si sollevino colla paroltl. e colla penna, nella famiglia , nella vita pubblica e privata. al fine di reclama.re la soppressione della pena. di morte. « Il giubileo di Tolstoi deve essere un occa8io11edi realizzare questa lega di tutti contro la morte. << Mouromtzeff , Golovine, P. Ouronsoff , P. Dolgoroukoff, PetrounkevitchP. Bazanoff,Oldenbourg Boborykine, Glazounor,Tchekov,Kareev, Fagiuaen, ecc. ecc. • + La stampa Ignobile. - La seconda intervista dell'Imperatore Guglielmo II, se fosse stata pnbblicata, come lo fu la prima col vi:;to ed il consen30 '.lei gabinetto imperiale tedesco avrebbe certamente avuto delle conseguenze assai più gravi che non ebbe la prima, anche perchè in questa seconda si conteuevano frasi ed apprezzamenti che non sono tollerati non che in bocca d'nn capo di popolo e contro altri popoli, ma nel pacato disccorrere d'un privato a proposito d'un suo privato nemico. Fort.unatamente quella intervista è stata distrutta e quelle parole imperiali non sono strite dette. Dopo il voto del Reichs'ag q nesta soppres8ione della intervista è un atto di sana politica, ed UUI\ buona lezione al1' [!llperatore. Ma che cosa dire della stampa ameri cana, di certa stl:lmpa che pur sapendo quanto danno avrebbe prodoHo quelln, p11bhlicazione, e q11anti fiori d'odio avl'ebbero fatto sbocciare le parole dell'Imperatore, nondimeno ha voluto di quella intervista dare su'1ti ed estratti? Noi abbiA.mo più volte lamentato il pessimo e:3empio, e gli ancor piu odiosi costumi introdotti dalla co'liddetta stampa gialla nel giornalismo; tna ci piace constatare P-heque:3ta volta codesta stampa è rimasta sola con la sua in~ol'da voglia di far denaro ad ogni costo e con la vergogna d1 vedersi abbandonata. dalla stampa europea. Meno male che qualche coHa <li buono c'è ancora in questa noi:itra vocchia Europa. marcia di tanto male! Ci piace constatare che un po' di dirittura, un po' di lealtà, un po' di onestà stanno ancora nei nostri vecchi cuori di popoli non 11,ncorapersuasi a chiamare Re - dell'oro e del petro
RIVISTA POPOLARE 593 lio, o dell'acciaio - i corruttori del diritto umano che vuole gli uomini poveri si ma leali, m,-t coerenti, ma onesti. Codesta starn pa americana che pareva avesse fatta larga breccia in Europa, si trova sola in questo affare nel quale la lealtà umana era messa a prova. Brava la stampa della barbm·a vecchia Europa! Per una volta tanto ha ricompensato, con un solo bell'atto, molti giorni ed anni di porcherie grosse e piccine, e si è dimostrato superiore di molto, per mente e cuore, di quella stampa che è, ormai la predominante in America: la ignobile stampa gialla. • Le elezioni In Turchia ed I pericoli per 1 Musulmani. - E' più che positivo ehe i Giovani Turchi compiendo la loro rapida e pacifica rivoluzione non previdero, neppur lontanamente, il ginepraio terribile nel quale hanno cacciato il loro pae::ie. Naturalmente tutte le nostre simpatie sono per loro; essi hanno cercato di mettere, e cercano di ma.ntflne1·Ail loro paese a livello di tutti gli altri popoli civili. Hanno voldo offrirgli lo stru111ento di grandi pr0gressi foturi, di pacifico sviluppo, e di grariuale aumento di volere e di potenza nel concerto dei popoli europei. Ma disgraziatamente essi non avevano messo in calcolo, le passioni ladre di qualche potenza Europea, quelle religiose delrn popolazioni non Maomettane della TurchiP. Europea. Se del ~enno di poi non fosser piene le fosse, si potrE\bbe dire che aveva ben ragione Maometto II, quando dopo la presa di Costantinopoli dichiarava che, per il bene dei Turchi, cristiani e greci dovevano essere massacrati. Il fatto è che oggi, e da lungo tempo i cristiani sono la maggioranza nella Turchia Europea: Cristiani greci e s1avi. I turchi