548 non ancora decenne che esce dalla quarta classe elementare senza essere ancora maturo come ]e leggi recenti lo vogliono per forza, e senza essere ancor fermo nella grammatica rudimentale e nelle sillabazione, come può- essere avviato d'un subito e quasi di schianto allo studio del latino? come può movere i primi passi in una lingua morta chi li ha ancora impacciati nella. sua lingua viva~ Più strano è ancora il pensiero di a Itri che a corto di argomenti non si pèritano riporre l'importanza e l' efficacia dell' antico e dell' imperiale idioma de' nostri avi nel vago ricordo di frasi, mottetti ' e proverbi latini onde nell'età adulta possa infiorare il discorso non prettamente ital.ano un commerciante, un industriale, un soldato, un uomo di affari I E di quant' altre amenità graziose e curiose non fiorisce la verbosa dialettica doi sistematici o sofistici vagheggiatori o sostenitori del latino in tutte le scuole, nei quali la conoscenza di questa lingua è solo pari alla fatuità delle loro ragioni ! Quanti oggi, non ostante il bagaglio della lor filologia meccanica, sanno scriver veramente una buona· pagma o una tollerabile prefazione in latino? Perciò io credo sia oggi necessario che se ne continui e migliori lo studio nel lnogo suo degno allargandone magari i confini, senza il bisogno d' introdurlo per forza nel corso comune o nella così detta scuola unica preparatoria dove gli,_mancherebbe il vero suo clima, il naturale adattamemto e la pratica efficacia. Ad ogni modo non vuole bandito dalle scuole il latino chi intende invece di elevarne l'importanza col renderne più intensivo e più geniale l'insegnamento, il quale con metodi più acconci dev'essere allogato-in quel solo instituto che secondo le buone tradizioni è de8 tina-to a fornirlo con più ferm0 e durevole profitto, e come diretta e necessaria preparazione alla cultura supe.1·iore e alle .veramente innovatrici manifestazioni ideali dell 1 età nuova. Livorno, ottobre 1908. PROF. GIUSEPPE CHECCHIA ~TBèèONC:INI èBTTBR~RI XXXIX Verità - Scene tragiche e comiche - L'incompresa - Scuola e carattere - Vita - Propagandaestetica - Il verso - DeAmi• cls e la Sicilia - Annunzi. Nell' Evangelio di San _Giovanni, capitolo XVIII, versetti 37 e 38, è narrato comeiGesù, condotto avanti a Pilato per l'istruttoria (si direbbe ora) del suo processo, affermasse, fra le altre cose, d'esser venuto al mondo per testimoniar della verità; e come Pilato, di rimando, gli domandasse con bonario scetticismo : 11 Che cos' è, la verità? • Infatti: che cos' è, proprio, la verità? Dove sta di casa, questa illustre s:gnora? Ho nutrita per un istante la dolce speranza di aver trovato fin'llmente il suo misterioso e prezioso indirizzo giorni sono, quanJo mi giunse da Palermo (editore Reber) un.. bel volume che ne portava il magnifico nome stampato a grandi caratteri azzurri sulla copertina verdognola: VERITA' : ed ho subito cercato , per potergli telegrafare i miei entusiastici ringraziamenti, il nome del!' autore : ma non I' ho trovato : al titolo seguivano solamente T in c,ratterç minore , queste arcane parole : e Scorribande di Uno Spregiudicato a tra verso l'essere· ed il parere della vita sociale •. Bene (avrebbe detto, anche qui quel brav' uomo di Ponzio):. benissimo : ma dove , precisamente , finisce l' essere ed incomincia il parere? E', o pare, verità vera, tutto, o almeno parte di ciò che noi accettiamo come assioma sicuro ed indiscutibile, in religione, in morale, in politica, in filosofia, in fisiologia, in meccanica, in fisica, in matematica? Due e due, fanno poi proprio quattro? E 11.llora, com'è che i miei conti non tornan mai giusti? Che più li rifaccio, e più dan risultatt diversi ed inconciliabili? Basta : io mi son messo di buona voglia a leggere il libro:. esso è dedicato 11 a chiunque possa dire, ponendo una mano, sul cuore : Io sono sincero » : potevo dunque legittimamente ritenerlo dedicato anche a mt:, che tutti i miei guai, o almeno, quelli evitabili, li devo proprio a quel mio difettaccio inc-orreggibile. Ed era dunque dovere di cortesia ricam'-,iare la dedicaper lo meno con la lettura. La quale, d'altra parte, mi allettò e mi sedusse sùbito : ci sentii una tale individualità di stile e una tale personalità di idee , che capii di botto non esser l'autore il primo venuto: mi parve an_zidi riconoscere in queste pagine anonime un notoe fortissimo scrittore e pensatore e pokmista siciliano ; ma non dirò chi è: ch1ssà: potrei anche sbagliarmi, potrebb' essere un molto bravo imitatore ... Acqua in bocca, dunque. E tiriamo innanzi. Vediamo la prefazione: l'autore vi ai dichiara così tenero di cuore, da non potere assistere ali' uccisione di una mosca, , e tuttavia fautore convinto del ripristino della pena di morte (questo, sì, che è forcajolo !); vi invoca la restrizione della libtrtà di stampa, quantunque sia egli stesso un libero e non di rado battagliero e violento pubblicista; pur professandosi. razionalista, anzi ateo, vi si rammarica di esserlo, e vi proclama la missione sai vatrice della Chiesa cattolica. A meraviglia. E come svolge, roi, queste sue tesi, difficilette (conveniamone) anzi che no? Ah, per questo, le svolge da par suo : cioè da loico poderoso : ed è per ciò, che, dicevo, il libro s; legge con molto, gusto. Il paradosso (questo volume ne ribocca) ha questo di buono, intanto: che non annoia mai; e quest'altro, anche : che invita, e quasi costringe, a riflettere: se seduce, vuul dire che c' è dentro una gran porzione di giusto, di saldo, di sano. di forte, d'onesco; se punge, però, allo stesso tempo, se urta, significa che c' è pure, insieme, qualche altra parte sforzata, esagerata, sformata , deviata I stilizzata : e lo sceverar le due parti, vagliando, distinguendo, discutendo, riesce quasi un gioco: un gioco intellettuale , non meno utile, anzi molto più util~. ancora, che piaeevole, e tuttavia, dicevo, piacevole assai per chi ama i piaceri squisiti del pensiero. . A me, rer esempio, l'eloquente apologia della guerra, che è nelle prime pagine, ha suggerita tutta la materia d' una conferenza (in st!'nso contrario, s' intende bene), d' una conferenza ... che forse, per pigrizia, per mancanza di tempo, per orrore del pubblico, non farò mai ; meglio , non la farò, per la mt:sta certezza che ho della sua perfetta inutilità: anche in questo, credo che siano le forze esterne, e specialmente le economiche e non le interne, e tanto meno i ragionamenti logici, i veri e certi determinanti della condotta degl'individui e dei popoli. • Siam fratelli? » si chiede lo spregiudicato : • Sicuro: precisamente come i nostri pnmt antenati e modelli , Caino ed Abele ». Già ; ma, soggiungo io, se Caino ed Abele, anzichè ragiuni continue d'interessi contrari, e quindi di malumori, di contrasti, d' invidie, di odii, di r~ncori, avessero trovato intorno a sè circostanze tali da rendere eviden•e e sicuro il tornaconto di stare uniti e concordi, sarebbero rimasti nella lc:ggenda come gli esemplari piu puri e mirabili della fratellanza
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