Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 20 - 31 ottobre 1908

556 RIVISTA POPOLARE Il panico che si diffonde in un baleno fra la fotta accalcata in un teatro, in una chiesa , in un ritrovo trascina ad atti inconsulti. La mente che si rivolge ad un'impressione, ossia lo stato psichico di mono-ideismo implica appunto l'attività di alcuni centri in confronto di altri e questo stato di eccitamento parziale mette in moto quel meccanismo che con quei centri è in più stretta relazione: quindi immagini, sentimenti, tendenze ad essi connessi si ravvivano. L'organismo nostro agli stimoli (sensazione e idei::) reagisce con quei processi nervosi o psichici che gli sono più connaturali. Il fonomeno è simile, più o meno, anche nella normalità della vita. Le sensazioni e le immagini scaricano quell'energia motrice secondo le vie, che si trovano più aperte o permeabili. Ma questa permeabilità non deriva soltanto dalla struttura originaria che l'uomo ha portato c;alla nascita, ma an:he dall'adattamento postrasale e dalle associazioni di processi for matesi per esercizio. Quando un'idea sola, che trascina I' uomo all' azione, predomina (processo ideo motore), tutto si svolge secondo le ten• <lenze più spontanee e segrete, anche incoscienti <lell' uomo stesso : non si bada al modo , ai mezzi che si mettono in opera, si va difilati al fine secondo l' istinto della natura. La vernice di civiltà e di educazione sta troppo spesso alla superficie e può illudere soltanto chi bada ali' apparenza; ma il fine osservatore va al fondo.' Nelle piccolezze più insignificanti si scopre la natura viva. N('ln si creda, però che i modi corretti di fare e le maniere gentili restino sempre alla superficie e cht: la più Ieggiera scossa valga ad annientarli. Ancht: gli istinti più forti e naturali si possono trasformare CC'll Ja lunga abitudine dell'operare sempre a un dato modo. Quando l' al Jevamento e l'educazione per lunga abitudine hanno fatto presa, dirò così, nell'org.n,ismo, soltanto in casi eccezionali, sotto il dominio di un'emozione forte o per un'impressione viva o per la rovina disarganizzante di una malatiia, può ricomparire la tendenza primiera data dalla natura che ern rimasta fin allora sepolta. Il fenomeno si presenta simile tanto nell'animale quanto nell'uomo. Tutto ciò ci offre il modo di riformarci un 'idea più chiara della differenza fra anomalie mentali (nevropatie o psicopatie) e· immoralità e comprendere perchè, per esempio~ l'epilessia e l'idiotismo siano accompagnati spesso da degenerazione mo raie ed anche perchè talvolta non lo siano; e perchè vi possa essere un'immoralità anche senza nevropatia e psicopatia. Vi sono casi d'idiotismo non immorale; così talvolta l'idiota apa - tico vive tranquillamente. Vi sono fanciulli imbecilli, dice l'He,ler, dirett.>re dell'Istituto dei deficienti di Grinzing (Vien-. na), che con un'educarione razionale possono essere _condotti a frenare le loro tendenze egoistiche, può svolgerrsi la loro intelligenza e si possono istillare nello animo quei sentimenti coi quali si distingue la cosa permessa dalla non permessa ». Alcuni dtficienti non sono cattivi e con doti d'onestà e di bene· volenza. La moralità consiste, oltrechè nelle tendenze di na tura, anche nelle tendenze dell'abitudine. Gl'idioti, gli epilettici, gl'isterici e in genere tutti i nevropatici e i psicopatici possono mostrare caratteri di degenerazione morale ; ma è la malattia nervosa e psichica che lì va curata cd è il medico che Jeve consultarsi. Bisogna tener conto dell'immoralità , quando si presenta scevra da malattie evidenti del sistema nervoso. Ci sono frt: nastenici che si possono dire non immorali; ci sono immorali che non si possono catalogare iq alcuna classe di anomalia mentalt:. L'immoralità è innata od acquisita? Nella prima metà del secolo 19° Grohmann e verso la metà Richard ej More! designarono come pazzia morale