Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 19 - 15 ottobre 1908

508 RIVISTA POPOLARE L' in1broglioBalcanico e il fallimentodella politicadi Tittoni Non è facile giudicare' della politica estera a chi non conosce tutti i termini del problema; non è facile sopratutto quando i fattori degli avvenimenti sono numerosi e aggrovigliati, quando la situazione si muta e si complica rapidamente e continuamente. Riesce difficile giudicarne anche a noi che da1I894 in poi abbiamo guardato gli avvenimenti orientali con una direttiva che crediamo cmnforme ai principi democratici ed agli interessi italiani; direttiva esposta replicatamente nella Rivista popolare specialmente in occasione della mozione Barzilai sulle ferrovie balcaniche. Comunque, ora come •sempre tenteremo di essere obbiettivi, inspirandoci al solito inesorabile realismo senza preoccupazione di nuoc~re o di giovare a questo o a quel ministro, a questo o a quello oppositore, che vuole dargli il gambetto. La calma nel giudizio politico si conseguirà facilmente, s' imporrà, quando si esaminerà la sostanza degli avvenimenti balcanici e la si metterà in rapporto coi precedenti da un lato, colle previsioni e coll'aspettazione di ciò che sarebbe avvenuto dall'altro; di ciò ch'era nella coscienza di tutti. In quanto al primo punto non e' è dubbio: nei Balcani le apparenze si conformano e si adattano alla realtà. Si sapeva che in sostanza la Bulgaria era uno Stato indipenp.ente; la proclamazione della indipendenza non è che l'aspetto formale, ufficiale della cosa. D'altra parte chi dubitava che l'AustriaUngheria nella Bosnia ed Erzegovina non esercitasse la sovranità? L'annessione esplicita non distru.çrge che un inutile eufemismo, una ipocrisia politica. Sul primo punto i precedenti storici del pari lasciavano prevedere anche ai meno avveduti ciò che è avvenuto. La Rumania era vassalla e si proclamò indipendente; la Serbia era vassalla e si proclamò indipendente. Altrettanto si dica del Montenegro. Perchè mai ciò ch'era stato lecito agli altri Stati vassalli non doveva esserlo alla Bulgaria? Mistero! I Bulgari sotto Battemberg hanno poi mostrato di essere soldati valorosi come i Rumeni mostrarono di esserlo sotto le mura di Plewna. Se mai i soli Serbi si sono mostrati immeritevoli dell' indipendenza per diversi motivi. Ma l'indipendenza della Bulgaria è stata, per così dire, covata dall'Austria-Ungheria; una Bulg:uia indipendente, quindi, la dà un alleata sicura in Oriente. Lasciamo stare tutto ciò che si riferisce alla politica in connessione colla gratitudine. L' Austria dette un grande esempio d'indipendenza del çuore verso la Russia; non si capisce perchè la Bulgaria che della stessa indipendenza del cuore dette un esempio verso la stessa Russia, debba rimanere legata dalla gratitudine verso l'Austria. Comunque sarebbe colpa degli altri Stati di Europa l'aver lasciata all'Austria-Ungheria la missione di favorire il principio di nazionalità rispetto alla Bulgaria. Le stesse riflessioni si presentano sul signiGcato della occupazione della Bosnia ed Erzegovine. C'è forse un solo uomo politico che crede sul serio che l'Austria avrebbe rinunziato a quella occupazic,ne ? C' è chi crede alla rinunzia della occupazione della Tunisia da parte della Francia? C'è chi crede allo spontaneo abbandono dèll'Egitto da parte dell'Inghilterra? Solo una rivoluzione o una guerra possono costringere alla cessazione delle occupazioni; che costituiscono delle sovranità di fatto. Abbiamo un esempio recente di queste cessazioni di occupazione: quella della Marci uria abbandonata dalla Russia. Ma ci vollero i due anni della tremenda guerra Russo-giapponese I All'Austria p~i l'azione svolta nei territori occu • patì dava una specie di diritto a fare ciò che ha fatto. Essa portò nella Bosnia e nell' Erzegovina l'ordine e la civiltà; essa vi sviluppò strade, scuole, buona amministrazione: tutti gli elementi del rrogresso. Ciò che, se non erriamo, venne <limosirato altra volta dall'on. Generale L. Dal Verme (1). Ohi se si potesse dire altrettanto dell'azione svolta dal governo italiano nel mezzogiorno, in Sicilia e in Sardegna I Superfluo aggiungere che il programma del prossimo Congresso internazionale, se si svolgerà con~e è stato ao nunziato non potrà essere che una farsa indecente. Perchè il Congresso? Per protestare contro la violazione del tratta.to di Berlino .... Quale il programma? L'approvazione di quelle violazioni .... La diplomazia europea era abbastanza discreditata; quest' ultima sua opera non potrà che discreditarla maggiormente. + Nulla di prn umoristico o di più ipocrito delle indignazione che solleva la violazione del Trattato di Berlino, che si scorge in questi avvenimenti, che alla fine hanno messo in armonia le apparenze colla realtà. Non c'è Stato che abbia diritto d'indignarsi e di scandalizzarsi di questa violazione. • I trattati del 1815, più solenni di quello di Berlino, furono violati a danno del\' Austria ed a benefizio dell'Italia. 11 trattato di Parigi del 1855 fu violato dalla Russia appena vide la Francia ridotta all'impotenza. . La Prussia violò il· trattato sullo Schleswig-Holstein a danno della Danimarca prima e dell' Austria dopo. Oh! perchè mai doveva rimanere inviolabile quello di Berlino del 1878, che aveva già subito tante lacerazioni minori? Sinora non ci fu Stato in Europa, cui riusciva incomodo un solenne trattato e che non lo abbia lacerato appena le occasi on i si presentarono propizie per lacerarlo senza pericolo o con una somma minima d'inconvenienti. Le occasioni e la forza fanno sorgere i trattati; •la forza e le occasioni li fanno distruggere. .. + La violazione del trattato di Berlino riesce nocivo all'Italia? Se l' inarandimento di uno stato limitrofo dev'es- o . sere guardato con sospetto certamente non possiamo rallegrarci di ciò eh' è avvenuto, quantunque in questo caso, come si è detto prima, l' ingrandimento in realtà datasse da 30 anni -- dal trattato di Berlino - che autorizzò l'Austria ad occupare. la Bosnia e l' Erzegovina. Tutti i danni, tutte umiliazioni dell'Italia e la sua posizione incerta e contraddittori a non cleri va no oggi dalla violazione, ma dalla conclusione del Trattato di Berli no. ( 1) Nell'ultimo numero del Courrie,· Européen mentre in un articolo (L'irtdependance bulg..ire et le devoir des Jeunes Turcs) si espongono considerazioni realistiche conformi alle nostre, in un altro di un bosniaco, Boijdar Nicachinovitch, si nega ogni benemerenza del!' Austria e le si rimprovera che si sia appropriate le.. ri-6orse dei boschi e delle miniere della Bosnia e della Erzegovina, nonchè alcune inutili cruddtà.

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