si sono accorti immediatamente del pericolo che minaccia il loro potere in Europa. E, per loro, è un pericolo serio e grave. Finchè tutte le popolazioni che compongono l'Impero Ottomano erano soggette al Sultano~ solo ed assoluto signore, che comandava agli eserciti, ed ai credenti, in nome di Allah prima e poi della sua buona spada, i cristiani, greci e non greci, non potettero che subire il vincitore, it più che quadrisecolare padrone: dovettero subirne la legge, e le pratiche della loro religione furono soltanto concesse grazie alla tolleranza di alcuni Sultani. E cosi durò, e forse chi sa quanto ancora, per la sua forza d' inerzia, il potere Maomettano avrebbe durato se i Giovani Turchi, non aveesero voluto ed imposto la Costituzione. La Costituzione sostituisce all'autorità del Sultano, al diritto del Sultano per Allah e la sua buona spada, l'autorità ed il diritto del popolo. Ma il diritto del popolo, oggi non può affermarsi che per le maggioranze, e la maggioranza della popolazione della Turchia Europea è, ii;i alcune regioni, assolutamente cristiana. Questo è per i Turchi il pericolo grave. Essi vedouo fuggire il potere dalle mani dei maomettani e cadere in qùelle dei cristiani E non è questione di religione sol tanto, intendiamoci : ma di razza. anche. Se non fosse che affare di religione, la faccenda potrebbe tutt'al più, con l'andare del tempo, accomodarsi con la sconsacrazione, e la riconsacrazione di una qualche moschea o di una qualche chiesa: ma è che la religione rappresenta due popoli diversi, due diverse schiatte, una delle quali, la minore che fino ad ieri fu la dominante , sta per essere e proprio per opera sua, ed in nome della civiltà soppiantata dall'altra. Naturalmente, i Giovani Turchi dopo indette le elezioni aono corsi al riposo. Di qui i brogli elettorali, le violenze e le sopraffazioni contro i cristiani, le proteste degli elettori che vedono fuggirsi dalle mani, lo sperato premio. Le dimostrazioni greche e cristiane di dopo le elezioni devono avere aperto gli occhi ai Giovani Turchi e già più d'uno di essi - e dei notabili specialmentedichiara che la Costituzione fu, forse, un bene, ma le eli•zioni furono cerhmente un atto prematuro. 81-nollche a tale situazione quale rimedio? I Giovani Tdrchi hanno garantito - nè poterono fare altrimenti - la libertà a tutte le confebsiooi diverse dalla maomettana: possono orn essi - dopo la proclamazione della liberti\ - atteggiarsi a persecutori? Indubbiamente no. Ciò che è accaduto è uno dei tanti fenomeni che .iCceunano la fine del I' Impero Turco in Europa. Non è certamente oggi , nè in un prossimo domani che accadrà; ma quel governo e quel popolo che pigliassero, fin da oggi, le loro misure -per assere parati a codesto evento, e fino da oggi, sia pure senza scontarlo, Jo 111ettesseronei loro calcoli più certi farebbero opera di saggi, Che ne pensano i valentuomini dei compensi 1 + Quello che bolle nella pentola Balca nica - Una laconica telogra.f:ica notizia ha messo un punto nero di più nella questione dei Balcani: è il richiamo dell'Ambasciatore Austro Ungarico da Costantinopoli. Segno che le trattati ve dirette fra Austria e 'I'urchia. non vanno innanzi bene. Questa è cosa che - del resto - si poteva facilmente preve!iere. Ora torna a galla l'idea deIJa Confereu za ; ma noi avernmo occasione di osservare altra volta che la Conferenza nè si farà, nè d'altra parte, è bene che si faccia. Niente di peggio potrebbe realizzarsi che la Conferenza ave:ise un risultato negativo (ed è più che certo che lo avrebbe) poichè allora Ri vedrebbe subito che non rim1ne altra via di s lur,ione al problema. che il diritto del più forte, la guerra. A q t1esta forse, si arriverà , si dovrà arrivare, ma in ogni ca".loquanto più tardi sarà sMà tanto meglio (anche per noi date le nostre condizioni) e guadagnar tempo, molto tempo, è sempre offrire al problema un qualunque modo di accomodarsi alla meglio, pacificameute - alm;,no per ora. Certo la qnestione Balcanica è lungi da ei;sere tale che una breve e pacifica intesa. po.ssa aggiustarla. Prima di tutto vi i;ono gelosie di potenze ehe vi 8i oppongono, eppoi legittimi e.grandi inttire.