innata (mora/ insanity) l'immoralità grave; e di essa l'eredità ne era la causa principale. Negli ultimi tempi si arrivò al concetto che un'immoralità patologica innata, come tale, è un'assurd:tà. Secnndo lo Ziéhen sono le idee , che derterminano le azioni : ed in ciò non sono d' accordo. Ci sono tendenze incoscienti e senza :idee determinate, emozioni che portano ad azioni. Ricondurre tutto all'idea è un preconcetto spiritualista. Il Ribot combatte tale dottrina, dimostrando che i sentimenti solo sono primitivi nella costituzione del carattere. Se il bambino appena nato poppa, chi dirà che la prima volta lo fa per il piacere che gli dà il latte o per l'idea che ne ha? Vi sono senza dubbio tendenze, impulsi, sentimenti organizzati in noi prima della nascita. Sono elementi costituzionali della nostra indole e si trovano variamente distribuiti in ogni uomo. Le .tendenze nostre possono essere congenite ed acqu·isite : ma finchè sono tendenze non- esplicate non sono nè fisse, nè determina\e: è l'idea che si aggiunge dopo, che dà loro forma e precisione: nell'attuazione si formano quei nessi as socia ti vi dei processi nervosi e psichici che costituiscono la forza delle abitudini. La collera e la paura sono emozioni congenite; ma per l'imitazione in certe occasioni assumon9 forme determinate ed eguali. Ben pochi ora accettano le idee innate ammesse dalla vecchia psicologia; ma non bisogna cadere nell'altro errore che fin dalla natura portiamo una volontà chiara dei sentimenti decisi od altro. Non si nasce coll'istinto del furto o dell' omicidio : si possiede un organismo più o meno irritabile, una disposizione ad emozioni di collera o di paura più o meno forte, come sensi più o meno delicati, tendenze ad agire più pronunziate, zone celebrali più sviluppate ed anche una maggior plasticità associativa, ma non mettiamoci in testa che ci sia una regione pel falso giuramento , una per la grassazio ne, ecc. Le idee devono essere fornite appunto dalla realtà sensibile, Je tendenze motrici devono esplicarsi : soltanto quindi nella vita reale e le tendenze si organizzano attuandosi e si fissano. La tendenza, ripetiamo, originariamente è informe, oscura, incuta : nella realtà della vita si costituisce. E qui sta il campo dell'educazione. Non posso accettare la op·nione di coloro che soltanto nella razza vedono l'esclusivo elemento dell'indole umana. Del resto facilmente si confonde l'influenza ereditaria coll'influenza dell'ambiente, perchè separarle è quasi• nella realtà impossibile. In un 'inchiesta del Riformatorio governàtivo di Pisa su 111 ricoverati, per 81 è stato l'ambiente a traviarli; per 30 o non c'è indicazioni o si riconduce la causa alla natura originaria cattiva. Sono dunque circa 3/4 i traviati da cause sociali (esogene/. L'educanda è un essere in formazione, un organismo vivente e l'educazione deve adattarsi allo stesso. L'ordine morale è l'ultimo grado e più alto di sviluppo, cui arriva la natura umana, e forse per questo meno incatenato dalle condizioni anatomiche originarie, ma più dipendente da1le influenze esteriori che l'uomo incontra. Le prigioni non miglirirano il delinquente; è necessario prevenire il male fin dall3 prima età. Quest'l è un proble na educativo, non sc0lastico 1 pt:rchè riguarda l'educa1ione morale e la scuola non ha quivi che una piccola parte. La delinquenza gic.vanile è andata crescendo, specialmente nei luoghi dove le scuole non difettano : nella città e nei granJi centri. L'immortalità ha radid molto profonde e la scuola non vi può avere grande influenza , perchè il fanciullo la frequenta per pc chi anni e per poche ore al giorno. Le & bitudini si· contraggono operando ed è fuori di scuola che il fanciullo opera. Nella scuola contrae abitudini intellettuali, Come nasce e cresce l'immoralità nel fanciullo e come è possibile, e fin dove, di ovviarvi?

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