Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 20 - 31 ottobre 1908

RIVISTA POPOLARE 53'/ « cesso suo, quando la vertenza fra la Società e il « cav. Badolo fu composta con una transazione. Il « Ministero avrebbe fatto una figura ben triste , e • « sarebbe certamente stato obbligato a prendere (< qualche misura, quando, da un documento, fos- (< sero state rese pubbliche le atroci accuse lanciate « da un console contro un altro console, e delle <( quali il tribunale non ritenne quest' ultimo re- « sponsabile. Cosi , come al solito , tutto è stato « messo in tacere. Sono rimasti entrambi consoli di « S. M. il Re d'Italia » (pag. 95). Il dilemma è .chiaro e inesorabile: o il Mercatelli fu un volgare diflamatore , la cui diffamazione pel posto che occupa andava severamente punita; o il Badolo era ed è un vero brigante che doveva essere cacciato in galera. Invece il possibile diffamatore o il possibile brigante rappresentono entrambi all'estero il Regno d'Italia ..... Forse per confermare ciò che, discutendosi dell' affare Badolo , disse alla Camera il Ministro della Marina: la verità nelle colonie non esiste ? Pure noi la ricercheremo nella Colonia , e la nostra ricerca faremo non per afferrarci securamente ad uno delle corna del dilemma , non per provocare la punizione del difiamatore o del brigante; ma per fare il processo ai giudid, che giudicarono nel Tribunale dell' Asmara e per dimostrare, come il soggiorno nelle Colonie possa produrre la obbliterazione completa del senso giuridico e morale in chi ha il dovere di esercitarlo. precipuamente. Per la dimostrazione ci serviremo di un documento ufficiale, che per fortuna possediamo: della Requisitoria del Procuratore del Re presso il Tribunale d' Ap >ellodella Colonia Eritrea nel processo a carico di '13adoloCav. Igino fu Natale (1). + lodi e le precede□ ti c,mstatazioni ad un certo punto conchiude sbalorditivamente: « ognun vede come (< tutto questo sia poco meno che niente, certo tr1_"ppo « poco, per potere attribuire responsabilità penale (< in qualsiasi reato, sia anche il più- lieve ». Non si trattava, come sappiamo dalle accuse di Mercatelli , di reati lievi : ma di soppressioni -- che in Europa si chiamano tout court, assassini - e di altri gravissimi reati. L' esistenza di questi reati non viene messa in dubbio dalla requisitoria; tutta l' arte sopraffina del suo autore si esercita nello assegnare le responsabilità, anzi nel fare scomparire i responsabili con un meraviglioso· giuoco di bussolotti e nel determinare le intenzioni dei responsabili, quando la sua meravigliosa abilità non riesce a farli scomparire. Cosi ad esempio : c' era contestazione violenta tra il comm. Dulio, che non appare uno stinco di santo neppur lui, e il Badol0 su chi riversare la responsabilità della soppressione - cosi chiama sempre la requisitoria ... coloniale l'omicidio - di un certo Scerif Osman e il Procuratore del Re osserva : « Il Dulio contesta energicamente qnanto il Badolo (< afferma in propostto. E i iestimoni indigeni con- (< fermano prevalentemente l'assunto del Dulio ». Dunque responsabile il Badolo? Che! Non è responsabile perchè qualche altro testimone indigeno mostra della incertezza o delle con traddizionl. Allora responsabile il Dulio ? !vfanco per sogno ! Scerif Osman sarà stato responsabile di auto-soppressione. Dicasi lo stesso per ~erti Asceraf che morirononemmeno soppressi l - in carcere. A proposito di questi Asceraf non si può fare a meno di riportartare questo brano della requisitoria : « Ebbene gli « Ascerai furono tradotti a Mogadiscio nel 1901 ; « vi giunsero il 7 luglio di tale anno; essendo par- « titi il 4 dello stesso mese. Sicchè ove si volesse La reqms1toria fa la storia del processo Badolo « questo skuro dato di fatto coordinare con la di• e ò. esamina le basi dell' accusa : « Si erano ani- « chiarazione di Salem Meruasi Ahmed- un amico << mati, dice, ed andavano sempre più aumentandosi <( di Badolo -, se ne dovrebbe dedurre che gli « vivaci dibattiti nella stampa italiana , nel Parla- <( Asceraf morirono al tempo di Dulio, prima cioè « mento, nella pubblica opinione, nel paese allorchè « che questi partisse per l'Italia nel luglio 1901. « questo processo sorse. E sorse in base a set~e <( Si potrebbe obbiettare che il Salem, per volere « rappàrti che il suindicato Console Generale (Mer- (< troppo provare, prova nulla, perchè egli fa risalire <( catelli) inviò al Governo della Metropoli , sui « la morte di tutti gli Asceraf ad epoca anteriore (< fatti occorsi nelle diverse residenze del Benadir. <( alla reggenza di Badolo, mentre lo stesso '13adolo si <( Tali rapporti, ampi d'indagint su· uomini e cose, si « limita al solo Scerif Osman e ad un figlio di Sce- (< fondano principalmente su- deposizioni testimoniali, <( rif Osman ». « raccolte dallo stesso console e che ne costituiscono Dunque, per confessione dello stesso Badolo e « appositi allegati ». contro tutti i testimoni a sua difesa, della soppres- « Gli elementi di accusa , che dettero moto al- sione di qualcuno degli Asceraf egli era responsabife; « l' opera investigatrice furono desunti da ampie le altre soppressioni-non si sa bene se 11 o 13...- « fonti di esame e d'inchieste, su ogni ramo di am- vanno sulla coscienza di Dulio l « ministrazione Benadirense, fonti che saranno man Seguitiamo ancora un poco i ragionamenti del (< mano citate, varie di limiti di entità e di scopi; rappresentante della legge..... nelie colonie .. •Sulle « ma ognuna rivolta a portare nella vita coloniale medesime soppressioni degli Asceraf egli continua: . « lume di giustizia e bontà di provvedimenti ripa- « Invero la sua prima dichiarazione - quella d1 (( ratori ». • « Salem- è modificata innanzi al Giudice Istruttore, In più parti nella requisitoria si accenna con « nel senso che gli pare essere la morte di Sceri-f onore e con fiducia alla missione Chiesi-Travelli <( Osman avvenuta al tempo di Dulio. Ed anche nel Benadir, che ass?dò la realtà di quasi tu;te le « un testimone italiano metté' la sua nota diaccuse formulate da Mercatelli. « scordante in così gran punto del processo ; è lo Parrebbe da queste premes~e che fede dovesse (< Zanotti _ un' ·amico di Badolo - il q~ 1e cateaccordarsi alle prove direttamente raccolte dal Mer- • << goricamente asserisce che due de·gli arrestati a catelli. Ma il procuratore del Re rimangiando le (< Merca morirono pri- de la par e za del gover- « natore (Dulio) ». <( Il dubbio che ne d ,i.a ., tol • entC' (1) Il Procuratore del Re era un certo Raineri Falcone.

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