➔ ,,,i cho la vietfl.no. Scrivendo al Direttore della Rif'urma nel 1878 Crispi diceva e lo diceva appunto a proposito dell'annessione della Bosnia ed Erzegovina eui si eredeva, l' Au.stria volesse procedere allora: « Appena il Governo Italiano dubitò delle pratiche di Vienna prote::itò cou Loudra e Berlino, dichiarando che nelle condizioni topografiche del Reguo, non potevano permettere che l'Austria divenisse potenLe dall'altro lato dell'Adriatico. A Londra e Berlino non seppero darci torto e ci dissero: P,·en detevi l'Albania. Avendo noi rispo3to che non ::nq;e,""ùlo che farcene, a Londra ci ridposero: C' est to:1jo1....r. L.n gage e altrove « dovevamo rispondere cbe, .,11,0 ~l:1'1pacificazione dell'Oriente, avremmo oceupato l L\ll 'la d'oude usciremmo quando i Russi sgambetLerd 10 la Bulgaria, e gli Aui:;triaci la Boi;nia e l'Erzegovi11~ •. Crispì aveva fino da allora la visione chiara del do e tendeva l'Austria, è chiara l'aveva altresì i I Mena.brea; ma dopo? Oh ! dopo il ministro degli esteri d'Italia si è contentato, e quando il momento critico è venuto di parlare dì compensi che nessuno gli aveva pro111esdo, dei quali nessuno gli aveva parlato, che non 3:ve\"a da avere o da esigere da nessuno, e che non esistevano altro che nelle fantasmagorie del sno romanzesco - per non dir peggio, - cervello. In tanto nei Balcani la matassa s'imbroglia :sempre di più. La Serbia, che ha dimenticato le batoste di Slivi.::iitza , si n10stra insoffribile di ùttesa, la Turchia arma con rapidità febbrile; F Austria fa al trettanto. Quale il risultato di tutto ciò ? Certa,11ente non un accomodamento che sodisfaccia tutti in modo da poter dire che - salvo casi imprevedibili - la questiona è ormai risoluta. La Ru:ssia ha t 1tto l'interesse a caldeggiare gli affari ed i progressi delle popola-iioni
594 RIVISTA POPOLARE slave delle quali sono la Serbia che si agita e la Bosnia e I' Erzegevina che l'Austria. si è annessa: la Turchia deve correre ai ripari contro il preponderare dell'elemento r.ristiano, cui la Costituzione, dà voce in capitolo e possibilità, oltre ogni speranza, vaste: le popolazioni musulmane minacciate quali si sono vedute nelle elezioni si agitano contro ogni elemento ed ogni riforma e innovazione a carattere Europeo; l'In · ghilterra ha espresso, chiaro per bocca di Sir Eduard Grey, il suo parere che tutta. la questione Balcanica deve essere riveduta e corretta in una conferenza: la Germania tiene bordone all'Austria, mentre Francia e Russia hanno tutto l'interesse a seguire il gioco dell'Inghilterra. E l' Italia? Ebbene l'Italia non fiata, anzi l'on. Tittoni dichiara che egli sapeva, e che ..... stette zitto e buono perchè cosi gli piacque. + Per le sezioni di pretura. - Ci scrivono e pubblichiamo: « On. sig. Professore, « Non credevo di dover tornare ad incomodarla per le eterne sezioni di p1·etu1'fi, per cui ricorderò sempre la benevolenza da Lei addimostratemi. Ma questa volta credo proprio di non poter farne a meno. « Qui da, parècchio tempo circola e Kcquista credenza. una voce secondo la quale le sezioni non saranno istituite che dopo le future elezioni politiche, attribuendo a questo post un significato di propter che armonizzu a meraviglia con tutti i precedenti legislativi e governativi in materia l e Secondo notizie pervenute da Roma -« sta