RIVISTA POPOLARE 513 aperti tutti i porti esportatori - i prezzi oscillano tra lire 28 e lire 34, più . come in xennaio 1908; nei pre:.r.zisiamo in anticipo di un trimestre ; 2. Oggi, in ottobre, i prezzi sui mercati di NewYork e di Odessa sono sensibilmente più alti che in gennaio 1908 ; 3. Oggi, in ottobre; le riserve sono esaurite, come non lo erano nel 1907 ; 4. Oggi, in ottobre, non sono soltanto più elevati i prezzi del frumenro, ma anche quelli degli altri prodotti, più che nel 1907 e 1908; 5. Oggi, in ottobre, infine, più che nel 1907 e 1908 si presenta minaccioso nel Mezzogiorno lo spettro della disoccupazione. Che io abbia ragione di affermare tutto ciò, e principalmente l'esaurimento degli stocks, delle riserve di frumento lo confessa l'ultimo Bollettino Ufficiale del Ministero di agricoltura e commercio (1.l ottobre). Esso ci apprende che la disponibilità degli Stati Uniti a pari data nel 1907 erano di 15,200,000 ettolitri; oggi non arrivano a 12 milioni ; e lo stesso 'Bollettino constata che i prezzi in Italia o~cillarono tra L. 27,75 e L. 29,00; cioè con un aumento di oltre una lira sulla decade precedente. Si vedrà un poco più in la che la inedia ufficiale e falsa, come al solito. Questi i dati di fatto indiscutibili, che mi indussero a considera re come criminosa, nei suoi risultati, se non nelle sue intenzioni, la ostinazione nel voler conservare il dazio sul grano. Di fronte alla realta il mutamento di opinioni per un uomo politico è un dovere; quando poi si re:1lizzano cene condizioni previste e determinate in favore di tale mutamento, non compicnd(1lo, s'incorre in una biasimevole contraddizione.-. Perciò se oggi non so sten essi 1a sospensione del dazio sul grano verrei menl) da un lato ai .doveri di uomo politico e dall'altro distrurrei e contraddirei a tutto quello che ho scritto in proposito per sostenerlo. Il Restodel Carlino occupandosi dell' articolo publicato nell' Avanti osserva che la contraddizione rimproveratami non si riferisce alla invocata sospensione del dazio sibbene all'azione alta delle tariffe ferroviarie che agisce in tutti i sensi a danno del Mezzogiorno. Ma qui meno che mai si può parlare di una mia contraddizione. Le alte tariffe ferroviarie, nel modo in cui fu dimostrato dal sig. Di Salvo, agiscono, impedendo la formazione di un mercatounico, ai danni del Mezzogiorno : 1.0 impedendo che il Mezzogiorno e la Sicilia mandino una maggiore quantita di vin() nel Settentrione; 2. 0 impedendo che il Setten tri ne mandi nel Mezzogiorno del fru_- mento. Perciò nel Mezzogiorno attualmente si hanno prezzi più bassi pel vino e prezzi assai più alti pel frumento che nel Settentrione. La differenza la presento schiacciante coi dati che tolgo dal più diffuso ed autorevole giornale della Sicilia e <la uno dei più diffusi e<l autorevoli giornali del Settentrione. Nel Corrieredella Sera delli 11 ottobre venivano segnati i prezzi del grano nostrale franco fino alla stazione di Milano da lire 28,50 a lire 29,50. Nel Giornale di Sicilia dello stesso giorno la migliore qualita di grano indigeno, il realforte, per la settimana 4-10 Ottobre, veniva segnata da lire 33, 76 a lire 34,15 per quintale. E nell'interno dell'isola ci sono prezzi più al ti .... ♦ Dimostrata tante volte l'imperiosa esigenza della sospensione del dazio sul grano, fa duopo analizzare le ragioni del la resistenza del governo nel ricorrere a tale provvedimento. I giornali ufficiosi, che hanno il compito di nascondere o di oscurare la verità, Il A polo 1(ornano e La Tribuna, - e la seconda per comodo del la propria tesi mostra il Turati del Congresso di Firenze, come favorevole al mantenimento del dazio! - ad esempio, hanno accampato, sebbene timidamente le ragioni della economia nazionale. Ma, evidentemente, questo non è che un pretesto. Se venisse anche danno alla economia nazionale dal provvedimento invocato, esso sarebbe sempre minore di quello che verrebbe dalla ripetizione dei luttuosi avvenimenti del 1898. La savia politica tra i due danni , non potendo raggiungere il _bene sceglie sempre il minore. Il danno all' economia nazionale, se pur ci sarebbe - ed io ne dubito , dati i prezzi attuali -, non potrebbe essere che temporaneo : le condizioni dei mercati potrebbero imporre che dopo il raccolto del 1909 si ripristinasse il dazio sul grano. Le ragioni vere della rii uttanza alla sospensione sono esclusivamente di ordine finanziario. Si teme - e non si hanno tutti i torti - che venendo meno il prodotto del dazio - che si spera tarito più elevato quanto maggiore è il bisogno di grano - venendo meno i quaranta se non gli ottanta milioni, quanto ha reso negli ultimi anni, ad eccezione del 1907, in cui credo (he non raggiunse i trenta milioni, andrebbe a gambe in aria il bilancio e il deficit verrebbe a sostituire l'avanzo, di cui hanno potuto gloriarsi i varii ministri delle :finanze e del tesoro da dieci anni in qua, senza saperne trarre tutto ciò che gli anni delle vacche grasse avrebbero potuto dare per la riforma tributaria razionale, utile, equa. L'avvenimento in sè stesso non lieto potrebbe avere un lato utile richiamando ministri, deputati e cittadini ad una politica meno dispendiosa. Durante gli anni delle vacche grasse il governo , che non seppe e non volle procedere ad una grande riforma tributaria, ha avuto il torto di promuovere pazzamente o di non opporsi con tenacia alle spese in aumento a getto continuo, che hanno assorbito tutti gli avanzi. Il deficit, se si tipresentasse, eserciterebbe quella virtù educatrice invocata a conforto dei magri risultati finanziari dal linguaggio imma- ·ginoso dell' on. Luzzatti. Il deficit è un grosso guaio; ma il deficit di un anno dovuto a cause eccezionali e transitorie come sarebbe il cattivo raccolto del grano non dovrebbe e non potrebbe preoccupare nè il governo , nè il paese. + L'interesse :finanziario del dazi ul grano che non venne negato mai dai più fanatici liberisti, quando non batteva alle porte lo spettro della disoccupazio:ie e della fame, come si potè vedere dall'attitudine ddi' Economista di Firenze---~ vedi ad esempio il N. 0 del t, 8 Luglio 1900 - m' induce a ripetere oggi lè previ ioni e i pericoli che io scor-
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