R I VI S T A P O P O L A R E 535 durante un periodo di tempo. Ma per non apparire, quali in realtà sono, ferocemente egoisti, i proprietarii banno messo in campo la riduzione dei salari. Gli operai proponendo di rientrare nelle officine, accettando ora. la riduzione, col patto però di ridiscuterla all'anno nuovo, non hanno ceduto R-lla fame, ma bensi a considerazioni di saggezza e di prudenza. Le perdite tanto dei capitalisti che dei lavorarori sono enormi. Sommate insieme paghe di operai e profitti di induskiali sommano a oltre 5 milioni di franchi al giorno per i soli 250,000 operai, e per gli industriali direttamente interf,ssati nella serratR. Intanto la Federazione dei tessitori possiede 500,000 sterline, quella dei cardatori 350,000. Ogni operaio rir.eve circa 15 lire la settimana dalla Federazione e 7,50 dalla Federazione Generale delle Trades Unions. • Essi non sono dunque alla fame , ma considerano assurdo lo sperpero dei capitali delle loro associazioni. Di qui le proposte di pace. Ma, hanno fatto i conti senza l' egoi:iìmo dei proprietarii i quali pensano cbe l'inazione delle fabbriche faciliterà lo smercio del prodotto immobile, ora, nei magazzini. E il problema diventa pericoloso, poicbè già grandissimo, enorme addirittura, è il numero dei disoccupati, e non c'era proprio bisogno che l'egoismo dei capitalisti li accrescesse. Il governo si trova ora di fronte a due gravi questioni, e tutte e d!le apparentemente insolubili; Pna i «disoccupati» in tutta l'Inghilterra: la seconda qnesta colossale serrata, che rischia di bnttare in piazza, come ha buttati sul lastrico tutti i lavoratori di una delle più fiere e battagliere regioni dell'Inghilterra: il Lancshire. E questo mentre Victor Grayson, il giovine deputato operaio, si fa espellere dal Parlamento per gridare i diritti dei disoccupati , e Ben Tillet li consiglia a saccheggiare le botteghe di fornaio q nando essi avranno fame. Seria e terribile questione, ora che l'inverno viene, erudissimo, e il lavoro manca dovun- ~ue, ed i municir,i ed il governo si trovano impotenti a procurarne ! ♦ La OOl'Saalla Presidenza agli Stati Uniti. Dopo la violenta entrata di Hearst, il famoso creatore proprietario e direttore di giornali Jingoiati americani, in campo le azioni di Taft sono molto ribassate. Roosewelt che aveva sempre dichiarato ( e forse con. non molto torto) essere lo Hearst un malfattore ; ha ora dovut? convenire che nelle accuse ai senatori repubblicani lo Hearst è stato inspirato dal bene della causa pubblica. ·Naturalmente questo ba giovato enormemente a Bryan, il solo avversario serio di Taft , colni che impersona il movimento popolare anti-plutocratico, e anti-trustista. Poichè, malgrado le dichiarazioni Rooseweltiane, le belle frasi roboanti, le tirate morali, e le chiacchiere oneste, il partito Repubblicano, in America , è legato mani e piedi ai magnati della Borsa e dei Trusts (1). Questi grandi capitani (o per dir meglio filibustieri) della finanza e della industria si sono risi, fin'ora, delle mnlte inflitte alle loro compagnie; hanno avuto alta mano nel governo, e più d' un ministro, e più di un padre di ambasciatore. americano è legato a loro da interessi e da complicità. E' naturale che i difensori, e gli interessati dei e nei trusts sieno tutti per Taft contro Bryan, il quale ba dichiarato francaniente che la legge americana attuale è insufficiente contro i Trusts, che l'amministrazione è corrotta e che bisogna. rinnovare tutto dalle fondamenta , se il governo americano vorrà , una volta finalmente , aver ( 1) Crediamo che in Iialia solo la Rivista Popolare abbia ricordato che le tirate moraliste dì Roosevelt sono a base di menzogna e d'ipocrisia. A lui non potevano . essere ignote le sfacciate corruzioni della sua ultima elezione, al 'a quale contribuirono anche gl' Italiani coi denari loro rubati dalla Mutuai Reserve .... ragione della potenza che ora lo asservisce alle sue ignobili ed egoistiche volont:\. Naturalmente le maggiori probabilità per Taft sono nei grnndi centri finanziarii ed industriali dove governo e trusts sono onnipossenti e dispongono di funzionarii e di operai obhligati a votare come vogliono essi, a New York, a Chicago, a Filadelfia, a Boston etc.; nei centri agricoli, ed in tutti gli Stati del Pacifico le probabilità sono per Bryan. La settimana prossima il telegrafo porterà il risultato delle elezioni al Congresso; sapremo allora se i Trusts riusciranno vincitori con Taft, o se la legislazione americana vedrà aprirsi una nuova era di riforme con la elezione di Bryan che, dai partigiani dei Trusts, è chiamato anarchico e rivol11zionario, quando non assolutamente nemico della indipendenza della libertà degli Stati Uniti. ♦ Gli ultimi due Congressi di Roma. - Settembre e Ottobre sono i mesi sacri ai Congressi; e ce ne sono stati parecchi all'estero e in Italia. Ultimi in ordine di data, ma tra i primi per importanza sono stati qnelli della previdenza sociale e degli Italiani all'estero. Di alcuni temi intt,ressantissimi nei medesimi tra ttati la Rivista se ne intratterrà in articoli speciali. Tutto ciò che an iiamo pubblicando sull'emigrazione, del resto, ha stretta attinenza col secondo Congresso. ♦ Per mancanza di spazio siamo costt-etti a rinviare al N.0 prossimo il discorso pronunziato dal Dott. Umberto Brunelli inaugurando il congresso dell'associazione dei Medici condotti tenutosi in Palermo nella quindicina scorsa.. NOI Saggi di civilta coloniale e di giustizia italiana Vico Mantegazza, che si occupa con predilezione e con competenza di politica estera e coloniale a tendenze imperialiste , che noi conda.noia ù10, ha pubblicato un libro (1), cui in Italia non si è accordata tutta l'attenzione, che merita. In tale libro non solo sono descnzioni geografiche o storiche esattissime delle varie spedizioni e degli avvenimenti del Benadir ,. ma vi sono pure documenti interessanti, giuste osservazioni e critiche acute su tutta la politica coloniale nostra nella Somalia e nella Eritrea, quantunque il titolo del libro non facesse attendere che dell'ultima anche dovesse occuparsi. E ci piace in proposito di trascrivere un brano della conclusione finale, in cui si occupa della conclusione dell'ultimo trattato con Menelik che dice: << La situazione, ripeto, non è grave. Ma è difficile e delicata, anche adesso, dopo l'accordo con Menelik, poichè la questione non è definiti vamen te risoluta, e ci vorrà del tempo prima che lo sia con la delimitazione dei confini. Ben in teso se Menelik la vuole veramente ... Poichè potrebbe anche darsi che, adesso, appena avrà intascati i milioni preferisse rimandarla , sperando che a tempo e luogo, un altro incidente possa fornirgli l' occasione di spillare ancora del denaro da questo Stato italiano (1) Nel Benadir - Milano. Fratelli Treves, 1908 (con molte illustrazioni).
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