comple- « tandosi l' istruttoria delle domande dei comuni, e « quando potrà aversi un discreto numero di domande e con gli atti completi verrà sentito il Cons. Sup. della « Mag. (verso gennaio). Presumono, quindi, al Mini- « stero che i provvedimenti potranno aversi verso la « meta del 1909 •. e Così in una lettera del I' on....... a un suo amico di questa, nella quale gli riferisce quanto gli scrissero in proposito da Roma. Ora io osservo : « Qu&ndo si trattò della soppressione, col 1 ° gennaio del secondo anno successivo al la legge (30/3 1890) questa ebbe piena esecuzione ; e e' era stato, è da suppore,' il tempo per completare tutte e singole le istruttorie per tutto il 1·egno, che dovevano condurre a misure si gravi e odiose. « Col R. Decreto del 9 nov .· 1891 erano state già sopresse 271 preture ; un secondo decreto 17 dic. 1891 incalza per fulminare che col 1° genn_. 1892 q nelle preture si considerino come sparite, e sparirono difatti. « Invece agli ultimi di novembre del 2° anno dalla legge riparatrice (14/7 07) non è ancora completa l'istruttoria neppure di un discreto nume1·0di domande ... e E se al Ministero presumo110 come sopra, a noi è lecito presumere che· bisognerà aspettare più dopo le elezione politiche pei P'rovvedimenti, e al gennaio 1910 al più presto per vederle funzionare queste benedette sezioni. E dire che queste si risolvono in sostanza nella facoltà data al pretore di tenere o non tenere udienze nella sezione, a suo assoluto, indispensabile arbitrio, di te- •nerle o non tenerle in t11tto o in µarte, per questa o quella causa, o categoria di cause! « E e' è bisogno di tanti studi , di tante istruttorie? .. E se i provvedimenti verranno davvero dopo le elezioni politiche , che dovranno necessariamente pensarne le povere popolazioni che aspettano da ben 16 anni una riparazione? Che dovrà pensarne ognuno? Così si educa politicamente il mezzogiorno? E permetterà ciò l' on. Orlando ? Sarà proprio vero ? E ho voluto scriverne a Lei. e Perdoni il disturbo, e creda col più profondo rispetto mi Dev.mo X. X.• Abbiamo pubblicata la lettera perchè anche noi siamo convinti che il ritardo nella istituzione delle sezioni di pretura sia veramente soverchio e deplorevole. Non siamo, però, d.i acrordo coll'antore della lettera nella spiegazione del fatto, non solo perchè siamo pienamente convinti che l'on. Odando non si presterebbe a questo basso espediente di politica elettorale; ma anche perchè conoscendo noi i collegi e i deputati, nei quali sono i Comuni che aspettano la istituzione delle sezioni, siamo altrettanto convinti che nulla perderebbe o guadagnerebbe il ministero ritardandola o accelerandola. Il ritardo deriva dalla scandalosa. lentezza del funzionamento di tutta la macchina amministrativa e politica. italiana, della quale a prova, potremmo addurre centinaia di casi anche più mustruosi di quello in discorso. In ogni modo crediamo opportuna la pub• blicazione della lettera sia per sollecitare il ministro a dare esecuzione alla legge ; sia per protestare in questa occasione contro l'abituale, sistematica lentezza del meccanismo politico-amministrativo italiano. • Le conseguenze della orlai oommerolale e bancaria. -- In Italia e' è stato un giustificato allarme per la diminuzione del nostro movimento commerciale eh' era cominciata nello scorso anno e continuò in quello che sta per finire. Il male, però , non è esclusivamente italiano ; anzi tra noi ha infierito meno che presso altre nazioni. Il regresso è cagionato dalla crisi nord-americana , che si è ripercossa in tutta l'Europa. Gli scambi commerc!ali sono uno degli indici più sicuri di tale ripercussione. Ecco come alla crisi americana hanno risposto nel primo semestre del 1908 i principali Stati