Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 20 - 31 ottobre 1908

550 RIVISTA POPOLARE Questa « incompresa 11, questa vittima , questa martire , d sè stessa, della famiglia, della società, dell'amore, delle convenzioni e delle convenienze, dei pregiudizì e degli usi comuni, mi richiama al mio << dadà n, alla mi a « delenda Carthago 1\, a cui mi richiamano quattro quinti dei romanzi che leggo e dei drammi che ascolto a teatro : la necessità d' una più forte e più sincera educazione della donna , e d' un nuovo orientamento del suo carattere , nel senso d'abituarla- a fare a meno, economicamente e giuridicamente , della tutela, della protezione, e della direzione dell'uomo: allora l'amore diverrà anche per lei la gioja, pura e disinteressata , libera ed elettiva, della vita , non la condizione di essa , non il mezzo di sussistenza, non una specie d'impiego, o uni forma di lavori forzati a vita , con la palfa di piombo del matrimonio ribadita al piede .... Ed eccomi a un libro' SCUOLAE CARATTERE, di fr. w. Ftirster (Torino, S. T. E. N. ), che, quantunque così poco sovversivo da figurare nel sottotitolo come un cc contributo alla pedagogia dell'obbedienza ed alla riforma della òisciplina scolastica », torna perfettamente e. proposito della mia tesi : c'è obbedienza ed obbeJienza, c'è rl.isciplina e disciplina; senza obbedire.... e farsi obbedire, senza assoggettarsi ed assogget • tare a una fiera e rigida disciplina , nemmeno le rivoluzioni, si fanno: ed io appunto professo e pratico , e nella scuola e nella vita , queste due cose che pajono così inconciliabili : la disciplina, fermissima , e l' incoercibile indip.endenza ; il sentimento rigido del dovere, e la coscienza fiera del diritto. Sono anch'io del parere del colonnello Parker, citato qui, che l'insegnante il quale si limiti ad impartir cognizioni, non sia che un mestierante, mentre quello che sa formar dei caratteri, è un artista. E che artista I soggiungo io : tan~o artista , che senza una vera ed innata vocazione, non ci riuscirà mai, per quanti libri consulti e per quante dottrine si assimili. E la vocazione consiste a sua volta semplicemente in questo: averlo egli stesso, un carattere; ben inteso , uno di quei caratteri, che inspirano subito, intuitivamente, rispetto, reverenza, ammirazione, ,fiducia assoluta, alla gioventù. Tutto il resto, viene senz'altro •da sè, spontaneamente, senza fatica nè sforzo. Ma come la vocazion~, necessaria all'artista, non gli è però sufficiente, ma richiede il sussidio di lungo scudio e d' in faticato esercizio, così il carattere , indispensabile ali' educatore, non basta se non a dargli tutte quelle attitudini, per le qÙali, valendosi di tutti i mezzi che non solo il suo buqn criterio, ma anche l'altrui secolare e mondiale esperienza gli possono offrire, l'opera dell'educazione diventa davvero efficace, profonda e duratura. Ed ecco la materia di questo denso e sostanzioso, ma facile e simpatico volume: nel quale non manca una buona dose di spirito dogmatico e teologico, che io, natùralmente, non condivi 1o affatto, ma che è facilmente sostituibile, da noi latini, con quel sentimento religioso della natura , con quell'adorazione commossa dei miracoli della realtà, con qut:l culto panteistico della divinità cosmica, che noi ereditammo dai nostri avi latini ed ellèni, ch'è nel nostro sangue e nell'anima nostra, e che i successivi secoli del cristianesimo non han fatto che coprire e travestire in noi superficialmente. Del resto , l' opera del Forster è piena di buon senso e di buon cuore , e, come tale, accessibile a chiunque ritenga, come noi , il buon cuore e il buon senso le qualità fondamentali in chiunque abbia cura d' anime ; e dimostra come l'educazione del sentimento e della volontà debba avere nella scuola il posto preminente su quella del gusto e della intelligenza; traccia la profilassi delle malattie spirituali , e discute il problema del!' individuo e della collettività , della dignità umana e della necessità sociale, dal punto di vista pedagogico; scopre il terreno neutro sul quale libertà