Europei : Importazioni Esportazioni (Diminuzione - Aumento+) Inghilterra 9,40 °/o 9,40 °/ 0 Belgio 8,70 • 3,90 > Francia 2,70 » 7,40 • Stati Uniti 32,80 • + 1,10 • Germania 4,30 • 1,10 • Austria + 2,50 • 1,10 • Italia 2,80 • 5,10 • Spagna + 3,30 • + 7,70 > Da notare la grande diminuzione nelle importazioni degli Stati Uniti, perchè essendo i più colpiti dalla crisi restrinsero enormemente i loro consumi. Francia e Italia furono colpite di più nelle esportazioni, specialmente perchè esportano oggetti· manifattura.ti o grezzi di lusso - per l'Italia la grande diminuzione nelle esportazioni si deve alla seta. I paesi agricoli come la Spagna, che esportano e importano prodotti di prima necessità si risentirono meno. E la stessa Italia fu meno colpita nella espo1~tazione dei propri prodotti agricoli. Questi dati mostrano sempre più la stretta solidarietà economica. che c' è oramai tra tutti i popoli civili e eh' è il freno più potente contro gli spiriti bellicosi (1). + La politica estera e Interna dell'Inghilterra. - Mentre giungono dall'India allarmanti e dolorose le notizie della terribile agitazione anti-inglese, e delle esecuzioni di ribelli e di bombisti che i nazionalisti indiani considerano-e non a torto-martiri della libertà del loro paese; mentre l'Australia stanzia milioni di sterline nell'intento di produrre una flottaausiliaria oggi o domani, forse, pericolo della flotta In- (1) Su questa solidarietà economica raccomandiamo la lettura dell'articolo di Paul Louis tolto dal Mercure de France, chc i lettori troveranno nella Rivista de li e riviste.
R I VI S T A P O P O L A R E 595 glese; mentre le colonie tutte reclamano trattamento di favore dalla madre patria, ed il Oanadà si avvia con le sue tariffe protezioniste a chiudere i snoi sbocchi al commercio Europeo, non escluso l' Inglese, Sir Eduard Grey il minit:itro degli esteri inglese, scioglie un inno ottimista alla si tuazioue politica internazionale. Il discorso che il Grey ha pronunziato a Scarborough è stato un appendice al discorso di Asquith al Guildbal; tanto il presidente del consiglio, quanto il ministro degli esteri hanno tutti e due intonato la medesima solfa e tutto sembra andare per il meglio nel migliore dei mondi possibili>. Naturalmente non ha nascosto che difficoltà ci sono, e pericoli anche; ma ha chiaramente fatto vibrare la speranza che tutto si accomoderà pacificamente e con sodisfazione di tutti. E questo è per la galleria : ciò che in realtà si pensa dalla nazione e dal governo, e si prepara e non si dice è un po' diverso. Alcuni giorni fa alla Camera dei Pari, Lord Roberts pronunciò un discorso reso anche più signiticativo dalla risposta cbe in nome del governo lia fat~o Lord Orowe. Lord Roberts accennando alle possibilità di una io. vasione dell'Inghilterra da parte di un'esercito nemico, chiese che si pensasse alla stabilità di un forte e:;ercito permanente. Questa questione dell' esercito permanente, e della coscrizione obbligatoria è da lungo tempo intavolata in Inghilterra. Lord Orowe rispose che queste sollevate da Lord Roberts sono di quelle tali questioni che discntere in pubblico non conviene : ma che, in ogni modo, il governo sa quali sono i suoi doveri e che il paese non potrebbe mai essere colto alla sprovvista; nè trovato indifeso o in~ufficientemente difeso. Ohi osserva da vicino l'opera delllAm~iragliato inglese e del Ministro della guerra sa. che entrambe le organizzazioni procedono febbrilmente a mantenere in pratica il principio: si vis pacem pa1·a bellum. E questo malgrado tutte le difficoltà che la terribile situazione dei disoccupati e lo avvicinarsi dell'inverno creava al gaverno. Politica estera ed interna di forza e di preparazione: da un lato di armi e di armati ; di mezzi e di denari; dall'altro di provvedimenti destinati a lenire i danni gravi della c1·isi industriale, . che procede spietata, ed i mali della disoccupazione, che mettono in pericolo la pace interna. Opera dunque e politica di pace - e t~le l'hanno dichiarata entran1bi il Grey e lo Asquith nei loro discorsi - ma anche politica astuta che non si farebbe pigliare alla sprovvista quando si dovesse trattare del diretto interesse del paese. ♦ La finanza tedesoa. - Alle bollenti dichiarazioni del Kaiser non poteva capitare una doccia più gelida della esposizione del progetto finanziario fatto dal Principe di Bulow. Altro che guerra, e armati ed eroismi e voli lirici nel cielo delle fantasmagorie, bellicose. 125 milioni di deficit per ora e la previsione di deficit più grossi per l'avvenire! Dopo ciò l'imperatore può ben sostituire all'elmo sormontato dall'aquila, un caldo. berretto da notte con una pacifica nappettina azzurra: eroismi guerrieri senza q1,1attrini, al giorno d'oggi, non se ne fanno; ed hanno un significato assai buffo, o fanno una impressione diversa dalla voluta, le dichiarazioni del ministro della guerra, che l'esercito è pronto e per due anni non ba bisogno di niente ; nè di armi, nè di munizioni neppur del minimo bottone, e che la marina è - se Dio vuole - messa a posto - in fatto di quattrini - fino al 1910. La faccenda grave è la falla nel bilancio generale di quei 125 milioni che il popolo tedesco è invitato a sborsare con quanto suo gusto lo possono pensare tutti gli Italiani, che di tasl:!e sanno qualche cosa anche loro. Questa è probabilmente la ragione prima e princi pale - se non l'unica - della remissività di Guglielmo II alla levata dì scudi del Reichstag e alla lavata di capo cÌ:le pnbblieamente gli ha fatto il suo cancelliere. :B;dè que::ita la ragione del pacifismo del la politica t,,edesca. Unii. guerra senza quattrini, cioè disperata, cioè col sacrificio grande e doioro~o della minima ricchezza nazionale si fa per direndere il paese, quando dignità, orgoglio, patriottismo, di tutti gli abitanti sono intesi alla difr8a della libertà : la guerra dell'Imperatore Guglielmo (queìla sognata da lui) dovendo essere guerra di aggressione e di conquista senza quattrini non si fa, e le dichiarazioni di Bùlow al Reichsta,q sono la più chiara dimostrazione della chiacchierofilia di Guglielmo. Intanto il popolo dovrà pagare nuove e più grd.vi tasse. Il popolo tedesco - che è in fondo il popolo più pacifista di que8to mondo - il popolo tedesco sconta ora le velleità imperiali - e vane - della gra.nde flotta, della grande armata, della rivalità con l'Inghilterra in fatto di armamenti. E pagherà. Ma sarebbe opportuno che dal popolo venisse l 'ammonimento all'Imperatore ed al suo governo che questa politica che consi8te nel buttare a piene mani e pazzamente la ricchezza della nazione, in quella botte delle Dana.idi che sono gli armamenti militari è, oltre che pericolosa, economicameute rovinosa ed inadatta a raggiungere lo scopo, visto che si fanno sforzi immani in previsione di una guerra, che - se caso fosse - proprio per quelli sfH'zi non si potrebbe fare. NOI' + Per Trieste e per gl' Irredenti.- L'articolo della Rivista pupola1·e del 15 ottobre (L'ìmbrogì10 bal• canico e il fallimento della polit ·ca di T'ittoni) fece comodo al deputato socialista P1 ttoni di Trieste, clie ne riprodmise alcuni brani - proprio i soli , che gli facevano comodo - nel giornale Il Divoratore. Bastò ciò per dare ai nervi ai rei->1bblicani dell'Emancipazione della dtes::1aTrieste, che col deµutato socialista si trovan) spesso in aspra poletuica, e senza leggere tutto l'articolo e senza tener conto delle non poche discussioni che ho sostenuto dal 1894 in poi sull'irredentismo