ed obbedienza possono incontrarsi, conciliarsi, confondersi : terreno, che, come già dissi , non è quello sul quale io preferirei che la combi · nazione dei due elementi psichici avesse luogo; propone, in base ai metodi e alle sperienze delle scuole americane, la riforma della disciplina giovanile, nel senso di suscitare fin dai primi anni il sentimento d' onore, di responsabilità personale, di self government, di mutuo controllo, di solidarietà austera, di cameratismo corretto e leale, di coraggio , di sincerità, di fierezza ; vuole che il maestro presupponga innate queste virtù, radicate queste abitudini , negli allievi, in tutti gli allievi , e vi faccia a fidanza , e mc stri d' essere certo che se qualcuno vi contravvenisse, i compagni stessi , senza denun · ciarlo puerilmente , virilmente ve lo riconducessero con la forza medesima della • pubblica opinione », potentissima nella piccola <( school city , , non meno che nella grande « polis » degli uomini fatti ; e conclude col far vedere come ogni materia d '-insegnamento si presti , e per il suo contenuto , e per il m.:.todo seguito nel trattarla, e per i rapporti personali del maestro con lo scolaro, all'.:ilto fine: educativo, al progressivo elevamento dello spirito giovanile fino a quelle cime intellettuali e morali , ove nessuna tnst1Z1a , nessuna volgarità, nessuna goffaggine arriva più a turbare e offuscare la nobile serenità della vita. Ebbene, io credo che poche, nessuna forse, fra le discipline e le occupazioni scolastiche , diano tante eccellenti occasioni di educare ad un tempo pensiero e sentimento, carattere e volontà, quanto la lettura, commentata e discussa familiarmente fra maestro e scolaro, di un' antologia compilata con criteri larghi e profondi di sana e forte modernità : perciò , io parlo qui volentieri di VITA, grosso volume ( oltre 650 pagine) di prose e poesie raccolte per le scuole medie e per le famiglie dai professori Petraglione e Tocci (Milano, Tamburini editore). Vita, avete inteso? cioè non solamente parole e frasi morte ect imbalsamate, come nelle vecchie antologie che raggelarono e rattristarono la nostra adolosc;enza venti, venticinque, trent'anni or sono, e che andavano da cc Madonna, io dir vi voglio », at - traverso a « La bocca sollevò dal fiero pasto >l e a « Canto l'armi pietose e il Capitano ~ , fino a « S' ode a destra uno squi!lo di tromba », e non un filo più in qua; ma scorci, visioni, profili, guizzi, voci, echi, palpiti, aneliti del mondo attuale, della gente d'oggi, dell'attività contemporanea, ed an• che dt tutto ciò che del passato ancor sopravvive, e parla, e si muove e produce. C'è, quindi, di tutto; non è (Dio liberi!) un' enciclopedia condensata ; ma è una finestra , un balcone, una loggia, che s'apre sul mondo esteriore, e da cui la visca spazia ampiamente pel cielo sereno e per la terra feconda e per le vie popolosi;:, e d 'onde l'aria e la luce penetrano finalmente in larghe e libere onde a spazzare i grevi miasmi e la mefite stagnante fra i banchi sconnessi e cincischiati dei ginnasi e dei licei, degl' istituti tecnici e delle scuole normali; non è un' enciclopedia : ma trae la scuola dal dilemma inesorabile nel quale si dibatteva finora , di chiudersi nell' àmbito gretto di quelle poche (< materie >> tassativamente imposte e para - grafate dai programmi ufficiali e dai -testi prescelti, restand:.i al bujo di tutto l'infinito scibile esteriore ed ulteriore, oppure di opprimere, di schiacciare, d'asfissiare le scolaresche sotto l'immane pondo di sempre più numerose materie, di sempre più inesauribil programmi, di sempre più inumani orari di lezioni scolastiche 1 e di compiti casalinghi. L'antologia ( e non que~ta sola , ma varie altre, da quelle del Boni e del Martin i in qua ), I' anto - logia spezza il dilemma pedentesco, e, se non insegna tutto, rivela di tutto l'esistenza e di tutto suscita la curiosità: oggi, come qui con la guida di questi bravi e sapienti compilatori, vi fa dire da Arrigo Boito la fiaba di Papiol, domani vi fa_

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==