e cogli irredeutisti - tra I quali aU1ici carissimi come Cavallotti, Imbriani, Ricciottì Garibaldi, Barzilai -, dalle quali spiccia netto il mio pensiero e la mia direttiva in fatto di politica estera - direttiva che può essere errata come tutte le cose umane, ma che è un prodotto organieo di tutta una serie di considerazioni e d'indagini tratte dalla politica democratica , dalla geografia. dall'etnologia e dalla storia -; senza tener conto di tutto ciò, ripeto, quei bravi giovani deli'Emancipazione mi gab~llarono per u.11ne~ico degli. irre i enti, per un austrrncante, che d11nP.11t1cea tradisce le aspirazioni e le tradizioui del partito repubblicano. Non rispos , non per didprezzo, verso gli scrittori repubblicani di 'l'rieste, ma perchè nel IBomento attuale men tra il direttore del l' Emancipazwne è in carceJe ,' mi parve cosa crndele e ingenerosa polemizzare con loM>. Per me ha risposto l'amico Felice Albani - il mazziniano intransigente di vecchio stawpo - nella Terza Italia richiamando gli 8Crittori Triestini a più chiara visione delle cose ed a più equo apprezzamento di ciò che scrivo. A lui i più vivi ringraiiamenti ; agli scrittori dell'Emancipazione, che dichiararono di n?n potermi rispondere come avrebbero voluto, perchè d giornale, se lo avessero fatto , sarebbA stato sequestrato dico che la Rivista è a loro d ispoi:!izione e che neìla mia Rivista son.o liberissimi d1 giudicarmi e criticarmi colla più sconfinata libertè. N, C.
596 RIVISTA POPOLARE Il caso Campanozzi Il Dottor Antonio Campanozzi, in applicazione della legge sullo stato giuridico degli impiegati e in conformità al parere unanime della Commissione disciplinare, che ha esaminato le note accuse contro di lui formulate dal Ministro delle Poste e dei Telegrafi, è stato destituito dal suo posto di primo segretario nello stesso Ministero. Esaminiamo colla massima serenità e senza lasciarci influenzare dall'affetto che sentiamo pel Campanozzi e dell' antica amicizia che a lui ci lega , il severo, il draconiano provvedimento. Per procedere rapidi e chiari cominciamo coll'opporci ad una , la più grave , delle osservazioni che si fa d,1lla stampa repubblicana e socialista, e cioè che la punizione inflitta al Campanozzi rappresenti un attentato contro il diritto di associazione. A questo attentato ci credono anche i radicali, i quali per bocca di chi firma Diego De Miranda , nellà Vita hanno fatto della ironia amara contro Filippo Turati, che crede - e perciò lo trattano da ingenuo, che scambia le ombre per persone vive!... - al consolidamento delle libertà fondamentali in Italia. Per non farsi ritenere un ingenuo, forse, il deputato per Milano paragona il compagno Giolitti, al compagno Pelloux, quasichè le destituzione del Campanozzi equivalga alle leggi eccezionali che provocarono l' ostruzionismo. Repubblicani, socialisti e radicali con questi giudizi stranamente esagerati danno buon giuoco agli avversan. Essi si sono messi su di una falsa strada, ed è sempre falsa la strada quando si allontana da quella maestra della verità. Ora la verità pura e semplice è questa : che non c' è paese di Europa , in cui si goda di maggior liberta di associazione e di stampa di quella di cui si gode in Italia ; di tale liberta usano ed abusano anche più degli altri cittadini, i funzionari dello Stato, ai quali in Francia - ne tengano conto gli an11e1della Ragione, che la giusta severità riserbano solo pei funzionari faziosi alla dipendenza del Comune repubblicano di Forlì... -, in Inghilterra e forse anche in !svizzera non sarebbe const:ntito di dir~, di scrivere e di fare ciò che io Italia dicono, scrivono e fanno (1). Ciò che in Italia non è ancora del tutto consolidato. é invece il suo diritto di riunione, che quà e là nceve saltuarie e frequenti diminuizioni per opera di delegati e di Prefetti, interpreti ed esecutori più o meno fedeli del pensiero del Ministro dello interno. Comunque, anche, ncl]o esefcizio di tale diritto, il più difficile a formulare e disciplinare, siamo in via di grande progresso. Negarlo è cosa non corretta, partigiana, non corrispondente a verità. Il Caso Campanozz..i, come non intacca il diritto di associazione e di libera critica in genere cosi non intacca menomamente quello speciale dei funzionarii I... . (1) Su li 'azione politica dei funzionari i'l Inghilterra, nd pross1~0 nu.~cro pubblicheremo un'articolo di Angelo Crespi, che arri va p1u che opportuno. ♦ Esaminiamo adesso il Caso Campanozzi in se e per sè. La punizione è stata legale ? è stata proporzionata ali' accusa? Sulla legalità pare che non si sollevino dubbii nemmeno dai socialisti. I quali per lo appunto di tale punizione si servono per dimostrare la iniquità della legge sullo Stato giuridico, dimenticando, però, che anche senza qnella legge , coi regolamenti interni di ogni singolo ministero , si poteva riuscire allo stesso risultato : tanto vero che nel Caso De Luca-Aprile la punizione venne e fu giudicata ìllegittima, perchè delle garanzie accordate dalla nuova legge non erasi tenuto conto ! Se è vero che il Campanozzi non intenda ricorrere al Consiglio di Stato, come ne avrebbe il diritto, confermerebbe che la legalità del provvedimento non sia contestabile. Con ciò non è detto che la legge sia buona e non debba migliorarsi. Noi a suo tempo l'abbiamo combattuta. Ci fu proporzione tra le colpe imputate al Campanozzi e la punizione inflittagli ? Qui è evidente la sproporzione, e perciò l' iniquità, che non sanno nemmeno oppugnare i giornali minesteriali e lo stesso Ministro Schanzer nella sua intervista sul Giornale d' Italta. Egli ha dovuto divagare generalizzare e ricorrere a certi alti principi che non sono in quistione, per potere giustificare sè stesso e la punizione del Campanozzi. L' iniquità si centuplica· pel fatto che la insubordinazione, l' indisciplinatezza, la violazione del segreto di ufficio, sono del tutto insussiste11ti; al più nell'azione spiegata dal Campanozzi sono rudimentali, e per poterveli trovare non solo c' è bisogno delle lenti d' ingrandimento, ma anche e più bisogna affidarsi ad una io terpetrazione del concetto di disciplina e del principio di autorità, che sono stati sorpassa ti quasi dapert ut to. Del resto se indisciplina, se insubordinazione c'è stata da parte del Campanozzi bisognerebbe destituire quasi tutti i funzionari italiani, - dai magistrati ai più umili demaniali, - che hanno detto, scritto e fatto più, o peggio secondo i ministeriali, del Campanozzi, Per questo motivo, adunque, appare sempre più ingiustifìc1bile la punizione. ♦ Ma c' è la rivelazione del segreto d' ufficio ... Se vera la colpa sarebbe grave. Il segreto più importante , quello relativo alla Ditta Pirelli , però è il vero segreto di Pulcinella : La 7.{_agione lo aveva rivelato cinque mesi or sono ... Il Campanozzi nella sua 7.{_elazione. che condusse all'ordine del giorno incriminato del Congresso postelegrafico di Firenze, non avrebbe che esercitato il suo diritto di critica che a lui come a qualunque altro cittadino dev' essere lasciato intero e illimitato, se non vogliamo regredire verso il regime russo. Dato e non concesso che ci sia stata la violazione del segreto di ufficio, entra in iscena un'altra considerazione grave. Le cose rivelate sono esse vere? sono esse disoneste? hanno arrecato nocumento alla cosa pubblica? Se vere, se disoneste, se dannose alla collettività il punire in nome della legge scritta chi le denunzia
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